'71

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Un film di Yann Demange. Con Jack O'Connell (II), Sam Reid, Paul Anderson, Sean Harris, Richard Dormer.
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Titolo originale '71. Thriller, Ratings: Kids+13, durata 99 min. - Gran Bretagna 2014. - Good Films uscita giovedì 9 luglio 2015. MYMONETRO '71 * * * - - valutazione media: 3,39 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Cattivi, per il fatto d'essere uomini

di Giovanni Belfiori


Feedback: 10
giovedì 27 dicembre 2018

Non c'è speranza, nessuna, e non c'è salvezza se non nel tuo intimo, privato mondo di affetti. E anche quella è una salvezza provvisoria, illusoria. Guardatelo, se vi capita, '71' del regista franco-inglese Yann Demange, uscito nelle sale nel 2014 e disponibile in questi giorni su Sky Cinema.

Un film duro, ruvido, sporco. È ambientato a Belfast, nel 1971 appunto. Il protagonista è un ventenne inglese del Derbyshire, Gary Hook, che s'arruola nell'esercito di Sua Maestà. Dovrebbe partire, insieme alla sua brigata, per la Germania Ovest, e invece arriva l'ordine di andare a Belfast, che è come dire l'ordine di andare all'inferno.

Oggi quella guerra lunghissima fra cattolici indipendentisti e protestanti lealisti, che per decenni insanguinò l'Irlanda e la Gran Bretagna, non se la rammenta quasi più nessuno. Il mio ricordo di Belfast 1986 è fatto di militari ovunque che balzavano giù dai tank con i mitra spianati davanti alla tua faccia non appena c'era un semaforo rosso lungo la strada, murales inneggianti al Sinn Fein e all'Ira, omaggi iconografici a Bobby Sands e ai martiri di Maze, tornelli per entrare nel centro della città. Leggere questa pagina, rinfrescherà la memoria.

La recluta Hook arriva a Belfast. Quando gli chiedono se sia cattolico o protestante, lui se ne sta zitto, poi mormora un 'non so'. Di fronte a due barricate, a due bandiere, a due religioni, Gary non sa. Ma questo non lo salva: ha subito il suo battesimo del fuoco.
È notte, è solo, lo inseguono, gli danno la caccia per ucciderlo. Belfast e l'intera Irlanda del Nord bruciano, come ricordano le immagini notturne.

Bruciano per una bomba, per un'auto cui sono state appiccate le fiamme, per le bottiglie incendiarie lanciate nelle strade, per i colpi d'arma da fuoco che cercano una sola cosa: ammazzare il nemico. Il problema è che il nemico è chiunque. In altri film, chi fosse il 'cattivo' era più chiaro.
Nel 1993 Jim Sheridan aveva denunciato l'assurda e spietata legislazione d'emergenza inglese nel duro e commovente Nel nome del padre; nel 2002 Paul Greengrass aveva messo in pellicola con Bloody Sunday il massacro a opera di parà britannici contro la popolazione civile a Derry del 1972 e nel 2008 Steve McQueen aveva raccontato, in Hunger, la storia di uno dei simboli della resistenza cattolica: Bobby Sands del Provisional Ira.

Nel film di Demange non ci sono buoni ma solo cattivi. Cattivi al di là della religione, al di là dei gruppi militari di appartenenza, cattivi al di là del fatto che indossino o no una divisa. Cattivi per il fatto d'essere uomini. Non è soltanto una condanna della guerra: è una condanna dell'umanità.
Bambini e ragazzetti che imbracciano fucili mitragliatori, che saltano per aria, che sono ammazzati come cani a sangue freddo. Il coraggio che si ferma e diventa terrore davanti a una canna di pistola puntata sulla testa. La fiducia che si trasforma in sorpresa dolorosa, quando ti accorgi il tuo commilitone potrebbe ucciderti, anziché salvarti. Non c'è pietà, da nessuna parte.

Nel film ci sono pochissimi gesti che mostrano come l'uomo, forse, non sia solo una belva, e sono comunque gesti a metà: chi ti aiuta, un secondo dopo è disposto a rivelare dove sei nascosto, pur di salvarsi la vita. E sono gesti che non vengono mai premiati, anche se alla fine lo sguardo del regista è pieno di pietà verso questo animale chiamato essere umano, pietà come invocazione finale, come grido disperato che sembra uscire muto dal volto lacerato, ferito, sporco di Gary Hook.

C'è solo una consolazione: il ritorno in autobus, col fratellino Darren, portato via da una specie di orfanotrofio. Gary e Darren in viaggio, Darren dorme sulle ginocchia di Gary.
È il viaggio verso casa: non c'è altro, sembra dirci il film, nessun vincitore da esaltare, nessuna patria da difendere, nessuna religione per cui uccidere, nessun ideale per cui morire.

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