Educação Sentimental

Film 2013 | Drammatico, +13 84 min.

Titolo originaleEducação Sentimental
Anno2013
GenereDrammatico,
ProduzioneBrasile
Durata84 minuti
Regia diJúlio Bressane
AttoriJosie Antello, Bernardo Marinho, Débora Olivieri .
Uscitagiovedì 10 marzo 2016
TagDa vedere 2013
DistribuzioneZomia Cinema
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Júlio Bressane. Un film Da vedere 2013 con Josie Antello, Bernardo Marinho, Débora Olivieri. Titolo originale: Educação Sentimental. Genere Drammatico, - Brasile, 2013, durata 84 minuti. Uscita cinema giovedì 10 marzo 2016 distribuito da Zomia Cinema. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi Educação Sentimental tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento mercoledì 9 marzo 2016

Áurea, un'insegnante solitaria, avvia una singolare relazione con un giovane che ha conosciuto per caso.

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
News
Critica
Premi
Cinema
Un'opera d'arte autentica, in perfetto equilibrio tra realtà e fantasmagoria.
Recensione di Olivia Fanfani
Recensione di Olivia Fanfani

Come nel mito di Endimione, la capacità di soffermarsi a contemplare la manifestazione divina è ancora la capacità di preservare la sensualità ingenua dell'essere umano. La luna come essere androgino - femminile in relazione al sole, maschile con la terra - si staglia luminosa e fragile in un cielo terso. Dea e donna, è il tramite silenzioso degli uomini con gli dei.
Un uomo incontra per caso la sua ninfa/maestra che parla e ricorda, in un flusso mnemonico di richiami ancestrali, di come col tempo gli uomini abbiano smarrito la sensualità per rimpiazzare il desiderio con la pornografia emozionale. La conversazione e la struttura narrativa si presentano come i frammenti di un testo, "un organismo intellettuale e artistico che attraversa varie discipline". Dove non arriva l'immagine filmica di Bressane ci pensano le parole e i manoscritti di autori, filosofi e pensatori, che hanno lasciato in eredità riflessioni sulla natura più intima dell'essere umano. Quella stessa profondità scoperta da Endimione con Selene, e subito persa quando Zeus scopre la natura proibita degli amanti.
Leitmotiv del film è il risveglio dal torpore in cui è inesorabilmente piombato lo spettatore, apatico nel percepire il mondo. Aurea e Aureo sono i protagonisti di una discesa agli inferi consapevole, due metà distanti una lettera. Il gioco di parole a rimettere (per principio di somiglianza) al parallelo con l'Aura benjaminiana, svilita e svanita dietro la perdita del processo creativo. Il simulacro di una porcellana come mezzo che traghetta alle origini e alla commistione tra le arti, induce alla riflessione sull'uomo e sulla sua opera, che sia essa cinematografica, teatrale o pittorica. Sarà quindi nell'unicità di un gesto, nella traduzione del canto di un usignolo, che l'uomo potrà riemergere dal voyeurismo autoreferenziale in cui è piombato nell'epoca della riproducibilità.
La macchina da presa ora immobile in mezzo alla stanza, ora nascosta dietro un drappeggio o un mascherino, è come uno spettatore indesiderato in un gioco di velati riferimenti al teatro e alla pittura - Frida Kahlo sovrasta la scena con sguardo severo sugli amanti. Ed è sulla luce che si gioca il parallelismo con un cinema ritrovato: l'evocazione di un "Tabu" (Murnau) avviene col gesto della pellicola che scorre tra le dita come una reliquia trasparente, simbolo di un cinema che non c'è più, sparito "dietro l'opacità del digitale". A scardinare ancor di più il mero citazionismo, un boom entra in campo a sottolineare l'importanza del canto degli uccelli in questo giardino dell'eden inviolato, auspicio di una nuova vicinanza con l'altro, anelato, toccato o appena sfiorato.
Tuttavia, l'arrivo a questo grado di sensibilità conduce Aura a sentire la fisicità come un peso, con la stessa esasperata coscienza che, dolorosa, si ripercuote ne gesti convulsi di una danza ipnotica, un "contact" gutturale. La metafora racchiusa nel dialogo porta l'irrequietezza del corpo, obbligato a liberarsi dal peso della propria consapevolezza con un ballo che si fa man mano più spasmodico e carnale. Auro sarà costretto a partecipare al movimento della musa per salvarla da un ciclo altrimenti destinato a perdersi. Il continuo richiamo alla morte - "Non mi sentii mai così bene come quando credetti di morire" - sottintende la totale mancanza di poesia laddove non ci sia accettazione della caducità del proprio essere. Un idillio in cui l'unica minaccia - anch'essa donna - giunge in veste di madre dell'uomo. Una persona pragmatica nei gesti e risoluta a spezzare la magia del giardino incantato con la sua pornografia verbale. Invitata poi dalla "Dea" Aura a recarsi altrove, la Madre lascerà dietro di se due amanti trasfigurati in automi, persi dietro gesti ora vuoti. Infine gli sguardi fuggevoli s'incontreranno di nuovo, a sfatare la maledizione del voyeur compulsivo nascosto dietro il buco della serratura.

Sei d'accordo con Olivia Fanfani?
Powered by  
Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati