carloalberto
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mercoledì 20 ottobre 2021
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storia minimalista per una denuncia politica
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Questo film, all’apparenza minimalista, di un regista cubano, Ernesto Daranas, girato in forma di reportage documentaristico e con uno stile che in alcune sequenze ricorda il nostro neorealismo, con attori non professionisti o che non lo sembrano affatto e quasi tutti ragazzini, eccetto la maestra, interpretata da una eccellente Alina Rodriguez, vuole essere, in realtà, una violenta denuncia politica della condizione di degrado, povertà e mancanza di libertà che affligge la sua patria.
Daranas assume il punto di vista dei bambini, il loro sguardo innocente e senza pregiudizi, per raccontare, attraverso le peripezie di un ragazzino difficile, in modo crudo e realistico la dura realtà sociale della Cuba moderna, che sembra essersi fermata agli anni ‘60.
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Questo film, all’apparenza minimalista, di un regista cubano, Ernesto Daranas, girato in forma di reportage documentaristico e con uno stile che in alcune sequenze ricorda il nostro neorealismo, con attori non professionisti o che non lo sembrano affatto e quasi tutti ragazzini, eccetto la maestra, interpretata da una eccellente Alina Rodriguez, vuole essere, in realtà, una violenta denuncia politica della condizione di degrado, povertà e mancanza di libertà che affligge la sua patria.
Daranas assume il punto di vista dei bambini, il loro sguardo innocente e senza pregiudizi, per raccontare, attraverso le peripezie di un ragazzino difficile, in modo crudo e realistico la dura realtà sociale della Cuba moderna, che sembra essersi fermata agli anni ‘60. Il protagonista di nome Chala vive con la madre, drogata e prostituta, in una casa fatiscente, allevando colombi e cani da combattimento per conto di un uomo che forse è suo padre, mentre la sua professoressa, l’unica che si interessa a lui, si batte contro un’ottusa funzionaria governativa perché non sia rinchiuso in una scuola di correzione. Questa è la trama o poco più, se si aggiunge che il ragazzino si innamora di una sua compagna di classe altrettanto sfortunata.
Il film, al di là del suo valore politico, risulta ostico alla visione, poco fruibile e non giudicabile dal punto di vista artistico, a causa di un doppiaggio innaturale e dei dialoghi che a volte sembrano non avere un senso, come se i personaggi parlassero tra di loro senza intendersi, lasciando nel dubbio lo spettatore se sia il frutto di una scelta autoriale di Daranas o piuttosto un problema di traduzione in italiano.
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sergio dal maso
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sabato 21 gennaio 2017
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que pasa en cuba
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“La delicatezza e la dignità non s’imparano dal maestro di ballo ma alla scuola del cuore.” (Fëdor Dostoevskij)
Ci sono Paesi di cui si parla e si scrive moltissimo, purtroppo spesso a sproposito, quasi sempre partendo da pregiudizi o posizioni ideologiche. Su Cuba, per esempio, si sono “versati fiumi di inchiostro” per raccontare in modo agiografico la vita di Fidel Castro o, al contrario, per demonizzarlo dipingendolo come un dittatore sanguinario.
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“La delicatezza e la dignità non s’imparano dal maestro di ballo ma alla scuola del cuore.” (Fëdor Dostoevskij)
Ci sono Paesi di cui si parla e si scrive moltissimo, purtroppo spesso a sproposito, quasi sempre partendo da pregiudizi o posizioni ideologiche. Su Cuba, per esempio, si sono “versati fiumi di inchiostro” per raccontare in modo agiografico la vita di Fidel Castro o, al contrario, per demonizzarlo dipingendolo come un dittatore sanguinario. Ridicola anche la sterile contrapposizione tra una Cuba paradisiaca dove istruzione e sanità sarebbero eccellenti e gratuite per tutti e una spietata dittatura in cui ogni forma di dissenso verrebbe repressa senza rispettare i più elementari diritti umani.
Perché, come sempre, la realtà è molto più complicata di come la trasmette la televisione. La vita reale dei cubani è ben lontana dagli stereotipi e dai luoghi comuni riportati dai media o da chi torna dalle vacanze caraibiche.
Per capire la profonda trasformazione sociale in corso a Cuba è utilissimo Condotta, l’ultimo splendido film di Ernesto Daranas. Racconta la storia di Chala, un ragazzino ribelle con una situazione famigliare difficile - vive con la madre alcolizzata allevando cani da combattimento - che rischia l’espulsione dalla scuola e l’assegnazione a un istituto rieducativo di Condotta. Si oppone con forza all’allontanamento di Chala l’anziana maestra Carmela, l’unica che cerca realmente di aiutarlo con un affetto sincero, ricambiato.
Attorno al rapporto tra la maestra e l’alunno ruotano altri personaggi minori, ognuno con la sua microstoria, come Yeni, alunna modello di cui Chala è innamorato, la cui famiglia rischia l’espulsione da L’Avana e il rientro forzato nella parte orientale dell’isola perché a Cuba gli spostamenti devono essere autorizzati.
Sullo sfondo c’è tutta la vitalità della quotidianità cubana, con i suoi odori e profumi, il degrado dei quartieri poveri, la sofferenza degli emarginati e il tenace spirito di sopravvivenza. Soprattutto, Condotta trasuda una grande umanità, un sentimento etico autentico, privo di melodramma o retorica.
Centrale è il tema dell’educazione. La pedagogia severa ma profondamente umana dell’anziana Carmela si scontra con il formalismo didattico della giovane maestra, del tutto inefficace per comprendere le necessità dei ragazzi. Alle certezze e alla freddezza della giovane supplente l’anziana Carmela oppone umiltà e affetto. “Fuori da quella porta c'è la strada e un'insegnante deve sapere cosa li aspetta lì fuori – afferma Carmela nel suo discorso - in passato la vita era più chiara e sapevo come preparare i miei studenti: ora l'unica cosa che mi è chiara è per cosa non prepararli”.
Condottasomiglia a tratti a un film neorealista degli anni cinquanta, per altri aspetti Chala ricorda Antoine, il protagonista de I 400 colpi di Francois Truffaut.
L’uso efficace della camera a spalla, le belle riprese dai tetti dei quartieri habaneri, i colori caldi dell’ottima fotografia di Alejandro Perez, restituiscono alla storia un calore e una poeticità che fanno del film di Danaras un piccolo gioiello.
Intensa e commovente l’interpretazione di Carmela da parte di Alina Rodriguez, purtroppo scomparsa pochi mesi dopo la fine delle riprese. Davvero bravi e credibili gli interpreti più giovani, tutti ragazzi senza esperienze di recitazione, a partire da Armando Valdes Freire che con l’interpretazione di Chala ha vinto numerosi premi. Condotta ha avuto ottimi riscontri sia all’estero - a parte in Italia dove è uscito in pochissime sale - che a Cuba; ha vinto molti Festival internazionali e ottenuto la candidatura agli Oscar.
Lunghissime file di spettatori lo hanno accolto a L’Avana, segno evidente del vento di cambiamento che spira nell’isola caraibica. Se un film coprodotto dall’ente pubblico dell’industria cinematografica (ICAIC) parla apertamente di tossicodipendenza, di scommesse clandestine, di corruzione e di politici che “da troppo tempo stanno al potere” le cose a Cuba stanno veramente cambiando.
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lunedì 19 dicembre 2016
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doppiaggio da cani
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Pur essendo in linea di massima d'accordo con la recensione di G.Zappoli (la trovo un po' troppo entusiastica) devo fare un appunto: il doppiaggio è stato fatto da cani. Il film mi è risultato quasi inguardabile proprio per il nervoso causato da questa cosa. Stupisce come sia stato possibile.
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edoardo
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martedì 3 novembre 2015
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un vero capolavoro
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visto in anteprima al Terzo Millennio Film Festival di Roma, un vero capolavoro
ho pianto 3 volte vedendo quella maestra, veramente emozionante in lingua orginale spagnolo
da vedere assolutamente
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