gianleo67
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domenica 10 novembre 2013
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stucchevole stereotipo di una squallida modernità
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Graziosa escort diciannovenne viene accompagnata da un suo coetaneo,al primo giorno di lavoro come autista di limousine, presso l'ufficio di un influente onorevole che la dovrebbe raccomandare per per il suo esordio nel dorato mondo dello spettacolo. Un contrattempo del politico però ritarda l'appuntamento, consentendo ai due giovani di conoscersi meglio e confessarsi reciproche aspirazioni e desideri per il futuro.
Scritto a sei mani con la coautrice del soggetto Giulia Calenda e con Davide Lantieri e tratto dal romanzo di Claudio Bigagli 'Il cielo con un dito', quest'ultima fatica dell'altra figlia d'arte di papà Luigi è l'ennesima operazione ad uso e consumo della platea festivaliera prodotto con il generoso contributo ministeriale e costantemente in bilico tra la parabola sociale e la favoletta sentimentale, tra la serietà del tema e la malizia furbetta del suo adattamento.
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Graziosa escort diciannovenne viene accompagnata da un suo coetaneo,al primo giorno di lavoro come autista di limousine, presso l'ufficio di un influente onorevole che la dovrebbe raccomandare per per il suo esordio nel dorato mondo dello spettacolo. Un contrattempo del politico però ritarda l'appuntamento, consentendo ai due giovani di conoscersi meglio e confessarsi reciproche aspirazioni e desideri per il futuro.
Scritto a sei mani con la coautrice del soggetto Giulia Calenda e con Davide Lantieri e tratto dal romanzo di Claudio Bigagli 'Il cielo con un dito', quest'ultima fatica dell'altra figlia d'arte di papà Luigi è l'ennesima operazione ad uso e consumo della platea festivaliera prodotto con il generoso contributo ministeriale e costantemente in bilico tra la parabola sociale e la favoletta sentimentale, tra la serietà del tema e la malizia furbetta del suo adattamento. Muovendo dalla descrizione, allusiva e realistica insieme, di una risaputa marginalità sociale (gli alveari residenziali di celle in cui risuona l'eco di televisori perennemente accesi, lo spaccato di una vita domestica in cui cova una malintesa complicità materna, i desideri omologati di una facile scorciatoia per il successo) si intraprende un viaggio fisico e simbolico dalla periferia al centro verso le ambizioni frustrate di una generazione 'venduta', sullo sfondo di una squallida società della mistificazione e dell'inganno (dei sogni, del potere, del denaro) e attraverso i luoghi emblematici di un irraggiungibile miraggio consumistico (dal centro commerciale sul raccordo alle esclusive boutique del centro). Nonostante i tentativi di un apprezzabile approfondimento psicologico che elabori credibilmente la relazione tra i personaggi accomunati dalla stessa estrazione sociale e dagli stessi 'istinti di sopravvivenza', ci si limita a transitare dal 'lei' di una forzata etichetta professionale al 'tu' del legittimo riconoscimento personale e finire con i soliti sbaciucchiamenti nella cornice esclusiva dei fori imperiali, lungo un tour turistico-sentimentale che sembra uno spottone ministeriale sulle decantate bellezze della capitale.
Modesta favoletta sociale sulla scorta di una facile ed esemplare rielaborazione dei temi della piu' recente cronaca di costume, scambia il buonismo per pudore finendo per infilare tutti i luoghi comuni del genere e sostituisce il coraggio di un verosimile realismo sociologico (Comencini senior docet) al registro dolceamaro della commedia sentimentale con l'aggravante di una pretenziosa solennità drammatica sottolineata dallo struggente pianto di Almirena, sposa infelice nel Rinaldo di Handel, e dal finale interdetto in cui un novello Romeo/Pricipe Azzurro, in vespa e scarpe da tennis, reclama invano alla finestra l'attenzione della sua amata Giulietta/Cenerentola inebetita davanti alle ammiccanti sirene del tubo catodico. Attori giovani,carini e perfettamente in parte, ma non basta. Stucchevole stereotipo di una squallida modernità.
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danitron
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martedì 15 ottobre 2013
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retrogusto "salato"...
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Soggetto trito e ritrito; sembra un film banale... e infatti lo è fino alla fine! Un giorno "speciale" che si potrebbe raccontare in 10/15 minuti, si trascina per 1ora e 1/2 interminabili. Un continuo dejavu di scene, emozioni (e inquadrature) già viste che di speciale hanno ben poco... La "Roma della doppia anima ritratta..." non è neppure minimamente all'altezza del contemporaneo film di Sorrentino; anzi, l'uno serve a far nettamente percepire la mediocrità dell'altra; mettere nel film brevi tagli di turisti in giro per Roma che fanno foto o comprano souvenir non può definirsi come ritrarre l'altra Roma; che la storia raccontata sia "speciale" e "altro" dal contesto si evince dai dialoghi irreali, quasi paradossali, dove nella realtà sarebbero ben diversi gli atteggiamenti dettati dal semplice buon senso o dalla naturalezza! Scicchitano da una buona prova di recitazione: quella del tamponamento - che si aspetta e arriva in un film infarcito di cliché - è l'unica che valga la pena di vedere (libera recitazione?) su tutte.
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Soggetto trito e ritrito; sembra un film banale... e infatti lo è fino alla fine! Un giorno "speciale" che si potrebbe raccontare in 10/15 minuti, si trascina per 1ora e 1/2 interminabili. Un continuo dejavu di scene, emozioni (e inquadrature) già viste che di speciale hanno ben poco... La "Roma della doppia anima ritratta..." non è neppure minimamente all'altezza del contemporaneo film di Sorrentino; anzi, l'uno serve a far nettamente percepire la mediocrità dell'altra; mettere nel film brevi tagli di turisti in giro per Roma che fanno foto o comprano souvenir non può definirsi come ritrarre l'altra Roma; che la storia raccontata sia "speciale" e "altro" dal contesto si evince dai dialoghi irreali, quasi paradossali, dove nella realtà sarebbero ben diversi gli atteggiamenti dettati dal semplice buon senso o dalla naturalezza! Scicchitano da una buona prova di recitazione: quella del tamponamento - che si aspetta e arriva in un film infarcito di cliché - è l'unica che valga la pena di vedere (libera recitazione?) su tutte. Per il resto, non si aspetta altro che scappare dalla poltrona...
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mlikevanilla
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lunedì 26 agosto 2013
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cast approvato, finale perplesso
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Il cast funziona: Scicchitano dà un'egregia prova del suo talento, nonostante sia solamente all'inizio della sua carriera, Giulia Valentini dimostra di essere all'altezza del ruolo. La trama viene costruita in modo realistico e lo spettatore non si sarebbe se all'inizio ci fosse stato scritto "Tratto da una storia vera", perchè di storie così ce ne sono molte. Le vite di due giovani si incrociano, si mescolano e si dividono(?) in meno di ventiquattro ore. Il finale lascia sicuramente una goccia di amarezza e di perplessità, ma probabilmente era l'unica soluzione per evitare un banale happy ending. Forse c'è stato, tocca a ognuno decidere il futuro che i due ragazzi non sono stati in grado di scegliere, affrontare, combattere.
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Il cast funziona: Scicchitano dà un'egregia prova del suo talento, nonostante sia solamente all'inizio della sua carriera, Giulia Valentini dimostra di essere all'altezza del ruolo. La trama viene costruita in modo realistico e lo spettatore non si sarebbe se all'inizio ci fosse stato scritto "Tratto da una storia vera", perchè di storie così ce ne sono molte. Le vite di due giovani si incrociano, si mescolano e si dividono(?) in meno di ventiquattro ore. Il finale lascia sicuramente una goccia di amarezza e di perplessità, ma probabilmente era l'unica soluzione per evitare un banale happy ending. Forse c'è stato, tocca a ognuno decidere il futuro che i due ragazzi non sono stati in grado di scegliere, affrontare, combattere. L'amore gioca un ruolo importante, ma passa in secondo piano quando bisogna affrontare la cruda realtà e accendere la chiave per far partire la macchina del futuro, dei sogni, della verità. Ma qualcosa va storto e Scicchitano non si arrende. Vorrei un seguito, chissà come finirà.
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envania
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giovedì 20 giugno 2013
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orribile
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hgw xx/7
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martedì 30 aprile 2013
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un giorno buttato!
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Ho letto i commenti e recensioni entusiasti e mi chiedo se viviamo sullo stesso pianeta, sapere che a qualcuno e' piaciuto mi viene da pensare che non e' il cinema in crisi ma la gente che non ha un minimo di gusto. Un film con una trama da principe azzurro e biancaneve (le scarpe!!!), banalissimo alla nausea, attori che lasciamo perdere, va bene per una fiction o un film per la tv dove le aspettative sono per qualcosa che ti faccia venir sonno subito, ma non per un film per cui bisogna pagare un biglietto (e infatti incassi ridicoli) o comprarselo in dvd (meglio tagliarsi le vene!). Ho buttato un'ora che e' il tempo che ho tenuto a guardare questa immondizia, soldi pochi perche' l'ho preso piratato, uno dei momenti in cui ringrazi che esiste perche' 15 euro per un mal di pancia continuo s
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Ho letto i commenti e recensioni entusiasti e mi chiedo se viviamo sullo stesso pianeta, sapere che a qualcuno e' piaciuto mi viene da pensare che non e' il cinema in crisi ma la gente che non ha un minimo di gusto. Un film con una trama da principe azzurro e biancaneve (le scarpe!!!), banalissimo alla nausea, attori che lasciamo perdere, va bene per una fiction o un film per la tv dove le aspettative sono per qualcosa che ti faccia venir sonno subito, ma non per un film per cui bisogna pagare un biglietto (e infatti incassi ridicoli) o comprarselo in dvd (meglio tagliarsi le vene!). Ho buttato un'ora che e' il tempo che ho tenuto a guardare questa immondizia, soldi pochi perche' l'ho preso piratato, uno dei momenti in cui ringrazi che esiste perche' 15 euro per un mal di pancia continuo sono un furto!
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liuk!
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domenica 31 marzo 2013
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piú violento di quel che sembra
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Pellicola cruda su un tema scottante come quello della prostituzione giovanile, in una Roma corrotta da politici corrotti, dove anche le madri incitano le figlie a darsi in cambio della solita raccomandazione. In questo inferno, due ragazzi danni vita ad un simpatico road movie per le vie della capitale. Film discreto, a tratti buono, che si rovina completamente in un finale tirato via e abbandonato ad una scena mozzata.
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lunetta
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sabato 23 marzo 2013
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un giorno amaro e un pò "noioso"
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è passato il tempo dal più bel giorno della mia vita....della comencini. Un bel film. Dopo tanti anni la comencini ingaggia due attori non proprio bravissimi, specie lei, impacciata e simile a un sacco bello. Una storia che ormai ci ha stancato (giovane e bella ragazza di periferia spinta dalla madre a compiacere in tutto il politico di turno per fare carriera): ma che novità! una storia inedita, originale.
Se devi imbastire una storia vecchia come il mondo (Salomè?) almeno cura i dialoghi, banali, e scegli i 2 unici attori che reggono un film di 90 minuti un pò meglio
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fede81
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lunedì 11 marzo 2013
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un giorno speciale
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Un "Prima dell'alba" italiano dolce e tagliente, che ti appassiona dall'inizio alla fine, grazie a una regia attenta ai particolari e ad una recitazione di notevole qualità da parte dei due giovani attori. Consiglio di vederlo.
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pensierocivile
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martedì 26 febbraio 2013
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normalità e banalità
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E' labile il confine tra normalità e banalità e, UN GIORNO SPECIALE, non rimane su quel confine, lo varca e non torna più indietro alla normalità, anzi, si adagia, si accomoda nell'inutilità. In fondo c'era un racconto semplice da mettere in scena, il barlume di una storia d'amore fra le nefandezze della quotidiana ricerca di una vita diversa con i salvagenti della ricerca di un lavoro stabile e i tragici compromessi per la realizzazione di un sogno proprio o altrui. La storia si lascia anche seguire, fresca e veloce, ma non vola mai, resta una storiellina superficiale e scontata, buona per un corto, così da poter sottintendere la tristezza del presente, invece di mostrare (la scena dell'onorevole è superflua e banale) senza personalità e stile.
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E' labile il confine tra normalità e banalità e, UN GIORNO SPECIALE, non rimane su quel confine, lo varca e non torna più indietro alla normalità, anzi, si adagia, si accomoda nell'inutilità. In fondo c'era un racconto semplice da mettere in scena, il barlume di una storia d'amore fra le nefandezze della quotidiana ricerca di una vita diversa con i salvagenti della ricerca di un lavoro stabile e i tragici compromessi per la realizzazione di un sogno proprio o altrui. La storia si lascia anche seguire, fresca e veloce, ma non vola mai, resta una storiellina superficiale e scontata, buona per un corto, così da poter sottintendere la tristezza del presente, invece di mostrare (la scena dell'onorevole è superflua e banale) senza personalità e stile. I ragazzi sembrano divertirsi, la regia sembra guidarli, ma il film si dimentica presto e, peggio, si confonde con la moltitudine del genere.
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ennecappa
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giovedì 11 ottobre 2012
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fil allegro e drammatico
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Premetto, sono andato a vedere questo film per caso, senza neanche sapere di che cosa parlasse. La storia inizia in un'abitazione della periferia di Roma, classica famiglia formata da 4 persone che vive in un piccolo appartamento di case popolari. La figura della mamma è molto importante all'interno della storia che è complice cosciente (a mio avviso) della figlia, la protagonista vera. Gina, la figlia, viene truccata e vestita nei minimi dettagli dalla madre per un "provino" a cui sembra interessare più alla madre che a Gina. Una macchina (classica "auto-blu") arriva poi a prendere la bellissima Gina. Da qua si sviluppa la vera storia, Gina fa amicizia con l'autista, l'altro protagonista, al suo primo giorno di lavoro, e passano insieme una stupenda giornata (il "provino" viene continuamente rimandato) nella quale probabilmente nasce un qualcosa tra i due protagonisti.
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Premetto, sono andato a vedere questo film per caso, senza neanche sapere di che cosa parlasse. La storia inizia in un'abitazione della periferia di Roma, classica famiglia formata da 4 persone che vive in un piccolo appartamento di case popolari. La figura della mamma è molto importante all'interno della storia che è complice cosciente (a mio avviso) della figlia, la protagonista vera. Gina, la figlia, viene truccata e vestita nei minimi dettagli dalla madre per un "provino" a cui sembra interessare più alla madre che a Gina. Una macchina (classica "auto-blu") arriva poi a prendere la bellissima Gina. Da qua si sviluppa la vera storia, Gina fa amicizia con l'autista, l'altro protagonista, al suo primo giorno di lavoro, e passano insieme una stupenda giornata (il "provino" viene continuamente rimandato) nella quale probabilmente nasce un qualcosa tra i due protagonisti. Il tutto però non torna, il film sembra troppo "leggero" e senza un senso. La scena finale però a mio avviso lascia spiazzati. Tutti ad un certo punto del film capiscono cosa è questo "provino", ma avendo conosciuto così bene i personaggi durante il loro "giorno speciale" probabilmente si aspettavano un finale diverso, più leggero com'è stato tutto il film. Invece in un attimo si passa dall'allegria e dalla spensiratezza alla drammaticità. E' un film che ti fa pensare e arrabbiare molto, perchè purtroppo tutti noi sappiamo benissimo che queste cose in Italia sono all'ordine del giorno. Complimenti alla regista che sinceramente non conoscevo, molto brava a sorprendere e a dar vita ai due protagonisti ai quali ci si affezziona per forza.
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