It's Me, It's Me

Hitoshi ha abbandonato il sogno della fotografia per un'esistenza priva di sorprese, come commesso di un centro commerciale. Quando un telefono cellulare viene smarrito Hitoshi, anziché restituirlo, decide di tenerlo: grazie a ciò riuscirà a farsi versare una grossa somma sul conto corrente, ma nulla di ciò che avverrà da quel momento sarà come prima.
Quello di Miki Satoshi è un nome ormai affermato presso gli appassionati del versante più demenziale e nerd del cinema nipponico, associato inevitabilmente al surreale di pellicole come In the Pool o Tokyo Adrift, cult di un sottogenere ristretto e specifico ma non privo di fan. It's Me It's Me rappresenta in qualche modo un passo più ambizioso, in primis per la scelta del protagonista, l'idolo pop Kazuya Kamenashi, su cui Satoshi concentra un'operazione più concettuale di quelle passate. Senza lesinare con il nonsense e il ribaltamento delle convenzioni, infatti, a farsi più esplicito è il temuto "messaggio", che dal teatro dell'assurdo riporta alle contraddizioni del quotidiano, cercando di spiegare con simbolismi fin troppo "parlanti" quel che avviene nella mente di Hitoshi.
Kamenashi fornisce una prova sorprendente, alle prese con personalità multiple e uno stile necessariamente minimalista: lo spasso delle sequenze più riuscite - la prima riunione dei tre Hitoshi, il duro che parla con voce flebile, gli inserti di colonna sonora à la Wendy Carlos - deve molto alle doti dell'attore giapponese. Purtroppo i momenti migliori di It's Me It's Me si limitano a delle gag isolate, mentre è il complesso della materia trattata a sfuggire a Satoshi, come se il regista avesse avuto tutte le visioni "giuste" ma non fosse riuscito a veicolarle in una narrazione compiuta.
Innumerevoli le strizzate d'occhio, dalle T-shirt dei Monty Python, alle citazioni del videogame-cult Monkey Island, e i rimandi all'universo di Gondry o allo spunto che fu di Harold Ramis per il geniale e sottovalutato Mi sdoppio in 4; ma non è (solo) per questo che It's Me It's Me si smarrisce, è soprattutto per l'incapacità, o la mancanza di volontà, da parte di Satoshi di controllare il proprio stream of (un)consciousness.
Miki cerca di veicolare una riflessione sulla crisi di identità nella società contemporanea, ma senza suffragarla con temi o intuizioni che escano dalle ovvietà dell'epilogo. Appuntamento con la maturità nuovamente rimandato. 