Sangue |
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Un film di Pippo Delbono.
Con Pippo Delbono, Margherita Delbono, Giovanni Senzani, Anna Fenzi
Documentario,
durata 92 min.
- Italia, Svizzera 2013.
MYMONETRO
Sangue
valutazione media:
1,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quando un dolore per una morte,si fa carne sanguedi MAURIDALFeedback: 16436 | altri commenti e recensioni di MAURIDAL |
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domenica 26 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando un dolore per una morte, di una persona cara , un figlio, un genitore, un grande amore, si fa insopportabile , allora si può tramutare da sentimento immateriale, in carne e sangue, per dire così che il dolore, oltre che l’animo colpisce il corpo tutto ,fino a consumarlo. Dunque il film “ SANGUE” di Pippo Delbono, attore e drammaturgo, prova a raccontare con le immagini del cinema diretto, reale , crudo e a tratti spietato, tutto il dolore di due uomini per la morte delle persone a loro più care. Due uomini lontani per temperamento , scelte e percorsi di vita, ma due uomini che si incontrano per raccontarsi , per tentare di affrontare il ricordo della scomparsa di due distinti e differenti affetti. Il primo uomo è lo stesso Delbono che con la sua piccola telecamera e il telefonino, documenta tutto il tempo reale che trascorre affianco alla madre amatissima ,mentre lentamente sopraggiunge la sua malattia. E poi la morte. E’ un racconto questo che intimamente riguarda il regista attore e voce narrante ,ma che ci comunica attraverso le immagini il suo mondo di affetti e di vita reale con di tutte le sfumature del dolore che sta attraversando in quella fase della sua esistenza. Una messa a nudo dell’anima dell’uomo e dell’artista che nel teatro cerca il motivo della sua ragione d’essere. Tutt’altra storia è il secondo personaggio, anch’egli reale e provato dal dolore della vita, ma in una dimensione pubblica e disperatamente politica, poichè si tratta di Giovanni Senzani professore di criminologia ideologo e militante delle ex Brigate Rosse, la cui storia passata non viene raccontata, ma solo ripresa nel presente dopo la scarcerazione per aver scontato la pena a 17 anni di carcere. Anche qui Delbono incontra il dolore dell’uomo che ormai anziano perde la sua compagna di vita ,morta di tumore ma che non lo aveva mai abbandonato sia in latitanza che in carcere. Questa singolare coincidenza tra le due vite porta ad un racconto comune, e parallelo che inizia con l’incipit del film dove viene filmato il funerale del brigatista Gallinari, e in un paesaggio di neve e di nebbia l’artista Delbono e l’ex BR Senzani si ritrovano e per un gioco del destino si racconteranno le rispettive dolorose perdite di due donne Margherita e Anna , una madre e una compagna di vita che morendo lasceranno sperduti i loro affetti. Forse il vero protagonista del film è proprio il senso del perduto, vite e speranze perse e lontane , irripetibili e indimenticabili. Il cinema di Delbono è minimale, scabro ,ripreso in diretta , con i suoni e le parole reali. Una realtà che solo l’Arte può trasformare, e a dispetto delle ideologie. mauriziodalessio
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