La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un principe dannunziano tra i cafonal di dagospiadi PeterAngelFeedback: 409 | altri commenti e recensioni di PeterAngel |
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sabato 14 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bentornato, cinema italiano. O meglio ancora: bentornato cinema! Cinema fatto non solo di dialoghi ma di inquadrature inedite dei mille tesori di una Roma sconosciuta, chiusa tra antichi palazzi e inaccessibili conventi. E tanta eterna bellezza si scontra sin dalle prime scene col turpiloquio della plebe e l'orrore esteriore e interiore di una classe dirigente marcia, dal clero puttaniere, all'aristocrazia "da noleggio" a una borghesia sconfitta: lupi senza più appetiti, dunque senza più alcuna ragione d'esistere. Da questo girone infernale, di cui Jep Gambardella è l'onnisciente cicerone, si salvano solo i puri di cuore: il marito tradito in gioventù, l'amico che abbandona la scena, e sceglie di tornare al suo paese. Ma sull'indiscussa bravura degli attori, domina la straordinaria regia, capace di posizionare la MdP là dove nessuno aveva mai osato prima: la fontana del Gianicolo in perfetta mappatura verticale, che poi ritorna nel "mare sul soffitto", ossessione che riporta Jep ai tempi del suo primo amore. E poi le architetture romane, esplorate con la minuzia di un disegnatore, e i volti così ben narrati, da quelli innocenti dei bimbi alle orride maschere che animano la feste e i salotti in terrazza. Solo Dagospia aveva finora raccontato, con l'occhio di Pizzi, le brutture umane delle notti romane. La bravura e l'originalità di Sorrentino sta nell'abile e preciso contrappunto tra la bruttezza delle persone e la "grande bellezza" delle architetture dentro le quali esse inconsapevolmente si muovono. Un film da vedere e rivedere. Certamente la dolcevita del terzo millennio, spogliarelli inclusi. Certamente un'opera di eccezionale spettacolarità. Dopo decenni di pippe autoreferenziali, slegate dalla storia e dal mondo, finalmente un film italiano che solleva lo sguardo dal proprio ombelico e restituisce Roma all'attenzione di quanti da millenni si sforzano di comprenderla.
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