Third Person

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Un film di Paul Haggis. Con Liam Neeson, Olivia Wilde, Adrien Brody, Moran Atias, James Franco.
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Titolo originale Third Person. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 130 min. - Belgio 2013. - M2 Pictures uscita giovedì 2 aprile 2015. MYMONETRO Third Person * 1/2 - - - valutazione media: 1,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
samuelacitt lunedì 5 settembre 2022
third person, ovvero una storia raccontata in terz Valutazione 0 stelle su cinque
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No
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Penso che gli unici personaggi reali siano lo scrittore, la sua ex moglie, la sua amante, il padre di lei e l''editor. Tutti gli altri sono i personaggi del romanzo che l''uomo sta scrivendo e che ricalcano in un modo o nell''altro la tragedia della perdita del figlio. I non sequitur e gli indizi che vengono lanciati agli spettatori rendono probabile questa interpretazione. La scena finale di lui che rincorre l''amante per i vicoli (di Taranto/Roma ?) non è reale, fa parte della scena finale del romanzo che lui termina alla stessa scrivania dello stesso albergo di Parigi. Infine Third person secondo me indica proprio la forma letteraria scelta dallo scrittore per raccontare la sua storia in terza persona.

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samuelacitt lunedì 5 settembre 2022
third person, ovvero una storia raccontata in terz Valutazione 0 stelle su cinque
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Penso che gli unici personaggi reali siano lo scrittore, la sua ex moglie, la sua amante, il padre di lei e l''editor. Tutti gli altri sono i personaggi del romanzo che l''uomo sta scrivendo e che ricalcano in un modo o nell''altro la tragedia della perdita del figlio. I non sequitur e gli indizi che vengono lanciati agli spettatori rendono probabile questa interpretazione. La scena finale di lui che rincorre l''amante per i vicoli (di Taranto/Roma ?) non è reale, fa parte della scena finale del romanzo che lui termina alla stessa scrivania dello stesso albergo di Parigi. Infine Third person secondo me indica proprio la forma letteraria scelta dallo scrittore per raccontare la sua storia in terza persona.

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samanta domenica 25 luglio 2021
un trittico mal riuscito Valutazione 2 stelle su cinque
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Il film è uscito nel 2013 con la regia di Pual Haggis che è anche sceneggiatore e produttore, Haggis conseguì per il film Crash un Oscar per la sceneggiatura e una nomination per la regia (oltre l'Oscar per il migliore film) successivamente diresse: Nella valle di Elah e The next three days. Il film non ebbe successo di critico e fu un flop al box office: a fronte di un budget di 28 milioni di $ ne incassò 3. Il film si colloca nella linea di Crash o di There After (di Clint Eastwood) nei quali 3 diverse storie si intrecciano per risolversi  in un finale comune.
Nel nostro film Michael (Liam Neeson) scrittore americano di successo ma ormai in declino, ha lasciato la moglie e si trova a Parigi in un Hotel di lusso con la giovane amante (Olivia Wilde: Legami di sangue, 7 giorni per cambiare), con cui ha un rapporto conflittuale provocato dal carattere capriccioso di lei che nasconde un segreto (un marito che la perseguita). [+]

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giulio andreetta giovedì 27 maggio 2021
un grande punto interrogativo Valutazione 2 stelle su cinque
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No
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Al di là della qualità della recitazione (ottima), e dell'argomento tristemente melò, il film a mio parere ricorda molto da vicino un'altra pellicola in cui i destini individuali dei personaggi si intrecciavano in un grande racconto corale, The Hours. Ma a differenza di quest'ultimo film, Third Person lascia l'amaro in bocca per i molti sentieri narrativi lasciati a metà (forse volutamente), e la mancanza di un 'filo rosso' in grado di tracciare un risveglio emotivo, almeno nel mio caso. Ciò detto, l'interpretazione di Liam Neeson è molto interessante e centrata, come anche quella di Olivia Wilde, ed in generale di tutto il cast. [+]

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fabrizio degiovanni giovedì 15 aprile 2021
fuorviante, patetico e inutilmente triste Valutazione 1 stelle su cinque
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Il film è girato a Roma nei due episodi , romano e parigino. Infatti si riconoscono (per l'episodio ambientato a Parigi) via Veneto in esterno (cafè de paris) e l'hotel Boscolo di piazza della repubblica in interno.
Il particolare è che fanno passare Roma come una sorta di città del terzo mondo e Parigi come città di classe e stile.
Non capisco perché le produzioni americane debbano sempre fare così. 
Le tre storie sono comunque patetiche.

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paolp78 domenica 10 maggio 2020
artificioso, stucchevole Valutazione 1 stelle su cinque
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Grossa delusione dall'autore dell'ottimo "Crash- contatto fisico", pluripremiato alla notte degli Oscar.
Anche in questa pellicola Haggis intreccia una pluralità di storie (quelle principali sono tre, molte di meno che in Crash) e anche qui si pone l'obiettivo ambizioso di trattare un argomento impegnativo: se in Crash la tematica era quella sociale dell'integrazione e convivenza tra razze ed etnie diverse, in "Third Person" viene scandagliato l'animo umano alle prese con i dilemmi morali causati dal senso di colpa e dalla naturale propensione a fuggire dalle proprie responsabilità. 
Questa volta però Haggis ha fallito clamorosamente il bersaglio. [+]

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vali mercoledì 22 aprile 2020
aiutatemi a dare un senso al finale Valutazione 1 stelle su cinque
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No
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L'ho visto ieri sera per la prima volta, e mi sto scervellando per capire quale sia il collegamento tra le 3 storie (di per sè insignificanti e anche un po' al limite, quasi squallide) che - credo - venga spiegato nella conversazione finale tra Michael (Liam Neeson) e la moglie Elaine (Kim Basinger): la mia sensazione, forse sbagliata, è che lo scrittore (Liam Neeson, Michael) e la sua amante Anna (Olivia Wilde) siano gli unici personaggi "veri", mentre gli altri lo siano del libro che sta scrivendo, e che rispettivamente ripercorrono, dagli esordi alla rovinosa fine, la vita sentimentale dello scrittore, evidentemente traumatizzata. Ma chiedo ai gentili lettori di darmi la loro versione, perchè sto letteralmente impazzendo per trovare una quadra. [+]

[+] in terza persona (di samuelacitt)
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samanta lunedì 20 gennaio 2020
cosa ci tocca vedere! Valutazione 1 stelle su cinque
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Film con una sceneggiatura confusa delle vicende di 3 coppie a Roma (e Taranto), Parigi e New York   a tratti inverosimile (la storia della coppia a Roma) con un cast di riguardo che recita male, non per nulla il film costato 28 milioni di $ ne ha incassatri neanche 3). Il regista dal suo primo film è in caduta verticale.

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lorenzodv domenica 1 settembre 2019
l'angusto spazio di due ore e un quarto Valutazione 2 stelle su cinque
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La visione del film mi ha lasciato un senso di incompiuto che non mi sono spiegato immediatamente, cercavo di capire, con la mia scarsa cultura in materia, se fosse stata colpa della regia o della sceneggiatura ed ero fuori strada.
I bambini (tutti i cuccioli) hanno bisogno di protezione; il film esamina tre modi sbagliati (rectius malati) di fornire protezione ai piccoli: l'eccesso, il pretesto, il possesso. Tre storie si dipanano senza aver nulla in comune che il tema di base, lo scarsissimo intreccio è troppo artificioso per offrire la sensazione di continuità e tutta l'opera risulta disorganica.
Il matematico Fermat aveva l'abitudine di scrivere le sue osservazioni sul margine delle pagine del libro di algebra, fintanto che non giunse ad enunciare un teorema la cui dimostrazione (che è o andata persa oppure mai scritta) "non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina". [+]

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matteo domenica 5 maggio 2019
parigi in new york Valutazione 0 stelle su cinque
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Il film in se, pur rispecchiando i canonici clichè che plasmano la vita di ogni giorno, tra amore e menzogne,non riesce nell’intento di trasmettere allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nelle storie vissute dai protagonisti.
il buco spazio/temporale in cui il regista Paul Haggins collega le due storie tra New York e Parigi rende meno credibili i dialoghi e il racconto tra i protagonisti ed evidenzia una scarsa attenzione nei “particolari”; come è
possibile essere a Parigi, uscire dalla camera del hotel e sperare di arrivare in tempo con il taxi a New York ? 

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