A proposito di Davis |
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Un film di Joel Coen, Ethan Coen.
Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett.
continua»
Titolo originale Inside Llewyn Davis.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 105 min.
- USA, Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 6 febbraio 2014.
MYMONETRO
A proposito di Davis
valutazione media:
3,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nichilismo estremo dei Coendi jackiechan90Feedback: 7144 | altri commenti e recensioni di jackiechan90 |
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domenica 26 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I film dei fratelli Coen hanno sempre il potere di lasciare basito lo spettatore, quasi che tutto il loro cinema sia un gioco sadico nel far scervellare il pubblico sul possibile significato della pellicola Anche questo film no nsi sottrae a questa logica ma state tranquilli: molto semplicemente un significato non c'è. O meglio, il "significato" è quello di mettere in ridicolo proprio i generi e le convenzioni cui lo spettatore è abituato. Prendiamo "A proposito di Davis": la storia è quella di un giovane cantante folk, Llewyn Davies, che cerca di farsi strada esibendosi al Greenwich Village, storico locale newyorchese dove, più tardi, sarebbe esploso il fenomeno Bob Dylan (particolare che viene proposto verso la fine del film). Il solo risultato ottenuto da Davies però e quello di percorrere un improbabile Odissea lungo l'America alla ricerca di un gatto (che guarda caso di chiama Ulisse) e in condizioni sempre più precarie, fino a dover rinunciare al suo sogno e a imbarcarsi come marinaio, non prima di aver dato un ultimo concerto proprio al Greenwich. La vicenda di Davies è basata sulla vita del cantante folk Dave van Ronk ma è tutta un'altra storia, solo un pretesto per mettere in scena un "falso biopic" dove il protagonista non raggiunge nessun traguardo, non conquista nessuna posizione milgiore rispetto al suo precedente stile di vita (anzi man mano che procede il film sembra peggiorare) e non compie nessuna maturazione interiore. é il biopic su un fallito, rappresentante di tutta la categoria dei falliti che ritroviamo nel cinema dei Coen (il barbiere Ed di "L'uomo che non c'era" e il professor Larry Gopnick di "A serious man"). Il film dei Coen decostruisce dall'interno le convenzioni del genere "biopic" (che ultimamente riscuote molto successo al cinema) rovesciandole e parodiandole esplicitamente. Per questo possiamo affermare che questo film non è nient'altro che una grande presa per il culo di tutti i vari biopic come "Ray" o "Alì" con un vago sapore nichilista. La parodia però è anche rivolta ai "mitici anni 60", che nel film assomigliano più ai giorni nostri, visti in tutta la loro miseria e vuoto culturale in cui l'industria la fa da padrone e non c'è spazio per la vera arte, al di là delle considerazioni che sono state sempre fatte per questo periodo. Si tratta di una rilettura della storia operata dai fratelli Coen, come avevano già fatta in altri precedenti lavori come "Fratello dove sei?" o "Barton Fink". Questo film dunque è il calssico prodotto coeniano: niente morale, niente soluzione, nessuna speranza, solo la certezza del continuo girovagare a vuoto. Tutto già visto nei loro precedenti lavori. Geniale nei primi lavori ma alla lunga rischia solo di stancare e deludere. Se volete una storia che vi emozioni non guardate assolutamente questo film.
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