ashtray_bliss
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lunedì 24 novembre 2014
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non e' mai troppo tardi per ritrovare noi stessi.
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Mancano 12 ore alla fine del mondo. In questo contesto apocalittico e devastante gli ultimi abitanti a morire a causa di una imprecisata esplosione nucleare di proporzioni enormi che ha letteralmente spazzato via l'umanita', sono gli Australiani. E cosi il film ci presenta le ultime 12 ore di vita di alcuni degli abitanti di Perth; C'e' chi decide di darsi a party sfrenati all'insegna di musica, alcol, droga e sesso. C'e' chi si raduna in preghiera ed infine c'e' chi cerca di trarne profitto, decidandosi alla violenza, delinquenza uccidendo e derubando al prossimo. Infine, c'e' chi come James decide di aspettare silenziosamente il fatidico momento, facendo comunque uso di sostanze stupefacenti, in compagnia della sua amante incinta.
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Mancano 12 ore alla fine del mondo. In questo contesto apocalittico e devastante gli ultimi abitanti a morire a causa di una imprecisata esplosione nucleare di proporzioni enormi che ha letteralmente spazzato via l'umanita', sono gli Australiani. E cosi il film ci presenta le ultime 12 ore di vita di alcuni degli abitanti di Perth; C'e' chi decide di darsi a party sfrenati all'insegna di musica, alcol, droga e sesso. C'e' chi si raduna in preghiera ed infine c'e' chi cerca di trarne profitto, decidandosi alla violenza, delinquenza uccidendo e derubando al prossimo. Infine, c'e' chi come James decide di aspettare silenziosamente il fatidico momento, facendo comunque uso di sostanze stupefacenti, in compagnia della sua amante incinta.
Tutto cambia pero' quando James decide di riunirsi in queste ultime ore di vita, alla sua ragazza, alla festa finale di tutte le feste. E sulla sua strada, mentre percorre strade desolate, distrutte, abbandonate, poplate di persone ormai disperate, s'imbattera' in una ragazzina di nome Rose. La piccola nella confusione piu' totale si e' separata dal padre ed e' stata presa in ostaggio da alcuni malviventi. James, in preda al panico, pensa inizialmente di mettersi in salvo, ma successivamente impietositosi dalla urla della piccola decide di salvarla. Rose e' il punto cruciale e rappresenta l'opportunita' di cambiamento, la presa di coscienza da parte del protagonista. Se infatti James, sino ad allora era un uomo egoista, per lo piu' disinteressato del prossimo, vede in Rose l'opportunita' che non avra' mai piu' nella vita, dato le poche ore rimaste all'umanita' : quella di provare l'esperienza di essere un padre, la maturita' che questo incontro impone a James e' piu' che una sfida personale. E' un punto d'inizio della nuova (seppur breve) esistenza di James. Il protagonista si trova cosi' costretto a riordinare le sue priorita', riassestare la sua intera esistenza nel momento esatto che decide di aiutare la piccola Rose. E l'esperienza di padre, premuroso e sempre presente gli permettera' di riscattare se stesso proprio poche ore prima la fine di tutto.
Si tratta dunque di un puon prodotto australiano, dallo stampo indipendente e decisamente a basso budget, che volutamente si distacca dal raccontare l'ennesima catastrofe ambientale e terrestre, ma tenendone il contesto crea una storia che nella sua semplicita' riesce a coinvolgere, a volte persino ad angosciare, lo spettatore.
La avventura di James e Rose e' breve ma intensa, e durante il percorso il protagonista avra' l'occasione di affrontare e rimediare agli errori del passato, a capire che le persone che frequentava (fidanzata e amici) non erano il tipo di persone in grado di comprenderlo e sostenerlo in quelle che sarebbero state le scelte d vita.
Solida e sobria regia e scenografia, quasi totalmente priva di effetti speciali (eccetto la scena conclusiva della pellicola) che ci catapulta in un'Australia desertica, abbandonata e in preda alla disperazione piu' totale. Buona la prova attoriale dei protagonisti. Convincente James nella sua progressiva maturazione psicologica e presa di coscienza.
Imponente, suggestiva e agghiacciante al contempo la scena finale, che vede il protagonista ricongiungersi con la fidanzata incinta, mentre aspettano che accada l'inevitabile.
Un prodotto decisamente valido con un bel scenario apocalittico che non lascia il benche' minimo scampo, o spiraglio di speranza per l'umanita'.
Consigliato.
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lucreziabordi
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martedì 2 dicembre 2014
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quale sarebbe la vostra reazione? (lucrezia bordi)
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Il mondo sta finendo, un asteroide colpisce la Terra e spazza via ogni singola cosa minuto dopo minuto. Ormai per l’umanità non esiste speranza. La fine in Australia è prevista in 12 ore e c’è chi cerca di vivere al meglio le ore restanti e chi di finirla prima che arrivi il tempo. James (Nathan Philips) decide di prendere parte ad un rave pre-apocalisse al quale sarà presente anche la sua ragazza Vicky, che però è ben diversa da quella con cui egli ha passato la notte, Zoe.
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Il mondo sta finendo, un asteroide colpisce la Terra e spazza via ogni singola cosa minuto dopo minuto. Ormai per l’umanità non esiste speranza. La fine in Australia è prevista in 12 ore e c’è chi cerca di vivere al meglio le ore restanti e chi di finirla prima che arrivi il tempo. James (Nathan Philips) decide di prendere parte ad un rave pre-apocalisse al quale sarà presente anche la sua ragazza Vicky, che però è ben diversa da quella con cui egli ha passato la notte, Zoe. Durante il suo tragitto salverà la vita alla piccola Rose (Angourie Rice) e da quel momento il legame tra i due diverrà sempre più forte.
Già presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2014, primo approccio alla sceneggiatura ed alla regia per l’australiano Zak Hilditch (Transmission – cortometraggio), These final hours pone di fronte allo spettatore uno scenario apocalittico a cui nessun uomo vorrebbe mai assistere. Non vi sono modi per sopravvivere, la catastrofe sarà inevitabile e sul nostro pianeta non saranno più reperibili forme di vita. Il regista tenta di supporre la reazione per ogni tipo di uomo. Il suicidio, l’alcol, la follia, il desiderio carnale, l’omicidio. Sono tutte conseguenze possibili dopo la notizia della distruzione imminente. Il distaccato e rude James ha già deciso come terminare la sua vita, ha deciso (apparentemente) a quale posto appartiene, e dopo una notte di passione si mette in macchina per giungere ad una festa spettacolare. Durante il tragitto salva da due maniaci Rose, una bambina rapita da due loschi malintenzionati ed in cerca di suo padre, al quale la piccola ha promesso di restare accanto in punto di morte. James si troverà inevitabilmente a dover scegliere tra il far ricongiungere la bambina con il padre o terminare la sua vita nel modo che preferisce. Mancano 12 ore alla fine di tutto, al momento in cui la morte sopraggiungerà dolorosamente. C’è ancora del tempo, per salutare per l’ultima volta chi ci è caro, per provare emozioni forti e sconosciute o per redimersi da una vita di eccessi e superficialità.
Coinvolgimento è la parola d’ordine, in un lungometraggio che si propone come un crescendo di pathos e preoccupazione. Colui che vede si immedesima nel giovane protagonista sul quale può riflettere le proprie paure e grazie al quale si lascia trasportare in una dimensione quasi toccabile con mano. La location (la città di Perth in Australia) offre uno scenario attento e caratteristico, ricco di edifici danneggiati ed ampi spazi deserti, perfetti per descrivere la solitudine e l’abbandono. “Creare la sensazione convincente di un’apocalisse avendo a disposizione un budget limitato è stata una sfida enorme” dichiara il regista al quale tuttavia sembra essere riuscita al meglio l’impresa soprattutto grazie alle interpretazioni quasi reali da parte del cast. Fondamentale ed azzeccata è l’audace colonna sonora di Cornel Wilczek che per ogni minuto accompagna lo spettatore in un viaggio ai confini della realtà, intensifica ed esalta le emozioni che egli prova durante tutto il film e nel finale lo lascia senza fiato. Si esce dalla sala con in testa confusione, smarrimento ed un po’ di amaro in bocca. Riesce perfettamente nel suo intento un autore che ci propone un’opera diversa dalle altre, che lascia lo spettatore a riflettere e ad arrovellarsi tra i mille pensieri che lo pervadono quando le luci si riaccendono. L’idea della fine del mondo è ancora ben lontana dal nostro presente, ma se in futuro dovesse accadere? Voi, che cosa fareste ? (myreviews.it)
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il cascio
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martedì 16 dicembre 2014
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aiutarsi fino alla fine
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La fine del mondo è vicina a causa di un meteorite, la gente per strada è impazzita, suicidi e omicidi, sciacallaggi e altre forme di criminalità che prima ovviamente non erano permesse sono all’ordine del giorno. James, un ragazzo sulla trentina dedito all’uso di droghe e alcol e con una situazione sentimentale e familiare complicata deve recarsi ad una festa per la fine del mondo organizzata da un suo amico. Nel tragitto incontra un bambina in pericolo di nome Rose, esitando un attimo la salva e la porta con sé. Rose deve tornare da suo padre e durante il tragitto affronteranno varie peripezie.
In questo film ho notato delle reazioni umane inusuali da parte dei personaggi secondari, a parere mio, fin troppo caratterizzati.
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La fine del mondo è vicina a causa di un meteorite, la gente per strada è impazzita, suicidi e omicidi, sciacallaggi e altre forme di criminalità che prima ovviamente non erano permesse sono all’ordine del giorno. James, un ragazzo sulla trentina dedito all’uso di droghe e alcol e con una situazione sentimentale e familiare complicata deve recarsi ad una festa per la fine del mondo organizzata da un suo amico. Nel tragitto incontra un bambina in pericolo di nome Rose, esitando un attimo la salva e la porta con sé. Rose deve tornare da suo padre e durante il tragitto affronteranno varie peripezie.
In questo film ho notato delle reazioni umane inusuali da parte dei personaggi secondari, a parere mio, fin troppo caratterizzati. I tossicodipendenti presenti alla festa erano veramente ambigui, l’amico di James è a dir poco ridicolo, mentre una nota positiva va all’attrice che scambia Rose per sua figlia, probabilmente defunta, Mandy.
Andando sui protagonisti: James è inizialmente un antieroe moderno, fa uso di droghe, beve alcolici in modo spropositato e ha una relazione con due donne, ma nel corso del film si nota un mutamento che in realtà è sempre stato in lui. Infatti i due si aiuteranno l’un l’altro grazie ai loro caratteri contrastanti.
Il rapporto tra i due è fantastico, la forza di questo film infatti è basata sul contrasto dei caratteri dei due protagonisti, nella scena dell’addio tra i due James capisce di essere in grado di recuperare la sua vita nonostante la fine del mondo sia vicina e Rose che inizialmente era una ragazzina impaurita trova il coraggio di andare avanti da sola.
Parlando del film in sé per sé c’è da dire “finalmente”. Finalmente un film che parla di persone e sentimenti in un momento apocalittico. These Final Hours lo vorrei discostare da ogni tipo di film catastrofico che tratta il tema della fine del mondo come Armageddon o 2012. Non ci sono astronauti, geologi, ufologi o militari pronti a contrastare il meteorite, ci sono persone comuni che devono sopravvivere e non cedere alla pazzia generale. Non ci sono effetti speciali degni di nota, infatti la scena dell’esplosione non è che sia una bellezza, però non importa perché finalmente ho visto un film che tratta l’argomento fine del mondo con una certa sensibilità e senza troppe pretese.
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gianleo67
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venerdì 9 gennaio 2015
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road movie apocalittico e... buoni sentimenti
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Perth, Australia, oggi. James lascia la ragazza da cui aspetta un bambino per fuggire verso l'interno, lontano dalla catastrofe planetaria che raggiungerà le coste del continente oceanico dopo aver già devastato l'intera superfice terrestre. Lungo il tragitto che lo conduce ad una festa a base di droga e sesso dove cerca di trovare sollievo all'ansia che lo assale però, fa un incontro inaspettato e sorprendente che cambierà il senso della sua vita e delle sue ultime ore sulla Terra.
Frutto di un impegno economico limitato (2.5 milioni di dollari grazie al supporto dello Screen Australia's Springboard) e di un soggetto apocalittico che in tempi di crisi sembra essere il facile ripiego di artisti ben più navigati ('Melancholia' - 2011 - Lars Von Trier, '4:44 Last Day on Earth' - 2011 - Abel Ferrara), il giovane Zak Hilditch ci mostra il prevedibile campionario di un'umanità alla deriva che si confronta con la più terribile e irrazionale della paure escatologiche: la Fine del Mondo.
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Perth, Australia, oggi. James lascia la ragazza da cui aspetta un bambino per fuggire verso l'interno, lontano dalla catastrofe planetaria che raggiungerà le coste del continente oceanico dopo aver già devastato l'intera superfice terrestre. Lungo il tragitto che lo conduce ad una festa a base di droga e sesso dove cerca di trovare sollievo all'ansia che lo assale però, fa un incontro inaspettato e sorprendente che cambierà il senso della sua vita e delle sue ultime ore sulla Terra.
Frutto di un impegno economico limitato (2.5 milioni di dollari grazie al supporto dello Screen Australia's Springboard) e di un soggetto apocalittico che in tempi di crisi sembra essere il facile ripiego di artisti ben più navigati ('Melancholia' - 2011 - Lars Von Trier, '4:44 Last Day on Earth' - 2011 - Abel Ferrara), il giovane Zak Hilditch ci mostra il prevedibile campionario di un'umanità alla deriva che si confronta con la più terribile e irrazionale della paure escatologiche: la Fine del Mondo. Se è vero che l'originalità del format e delle tematiche trattate richiamino alla mente gli incubi letterari sulla discesa agli inferi (e ritorno) con tanto di moccioso al seguito meglio affrontati altrove ('The Road' - 2009 - John Hillcoat tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy ) piuttosto che la prevedibile scelta di campo tra i bagordi epicurei dei festanti dell'ultima ora e il percorso di riscatto e redenzione di un uomo messo di fronte alla fragilità e inutilità della propria esistenza, il film di Hilditch cerca di trovare nella abbacinante e irreale luminescenza del paesaggio australiano e nelle suggestioni eclittiche di uno scontro tra mondi quale tacita minaccia incombente, la misura della disperata corsa verso quel 'Punto Zero' a cui convergono inevitabilmente le paure e la disperata rassegnazione che echeggiano dalle parole dell'ultimo e irriducibile speaker radiofonico sulla faccia della Terra ('Vanishing Point' - 1971 - Richard C. Sarafian). Cinema dei buoni sentimenti dove l'apparente nichilismo finale nasconde in realtà le insidie di una inaspettata riappacificazione familiare (la bambina,la fidanzata, la madre ed infine la donna amata e per giunta incinta) o la riscoperta di una insospettabile responsabilità genitoriale, è in realtà il buon viatico di un giovane cineasta che si affaccia nell'affollato e competitivo mondo delle produzioni cinematografiche mainstream con il suo bravo biglietto da visita e le giuste referenze per rivendicare qualcosa di più che i soli 15 minuti canonici di notorietà catodica. Nomination alla 'Camera d'Or' al festival di Cannes 2014 e premio come miglior attore (?) per Nathan Phillips al Sitges - Festival del Cinema Fantastico della Catalogna
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filippo catani
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lunedì 16 novembre 2015
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12 ore alla fine; cosa fare?
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Perth. Un paio di meteoriti hanno centrato la Terra che man mano sta diventando una gigantesca palla di fuoco. In Australia restano 12 ore per fare i conti con se stessi.
Un buon film sulla fine del mondo senza isterismi o scene di panico collettive. Il regista parte da una semplice e basilare domanda: cosa si farebbe sapendo che ci sono rimaste 12 ore prima dell'annientamento totale? C'è chi decide di fare festa, chi di togliersi la vita, chi di aspettare rassegnato il proprio destino. Poi c'è chi come il protagonista cerca di mettere ordine ad una vita disperata e decide di cercare di riaccompagnare una bambina dal padre dopo averla salvata da una coppia di pedofili.
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Perth. Un paio di meteoriti hanno centrato la Terra che man mano sta diventando una gigantesca palla di fuoco. In Australia restano 12 ore per fare i conti con se stessi.
Un buon film sulla fine del mondo senza isterismi o scene di panico collettive. Il regista parte da una semplice e basilare domanda: cosa si farebbe sapendo che ci sono rimaste 12 ore prima dell'annientamento totale? C'è chi decide di fare festa, chi di togliersi la vita, chi di aspettare rassegnato il proprio destino. Poi c'è chi come il protagonista cerca di mettere ordine ad una vita disperata e decide di cercare di riaccompagnare una bambina dal padre dopo averla salvata da una coppia di pedofili. Un film veloce che prende e angoscia lo spettatore fino al drammatico finale. Niente male.
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themaster
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domenica 7 febbraio 2016
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fantascienza di alto livello,made in australia
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La fantascienza la adoro e la ritengo uno dei generi che può dire di più tra tutti,grazie a una miriade di possibilità creative e di incipit originali ed interessanti,sia a livello visivo che di sceneggiatura e,questo These Final Hours di tale Zak Hilditch ne è uno degli esempi più calzanti,la pellicola offre infatti un'intrattenimento di altissimo livello e,pur non essendo un capolavoro rimane un filmone,uno di quelli che magari non entreranno nella storia del cinema ma che si piantano a forza nel cuore di chi lo guarda e,se non lo fa probabilmente non è stato capito a fondo.
Hilditch gira il film in maniera tesa,ritmata e con gran mestiere,le scene di inseguimento sono calibrate alla perfezione e quando ci si concentra sui personaggi diventa incredibilmente tutto più rilassato ma mai noioso,pur essendo un film lento,non annoia mai chi ha almeno un quarto di cervello funzionante e sicuramente non risulta mai forzato,come può esserlo la fantascienza.
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La fantascienza la adoro e la ritengo uno dei generi che può dire di più tra tutti,grazie a una miriade di possibilità creative e di incipit originali ed interessanti,sia a livello visivo che di sceneggiatura e,questo These Final Hours di tale Zak Hilditch ne è uno degli esempi più calzanti,la pellicola offre infatti un'intrattenimento di altissimo livello e,pur non essendo un capolavoro rimane un filmone,uno di quelli che magari non entreranno nella storia del cinema ma che si piantano a forza nel cuore di chi lo guarda e,se non lo fa probabilmente non è stato capito a fondo.
Hilditch gira il film in maniera tesa,ritmata e con gran mestiere,le scene di inseguimento sono calibrate alla perfezione e quando ci si concentra sui personaggi diventa incredibilmente tutto più rilassato ma mai noioso,pur essendo un film lento,non annoia mai chi ha almeno un quarto di cervello funzionante e sicuramente non risulta mai forzato,come può esserlo la fantascienza.
La storia è veramente semplicissima,c'è questo ragazzo che a dodici ore dalla distruzione totale del mondo,fa sesso con la sua amante e poi decide di passare i suoi ultimi attimi a questa festa dove quello che resta dell'umanità morirà divertendosi,tra sesso,droga e rock & roll,tuttavia durante il viaggio quest'uomo uccide due bifolchi che stanno violentando una ragazzina e l'ultimo desiderio di lei è ricongiungersi con il padre e a questo punto inizia il viaggio del nostro protagonista attraverso una provincia australiana che,come lo era in The Rover risulta quasi più pericolosa di quella americana,tra redneck impazziti e persone che decidono di accorciare i tempi compiendo suicidi di massa e sciocchezze di questo tipo. Il film colpisce per il suo essere totalmente pessimista,nonostante ci sia anche una bambina,bravissima nella parte tra l'altro,These Final Hours non fa sconti a nessuno e,chi si aspetta il finalino buonista da casa della prateria con lei che si ricongiunge con il padre,ha sbagliato totalmente film. La violenza è mostrata senza alcuna rimostranza e il gore a tratti risulta anche piuttosto pesante.
Oltre alla regia ottima,la fotografia,che predilige i colori caldi è perfettamente in linea con l'atmosfera del film e la colonna sonora è perfetta.
Un film che è un'inno alla vita,se pur nel suo più totale pessimismo e,grazie al doppio finale si capisce quanto il regista abbia a cuore i suoi personaggi e quanto in realtà la fine del mondo vista come tale non è altro che una catarsi,una sorta di atto purificatore che lava via i peccati del mondo e offre la possibilità di tirare le somme e chiudere i vecchi conti. Voto 8,0/10
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noia1
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lunedì 22 febbraio 2016
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incredibile
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La fine del mondo è imminente, per James non resta che andare a sballarsi fino a crepare, un incontro gli scombinerà però tutti i piani.
Se c’è una cosa impossibile da fare è un film moralista dimostrando che il moralismo non esiste. La fine del mondo come scusa per mostrare una società lasciata sé stessa, ai propri istinti primordiali. Quasi un universo parallelo dove già l’inferno si sta manifestando. Il protagonista percorre la strada tra grida, sangue e brutalità; una situazione angosciante, lui è uno dei tanti, uno dei tanti messi a nudo con sé stessi, con quello che resta nella consapevolezza che nel giro di poche ore il mondo finirà.
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La fine del mondo è imminente, per James non resta che andare a sballarsi fino a crepare, un incontro gli scombinerà però tutti i piani.
Se c’è una cosa impossibile da fare è un film moralista dimostrando che il moralismo non esiste. La fine del mondo come scusa per mostrare una società lasciata sé stessa, ai propri istinti primordiali. Quasi un universo parallelo dove già l’inferno si sta manifestando. Il protagonista percorre la strada tra grida, sangue e brutalità; una situazione angosciante, lui è uno dei tanti, uno dei tanti messi a nudo con sé stessi, con quello che resta nella consapevolezza che nel giro di poche ore il mondo finirà.
Un film che prende i più classici dei concetti e li scombina nella maniera più impensabile per rimescolarli ancora fino ad una conclusione che, pur potendosi aspettare, in mezzo a tanta brutalità diventa commovente dimostrando che, non tanto ciò che succede ma la sua essenza, ci è completamente sconosciuto.
Si diventa il protagonista che come tutti è messo a nudo con sé stesso, non è un eroe, non è speciale eppure si rende conto che non può fare altro che fare ciò che fa, aiutare chi mai si sarebbe aspettato, costretto a seguire il suo istinto come non si sarebbe mai aspettato. Eppure non viene da storcere il naso, non può fare altro, la dimostrazione che c’è sia il bene che il male, è dentro di noi e non possiamo farci niente.
Il film non è noioso, il protagonista poi è il classico pompato all’americana, eppure il viaggio è profondissimo ed intenso dove l’azione non toglie nulla al dolore sentito e all’intensità dei sentimenti. Una storia angosciante eppure tenera, un concetto crudo eppure commovente, dove la vita nasce ed è proprio la situazione che rende tutto così vivo. Un uomo che, messo a fare i conti con sé stesso, non riesce a fare altro che percorrere ciò che sente, e non si può che dargli ragione: insopportabili le grida della bambina, disgustoso il rave party, troppo piatta la fidanzata, corrotto il migliore amico.
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carloalberto
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lunedì 17 agosto 2020
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sulla via di damasco
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Trama esile e scontata animata da un tradizionalismo favolistico ed incentrata sulla riscoperta, da parte di un edonista del XXI secolo, della famiglia come luogo originario e ideale dei buoni sentimenti, in cui campeggiano la madre, la sposa, il figlio in arrivo, innestata artificialmente sull’ennesimo scenario pre-apocalittico di una imminente ed inevitabile fine del mondo cataclismatica, per significare che alla fine dei tempi, quando nulla delle cose materiali sarà più importante, rimarranno i valori assoluti dello spirito tramandati dalla tradizione e destinati all’immortalità. La sceneggiatura, molto semplice, adatta più ad un film TV, si potrebbe riassumere in quattro righe: un uomo ha due donne, da una delle due aspetta un figlio, l’abbandona per andare dall’altra, durante il tragitto, sulla via di Damasco, salva una bambina dagli orchi scoprendo il proprio senso paterno e la parte buona di se stesso, illuminato si riavvicina alla propria famiglia e va a trovare la sorella e la madre con cui aveva rotto i rapporti, infine, dopo aver raggiunto la seconda fidanzata, che si diverte in un’orgia a cielo aperto tra alcol e droghe, che suggerisce la bolgia dantesca cui sono destinate quelle anime dannate, decide di tornare dalla prima che ha in grembo suo figlio.
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Trama esile e scontata animata da un tradizionalismo favolistico ed incentrata sulla riscoperta, da parte di un edonista del XXI secolo, della famiglia come luogo originario e ideale dei buoni sentimenti, in cui campeggiano la madre, la sposa, il figlio in arrivo, innestata artificialmente sull’ennesimo scenario pre-apocalittico di una imminente ed inevitabile fine del mondo cataclismatica, per significare che alla fine dei tempi, quando nulla delle cose materiali sarà più importante, rimarranno i valori assoluti dello spirito tramandati dalla tradizione e destinati all’immortalità. La sceneggiatura, molto semplice, adatta più ad un film TV, si potrebbe riassumere in quattro righe: un uomo ha due donne, da una delle due aspetta un figlio, l’abbandona per andare dall’altra, durante il tragitto, sulla via di Damasco, salva una bambina dagli orchi scoprendo il proprio senso paterno e la parte buona di se stesso, illuminato si riavvicina alla propria famiglia e va a trovare la sorella e la madre con cui aveva rotto i rapporti, infine, dopo aver raggiunto la seconda fidanzata, che si diverte in un’orgia a cielo aperto tra alcol e droghe, che suggerisce la bolgia dantesca cui sono destinate quelle anime dannate, decide di tornare dalla prima che ha in grembo suo figlio. Morale di evidente derivazione cattolica, con la sacra famiglia, all’origine della storia umana, che si ricongiunge alla fine della stessa, tradotta in linguaggio semplicistico prendendo così la forma, più che di una parabola, di un aneddoto o del consiglio della vecchia zia: nelle relazioni è più importante l’amore che il sesso. Recitazione telefilmesca e dialoghi banali completano il quadro. Scena finale molto simile a quella di Take Shelter di Jeff Nichols.
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