Un giorno devi andare |
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Un film di Giorgio Diritti.
Con Jasmine Trinca, Pia Engleberth, Anne Alvaro, Sonia Gessner, Amanda Fonseca Galvao, Paulo De Souza, Eder Frota Dos Santos, Manuela Mendonça Marinho
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia, Francia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 28 marzo 2013.
MYMONETRO
Un giorno devi andare
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dentro l'Amazzonia per cercarsi l'anima
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Un giorno devi andare di Giorgio Diritti è la storia di una donna italiana di trent'anni, Augusta (Jasmine Trinca), che un grande dolore spinge, come dice il titolo, ad "andare". Cercare, interrogarsi, mettere a rischio se stessa. Inizialmente per voltare pagina, lasciarsi alle spalle una condizione nella quale ritiene di non avere più nulla da perdere. Poi più consapevolmente alla scoperta di uno stile alternativo, di una nuova vita. Solo qualche flash informa sommariamente sul prima (un bambino perduto, un marito che l'ha abbandonata) mentre entriamo direttamente nella sconosciuta dimensione alla quale Augusta ha deciso di consegnarsi. Accompagna la suora missionaria Franca, amica di sua madre, su un battello che fa su e giù per gli sterminati affluenti del Rio delle Amazzoni portando conforto e conversioni ai villaggi disseminati lungo il corso del fiume.
Suor Franca lo fa da vent'annì, la sua fede è semplice e incrollabile, in lei e nella sua rispettabile missione Augusta vede il limite di un paternalismo che non comprende gli interlocutori e non si pone domande sui loro bisogni. Decide di separarsi per proseguire diversamente. Trova sistemazione presso una numerosa e accogliente famiglia, composta da giovanissimi e capitanata da una nonna dagli occhi buoni, presso una miserabile favela di Manaus. La vivacità dei bambini, il lavoro e l'amore condivisi con un ragazzo, l'amicizia con la ragazza-madre Janaina (figura chiave: dopo un evento atrocemente doloroso andrà in Italia al seguito di suor Franca trovando calore presso la famiglia dì Augusta. Speculare) e l'ingenua autentica umanità delle persone che incontra sono altrettanti propulsori che radicano Augusta sia pur dilaniata da molte contraddizioni (la lontananza irrisolta con la mamma, la fede che non le si rivela) nella certezza di aver trovato una nuova via.
Il film mette in campo questioni di enorme spessore. E in un procedere volontariamente a strappi, discontinuo come la ricerca della protagonista, trova anche toni ispirati, intensi, toccanti. Alternati a cedimenti buonisti che sanno un po' di sacrestia. Anche se, va detto, non risparmia scorci critici e problematici. Le diverse attitudini dei missionari: la fede un po' ottusa della buona suor Franca che non si dà per vinta di fronte al rifiuto degli indios colonizzati da predicatori senza scrupoli, l'interventismo di padre Mirko che non disdegna accordi con gli speculatori, l'indole concreta da prete operaio (in realtà è medico) del gesuita Fernando. La miseria che rende disposti a tutto e la divisione tra chi preferisce la favela pur di preservare lo spirito di comunità e chi è disposto a romperlo in cambio di un alloggio nuovo in una tetra new town.
Spunti che arricchiscono uno sguardo non sbrigativamente semplificato. Dire che è nell'aria la ricerca di nuova spiritualità e di alternativa a modelli di vita che mostrano interi i loro limiti è una banalità, ma tant'è. Cercando tra i recenti riferimenti cinematografici, il film di Diritti (sua la rivelazione di Il vento fa il suo giro, suo il trepidante omaggio ai martiri di Marzabotto in L'uomo che verrà) non somiglia all'eccellente In memoria di me di Saverio Costanzo, sfida tra uomo e fede in un contesto di clero d'élite, né al bellissimo Uomini di Dio dove la testimonianza della fede si batte contro gli attacchi omicidi del terrorismo islamista. Semmai, c'è qualche affinità, nella diversità di contesto, con l'appena uscito L'amore inatteso. Dove, sia pur senza traumi scatenanti e anzi in continuità con la vita di prima, un altro essere umano prodotto dalla civiltà occidentale fa i conti con la crisi e il vuoto di valori.
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