samanta
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sabato 16 settembre 2017
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dare la vita per gli altri
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Ho visto il film Joe alla TV ed è un buon film. La trama: Joe ex pregiudicato è un piccolo imprenditore in una località ricca di boschi del sud degli USA, il lavoro per cui impiega operai consite nell'indebolire chimicamente gli alberi che poi verranno abbattuti dai boscaioli e sostituiti con alberi più robusti. Joe è un uomo solitario che vive chiuso in sè, con il vizio del fumo, della birra e qualche amore mercenario. ma che si comporta correttamente con i suoi operai. La sua vita cambia quando incontra il giovane Gary un ragazzo di 16 anni che è venuto a vivere con la famiglia composta da un padre farabutto e alcolizzato, una madre remissiva e una sorella che per uno choc è diventata muta.
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Ho visto il film Joe alla TV ed è un buon film. La trama: Joe ex pregiudicato è un piccolo imprenditore in una località ricca di boschi del sud degli USA, il lavoro per cui impiega operai consite nell'indebolire chimicamente gli alberi che poi verranno abbattuti dai boscaioli e sostituiti con alberi più robusti. Joe è un uomo solitario che vive chiuso in sè, con il vizio del fumo, della birra e qualche amore mercenario. ma che si comporta correttamente con i suoi operai. La sua vita cambia quando incontra il giovane Gary un ragazzo di 16 anni che è venuto a vivere con la famiglia composta da un padre farabutto e alcolizzato, una madre remissiva e una sorella che per uno choc è diventata muta. Joe da lavoro a Gary e al padre che poi viene licenziato perché è uno scansafatiche. Gary invece rimane e conquista la fiducia di Joe che lo ospita quando il giovane fugge di casa perché stufo di essere picchiato dal padre che lo deruba della paga, padre che ha ammazzato un vagabondo per rubargli qualche dollaro e una bottiglia di liquore. Gary riceve da Joe il suo vecchio furgone cheil ragazzo ambiva e che è stato sostituito da uno nuovo e Joe non accetta i soldi che Gary aveva messo da parte per comprarlo. (SPOILER) La situazione precipita quando il padre di Gary ruba i soldi e il furgone al figlio e utilizza il furgone per allontanarsi con la figlia che vuol fare prostituire a un pregiudicato che oltretutto da tempo perseguitava Joe. Joe interviene e uccide il pregiudicato che stava per stuprare la ragazza e un complice e spara al padre che non colpisce ma che comunque si suicida buttandosi nel fiume, nello scontro però Joe viene ferito e muore tra le braccia di Gary. Il film finisce con il ragazzo che guida il furgone di Joe (la scena assomiglia al finale di GRAN TORINO). L'ambiente è quella di una società emarginata e povera chiusa in cui interessa il bere, il sesso ,la TV e lo sport, siamo ben lontani dal sogno americano. Joe è interpretato magistralmente da Nicolas Cage che dopo una serie di intepretazioni altalenanti sembra essere ritornato in forma (vedi il recente USS INDIANAPOLIS), Joe è un uomo chiuso che si apre alla vita quando disinteressatamente si preoccupa di un ragazzo che potrebbe essere suo figlio (nel film ha 48 anni) e tale interesse lo porta a dare la vita per la sua salvezza. La trama e la sceneggiatura è buona con qualche rallentamento dell'azione e una scena di sesso abbastanza gratuita, però dipinge bene un mondo che sembra quasi appartenere al passato mentre è ancora la realtà presente, un mondo che rifugge da un passato sempre infelice e non guarda al futuro. Il regista David Gordon è specialista in commedie (PRINCE AVELANCHE) e ha girato specie nel circuito del cinema indipendente americano. Buona l'intepretazione di Tye Sheridan (Gary) che successivamente è apparso in vari film (XMEN: APOCALISSE). Buoni gli interpreti di contorno tra cui spicca il comprensivo sceriffo.
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ennio
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sabato 16 settembre 2017
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realismo vero, alla larga i sognatori
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Davvero bello. Il realismo made in USA che coinvolge lo star system è un prodotto raro perciò da ricordare. Qui si parla di realismo crudo, alieno dalla spessa patina sentimentale e ammiccante che regna in quel settore e ricopre la realtà per renderla liscia e presentabile e quindi calamita di dollari.
Ambientato nel sud degli USA, degna di nota è l'assenza delle (solite) scene a sfondo razzista, nonostante lo stretto intreccio tra le comunità bianca e nera in un contesto di relativo degrado. Anche questo è realismo, per chi conosce l'America.
L'originalità della sceneggiatura ti fa apprezzare anche il personaggio del cane, in particolare in una delle scene più memorabili del film, protagonisti due cani.
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onufrio
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lunedì 30 gennaio 2017
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una faccia dell'america
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Crudo e schietto. I personaggi sono dei burberi americani arrabbiati con la vita stessa e sempre in cerca di rogne nate da un malessere interiore. Joe è uno di questi, che combatte giornalmente contro i propri demoni per stare alla larga dai guai, ma non mancano le situazioni in cui è facile perdere le staffe. L'incontro col giovane Gary, bisognoso di lavoro e maltratto da un padre alcolista e violento, porta alla nascita di un'amiciziainstaurando un importante legame, il tutto con un ritmo lento e cupo che fa da presagio ad un finale risolutivo.
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redpa
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venerdì 26 agosto 2016
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emarginazione americana e noia europea
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Romanzo difficile da trasporre in film perché fortemente psicologico.Una realtà americana marginale che espone i temi in forma poco apprezzabile in ambito eurpeo. Il risultato è essenzialmente noia.
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g_andrini
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lunedì 11 aprile 2016
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bella fotografia
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E' un prodotto ben realizzato, con buone musiche, tra le altre cose. Parla di omosessualità in modo neanche troppo velato, oltre a una dose di varie tipologie di manie. Mi sento di dare due stelle perché non può essere un capolavoro, ma è certamente un film consigliato ad un pubblico maturo.
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giorpost
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venerdì 11 settembre 2015
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bel copione con un nicolas cage d' annata
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Joe è un rude texano dal passato burrascoso caratterizzato da alcool, tabacco e galera, con una "carriera" da galeotto iniziata per colpa di un poliziotto disattento. Fa il boscaiolo, uccide alberi deboli per conto di proprietari terrieri e un giorno si presenta al suo cospetto Gary, quindicenne in cerca di lavoro e di protezione da un padre violento che attua vessazioni di ogni tipo nei confronti suoi, della madre e della sorella (che da anni non proferisce parola). Tra i due nasce subito un' intesa, anche perchè il ragazzo ci sa fare e il lavoro duro non lo spaventa, ma a complicare i piani di entrambi di avere una vita serena ci pensano il bullo di paese Willie (Ronnie Blevins, singolare somiglianza con Heath Ledger), che da anni tormenta Joe per antiche ruggini, e lo stesso padre-padrone di Gary il quale, anche lui in cerca di occupazione, non ha la stessa dedizione sul lavoro e provoca l' allontanamento di entrambi dalla ditta di Joe.
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Joe è un rude texano dal passato burrascoso caratterizzato da alcool, tabacco e galera, con una "carriera" da galeotto iniziata per colpa di un poliziotto disattento. Fa il boscaiolo, uccide alberi deboli per conto di proprietari terrieri e un giorno si presenta al suo cospetto Gary, quindicenne in cerca di lavoro e di protezione da un padre violento che attua vessazioni di ogni tipo nei confronti suoi, della madre e della sorella (che da anni non proferisce parola). Tra i due nasce subito un' intesa, anche perchè il ragazzo ci sa fare e il lavoro duro non lo spaventa, ma a complicare i piani di entrambi di avere una vita serena ci pensano il bullo di paese Willie (Ronnie Blevins, singolare somiglianza con Heath Ledger), che da anni tormenta Joe per antiche ruggini, e lo stesso padre-padrone di Gary il quale, anche lui in cerca di occupazione, non ha la stessa dedizione sul lavoro e provoca l' allontanamento di entrambi dalla ditta di Joe. Tra una rissa con Willie, l' uccisione di un cane di una prostituta e vari incontri con i poliziotti di paese, Joe ha sempre più prequenti scatti d' ira, culminanti talvolta con voracità sessuale o con sbronze colossali. Proprio durante una di queste, in compagnia di Gary con il quale si reinstaura una nuova fiducia, nasce tra i due un profondo legame che molto si avvicina ad un rapporto padre-figlio che tanto è mancato ad entrambi, nei rispettivi ruoli. Il tutto avrà conseguenze inaspettate allorquando Gary (un ottimo Tye Sheridan che con questa prova si aggiudica il Premio Mastroianni a Venezia) corre da Joe, dall' animo buono e pronto ad aiutare in qualsiasi modo il ragazzo, per avvisarlo di un' imminente e terribile svolta nella sua famiglia.
Negli ultimi anni non sempre Nicolas Cage ha mostrato a pieno il suo grande talento; eccetto per Lord of war, Il cattivo tenente:ultima chiamata New Orleans e poco altro, ha inanellato svariati flop personali che l' hanno allontananto da quel range positivo cui ci aveva abituati negli anni '90. Ma con Joe (USA, 2013), il nipote di F. F. Coppola torna ai livelli di Leaving Las Vegas, nascosto dietro una barba da saggio uomo di provincia, preludio ad una vita di tormenti e sbagli che lo portano ad esercitare nei confronti di se stesso e del suo giovane amico una sorta di redenzione, seppur graduale e comunque tempestata da ricadute violente. Il suo personaggio è fatto di una fragilissima durezza, di una scomposta gentilezza che lo fa amare dal pubblico sin dalle prime sequenze.
L' opera di Green si fa guardare, oltre che per il buon cast di contorno (su tutti l' indulgente sheriffo che sa tanto di già visto ma che in ogni caso rapisce), anche per il piacevole tappeto sonoro.
Voto: 7,5
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filippo catani
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venerdì 1 maggio 2015
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i figli dell'altra america
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Un giovane ragazzo alle prese con una madre sbandata e un padre violento e alcolizzato finisce per stringere amicizia con Joe un ex galeotto che capitana una squadra di operai.
David Gordon Green ci regala uno spaccato di quell'America lontana dai riflettori e dalla vita frenetica delle grandi metropoli. Ci troviamo infatti in un paesino rurale che offre allo spettatore una serie di personaggi praticamente allo sbando e in cerca di identità. Joe è un ex detenuto disilluso e in guerra con se stesso per trattenere le sue pulsioni violente e con la vita in generale. Il giovane ragazzo con cui familiarizza offre a entrambi la possibilità di un nuovo inizio o quantomeno di cercare di raddrizzare le proprie rispettive esistenze.
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Un giovane ragazzo alle prese con una madre sbandata e un padre violento e alcolizzato finisce per stringere amicizia con Joe un ex galeotto che capitana una squadra di operai.
David Gordon Green ci regala uno spaccato di quell'America lontana dai riflettori e dalla vita frenetica delle grandi metropoli. Ci troviamo infatti in un paesino rurale che offre allo spettatore una serie di personaggi praticamente allo sbando e in cerca di identità. Joe è un ex detenuto disilluso e in guerra con se stesso per trattenere le sue pulsioni violente e con la vita in generale. Il giovane ragazzo con cui familiarizza offre a entrambi la possibilità di un nuovo inizio o quantomeno di cercare di raddrizzare le proprie rispettive esistenze. Un film duro e crudo che non risparmia nulla allo spettatore e che ci restituisce un Cage all'altezza della sua fama e che evidentemente riesce a dare il meglio di se in questi ruoli "maledetti".
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rescart
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venerdì 17 aprile 2015
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siamo alberi che camminano
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In un certo senso l'immagine degli alberi che vengono avvelenati per poter essere in seguito legalmente abbattuti perchè malati e quindi sostituiti con nuovi alberi migliori, potrebbe essere considerata la metafora di ciò che accade nel film.
Joe infatti - e non solo lui - è un albero malato destinato a venire abbattuto per essere sostuito da qualcuno che non si volterà dall'altra parte quando la compagna gli chiederà di uscire la sera a fare un po' di vita sociale.
Il male infatti non consiste tanto nell'vvelenare i tronchi d'albero sani (e nemmeno le biscie per parafrasare una nota conzone di Cochi e Renato) ma nel non saper più riconoscere la bellezza della vita. Basta avere “l'ombrela che ripara la testa” per farla diventare un giorno di festa.
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In un certo senso l'immagine degli alberi che vengono avvelenati per poter essere in seguito legalmente abbattuti perchè malati e quindi sostituiti con nuovi alberi migliori, potrebbe essere considerata la metafora di ciò che accade nel film.
Joe infatti - e non solo lui - è un albero malato destinato a venire abbattuto per essere sostuito da qualcuno che non si volterà dall'altra parte quando la compagna gli chiederà di uscire la sera a fare un po' di vita sociale.
Il male infatti non consiste tanto nell'vvelenare i tronchi d'albero sani (e nemmeno le biscie per parafrasare una nota conzone di Cochi e Renato) ma nel non saper più riconoscere la bellezza della vita. Basta avere “l'ombrela che ripara la testa” per farla diventare un giorno di festa.
Come nel lieto fine di questo film in cui l'ombrello per il giovane Gary è rappresentato dall'amico di Joe grazie al quale potrà avere un lavoro più adatto a lui e alla sua giovane età. Oltre che una famiglia migliore.
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zenos
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giovedì 16 aprile 2015
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un dramma metaforico
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Non capisco le recensioni negative. Davvero un bel film crudo. Non ho mai amato Nicolas Cage, ma in questo ruolo è supremo. I meriti vanno ammessi. Il film è un moderno dramma metaforico che ruota intorno alla vita drammatica di un ragazzo che cerca di riscattarsi e trova in Joe la propria via per il riscatto. In un'America violenta priva di legge, che ricorda molto un feudo sono le azioni a contare. Davvero bello, l'ho apprezzato molto. Da guardare.
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cinemaniac98official
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sabato 21 marzo 2015
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joe ... nicolas cage incazzato.. cerca redenzione
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Joe diretto da David Gordon Green , interpretato da Nicolas Cage e Tye Sheridan , un film drammatico con qualche sprazzo di thriller e azione , infatti Joe in alcune scene sembra un film alla Terrence Malick , ricorda molto infatti : rabbia giovane dello stesso Malick .
Sembra un film sulla vita , sulla natura , sulla redenzione , sembra un film molto calmo ma poi ci sono improvvisamente esplosioni di violenza qua e là , Nicolas Cage è un grande nei panni dell'uomo violento che vuole cambiare ma non c'è la fa , Tye Sheridan testato dallo stesso Malick in The tree of life , conferma la sua bravura .
e lui stesso conferma la rabbia giovane , poiché nel film non solo Joe Joe Nicolas Cage è incazzato , ma lo è anche Sheridan , che stanco dei soprusi e dei maltrattamenti vuole alzare le mani e vuole usare la violenza per mettere fine a tutto .
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Joe diretto da David Gordon Green , interpretato da Nicolas Cage e Tye Sheridan , un film drammatico con qualche sprazzo di thriller e azione , infatti Joe in alcune scene sembra un film alla Terrence Malick , ricorda molto infatti : rabbia giovane dello stesso Malick .
Sembra un film sulla vita , sulla natura , sulla redenzione , sembra un film molto calmo ma poi ci sono improvvisamente esplosioni di violenza qua e là , Nicolas Cage è un grande nei panni dell'uomo violento che vuole cambiare ma non c'è la fa , Tye Sheridan testato dallo stesso Malick in The tree of life , conferma la sua bravura .
e lui stesso conferma la rabbia giovane , poiché nel film non solo Joe Joe Nicolas Cage è incazzato , ma lo è anche Sheridan , che stanco dei soprusi e dei maltrattamenti vuole alzare le mani e vuole usare la violenza per mettere fine a tutto .
bellissimo film , bravissimi gli attori , la scena del cane ricorda un po quella dei cani in Django Unchained ... Stessa crudezza , stessa violenza , per la scena affidata ai cani ... Insomma Joe è un film da vedere .
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