Peter Jackson è sicuramente un cineasta eccezionale ed a mio parere innovativo.
I suoi film sono delle opere mastodontiche, in considerazione della durata, dei mezzi utilizzati, degli investimenti profusi. Al timone c'è un capitano, un artista, un imprenditore, un grande narratore, che sa dove vuole arrivare e conosce la strada da percorrere per arrivarci nel modo giusto.
Se i grandi romanzi e racconti del passato stimolavano la nostra immaginazione, oggi assistiamo a messe in scena complete che non abbisognano di alcuna integrazione da parte di chi ne fruisce. Il cinema, o almeno un certo tipo di cinema, quello che esalta la spettacolarità della tecnica raggiunge qui il suo apice; l'arte della rappresentazione scenica all'ennesima potenza.
Non c'è spazio per l'improvvisazione; lo stile certosino di Jackson non ammette approssimazione o trascuratezza. Ogni dettaglio risulta studiato, ponderato e messo in esecuzione in coerenza e sintonia con l'opera nel suo insieme.
Assistere ad un film così ben preparato è piacevole e soddisfacente, quali che siano i gusti personali.
Apprezzabilissima l'idea di riconoscere importanza ad ogni personaggio. Un grande racconto deve avere questo tipo di approccio.
Il risultato è la descrizione di un mondo fantastico, diverso e lontano da quello reale, eppure così realisticamente realizzato da convincere fino in fondo. Lo spettatore ne viene rapito, e quando il film finisce fa effetto tornare al mondo reale, così diverso e normale.
La non trascurabile durata della pellicola non è più un difetto con Jackson, ma ormai un marchio di fabbrica. Si resterebbe delusi se il film finisse prima di avere sforato almeno le due ore.
Rispetto al primo film, di questa seconda trilogia, c'è sicuramente un passo avanti nel ritmo ed anche nella capacità di appassionare lo spettatore alle sorti dei protagonisti.
Come negli altri film gli scontri in battaglia, fisici e spettacolari, non sono più importanti di quelli carattteriali, tra i vari protagonisti, che intrigano e contribuiscono in modo determinante ad appassionare il pubblico.
Il finale che lascia tutto in sospeso riesce nell'impresa di far chiedere "ancora" al pubblico insaziabile.
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