lovemovies
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domenica 9 aprile 2023
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alla ricerca del tesoro nascosto
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Un film che fa ridere, di gusto, dall'inizio alla fine, per la varietà e l'arguta comicità della narrazione. Personalmente riservo sempre più ampia simpatia a questo genere di film, a maggior ragione se e quando allietati dalla presenza di abili attori, quali, come in questo caso, i tre protagonisti della caccia al tesoro. Un tesoro difficile da agguantare, perché ben nascosto nell'imbottitura di una bizzarra sedia, una fra le tante vendute all'asta, ognuna ad un diverso acquirente. Aprezzo moltissimo il titolo (e la morale) del film, in quanto insegna che a volte ci si affanna a rincorrere un oggetto del desiderio, per poi accorgersi, dopo che lo si è raggiunto, che i valori in campo sono nel frattempo mutati, così come le priorità.
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Un film che fa ridere, di gusto, dall'inizio alla fine, per la varietà e l'arguta comicità della narrazione. Personalmente riservo sempre più ampia simpatia a questo genere di film, a maggior ragione se e quando allietati dalla presenza di abili attori, quali, come in questo caso, i tre protagonisti della caccia al tesoro. Un tesoro difficile da agguantare, perché ben nascosto nell'imbottitura di una bizzarra sedia, una fra le tante vendute all'asta, ognuna ad un diverso acquirente. Aprezzo moltissimo il titolo (e la morale) del film, in quanto insegna che a volte ci si affanna a rincorrere un oggetto del desiderio, per poi accorgersi, dopo che lo si è raggiunto, che i valori in campo sono nel frattempo mutati, così come le priorità. Questo film riesce perfettamente nell'intento e lo fa facendo ridere. Cosa si vuole di più?
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astotti98
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venerdì 6 marzo 2020
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commedia divertente e tenera con ottimi interpreti
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Il regista Carlo Mazzacurati, che ci ha lasciati troppo presto, ci dona in eredità una commedia gradevole e molto divertente, che riesce ad intrattenere senza ricorrere ai classici cliché volgari della commedia italiana degli ultimi anni. La storia è molto avvincente, ricca di divertenti siparietti e supportata da bravissimi attori come Valerio Mastandrea, con una verve comica straordinaria, Isabella Ragonese, dalla recitazione tenera e naturale, Giuseppe Battiston e un cameo molto gradito di una grande attrice del nostro cinema e del nostro teatro come Milena Vukotic, che dà vita ad uno dei momenti più divertenti del film. Una pellicola senza grosse pretese morali, ideale per staccare la testa per un'ora e mezza ma con un finale molto dolce e fabiesc
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Il regista Carlo Mazzacurati, che ci ha lasciati troppo presto, ci dona in eredità una commedia gradevole e molto divertente, che riesce ad intrattenere senza ricorrere ai classici cliché volgari della commedia italiana degli ultimi anni. La storia è molto avvincente, ricca di divertenti siparietti e supportata da bravissimi attori come Valerio Mastandrea, con una verve comica straordinaria, Isabella Ragonese, dalla recitazione tenera e naturale, Giuseppe Battiston e un cameo molto gradito di una grande attrice del nostro cinema e del nostro teatro come Milena Vukotic, che dà vita ad uno dei momenti più divertenti del film. Una pellicola senza grosse pretese morali, ideale per staccare la testa per un'ora e mezza ma con un finale molto dolce e fabiesco
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greatsteven
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domenica 5 agosto 2018
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misconosciuto tesoro intrappolato in una sedia...
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LA SEDIA DELLA FELICITà (IT, 2014) di CARLO MAZZACURATI. Con VALERIO MASTANDREA, ISABELLA RAGONESE, GIUSEPPE BATTISTON, KATIA RICCIARELLI, ANTONIO ALBANESE, RAUL CREMONA, COSIMO MESSERI, MILENA VUKOTIC, MARCO MARZOCCA, NATALINO BALASSO, SILVIO ORLANDO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, ROBERTO CITRAN
Dino Morosi è un tatuatore, Bruna De Angelis un’estetista. Il primo è separato e ha un figlio adolescente che non può vedere perché la psicologa non è d’accordo, la seconda lavora saltuariamente anche in un carcere. Proprio qui, mentre fa le unghie a Norma Pecche, finanziera imprigionata e madre d’un bandito, riceve dalla donna in punto di morte un segreto: nella villa abbandonata che era di sua proprietà giace una lista per rintracciare un tesoro preziosissimo contenuto in una sedia a forma di elefante.
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LA SEDIA DELLA FELICITà (IT, 2014) di CARLO MAZZACURATI. Con VALERIO MASTANDREA, ISABELLA RAGONESE, GIUSEPPE BATTISTON, KATIA RICCIARELLI, ANTONIO ALBANESE, RAUL CREMONA, COSIMO MESSERI, MILENA VUKOTIC, MARCO MARZOCCA, NATALINO BALASSO, SILVIO ORLANDO, FABRIZIO BENTIVOGLIO, ROBERTO CITRAN
Dino Morosi è un tatuatore, Bruna De Angelis un’estetista. Il primo è separato e ha un figlio adolescente che non può vedere perché la psicologa non è d’accordo, la seconda lavora saltuariamente anche in un carcere. Proprio qui, mentre fa le unghie a Norma Pecche, finanziera imprigionata e madre d’un bandito, riceve dalla donna in punto di morte un segreto: nella villa abbandonata che era di sua proprietà giace una lista per rintracciare un tesoro preziosissimo contenuto in una sedia a forma di elefante. Bruna, introdottasi nella villa grazie all’aiuto di Dino (che ha il negozio di fianco al suo) e coinvolgendolo dunque nell’impresa, scopre che le possibili candidate sono un certo numero di sedie tutte identiche che però sono state vendute ad un’asta. I due si mettono alla caccia del misterioso tesoro viaggiando da una zona all’altra del Veneto, da Jesolo fino ai colli e alle pianure dell’entroterra, fallendo più volte perché incappano puntualmente nella sedia sbagliata che pure hanno ottenuto (o meglio, derubato) a forza di sacrifici, incontrando spesso personaggi antipatici e indisponenti che li respingono, chiedono mucchi di denaro e li maltrattano. Trovano però un alleato insperato in don Wainer, il prete del carcere in cui era rinchiusa Norma Pecche, anch’egli sulle tracce della seggiola contenente il tesoro. Dopo aver consultato una medium ottuagenaria, svaligiato un portamonete di un cimitero per pagare ad un fiorista arabo la sedia che credevano quella giusta per poi disingannarsi e aver quasi deciso di rinunciare, i tre si dividono: Bruna e Dino, avendo assistito ad una réclame televisiva dove veniva pubblicizzato un quadro il cui soggetto era proprio ciò che loro vanno cercando da tempo, raggiungono le Dolomiti, si fanno rincorrere dal sacerdote che grida al tradimento e precipita in un burrone inseguendoli con una motocicletta, entrano in una sperduta valle altoatesina dove vivono due fratelli bovari proprietari della fatidica sedia di cui Dino e Bruna riescono finalmente a strappare il tessuto, recuperando una scatola piena di gioielli. Non tutto il piano andrà come previsto, vista anche la scarsa comprensione dei due mandriani, ma se non altro l’estetista e il tatuatore capiranno di essere innamorati l’una dell’altro. L’ultimo film di C. Mazzacurati (1956-2014), uscito postumo, prodotto da Angelo Barbagallo e fotografato dall’infallibile Luca Bigazzi, annovera fra le partecipazioni amichevoli Ricciarelli nelle vesti della galeotta Norma Pecche, Albanese nei panni del figlio di un rivenditore di articoli usati impegnato col fratello in una partita di ping-pong mentre telefona, Vukotic nel ruolo della vecchia signora in carrozzina che fa le sedute spiritiche e Bentivoglio e Orlando come commentatori televisivi di opere artistiche moderne. Comprimari scelti fra i più grandi nomi del cinema nostrano, ma la differenza la fanno Mastandrea e Ragonese interpretando lui un uomo un po’ imbranato ma pur sempre integro e determinato, lei una donna coerente coi suoi obiettivi perfino nella sua avventatezza e onesta fino al midollo, regalando al pubblico una commedia d’addio diretta dal bravo regista padovano ispirata al romanzo russo Le dodici sedie di Il'ja Arnol'dovič Il'f e Evgenij Petrovič Petrov e capace di suscitare ilarità mettendo in piedi una storia abbastanza originale con almeno due o tre momenti topici in quanto a spassosità, spunti di riflessione sull’indifferenza morale imperante oggigiorno e il rovesciamento delle convenzioni di un road movie interessante per come unisce la fantasia al pathos. Ci si riesce ad immedesimare molto bene nei due protagonisti, perché sono una coppia di persone comuni che si invischiano in una trama solo in apparenza più grande di loro, perseguono uno scopo non facile senza coltivare ambizioni utopistiche o irraggiungibili e si agganciano saldamente a principi individuali che li portano sì ad infrangere numerose regole e leggi pur di conquistare l’agognato oggetto per cui tanta fatica spendono, ma che al contempo li sorreggono (e proteggono) dalla calunnia delle circostanze, sia sotto sembianze umane che sottoforma di fatti in senso stretto, le quali tentano come un’onda marina gigantesca e quasi insuperabile di ostacolarli. Mazzacurati, nel girare il suo film-testamento, lascia al mondo della commedia italica un messaggio importante: non arrendersi. Bruna e Dino non sono supereroi, non hanno doti particolari, conducono vite normali e fanno mestieri comuni, eppure trionfano in un arduo compito che mette a dura prova tutte le loro facoltà, ma infine viene coronato da un sogno d’amore il cui seme era stato gettato fin dal primo incontro tra i due. Ottima anche l’idea finale di raccontare la leggenda del prete (un Battiston sopra le righe davvero in forma smagliante) che sgomma in moto per i sentieri di montagna, oppure, secondo un’altra versione, gioca a carte con un orso davanti alla tana in cui coabitano entrambi.
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supersantos
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lunedì 13 novembre 2017
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cadegra e fantasia
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Ho sempre ammirato Mazzacurati e mi dispiace non potere assegnare cinque stelle alla sua ultima opera.
Tuttavia sarei un gran bugiardo a scriverne meraviglie.
La sceneggiatura non è il massimo ,alla ricerca spasmodica e a tratti snervante di queste sedie e il finale, che potrebbe anche essere interpretato come fantasioso e positivamente "leggero",personalmente mi è sembrato confusionario e bizzarro.
Mi dispiace ma è il mio pensiero.
Ricordero' il buon Carlo per altre opere e comunque non può che ricevere applausi ovunque la sua anima dimori.
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aristoteles
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giovedì 31 dicembre 2015
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la sedia sventrata
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Non mi ha entusiasmato.
La storia ,un poco di simpatia ce la regala ma solo grazie alle interpretazioni degli attori.
Mastrandrea,la Ragonese e Battiston sono bravi e sanno dare brio e sostanza ai personaggi.
La storia è molto ripetitiva e a tratti snervante con sedie che vengono sventrate in continuazione,in una ricerca affannosa e poco credibile del tesoro nascosto.
La parte finale poi è imbarazzante,con pastori grotteschi,cadute in moto e passeggiate sulle pecore.
In parte ci conforta una storia d'amore delicata ma scontata già dopo pochi minuti.
Siamo sul 6 ,oltre proprio non si va,a mio giudizio ovviamente.
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dario
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domenica 6 dicembre 2015
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impalpabile
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La storiella non è nuova e questo adattamento veneto non ne è una traduzione memorabile. Carinerie non mancano e neppure una più che discreta regia. Ma tutto appare pretestuoso, cabarettistico e i personaggi sono continuamente fuori dalle righe, non tanto per proporre una critica di costume (e la crisi di cultura) quanto per desiderio, goliardico, di derisione.
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marco petrini
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martedì 6 ottobre 2015
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omaggio a mazzacurati
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Alla fine il film rimane solo come un omaggio di tanti buonissimi attori che interpretano protagonisti ed ottimi camei in onore di Carlo Mazzacurati. Dal punto di vista spettacolo, però, il film è esile, non molto convincente; prendiamolo dunque solo per quello che vuole essere: un ultimo applauso di tanti amici all'ultima opera di un ottimo regista.
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enzo70
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domenica 16 agosto 2015
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l'ottimismo che fa bene
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Mazzacurati riesce intelligentemente a fondere fantasia e realtà e nel raccontare la crisi del nord est inserisce la favola di una sedia imbottita dei tesori della madre di un noto bandito veneto, che, morente in carcere comunica a Bruna, una estetista ben interpretata da Isabella Ragonese, ed a un prete, Battiston, il segreto della sedia con la proboscide da elefante. Dino, Valerio Mastandrea, è il vicino di negozio di Bruna, un tatuatore alle prese con un divorzio e con i relativi problemi economici. E la caccia al tesoro diventa un bel viaggio nell’Italia in cerca di autore, la forza del film è quello di lasciarsi andare alla semplicità, atterrata dalla crisi, ma alla ricerca di un futuro.
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Mazzacurati riesce intelligentemente a fondere fantasia e realtà e nel raccontare la crisi del nord est inserisce la favola di una sedia imbottita dei tesori della madre di un noto bandito veneto, che, morente in carcere comunica a Bruna, una estetista ben interpretata da Isabella Ragonese, ed a un prete, Battiston, il segreto della sedia con la proboscide da elefante. Dino, Valerio Mastandrea, è il vicino di negozio di Bruna, un tatuatore alle prese con un divorzio e con i relativi problemi economici. E la caccia al tesoro diventa un bel viaggio nell’Italia in cerca di autore, la forza del film è quello di lasciarsi andare alla semplicità, atterrata dalla crisi, ma alla ricerca di un futuro. Il lieto fine fa parte del gioco, anzi del bel gioco che Mazzacurati è riuscito a mettere in scena anche grazie ai buoni attori che hanno collaborato alla pellicola.
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fabio1957
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martedì 9 giugno 2015
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niente di speciale
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Spiace parlare male di un film del giustamente compianto Mazzacurati,autore di ottime pellicole,ma qui l'ingranaggio comico-semtimentale non funziona,sprecando grandi talenti come Angioini,Mastramdrea e Vukotic, in una pellicola sbiadita non originale e nemmeno particolarmente divertente.
Ha fatto di meglio
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stefano bruzzone
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mercoledì 27 maggio 2015
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film testamento
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L'ultima opera del bravo Mazzacurati prima di morire è una commedia allegra e spensierata e a tratti anche ben fatta, ma siamo lontani da alcuni piccoli capolavori come ad esempio Il Toro. Un film che sa di testamento nel quale, come a rendere omaggio al regista, sfilano in piccoli camei praticamente tutti gli attori più interessanti del panorama cinematografico italiano. Il finale è onirico quasi un saluto alla vita terrena del regista anche se non molto a fuoco con il resto del film. Insomma Mazzacurati ha fatto di meglio ma il 10 lo merita solo per rispetto alla sua carriera.
Voto: 10
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