flyanto
|
lunedì 22 settembre 2014
|
la lotta non-violenta di vari gruppi attivisti
|
|
|
|
Film-documentario dove vengono presentati i vari movimenti di protesta all'insegna della non-violenza dei vari paesi del mondo. Si assiste così a quello in Iran contro il regime politico, a quello negli Usa, a New York, contro il potere economico di Wall Street, a quello degli "Indignados" a Madrid contro le confische degli appartamenti, a quello diffuso da Kiev per tutte le città europee del gruppo di giovani e belle donne, "Le Femen", che si battono per i diritti della donna, dell'uguaglianza delle minoranze sessuali e contro il potere del clero, e molti altri....
Una pellicola molto esplicita e chiara nella sua esposizione al fine di far comprendere in breve tempo (circa 2 ore di programmazione) allo spettatore le motivazioni e la condotta che portano svariati gruppi di protesta a battersi per molteplici principi.
[+]
Film-documentario dove vengono presentati i vari movimenti di protesta all'insegna della non-violenza dei vari paesi del mondo. Si assiste così a quello in Iran contro il regime politico, a quello negli Usa, a New York, contro il potere economico di Wall Street, a quello degli "Indignados" a Madrid contro le confische degli appartamenti, a quello diffuso da Kiev per tutte le città europee del gruppo di giovani e belle donne, "Le Femen", che si battono per i diritti della donna, dell'uguaglianza delle minoranze sessuali e contro il potere del clero, e molti altri....
Una pellicola molto esplicita e chiara nella sua esposizione al fine di far comprendere in breve tempo (circa 2 ore di programmazione) allo spettatore le motivazioni e la condotta che portano svariati gruppi di protesta a battersi per molteplici principi. Un mezzo semplice e diretto per fare sensibilizzare ed informare il pubblico che non sempre è sufficientemente a conoscenza delle problematiche e delle reazioni che scaturiscono nel nostro continente. Se questi gruppi di protesta riescano, poi, o meno a far valere le loro rimostranze, ovviamente non è sempre assicurato (ma in certi casi, sì) e poco importa ai due fratelli irniani registi Arman ed Arash T. Riahi del film. Lo scopo che essi principalmente si sono prefissato è solo quello di presentare e soprattutto sensibilizzare gli individui sui movimenti non-violenti degli attivisti contro delle realtà e delle situazioni poco accettabili e poco condivisibili e, comunque, ritenute profondamente ingiuste. Insomma una voce che si eleva a ribellione e che anche incita gli esseri umani a non subire e a rimanere mai passivi.
nIteressante nel suo genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
vincenzo valorani
|
sabato 8 novembre 2014
|
rapporti tra cittadini e istituzioni
|
|
|
|
Everyday rebellion è un documentario che propongo per la novità dell'argomento affrontato e per il metodo contiguo alla ricerca scientifica col quale è stato costruito e girato.
I fratelli iraniani Arash e Arman Riahi, registi del docufilm, passano in rassegna i metodi oggi usati per comunicare il dissenso sia nei regimi dittatoriali, che in quelli democratici.
I casi sono analizzati con pacatezza: i registi non si lasciano sedurre da spunti o corollari polemici.
In Everyday rebellion si trovano espressioni come “lessico gestuale” e il neologismo “clictismo”: l'attività di protesta su internet non è vincente sul piano pratico, come si crede.
Sono abbozzate alcune leggi della comunicazione di protesta, con modalità pacifiche.
[+]
Everyday rebellion è un documentario che propongo per la novità dell'argomento affrontato e per il metodo contiguo alla ricerca scientifica col quale è stato costruito e girato.
I fratelli iraniani Arash e Arman Riahi, registi del docufilm, passano in rassegna i metodi oggi usati per comunicare il dissenso sia nei regimi dittatoriali, che in quelli democratici.
I casi sono analizzati con pacatezza: i registi non si lasciano sedurre da spunti o corollari polemici.
In Everyday rebellion si trovano espressioni come “lessico gestuale” e il neologismo “clictismo”: l'attività di protesta su internet non è vincente sul piano pratico, come si crede.
Sono abbozzate alcune leggi della comunicazione di protesta, con modalità pacifiche.
E' citato M. K. Gandhi, ma la sua metodologia è oggi molto affinata.
Un esempio sul versante del potere:
i regimi dittatoriali se da un lato hanno una sacra paura del voto, dall'altro non possono fare a meno del consenso (ottenuto con “benefici” imposti, non partecipati).
Perciò una reazione violenta a una contestazione pacifica danneggerebbe l'immagine del sistema e quindi la sua stabilità.
Disperdere, nelle fontane della città, del liquido rosso per simboleggiare il sangue che le stragi di regime hanno fatto scorrere, mette in serie difficoltà il sistema repressivo, impotente nell'individuare i “colpevoli” e parimenti esposto a una smacco.
Esempi sul versante del popolo:
una critica al governo sarà tanto più efficace quanto più riuscirà a difendere la sicurezza del contestatore, e a procurare sconcerto nell'apparato repressivo.
Riguardo alla paura, nel documentario è inquadrato un cartello creato da alcuni manifestanti nel quale è disegnato un semicerchio con un indicatore.
A sinistra c'è la parola War; al centro, in alto, la parola Paura, e a destra la parola Pace.
Quest'immagine è simile a quella usata per mostrare l'andamento delle transazioni in Borsa.
Lanciare sulla città palloncini colorati, che con un espediente scoppieranno in aria liberando i volantini (contenuti al loro interno), è un metodo molto economico (nei Paesi poveri dell'Asia) e efficace per la diffusione di un pensiero alternativo.
Il volo su Vienna del 9 Agosto 1918 compiuto dal Maggiore Gabriele d'Annunzio con 11 aerei, appare oggi un romantico modo di lanciare messaggi politici, attraverso volantini.
Giovani e adulti, qualsiasi sia la loro estrazione sociale culturale o religiosa, abbracciando la via della non-violenza, finiscono con l'adottare metodi simili a quelli proposti dal Vangelo.
Gli intervistati mettono più volte in risalto la maggiore efficacia delle azioni pacifiche rispetto a quelle violente, sia nel breve periodo, per evitare l'incriminazione (che pende come una spada di Damocle, anche nei Paesi dove vige la democrazia, nei vari gradi di attuazione), sia nel lungo periodo.
Un esempio:
I registi intervistano anche una coraggiosa ragazza appartenente al Movimento femminista di protesta FEMEN.
Combattendo contro le discriminazioni sociali e per lo sviluppo della democrazia, queste giovani donne espongono se stesse al disprezzo dei connazionali (resi ottusi dal regime violento, che esige obbedienza), alla tortura, all'esilio politico.
In definitiva più che delle contestatrici spregiudicate e irriverenti, appaiono martiri (v. anche le attiviste Pussy Riot o “riot grrrl”).
Vincenzo Valorani
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vincenzo valorani »
[ - ] lascia un commento a vincenzo valorani »
|
|
d'accordo? |
|
|