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sabato 8 gennaio 2022
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isabelle, léa e george...
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Ozon con questo lavoro tocca un argomento davvero scottante ma quanto mai attuale, la prostituzione minorile.
Lo fa con l'incisività e la leggerezza tipici dei due suoi film.
Isabelle è una diciassettenne bellissima e introversa, con lo sguardo spesso malinconico e inquieto. Durante l'estate ha un flirt con un suo amico tedesco, simpatico a tutti in famiglia, ma la storia non ha seguito perché il suo primo rapporto è stato non piacevole. Questo la irrita, lei si aspettava di toccare il cielo con un dito e invece... Decide allora di muoversi su binari diversi. Si compra un secondo cellulare e inizia a prostituirsi con il nickname di Léa.
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Ozon con questo lavoro tocca un argomento davvero scottante ma quanto mai attuale, la prostituzione minorile.
Lo fa con l'incisività e la leggerezza tipici dei due suoi film.
Isabelle è una diciassettenne bellissima e introversa, con lo sguardo spesso malinconico e inquieto. Durante l'estate ha un flirt con un suo amico tedesco, simpatico a tutti in famiglia, ma la storia non ha seguito perché il suo primo rapporto è stato non piacevole. Questo la irrita, lei si aspettava di toccare il cielo con un dito e invece... Decide allora di muoversi su binari diversi. Si compra un secondo cellulare e inizia a prostituirsi con il nickname di Léa. Le cose vanno subito benissimo, di giorno studia e di sera (eccetto i weekend, dedicati alla famiglia), si reca agli appuntamenti nelle stanze degli alberghi di Parigi. I suoi clienti sono spesso uomini maturi, alcuni si accontentano di vederla nuda e in pose saffiche. Lei è contenta, anche perché può disporre di denaro tutto suo, senza dover chiedere niente a nessuno. Inoltre, grazie alla sua avvenenza, può chiedere sempre cifre considerevoli, dai 100 € in su. Non tutti i suoi amanti le lasciano un buon ricordo ma lei non ne fa un dramma. Deve sempre mentire sulla sua età e dice di avere vent'anni. Lega in modo particolare con George, attempato uomo d'affari con moglie e figlia, dai modi discreti ed eleganti. Con lui Isabelle si trova benissimo, la ama e la comprende al tempo stesso, è sempre gentile e non le chiede mai di "andare oltre". Un evento tragico e inaspettato però turba e pone fine alla loro storia. Una sera George, sofferente di cuore, ha un infarto e muore sotto i suoi occhi. Isabelle è terrorizzata e scappa dall'hotel chiudendo anche il menage con gli altri amanti. La Polizia la rintraccia e del fatto viene informata tutta la famiglia. Lei è minorenne e non le viene addebitato nulla ma Isabelle dovrà seguire un corso da uno psicologo, la legge dice così. Da notare che Isabelle era sempre stata aiutata, nel non farsi scoprire sulla sua doppia vita, dal fratello più giovane, con cui ha un ottimo rapporto. La più sconvolta è la madre, che non si dà pace per non essersi accorta di nulla: è un po' falsa in tutto ciò, visto che incoraggia al flirt Peter, un amico di famiglia. Isabelle se ne accorge e ne rimane molto amareggiata. Lei e il marito poi vogliono dare in beneficenza i soldi guadagnati da Isabelle ma lei senza mezze misure si altera giustamente e dice loro: "Siete due imbecilli!". Riesce a salvare i suoi soldi con cui pagherà, 70 euro a visita, lo psicologo. Proprio in occasione della prima seduta, lo psicologo stesso, molto risoluto, dice spiazzando completamente la madre: "Sono soldi suoi, se li è guadagnata lei...". Isabelle continua negli studi e si fidanza con un suo coetaneo ma non è soddisfatta e lo lascia, ammettendo di non amarlo. Poi riattiva il suo cellulare segreto e riceve una chiamata dal numero del suo amato George... È la vedova, che la vuole incontrare nella stessa stanza dove Isabelle era solita vedersi con George. Le due donne fanno conoscenza e la vedova si lascia andare a qualche confidenza, poi si addormentano. Quando Isabelle si sveglia, la moglie di George non c'è più, ma le ha lasciato ugualmente i "soliti" cento euro che guadagnava con il suo George. Francois Ozon fa un centro perfetto con questo difficile film, aiutato da una straordinaria Marine Vatch e dallo scandire la storia con il ritmo delle quattro stagioni. Il finale poi è un tocco di genialità, aiutato da una splendida Charlotte Rampling nei panni della vedova. Un film freddo ma entusiasmante, per l'argomento proposto ma soprattutto per l'incisività dei protagonisti. - di "Joss" -
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elgatoloco
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sabato 8 gennaio 2022
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non banale analisi psicologica
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In questo"Jeune et Jolie"(François Ozon, anche autore della sceneggiatura, 203), una ragazza diciassettene, che vive con la madre e un patrigno(il padre è andato altrove)d'estate al mare si trova a perdere la verginità in estate con un ragazzo "non interessante"e d'autunno, alla ripresa dell'anno scolastico, fingendosi maggiorenne apre un sito in cui si fa conoscere come prostituta e ha vari "incontri"con uomini maturi, uno dei quali, dopo un rapporto con lei, muore. Ovviaemnte la famiglia, ignara di tutto, viene a conoscenza della"doppia vita"della ragazza e sorgono gravi conflitti che sembrano risolti dopo che la ragazza, dopo aver conosciuto un ragazzo con cui ha avuto un rapporto, torna alla sua precedente"professione"e qui incontra la vedova dell'uomo morto, che la vuole conoscere solo per sapere le circostanze della morte del marito e il luogo in cui il fatto è avvenuto.
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In questo"Jeune et Jolie"(François Ozon, anche autore della sceneggiatura, 203), una ragazza diciassettene, che vive con la madre e un patrigno(il padre è andato altrove)d'estate al mare si trova a perdere la verginità in estate con un ragazzo "non interessante"e d'autunno, alla ripresa dell'anno scolastico, fingendosi maggiorenne apre un sito in cui si fa conoscere come prostituta e ha vari "incontri"con uomini maturi, uno dei quali, dopo un rapporto con lei, muore. Ovviaemnte la famiglia, ignara di tutto, viene a conoscenza della"doppia vita"della ragazza e sorgono gravi conflitti che sembrano risolti dopo che la ragazza, dopo aver conosciuto un ragazzo con cui ha avuto un rapporto, torna alla sua precedente"professione"e qui incontra la vedova dell'uomo morto, che la vuole conoscere solo per sapere le circostanze della morte del marito e il luogo in cui il fatto è avvenuto., Conclusione"aperta", volendo. Si può dire che il film parta dal"malessere esistenziale"(e psicologico)degli e delle adolescenti , specie se cresciuti in un ambiente familiare difficile e in una scuola interessataa alla trasmissione del sapere ma non alla condizione reale delle ragazze e dei ragazzi(da qui la recente proposta dei "pedagogisti clinici"di parlare di un"ministero dell'educazione"e non più solo"dell'istruzione"), che porta, complice un uso indiscriminato dei"social", a scelte spesso incomprensibili quanto pericolose e"assurde"-dunque siamo lontani anche se non abissalemte da"Belle de Jour"di Bunuel di quasi sessant''anni fa- ma poi, senza cadere nelle secche del sociolgismo, senza diventare un"documentario"il film si sviluppa indagando(quello che il cienama sa fare meglio)a livello sopratuttto visivo quanto avviene in una situazione come questa, che essa sia realmente desunta da qualche fatto di cronaca(in parte si può ritenere che lo sia)o invece da racconti più o meno "reali"o invece"fittizi". Una prospettiva, quella di questo film francese, lontanissimo dalla detection o dal"noir"anche quando o meglio dopo che è avvenuto"il fatto", che si muove su quel crinale psicologico che per vario tempo era rimasto"scoperto"e lo fa, appunto, con il mezzo visivo.fotografico che è il più consono al cinema stesso. Tra le/gli interpreti, da segnalare la protagonista Marine Vach e , nel ruolo della vedova dello"scomprarso durante o dopo un atto d'amore mercenario", come reciterbbe il titolo di qualche giornale scandalsitico, Charlotte Rampling. sempre eccelsa. El Gato
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lorenzodv
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mercoledì 21 agosto 2019
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l'hanno imbrogliata ed ora lei lo sa
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere.
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Qualcuno ha visto un film sulla prostituzione, io ho visto una disobbedienza civile degna di Martin Luther King.
Isabelle ha 17 anni e finalmente ha il suo primo rapporto sessuale e scopre che è una cosa normale, come tante. Sarebbe sbagliato affermare che non le è piaciuto, è delusa dalle aspettative, non è stato proprio un momento importante della vita, però l'ha atteso 17 anni. Per capire se sono tanti o pochi non bisogna pensare a quando si avevano 17 anni, bisogna pensare a 17 anni di reclusione, di ammortamento del mutuo, di attesa per cambiare la macchina; 17 anni!
Per chi ha 17 anni, sono tutta la vita.
Isabelle non ama il lusso, non vuole nulla di speciale, vuole decidere, scegliere. Mette annunci su internet e si prostituisce.
Isabelle è serena. Freud ha spiegato come curare le nevrosi ma non si sa come farle venire. Nessuno attorno a lei le spiega perché non avrebbe dovuto farlo ma lei lo capisce da sè. Le regole servono per dare sicurezza, Isabelle è fuori controllo, è pericolosa.Il controllo diventa l'elemento dominante ed Isabelle è in fondo abile ad assecondarlo ed evitare conseguenze estreme, sa di essere minorenne e come tale assoggettata, resta un mistero che il nome "prostituzione" sia riservato all'altra condizione.
E' un film bello, bellezza ed eleganza ne riempiono le scene e rendono accettabile il dramma. Si può vivere senza vederlo ma è un sacrificio inutile.
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totybottalla
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giovedì 27 luglio 2017
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tutto il vuoto che c'è...!
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Buon affresco di Ozon che inquadra il vuoto dell'adolescenza senza quasi speranza, un bivio nel quale se sei bella come Isabelle ti prostituisci se non lo sei ti rifugi nel cibo peggiorando le cose che possono diventare letali in caso di droghe o altre illusioni, tutto questo delirio in un contesto invisibile e apparentemente normale raccontato in un film che diventa assordante nelle scene con pochi dialoghi, ma il lavoro di fattura francese evidenzia di riflesso la perversione imbarazzante di uomini di mezza e fine età, complici e protagonisti di tutto il vuoto che c'è! Saluti.
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eleonora panzeri
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sabato 24 ottobre 2015
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senza amore
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista.
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Una giovane e bellissima ragazza con un’innaturale apatia per la vita, per i sentimenti e per le emozioni. Una pellicola che tratta in maniera cruda e profonda la tematica delle baby squillo, senza trascurare gli aspetti psicologici dei vari attori partecipi alla vicenda. La vita di Leà viene presentata così com’è, senza fronzoli, nella sua amara ed annoiata crudezza. Il film è molto ben realizzato e trovo di forte impatto le splendide inquadrature al volto angelico dell’attrice protagonista, che stridono con il suo vuoto interiore e le situazioni squallide di cui è protagonista. Un’apatia talmente profonda da essere spaventosa e difficile da comprendere. Non vi è nulla di apparentemente sbagliato e disfunzionale nella famiglia della protagonista, che tuttavia è portata a fuggire l’amore romantico ed appassionato tipico della sua età, per relazioni vuote e sterili. Non mi sento di dare un giudizio morale, se non che la psiche umana è spesso più contratta e perversa di quello che vorremmo.
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dario
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venerdì 7 agosto 2015
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superbo
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Molto lodevole la decisione di rispettare i personaggi. Il regista, qui ottimo, non fa morali se non indirettamente, con raffinatezza e sottile tenerezza per le vicende umane. Assiste e commenta fra sè e sè con notevole sensibilità. Tutto avviene sul corpo di vittime quasi ignare. La realtà è una gigantesca confusione, un intrecciarsi di ruoli che l'umanità sopporta con un misurato e innocuo stupore. Vale la materia, lo spirito è muto, ma non del tutto. L'indulgenza, dunque, è dovuta. Ottimi gli attori, su tutti un'inquietanteVacht, specchio delle nostre deficienze.
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(di luanaa)
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fabio1957
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giovedì 26 febbraio 2015
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incompleto
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L'analisi introspettiva di questa giovane adoloscente prestata, si spera provvisoriamente, al perduto mondo della prostituzione,è il tema del film.Tuttavia la sensazione che si prova alla fine della storia è di qualcosa di incompiuto.Lusinghiero il tentativo di sondare l'animo umano e cercare motivazioni a scelta cosi estrema,ma la sceneggiatura sembra non riuscire o non volere andare fino in fondo, nello scrutare una psiche così contorta,l'interpretazione della protagonista è asciutta, essenziale, credibile, ma restano tanti interrogativi.
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luanaa
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domenica 27 aprile 2014
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il solito ozon
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Buona la fotografia ma montaggio non fluido. I soliti difetti del cinema di Ozon sempre molto piatto e prosaico e che non ha quasi nulla dell'aura francese ..ma che sa sempre trovare una scena clou intorno alla quale girare il tutto..ma in questo caso la scena, per quanto commovente rimane enigmatica e appena abbozzata con un finale in cui appare la solita...va detto..Rampling.. piuttosto penoso e ridicolo.Sfruttatissimo e tutto giocato sui primi piani del volto della giovane attrice..un misto tra Laeticia Casta e Nastassia Kinski.Ozon,un regista che in Francia manco se lo filano ma che piace alla critica italiana.Un film povero..allusivo..ma sostanzialmente molto scarso.
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kondor17
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lunedì 21 aprile 2014
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inutile ma guardabile
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Molto bravi i ragazzi, ma poco altro. Non si capisce cosa voglia dire (o istigare) lo sceneggiatore, il regista, dal momento che l'aspetto "intimo" della cosa, i motivi che spingono o che stanno dietro alla scelta di Lea e le loro fatali conseguenze, sono appena accennati e in maniera superficiale. Resta la cronaca di una bella diciassettenne, disinibita e curiosa, che via via si perde per strada, nella rinuncia dei valori e delle virtù, prima, nella prostituzione poi. In una sorta di cinico annullamento di ogni emozione, quindi, trascina con sè chiunque le si pari davanti e come provocatoria macchina del peccato, spinge sempre più avanti il limite del pudore e della trasgressione, destinato a cadere sotto i suoi colpi di precisione chirurgica.
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Molto bravi i ragazzi, ma poco altro. Non si capisce cosa voglia dire (o istigare) lo sceneggiatore, il regista, dal momento che l'aspetto "intimo" della cosa, i motivi che spingono o che stanno dietro alla scelta di Lea e le loro fatali conseguenze, sono appena accennati e in maniera superficiale. Resta la cronaca di una bella diciassettenne, disinibita e curiosa, che via via si perde per strada, nella rinuncia dei valori e delle virtù, prima, nella prostituzione poi. In una sorta di cinico annullamento di ogni emozione, quindi, trascina con sè chiunque le si pari davanti e come provocatoria macchina del peccato, spinge sempre più avanti il limite del pudore e della trasgressione, destinato a cadere sotto i suoi colpi di precisione chirurgica. Storia già vista nella realtà troppo spesso, per essere trattata in tal modo.
E' uno dei pericoli maggiori per le nostre figlie adolescenti di oggi; basta aprire un giornale o semplicemente guardarsi intorno. In questo film, speravo in una luce, in uno studio, invece mi sono trovato di fronte alla cronada di un rischio che già conosco, al quale non solo non viene data nessuna risposta, ma non viene neanche tentato di farlo.
Film beninteso ben confezionato e nel complesso ben recitato (Ozon è un ottimo regista), ma deludente e vacuo. 5/6
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akyro
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venerdì 11 aprile 2014
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gatta morta parigina
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ozon non doveva essere il nuovo astro del cinema francese, e invece... la butta sul sesso adolescente e non ne cava niente, se non qualche psicologismo d'accatto
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