amyblue
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venerdì 2 agosto 2013
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c'eravamo quasi
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Una succulenta e promettente ricetta, data in mano al primo che passava di lì, preparata al microonde. Questo è The Purge (per una volta il titolo italiano non deturpa totalmente), un mix d'idee tutto sommato riciclate ma efficaci che poteva davvero assurgere a pietra miliare del genere distopico e, in una certa misura, può ancora generare un fenomeno di costume.
In un futuro prossimo venturo gli states dei 'nuovi padri fondatori' hanno legalizzato il crimine per una notte all'anno, espediente catartico per liberarsi di indigenti e malfattori, disoccupazione e reati sono ai minimi storici. La gente per bene può permettersi sistemi di sicurezza per stare fuori dalla bolgia ed ecco che entra in gioco James Sandin, pater familias in ascesa professionale, che quei sistemi li vende.
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Una succulenta e promettente ricetta, data in mano al primo che passava di lì, preparata al microonde. Questo è The Purge (per una volta il titolo italiano non deturpa totalmente), un mix d'idee tutto sommato riciclate ma efficaci che poteva davvero assurgere a pietra miliare del genere distopico e, in una certa misura, può ancora generare un fenomeno di costume.
In un futuro prossimo venturo gli states dei 'nuovi padri fondatori' hanno legalizzato il crimine per una notte all'anno, espediente catartico per liberarsi di indigenti e malfattori, disoccupazione e reati sono ai minimi storici. La gente per bene può permettersi sistemi di sicurezza per stare fuori dalla bolgia ed ecco che entra in gioco James Sandin, pater familias in ascesa professionale, che quei sistemi li vende. Durante la notte, il figlioletto capellone e pseudo liberal (personaggio insopportabile) farà la frittata dando asilo ad uno sconosciuto, braccato da una banda di psicopatici.
Da qui la reazione a catena e la messa in scena di uno Straw Dogs aggiornato al secolo corrente con pochi colpi di scena, una discreta tensione annacquata da una regia sbrigativa e la proverbiale lampadina del colpo di genio che si accende a singhiozzo. Il film si regge unicamente su tre elementi: l'idea di base, pregevole; il buon Ethan Hawke sempre in forma e alcuni tra i migliori villain mai concepiti graficamente. Proprio all'allegra banda di preps squilibrati (ma non troppo) va la menzione d'onore, con maschere e costumi da antologia vanno ad incarnare l'ovvia metafora del colletto bianco assassino. Poco conta, rubano la scena e gridano sequel-graphic novel-merchandise; per inciso, un ottimo e fresco Rhys Wakefield nel ruolo dell'iconico polite leader. Il resto è una corsa frettolosa e prevedibile, condita con qualche sana e robusta morale della nonna (americana e timorata). Discreto il finale. Poteva andare peggio, c'è da sperare in un raro caso di remake superiore o attendere un sequel senza troppe pretese ma soprattutto, preghiamo per l'interdizione perpetua di Michael Bay da qualsivoglia produzione.
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ombri
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martedì 6 agosto 2013
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idea originale, realizzazione mediocre
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Gli Stati Uniti d'America in un futuro non troppo lontano hanno trovato la soluzione per sconfiggere la criminalità e la disoccupazione: ogni anno per una notte tutto è permesso, ogni crimine rimane impunito, le strade sono nelle mani dei cittadini che, in assenza di servizi di emergenza fino all'alba, possono sfogare i loro peggiori istinti così da indossare i panni del cittadino modello per i 364 giorni seguenti. Non da ultimo, questo sistema permette di decimare in modo legalizzato i poveri e i disadattati: essi sono infatti le vittime predilette dello "Sfogo" poiché non hanno i mezzi per difendersi né per mettersi al sicuro. Il protagonista della vicenda invece si è arricchito proprio grazie ai sistemi di sicurezza più avanzati, dei quali ovviamente si serve egli stesso per proteggere la propria casa durante la notte di violenza.
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Gli Stati Uniti d'America in un futuro non troppo lontano hanno trovato la soluzione per sconfiggere la criminalità e la disoccupazione: ogni anno per una notte tutto è permesso, ogni crimine rimane impunito, le strade sono nelle mani dei cittadini che, in assenza di servizi di emergenza fino all'alba, possono sfogare i loro peggiori istinti così da indossare i panni del cittadino modello per i 364 giorni seguenti. Non da ultimo, questo sistema permette di decimare in modo legalizzato i poveri e i disadattati: essi sono infatti le vittime predilette dello "Sfogo" poiché non hanno i mezzi per difendersi né per mettersi al sicuro. Il protagonista della vicenda invece si è arricchito proprio grazie ai sistemi di sicurezza più avanzati, dei quali ovviamente si serve egli stesso per proteggere la propria casa durante la notte di violenza. Questa volta però qualcosa va storto: il fidanzatino della figlia maggiore si nasconde in casa per poter parlare a quattr'occhi con il capofamiglia, e il figlio minore, genietto dell'elettronica dotato di spiccato buon cuore, decide di dare asilo a un homeless braccato da un gruppetto di giovinastri di buona famiglia. Costoro reclamano la propria vittima, minacciando altrimenti di irrompere in casa e massacrarne gli abitanti e creando così un profondo conflitto di coscienza nei protagonisti. Lo spunto è originale e di forte impatto, lasciando spazio potenzialmente tanto alla suspence quanto a profonde riflessioni morali...ma dall'idea alla realizzazione della stessa il passo è tutt'altro che breve. Gli attori non si dimostrano all'altezza del compito (Ethan Hawke mantiene per tutta la durata del film un'espressione dolente decisamente fastidiosa oltre che spesso fuori contesto), i personaggi sono tratteggiati a colpi d'accetta e compiono per tutta la durata dell'assedio azioni del tutto insensate, il regista non ha idea di come creare un livello di tensione accettabile, rendendo noioso e ripetitivo il continuo vagare dei protagonisti da una parte all'altra dell'immensa dimora, il finale è a dir poco "telefonato" e più volte si scade addirittura nella comicità involontaria. Insomma, un'ottima idea completamente sprecata. Il regista vada a riguardarsi con estrema attenzione, fotogramma per fotogramma, quel piccolo gioiello che è "Them", in cui la tensione è quasi insopportabile, pur con un budget irrisorio e senza attori di richiamo...e magari si studi per l'ennesima volta "Funny games", perché il suo tentativo di scopiazzarne i carnefici di buona famiglia, belle maniere e agghiacciante crudeltà è completamente fallito.
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[+] pienamente ragione
(di shalafi)
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derriev
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mercoledì 7 agosto 2013
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tante buone intenzioni, ma...
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Il voto che dò, 2 stellette, è forse anche un po' abbondante, per un film che parte da un'idea di fondo originale, ma che poi si disperde in rivoli di situazioni trite e ritrite.
Trama: in un futuro imminente, in America è concessa una notte all'anno ai cittadini per sfogare la loro violenza, senza conseguenze legali.
Una famiglia si rintana in casa, come solito, per aspettare l'alba e il ritorno alla normalità; ma un imprevisto sconvolge la loro tranquillità.
"La notte del giudizio" rientra nel filone della fantascienza sociologica, se così si può dire, con una previsione sugli sviluppi dell'attuale società occidentale.
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Il voto che dò, 2 stellette, è forse anche un po' abbondante, per un film che parte da un'idea di fondo originale, ma che poi si disperde in rivoli di situazioni trite e ritrite.
Trama: in un futuro imminente, in America è concessa una notte all'anno ai cittadini per sfogare la loro violenza, senza conseguenze legali.
Una famiglia si rintana in casa, come solito, per aspettare l'alba e il ritorno alla normalità; ma un imprevisto sconvolge la loro tranquillità.
"La notte del giudizio" rientra nel filone della fantascienza sociologica, se così si può dire, con una previsione sugli sviluppi dell'attuale società occidentale.
Qui l'idea di fondo cattura la nostra attenzione, però il tutto si risolve in un un thriller abbastanza frettoloso e banalotto, con gli invasati che attaccano la casa alla ricerca delle vittime.
Una buona metà del film si risolve in agguati e omicidi frettolosi, in sequenze pseudo-adrenaliniche ma solo scontate e caotiche; anche la figura del "cattivo" di turno rimane abbastanza sfuocata, perdendo così anche la carta del personaggio clou.
E non bastano le riflessioni di sfondo che emergono, quali la persecuzione ai danni delle fasce più deboli da parte dei ricchi, oppure l'odio latente tra le persone, che però si scambiano anche regali pro forma.
Non bastano perché, per scelta, si è puntato su un thriller di azione, ma miriadi di film precedenti, in questo genere, hanno fatto (molto) prima e (molto) meglio.
Peccato, un'occasione buona sperperata.
Pare sia un film low-budget: meglio, così il prevedibile incasso non eclatante facilmente recupererà le spese.
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angelo bottiroli - giornalista
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sabato 3 agosto 2013
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un bel thriller che apre profonde riflessioni
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Che cosa succederebbe se per una notte all’anno nessun crimine viene punito e tutti sono,liberi di fare qualsiasi cosa, rubare, rapinare e persino uccidere?
Come reagirebbero gli uomini senza più alcun deterrente? Funzionerebbero i loro freni inibitori?
Sono alcune delle domande che inevitabilmente ci si pone dopo aver visto “La notte del giudizio”, un film realizzato con un piccolo budget e con attori poco conosciuti, ma sicuramente un bel thriller.
Le domande potrebbero sembrare retoriche e prive di un senso logico ma se lo spettatore non si distrae dalle scene ma coglie i dialoghi in sottofondo fatti al telegiornale capisce che l’ipotesi, pur essendo fantascientifica, ha un certo fondamento.
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Che cosa succederebbe se per una notte all’anno nessun crimine viene punito e tutti sono,liberi di fare qualsiasi cosa, rubare, rapinare e persino uccidere?
Come reagirebbero gli uomini senza più alcun deterrente? Funzionerebbero i loro freni inibitori?
Sono alcune delle domande che inevitabilmente ci si pone dopo aver visto “La notte del giudizio”, un film realizzato con un piccolo budget e con attori poco conosciuti, ma sicuramente un bel thriller.
Le domande potrebbero sembrare retoriche e prive di un senso logico ma se lo spettatore non si distrae dalle scene ma coglie i dialoghi in sottofondo fatti al telegiornale capisce che l’ipotesi, pur essendo fantascientifica, ha un certo fondamento.
Il film è ambientato nel 2022 (ma praticamente ai giorni nostri perché è tutto uguale adesso) e siamo negli USA, dove la criminalità è ai minimi termini ed è diminuita del 99% rispetto ad oggi e la disoccupazione pure e tutto è dovuto alla “notte dello sfogo” cioè 12 ore (dalle 19 alle 7 del mattino) in cui i reati non esistono, le forze dell’ordine e di polizia non intervengono, neppure il 118, o i Vigili del fuoco.
Questa pratica, dove la gente è libera di ammazzare, rubare, stuprare, o barricarsi in casa, ha successo perché i criminali aspettano questo momento dell’anno per agire, poi muoiono spesso i pezzenti, i poveri e quindi lo Stato risparmia nell’assistenza.
La vendita di armi (legale negli usa) cresce a dismisura così come i sistemi di protezione per barricarsi in casa e non permettere a nessuno, in quelle 12 ore, di entrare.
Non mi dilungo troppo sulla trama, aggiungo solo che il regista, fra i molti aspetti che avrebbe potuto trattare, ha preferito soffermarsi su uno solo: la violenza insita che c’è dentro ognuno di noi, la voglia di ribellarsi, di picchiare, di fare del male quando vediamo che qualcosa a nostro modo di vedere non funziona o qualcuno ci sta proprio sullo stomaco.
Tutta la violenza repressa in un anno che improvvisamente esplode. Nessun’altro tema viene toccato: solo quello della psiche umana.
Il regista, James De Monaco è quasi sconosciuto: è stato sceneggiatore de “Il negoziatore” ed è al suo secondo film dopo lo sconosciuto “Staten Island” interpretato dallo stesso attore protagonista della Notte del Giudizio, cioé Ethan Hawke (Getaway e Sinister) mentre la protagonista femminile è Lena Headey moglie di Leonida in “300” . Per il resto tutti attori sconosciuti ma che recitano in modo abbastanza credibile
Il film è vietato ai minori di 14 anni, ma le scene non sono crude o meglio, non lo sono più di tanti altri film in circolazione con gente che spara e si ammazza, ma le scene di sangue sono contenute.
Vietato forse perché potrebbe istigare la violenza nei più giovani, che potrebbero non capire, ma francamente non ci ho trovato alcuna scena forte o macabra o particolarmente violenta, alla luce della trama e di quello che il regista, visto il tema, avrebbe potuto realizzare.
Il film è sicuramente originale, e abbastanza particolare, perché alla fine, inevitabilmente, ognuno di noi si interroga: cosa avrei fatto io al posto di uno dei personaggi del film in quella situazione?
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filippo catani
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martedì 13 agosto 2013
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ottimo spunto ma svolgimento con troppe falle
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Nel 2022 negli USA il tasso di disoccupazione è praticamente nullo così come quello della criminalità. Il merito è del nuovo regime instaurato dai Nuovi Padri Fondatori che annualmente nella notte tra il 21 e il 22 marzo permette ogni sorta di nefandezza impunita. Chi vuole partecipare allo "sfogo" può usare ogni genere di arma mentre a chi non interessa non resta altro da fare che barricarsi in casa come cercherà di fare la famiglia protagonista della storia.
E' difficile parlare di un film del genere come è difficile parlare di un rimpianto. Infatti questo film aveva tutte le caratteristiche per essere la sorpresa dell'estate che almeno da noi in sordina spesso ci regala qualche chicca (penso ad esempio a The Box).
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Nel 2022 negli USA il tasso di disoccupazione è praticamente nullo così come quello della criminalità. Il merito è del nuovo regime instaurato dai Nuovi Padri Fondatori che annualmente nella notte tra il 21 e il 22 marzo permette ogni sorta di nefandezza impunita. Chi vuole partecipare allo "sfogo" può usare ogni genere di arma mentre a chi non interessa non resta altro da fare che barricarsi in casa come cercherà di fare la famiglia protagonista della storia.
E' difficile parlare di un film del genere come è difficile parlare di un rimpianto. Infatti questo film aveva tutte le caratteristiche per essere la sorpresa dell'estate che almeno da noi in sordina spesso ci regala qualche chicca (penso ad esempio a The Box). L'idea è davvero intelligente e il messaggio che pervade tutto l'arco del film arriva forte e chiaro. Dopo una serie di recessioni e di violenza incontrollata, questo nuovo regime fascistoide con l'appoggio del popolo decide di risanare tutto mediante la violenza. Ecco allora che gli strati più poveri della popolazione saranno i primi a farne le spese per poi passare a guerre senza quartiere tra vicini di casa, colleghi di lavoro, amici e parenti. Il tutto è giustificato da una serie di esperti che elencano le proprietà benefiche dello "sfogo" che farà in modo di tenere a bada la società per un anno. Naturalmente un sistema del genere non ha fatto altro che portare grandi ricchezze a venditori di sistemi di sicurezza e di armi che non esitano minimamente a fare sfoggio della propria ricchezza con tanto di villone, auto di lusso, barca e via dicendo. La cosa tremenda è che la popolazione non si ribella a questo bagno di sangue anzi ne segue lo svolgersi alla tv o organizza feste perchè rispetto a un passato di insicurezza e disoccupazione questo è molto meglio e poco importa dell'etica. Insomma una vera folgorazione se non fosse per lo sviluppo della storia che tocca momenti a dir poco tragicomici (un supersistema di protezione che viene divelto in un attimo senza sapere bene come). Per non parlare di scene improbabili (un tipo che gira per mezzo film con un bucoi in pancia senza evidenti problemi) o dialoghi al limite del ridicolo. Girato a basso budget e con attori nuovi com il regista e capitanati dal "veterano" Hawke non ci sentiamo di bocciarlo in tronco proprio per l'ambizione e l'originalità dell'idea. Insomma se son rose fioriranno e magari sentiremo presto parlare di nuovo di DeMonaco che intanto incassa una bella cifra al box office.
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miroforti
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sabato 3 agosto 2013
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la notte del giudizio
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Nel 2022 gli Stati Uniti d’America registrano solo l’uno per cento di disoccupazione, la criminalità è quasi debellata, l’economia è fiorente e la pace sociale non è mai stata così forte. Tutto questo grazie allo Sfogo: una volta all’anno per dodici ore sono permessi qualsiasi delitto o azione, soccorsi e forze dell’ordine sono sospesi e la nazione cancella morale e pietà a colpi di esaltazione punitiva e violenza. Anche la famiglia Sandin si prepara per la notte, si sente al sicuro e la routine non è turbata dallo Sfogo imminente, l’augurio «sicura notte» è considerato superfluo. L’imprevisto li coglie su due fronti a un tempo, fuori e dentro.
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Nel 2022 gli Stati Uniti d’America registrano solo l’uno per cento di disoccupazione, la criminalità è quasi debellata, l’economia è fiorente e la pace sociale non è mai stata così forte. Tutto questo grazie allo Sfogo: una volta all’anno per dodici ore sono permessi qualsiasi delitto o azione, soccorsi e forze dell’ordine sono sospesi e la nazione cancella morale e pietà a colpi di esaltazione punitiva e violenza. Anche la famiglia Sandin si prepara per la notte, si sente al sicuro e la routine non è turbata dallo Sfogo imminente, l’augurio «sicura notte» è considerato superfluo. L’imprevisto li coglie su due fronti a un tempo, fuori e dentro. Il fidanzato della diciottenne Zoey si nasconde in casa prima del coprifuoco, deciso a parlare col padre di lei (che non approva) della relazione con la figlia. Mentre il figlio piccolo, Charlie, risponde al richiamo d’aiuto di un uomo in strada, facendolo entrare in casa. Poco dopo, un gruppo di persone suona alla porta intimando la restituzione della loro vittima sacrificale, pena la distruzione della stessa famiglia Sandin. Inizia La notte del giudizio.
Buona prova di James DeMonaco che mette in piedi il film partendo da un’idea fantasociale tanto semplice quanto efficace, e la sviluppa con un racconto home invasion teso e accattivante. Lo Sfogo è un espediente sociopolitico introdotto dai nuovi Padri Fondatori, le cui figure – e quindi anche i riti da loro elaborati – si tingono di fanatismo pagano, e lo Sfogo diventa un’orgia bacchica di violenza atta a purificare l’anima e a mantenere salda una morale costruita sulla convinzione mors tua vita mea. Lo scontro sociale sembra essere tra poveri e ricchi ma la tematica non è sufficientemente approfondita per risultare significativa e il film si concentra su gruppi di persone di estrazione sociale simile, mettendo in scena il loro inesorabile cannibalismo reciproco. Nel mare sanguinoso della purificazione l’unico che rimane a galla è Charlie, che tende la mano a un uomo in pericolo quasi per istinto, rispondendo a un dovere umano che gli altri personaggi hanno smarrito. Carnefici e vittime si scambiano continuamente di ruolo e le persone si trasformano senza difficoltà in macchine di morte e sofferenza. È un processo improvviso ma inevitabile – uno Sfogo, appunto – che può essere imputato alla società, alla necessità del momento o allo stesso animo umano. Le maschere sono il simbolo di questa disumanizzazione, e anche i coniugi Sandin ne sapranno indossare una per far fronte all’invasione. L’atteggiamento del film è comunque meno ambiguo di quanto possa sembrare e il bene e il male sono delineati con una certa chiarezza: ogni azione può essere etichettata con l’uno o con l’altro cartellino, e un’ambiguità più marcata avrebbe giovato alle meccaniche dell’opera. Si può quindi trovare una corretta morale da dover perseguire e in questa dialettica si inserisce anche il rapporto tra assediati e assedianti. I Sandin proteggono una casa-fortezza che è la rappresentazione materiale della famiglia, ma anche dell’ideale di umanità che resiste contro la bestialità che preme per sopraffarlo. Questa resistenza non si tinge di precetti cristiani ma coinvolge valori più ampi come l’assenza di solitudine e la semplice creazione di legami affettivi, e tutto ciò deve sopravvivere per una necessità viva e ineluttabile dell’essere umano. E in mezzo a tanta morte e violenza la grazia finale che la madre concede è un respiro limpido, rifiuto e vendetta insieme. Parlare di vittoria mette a disagio, ma qualcosa è rimasto in piedi. Non importa cosa, ma «nessuno morirà più questa notte».
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ultimoboyscout
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domenica 13 dicembre 2015
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ogni crimine è concesso.
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In un futuro non molto lontano c'è una notte in cui tutti i crimini sono legittimi: è la festa della Purificazione. James Sandin è un imprenditore con moglie e figli che si blinda in casa per difendersi, ma qualcosa va storto. Il film è costruito su un'idea molto interessante, ovvero quella di una società pressoché perfetta in cui non ci sono crimini, in cui la notte della Purificazione serve come valvola di sfogo. Costato pochissimo, negli States ha incassato 25 volte tanto, diventando un vero caso. Ma il film è onestamente noioso, la suspence non si respira affatto e Ethan Hawke appare decisamente sottotono, per non dire fuori luogo. Dopo le due nomination all'Oscar e fino a "Gattaca", Hawke era uno dei golden boy di Hollywood, in fila per diventare una vera star.
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In un futuro non molto lontano c'è una notte in cui tutti i crimini sono legittimi: è la festa della Purificazione. James Sandin è un imprenditore con moglie e figli che si blinda in casa per difendersi, ma qualcosa va storto. Il film è costruito su un'idea molto interessante, ovvero quella di una società pressoché perfetta in cui non ci sono crimini, in cui la notte della Purificazione serve come valvola di sfogo. Costato pochissimo, negli States ha incassato 25 volte tanto, diventando un vero caso. Ma il film è onestamente noioso, la suspence non si respira affatto e Ethan Hawke appare decisamente sottotono, per non dire fuori luogo. Dopo le due nomination all'Oscar e fino a "Gattaca", Hawke era uno dei golden boy di Hollywood, in fila per diventare una vera star. Poi la decisione di evitare ogni blockbuster e rimanere fedele al cinema indipendente hanno fatto di lui un attore di secondo piano da produzioni di basso livello, come questa. La pellicola narra dell'America del 2022, è una curiosa mistura di sci-fi e home invasion, è il prezzo da pagare una volta l'anno, per 12 ore, per avere una società senza povertà, disoccupazione e criminalità. Una notte in cui tutto è concesso per permettersi questi privilegi. Si attacca al filone della fantascienza sociale e della distopia, la metafora è molto semplice, la morale è discutibile e condivisibile al tempo stesso e il racconto veloce, brutale e giusto. Perchè produrre e possedere armi implica mettere paletti che vengono scavalcati e quindi giustificano l'utilizzo delle stesse armi e la solidarietà come unica rivoluzione possibile appare un richiamo debolissimo. Ottima e ben utilizzata la brutalità ma la ricerca della metafora perfetta comporta il decadimento della credibilità in diverse occasioni. Qualche sottotesto interessante ma film incredibilmente prevedibilissimo in tutto e per tutto.
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noonename
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giovedì 22 agosto 2013
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una buona idea sprecata
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Ambientato in una futura America ideale con criminalità e disoccupazione ai minimi storici, La notte del giudizio parte da un’idea davvero intrigante ed originale. Una notte all’anno nessun crimine è illegale, e su questa notte la famiglia Sandin vive, dal momento che il padre vende sistemi di sicurezza all’avanguardia per rendere le case dei ricchi inespugnabili.
La realizzazione del film non è delle migliori, mostrando intuizioni brillanti accanto a pericolosi vuoti di sceneggiatura e debolezze che si fanno notare.
Se un capolavoro come Blue Velvet è stato magistrale nella creazione di un credibile mondo stucchevole fatto di staccionate e fiori in cui si annida però l’ipocrisia di un sottobosco violento e perverso, in questo La notte del giudizio appare subito debole e ridondante.
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Ambientato in una futura America ideale con criminalità e disoccupazione ai minimi storici, La notte del giudizio parte da un’idea davvero intrigante ed originale. Una notte all’anno nessun crimine è illegale, e su questa notte la famiglia Sandin vive, dal momento che il padre vende sistemi di sicurezza all’avanguardia per rendere le case dei ricchi inespugnabili.
La realizzazione del film non è delle migliori, mostrando intuizioni brillanti accanto a pericolosi vuoti di sceneggiatura e debolezze che si fanno notare.
Se un capolavoro come Blue Velvet è stato magistrale nella creazione di un credibile mondo stucchevole fatto di staccionate e fiori in cui si annida però l’ipocrisia di un sottobosco violento e perverso, in questo La notte del giudizio appare subito debole e ridondante. Anche il passaggio tra la civiltà e la violenza non segue un climax con un ritmo convincente.
Una volta piombati nell’ultra violenza dello Sfogo vero e proprio il film procede in maniera più soddisfacente. Talvolta rimane l’impressione che la narrazione non abbia il ritmo giusto, specialmente dopo l’irruzione dei bravi studenti modello in preda al delirio dello Sfogo, e alcune scene tendono un po’ a ripetersi (per ben tre volte qualcuno è sul punto di uccidere la famiglia ma viene colpito alle spalle e fermato).
Da subito il tema sociale fa marcatamente da sottotesto: il film chiaramente non si propone come storia autoreferenziale. Talvolta però lo stereotipato manicheismo degli opposti esasperati (il barbone preso di mira dai ragazzi della scuola privata, con tanto di divisa) porta tutto all’eccesso, facendo perdere spessore al tema affrontato.
Il film comunque sa dare anche molte gioie: dal magniloquente e tanto accattivante quanto abominevole ragazzo che capeggia il branco di collegiali in preda al delirio di violenza, alla scena finale dove i vicini (che durante la notte hanno cercato di sterminare la famiglia protagonista) sono seduti faccia a faccia con le loro vittime designate, intrattenendo una civile conversazione surreale.
Anche la compostezza ed il contegno che accompagnano l’esplosione di violenza è una trovata grandiosa (i vicini che si propongono di accoltellare due ragazzi ed una madre facendo a turno, i modi del ragazzo che irrompe nella casa), che ricorda un po’ le orge estremamente decorose degli uomini mascherati in Eyes Wide Shut.
Nel complesso La notte del giudizio rimane un tentativo interessante, ma punta troppo in alto smarrendosi alla ricerca di un significato insito profondo prima di gettare le solide fondamenta di una sceneggiatura che si rivela lacunosa e amaramente assente.
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alessio c.
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lunedì 6 gennaio 2014
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arancia meccanica 5.0
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Immaginate di poter dar sfogo alle vostre frustrazioni, ai vostri istinti, alla vostra violenza.........e restare impuniti. Non siate moralisti, a chi non piacerebbe? Riuscireste a discernere ancora il bene dal male? Riuscireste a definirivi ancora esseri umani avulsi dalla bestialità dell'instinto omicida? Studi su studi dimostrano che in ogni essere umano alberga un potenziale assassino: il fatto che questo lato si manifesti o meno è funzione solo della causa scatenante, dell'occasione e dell'ambiente nel quale ci si trova. O forse no. In questo film si analizza il comportamento di rispettabili gruppi di persone quando anche questi paletti vengono meno, quando lo Stato ("I Nuovi Padri Fondatori") ammette e anzi incoraggia il sacrificio di pochi per il benessere dei molti, quando tutto è permesso e niente è perseguito.
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Immaginate di poter dar sfogo alle vostre frustrazioni, ai vostri istinti, alla vostra violenza.........e restare impuniti. Non siate moralisti, a chi non piacerebbe? Riuscireste a discernere ancora il bene dal male? Riuscireste a definirivi ancora esseri umani avulsi dalla bestialità dell'instinto omicida? Studi su studi dimostrano che in ogni essere umano alberga un potenziale assassino: il fatto che questo lato si manifesti o meno è funzione solo della causa scatenante, dell'occasione e dell'ambiente nel quale ci si trova. O forse no. In questo film si analizza il comportamento di rispettabili gruppi di persone quando anche questi paletti vengono meno, quando lo Stato ("I Nuovi Padri Fondatori") ammette e anzi incoraggia il sacrificio di pochi per il benessere dei molti, quando tutto è permesso e niente è perseguito. Affascinante.
Il film è palpitante, violento e brutale, perfido e misericordioso: proietta lo spettatore al centro dell'azione e lo fa partecipare spingendolo incosciamente a commentare ciò che vede (a volte attraverso telecamere, a volte attraverso gli occhi dei protagonisti) o a correggere comportamenti considerati come stupidi da noi saggi e bravi osservatori esterni. Siete sicuri che anche voi non avreste fatto gli stessi errori? La tensione è alta e non si ha un attimo di respiro, gli eventi si susseguono veloci e non ci si accorge neanche di come si é arrivati alla fine del film. E quando tutto sembra risolto..........BAM! Vi sbagliate e si ricomincia per un ultimo picco di inaspettata violenza.
Da applausi Hawke e Wakefield, il leader del "club esclusivo dei bravi ragazzi ben istruiti".
Cercate di approcciarvi a "La Notte del Giudizio" nella maniera corretta: pensate per un secondo "E se tutto questo succedesse davvero?", fermatevi sugli aspetti psicologici e sociologici che il film vuole raccontare ma intelligentemente lascia allo spettatore elaborare.
Proiettate voi stessi in quella notte: voi..........cosa fareste?
Secondo me, da non perdere!
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mirrina
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martedì 25 febbraio 2014
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purificarsi con un mitra
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Si dice che nell'antica grecia si potesse purificare lo spirito di una persona attraverso il teatro: se un'assassino assistendo alla scena di un'omicidio ne rimaneva emotivamente commosso era automaticamente purificato. Nel caso del film è solo commettendo l'omicidio di proprio pugno e liberando la bestia esistente in ognuno di noi, che possiamo purificare realmente le nostre anime.
La "catarsi" collettiva è un tema spesso utilizzato in molti film e serie dell'orrore di successo, e segna il punto di non ritorno dei vari personaggi.
Per nostra sfortuna la trama del film è fin troppo scontata, dalle prime inquadrature si intuisce come potrà andare a finire la storia lasciando poco spazio ai colpi di scena.
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Si dice che nell'antica grecia si potesse purificare lo spirito di una persona attraverso il teatro: se un'assassino assistendo alla scena di un'omicidio ne rimaneva emotivamente commosso era automaticamente purificato. Nel caso del film è solo commettendo l'omicidio di proprio pugno e liberando la bestia esistente in ognuno di noi, che possiamo purificare realmente le nostre anime.
La "catarsi" collettiva è un tema spesso utilizzato in molti film e serie dell'orrore di successo, e segna il punto di non ritorno dei vari personaggi.
Per nostra sfortuna la trama del film è fin troppo scontata, dalle prime inquadrature si intuisce come potrà andare a finire la storia lasciando poco spazio ai colpi di scena.
Nonostante il tema in questione sia è molto forte, un suo diverso sviluppo (magari più profondo) avrebbe evitato alcuni cliché stravisti in altri film horror (uno per tutti, la ragazza che in corridoio saltella allegra con il macete in mano), oltre ad un cast non all'altezza del naturalismo necessario per rendere il film più credibile.
Se avete una serata libera comunque vale la pena vederlo, è sicuramente meglio di tanti altri film della sua categoria.
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