Titolo originale La Vie d'Adèle.
Drammatico,
durata 179 min.
- Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 24ottobre 2013.
- VM 14 -
MYMONETROLa vita di Adele
valutazione media:
4,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Acquista »
In quasi tre ore di film (abbastanza pesantuccio), il regista Abdel Kechiche ci descrive la vita sentimentale della giovane Adele in un periodo complicato di crescita e maturazione della donna, passando dalla "scuola alla scuola", ovvero da studentessa a maestra. L'incontro con Emma (Lea Seydoux) metterà sottosopra le poche certezze di Adele, fra le due ragazze sboccia l'amore, un amore vero, un amore sincero raffigurato anche da delle lunghe scene di sesso. Ma col passare degli anni qualcosa sembra rompersi nella coppia. Un film senz'altro ben strutturato che esamina con minuziosità il personaggio principale; sconfitto agli Oscar soltanto da "La Grande Bellezza" di Sorrentino, altro genere e secondo me altro livello.
[+]
In quasi tre ore di film (abbastanza pesantuccio), il regista Abdel Kechiche ci descrive la vita sentimentale della giovane Adele in un periodo complicato di crescita e maturazione della donna, passando dalla "scuola alla scuola", ovvero da studentessa a maestra. L'incontro con Emma (Lea Seydoux) metterà sottosopra le poche certezze di Adele, fra le due ragazze sboccia l'amore, un amore vero, un amore sincero raffigurato anche da delle lunghe scene di sesso. Ma col passare degli anni qualcosa sembra rompersi nella coppia. Un film senz'altro ben strutturato che esamina con minuziosità il personaggio principale; sconfitto agli Oscar soltanto da "La Grande Bellezza" di Sorrentino, altro genere e secondo me altro livello. W l'Italia! [-]
[+] lascia un commento a onufrio »[ - ] lascia un commento a onufrio »
Certamente non male come film, ma secondo me non è il capolavoro tanto decantato. "La vita di Adele" tratta un'età molto difficile, ovvero il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e racconta i desideri sentimentali e professionali della protagonista. Affronta tutti gli argomenti con pertinenza e profondità, anche se scade nelle lunghissime ed estenuanti scene di sesso che, più che artistiche, potrebbero essere tranquillamente definite pornografiche - non che io veda alcunché di male nella pornografia, ma qui è totalmente scollegata dal contesto e fa virare il film nel vouyerismo più assoluto.
[+]
Certamente non male come film, ma secondo me non è il capolavoro tanto decantato. "La vita di Adele" tratta un'età molto difficile, ovvero il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e racconta i desideri sentimentali e professionali della protagonista. Affronta tutti gli argomenti con pertinenza e profondità, anche se scade nelle lunghissime ed estenuanti scene di sesso che, più che artistiche, potrebbero essere tranquillamente definite pornografiche - non che io veda alcunché di male nella pornografia, ma qui è totalmente scollegata dal contesto e fa virare il film nel vouyerismo più assoluto. E' un film parecchio lungo senza essere noioso, emozionante a tratti e illuminato non tanto dalla brava protagonista, quanto dall'eccezionale e bellissima Lea Seydoux. [-]
[+] lascia un commento a paride86 »[ - ] lascia un commento a paride86 »
Melò (iper)naturalista viscerale e funereo, per fortuna privo dei soliti dialoghi introspettivi che dovrebbero fornire la giustificazione delle azioni dei protagonisti - la cui mancaza immagino sconcerti più di uno spettatore - e dotato di una sceneggiatura ostentatamente formulaica e banale (poca trama) e altresì giustamente didascalica nell'accennare alle inferriate e alle gabbie che condizionano l'umana esistenza - cosa immagino scambiata per superficialità. Da qui lo scarto bruciante tra testo e messa in scena che invece è estremamente potente nel mostrare proprio ciò che eccede i limiti e i confini posti dalle suddette gabbie, con uno sguardo tanto intenso da ricordare il miglior Pialat, pur senza il suo rigore intellettuale e la sua austerità quasi monacale - il realismo del regista franco-tunisino essendo meno essenziale e puro, anzi sporco e vagamente malandrino.
[+] lascia un commento a giorgietto82 »[ - ] lascia un commento a giorgietto82 »
Una storia di una ragazza che scopre di amare un'altra ragazza. Una storia semplice ma di contenuto compesso, in quanto tratta l'argomento (ormai gettonato) dell'omosessualità, generalmente affrontato di più nel genere maschile. Ho letto il fumetto da cui il film è "liberamente tratto", perchè volevo capire bene la storia: il fumetto non mi è piaciuto perchè non mi sono piaciuti i disegni e perchè tratta la storia molto velocemente, senza soffermarsi mai su quello che veramente accade ad Adele. Allora sono andata a vedere il film con più entusiasmo, perchè il libro non mi era piaciuto e speravo ina buona realizzazione del film.
[+]
Una storia di una ragazza che scopre di amare un'altra ragazza. Una storia semplice ma di contenuto compesso, in quanto tratta l'argomento (ormai gettonato) dell'omosessualità, generalmente affrontato di più nel genere maschile. Ho letto il fumetto da cui il film è "liberamente tratto", perchè volevo capire bene la storia: il fumetto non mi è piaciuto perchè non mi sono piaciuti i disegni e perchè tratta la storia molto velocemente, senza soffermarsi mai su quello che veramente accade ad Adele. Allora sono andata a vedere il film con più entusiasmo, perchè il libro non mi era piaciuto e speravo ina buona realizzazione del film. Purtroppo anche il film mi ha delusa. Ovviament è un'opinione piuttosto soggettiva, in quanto non mi è piaciuto fin dall'inizio a causa della scelta del regista di girare il film con un'inquadratura ravvicinata: i primi minuti pensavo di non poter mai più mangiare un piatto di spaghetti o un kebab, avevo la nausea e il disgusto nel veder mangiare così. Quindi per tutto il film ho percepito questa sensazione di voler ampliare la visione. Adele scopre se stessa, ma non ci fa veramente capire quanto sia difficile per lei, capita un po' troppo velocemente e con troppa superficialità. Invece Emma viene dipinta come la ragazza artista, che non ha paura della sua sessualità e che spinge Adele tra le proprie braccia, dopo averla adescata n un local gay. Il personaccio di Emma è complesso ma piacevole, mentre quello di Adele non matura mai: sembra essere sempre la solita ragazzina ingenua, sulle nuvole. E la scena di sesso è troppo lunga e volgare, ovvero, non mi dà l'idea di amore femminile, ma di solo sesso. Non mi è piaciuta affatto. Il film si sofferma troppo sui particolari, ma poi perde personaggi importanti, senza giustificazione: la ragazza di Emma, i genitori di Emma e quelli di Adele, l'amico gay di Adele sembra disinteressato. I dialoghi mi hanno lasciato quel senso di ridicolo, di superficiale, di incompleto. Mi dispiace, ma non sono riuscita a trovare un aspetto positivo.
PUNTO FORTO: la storia
PUNTO DEBOLE: scena di sesso e inquadratura ravvicinata
CONSIGLIATO: NO
[-]
[+] lascia un commento a criro »[ - ] lascia un commento a criro »
Adele, adolescente che ama la letteratura e sogna di fare l’insegnante, si ritrova abbastanza confusa poiché si accorge di provare interesse per le ragazze del suo stesso sesso, e la deludente prima volta con un ragazzo sembra dargli le prime conferme sul suo confuso orientamento sessuale. L’incontro con l’artista Emma, più grande, esperta e molto più a suo agio con la sua omosessualità, gli farà capire quello che è veramente, nonostante si troverà a non affermarlo mai apertamente a genitori e amici. Adele s’innamorerà perdutamente di Emma e comincerà a scoprire i piaceri dell’amore lesbico (mostrati in prolungate e orgasmiche riprese), ma anche le sofferenze provocate dalla rottura del rapporto con essa.
[+]
Adele, adolescente che ama la letteratura e sogna di fare l’insegnante, si ritrova abbastanza confusa poiché si accorge di provare interesse per le ragazze del suo stesso sesso, e la deludente prima volta con un ragazzo sembra dargli le prime conferme sul suo confuso orientamento sessuale. L’incontro con l’artista Emma, più grande, esperta e molto più a suo agio con la sua omosessualità, gli farà capire quello che è veramente, nonostante si troverà a non affermarlo mai apertamente a genitori e amici. Adele s’innamorerà perdutamente di Emma e comincerà a scoprire i piaceri dell’amore lesbico (mostrati in prolungate e orgasmiche riprese), ma anche le sofferenze provocate dalla rottura del rapporto con essa. Se ci sta un merito da dare a “La vita di Adele” è quello di farci vedere in tutto e per tutto la fase di scoperta di una diversità che difficilmente si accetta da chi la prova e che è ancora difficilmente accettata dalle altre persone e la paura costante della rivelazione di tale diversità per la paura dei pregiudizi altrui. Già visto? Si è vero, ma l’omosessualità femminile ancora non era stata raccontata così apertamente, e in un film di tre ore con tanto di scene esplicite, per giunta. Poi possiamo certo spezzare una lancia a favore alla prova sentita e d’impegno di Lea Seydoux (Emma) e Adele Exarchopoulos.
Si dovrebbe puntare il dito su una narrazione fin troppo approssimativa e banale, e il tralasciare di alcuni importanti dettagli a causa di uno sbalzo temporale repentino e inspiegabile, che da Adele adolescente passa ad adulta con tanto di lavoro d’insegnante da lei sognato. Il film è diviso da due parti, ma la seconda è decisamente mal gestita in confronto alla prima, nella quale troviamo una ragazza sostituita da un salice piangente che alla lunga stanca; in parte è apprezzabile il finale aperto, ma non è scelta adatta dagli eventi accaduti prima.
Insomma, “La vita di Adele” presenta un tema usato ma molto ben inquadrato che fa certamente piacere vedere a persone accomunate al personaggio di Adele, che fa pensare che bisognerebbe essere per forza al centro della questione per essere capito e gradito al meglio; di contro, cinematograficamente parlando può risultare inutilmente provocatorio e fine a se stesso. Una Palma d’oro d’eccesso? Certo ed è sacrosanto dirlo, ma almeno non è da evitare come la peste. [-]
[+] lascia un commento a shiningeyes »[ - ] lascia un commento a shiningeyes »
tre ore di una banale storia d'amore tra due ragazze (di cui un'adolescente "indecisa" se stare con gli uomini o le donne) sono veramente troppi. La macchina da presa, che indugia compiaciuta e quasi ossessivamente sul volto imbronciato di Adele (la quale, ogni tanto, farebbe bene a pettinarsi anziché arrovelarsi nevroticamente nel tic, noioso e ripetitivo fino al disgusto, di annodarsi e sciogliersi le chiome), ripropone sempre gli soliti sguardi, i soliti sorrisi, la solita espressione dall'aria smarrita. Non so cosa la critica abbia trovato in questa storia di gelosia che ripropone i soliti trinagoli (lui, lei e l'altro) ma con la variante "lei, lei e l'altra" che diventa stucchevole, come tutte le storie filmiche che durano troppo senza permettersi il lusso di essere dei capolavori.
[+]
tre ore di una banale storia d'amore tra due ragazze (di cui un'adolescente "indecisa" se stare con gli uomini o le donne) sono veramente troppi. La macchina da presa, che indugia compiaciuta e quasi ossessivamente sul volto imbronciato di Adele (la quale, ogni tanto, farebbe bene a pettinarsi anziché arrovelarsi nevroticamente nel tic, noioso e ripetitivo fino al disgusto, di annodarsi e sciogliersi le chiome), ripropone sempre gli soliti sguardi, i soliti sorrisi, la solita espressione dall'aria smarrita. Non so cosa la critica abbia trovato in questa storia di gelosia che ripropone i soliti trinagoli (lui, lei e l'altro) ma con la variante "lei, lei e l'altra" che diventa stucchevole, come tutte le storie filmiche che durano troppo senza permettersi il lusso di essere dei capolavori. Anche le scene di sesso sono terribilmente noiose e ripetitive. Il regista poteva "ammiccare", "far intuire", eccitare con la fantasia piuttosto che riprendere in tempo reale, minuto per minuto, centimetro di pelle per centimetro, le unioni tra le due. Verrebbe da dire: ecchisenefrega... che stiano insieme e non invadano lo schermo e gli occhi degli spettatori con le loro performances erotiche... Non ci sono più nei film delle coppie etero, dobbiamo cominciare a sorbici quelle delle coppie gay? Più si parla degli omosessuali come di coppie normali, più le si discrimina nella apparente disinvoltura (ma in realtà è una forzatura) di farcele apparire nella normalità. Senza volerlo, le si differenzia ancora di più dalla cosiddetta sessualità di genere che impone delle scelte precise. Infine, vorrei dire che tre ore di film sono troppe anche per i capolavori. Lucchino Visconti non ha sprecato tanta pellicola per il Gattopardo, che pure è un capolavoro, e persino Guerra e Pace non supera i 180 minuti. Ma chissà perchè certi registi si arrogano il diritto di ammorbarti con primi piani patetici di attori e attrici che non si chiamano Burt Lancaster nè Claudia Cardinale. [-]
[+] amore mio (di vedonero)[ - ] amore mio
[+] condivido (di luis5820)[ - ] condivido
[+] noia no ma ...... (di claudio4455)[ - ] noia no ma ......
[+] lascia un commento a washy »[ - ] lascia un commento a washy »
Mi trovo abbastanza in disaccordo sulle lodi attribuite a questo film. Personalmente sono uscito senza entusiasmo alcuno. Le intenzioni registiche ci sono tutte, e molti sono i punti apprezzabili per i quali non può certo essere classificato come un film medio.
Ciononostante la sensazione è quella del già visto. Le inquadrature dei volti e dei corpi: già viste. Il rapporto cibo-amore-carnalità: già visto. L'amore diverso e le sue implicazioni: già visto. La discriminazione del diverso da parte dei compagni di scuola: già vista. Cosa manca? Manca una scintilla che lo contraddistingua da una cronaca di una storia come tante. Manca una reale originalità, qualcosa che colpisca realmente. Anche se apparirà una citazione assolutamente fuori luogo, di colpo mi viene in mente la manzoniana descrizione di fra Cristoforo:
"Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla, pure fanno, di tempo in tempo, qualche sgambetto, che scontan subito, con una buona tirata di morso.
[+]
Mi trovo abbastanza in disaccordo sulle lodi attribuite a questo film. Personalmente sono uscito senza entusiasmo alcuno. Le intenzioni registiche ci sono tutte, e molti sono i punti apprezzabili per i quali non può certo essere classificato come un film medio.
Ciononostante la sensazione è quella del già visto. Le inquadrature dei volti e dei corpi: già viste. Il rapporto cibo-amore-carnalità: già visto. L'amore diverso e le sue implicazioni: già visto. La discriminazione del diverso da parte dei compagni di scuola: già vista. Cosa manca? Manca una scintilla che lo contraddistingua da una cronaca di una storia come tante. Manca una reale originalità, qualcosa che colpisca realmente. Anche se apparirà una citazione assolutamente fuori luogo, di colpo mi viene in mente la manzoniana descrizione di fra Cristoforo:
"Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla, pure fanno, di tempo in tempo, qualche sgambetto, che scontan subito, con una buona tirata di morso."
Pochissime parole e subito questo personaggio è grandioso. La descrizione dei suoi occhi, del suo spirito indomito, della sua vivacità intellettuale e spirituale, e al tempo stesso la consapevolezza profonda di voler rispettare una scelta di vita sono quanto di più mirabile si possa riscontrare in una sintesi artistica.
E questo è il punto. La sintesi. Questo film dura 179 minuti. E non ne ho trovato uno che mi facesse sobbalzare, che mi appassionasse, che mi mostrasse una pallida parvenza di vivacità interiore nei personaggi. Forse anche infastidito da una recitazione asettica e inespressiva come quella dell'attrice che impersona Adele, che trascorre il 90% del film con la bocca perennemente semi-aperta, in un'espressione fra l'ebete e il "cosa ci faccio io qui"... Un personaggio perennemente incapace di accettare sé stesso e verso cui non riesco a provare trasporto, perché fondamentalmente incapace di lottare e sostenere una scelta: occhi che non sfolgorano mai, appunto.
Per quanto mi riguarda proprio una reale mancanza di vitalità è quella che mi ha lasciato indifferente: e se ripenso alla vivacità di un film delizioso come Fucking Amal, che pur affrontando una tematica simile (la presa di coscienza della propria omosessualità) lo fa mostrando gli autentici guizzi di intelligenza, ironia e sensibilità delle due protagoniste, quelle sì assolutamente straordinarie, questo film mi appare decisamente poco incisivo in partenza. Comunque molto belle alcune immagini.
[-]
[+] lascia un commento a mahleriano »[ - ] lascia un commento a mahleriano »
“La vita di Adele”, per me (per ME) ha un solo pregio: a un certo punto, quando sei ormai rassegnato, quando pensi che forse non accadrà mai … il film finisce! Che gioia!
Kechiche è l’autore di Cous Cous, vale a dire di uno dei film più deludenti del 2007. Qui ripresenta le sue caratteristiche: prima fra tutte, quella di filmare, semplicemente, in tempo reale, ciò che fanno e dicono le persone (questa modalità gli permetterà, immagino, di fare cinema fino alla fine dei suoi giorni: una telecamera, qualcuno che gli scriva dei dialoghi improntati al buon senso, e voilà, il film è fatto…). Il regista ripropone poi alcuni suoi stilemi, fra cui ad esempio il “magnare”, con ampi rimandi a quella scena di Cous Cous in cui veniva filmato un pranzo in cui i commensali dicono cose banali a bocca piena (anche lì in “tempo reale”, anche lì interminabile…).
[+]
“La vita di Adele”, per me (per ME) ha un solo pregio: a un certo punto, quando sei ormai rassegnato, quando pensi che forse non accadrà mai … il film finisce! Che gioia!
Kechiche è l’autore di Cous Cous, vale a dire di uno dei film più deludenti del 2007. Qui ripresenta le sue caratteristiche: prima fra tutte, quella di filmare, semplicemente, in tempo reale, ciò che fanno e dicono le persone (questa modalità gli permetterà, immagino, di fare cinema fino alla fine dei suoi giorni: una telecamera, qualcuno che gli scriva dei dialoghi improntati al buon senso, e voilà, il film è fatto…). Il regista ripropone poi alcuni suoi stilemi, fra cui ad esempio il “magnare”, con ampi rimandi a quella scena di Cous Cous in cui veniva filmato un pranzo in cui i commensali dicono cose banali a bocca piena (anche lì in “tempo reale”, anche lì interminabile…). Insomma, una sequela ininterrotta di scene dilatate all’eccesso, composte da primi piani di gente che chiacchiera più o meno sensatamente (alcune scene poi sono assurde per la loro improbabilità, come già notato da kimkiduk riguardo all’aggressione di Adele da parte delle presunte “amiche” …)
La gran parte degli spettatori trovava lunghe e prolisse le scene di alcuni film del passato. Ma (sempre per me) quello sì che era cinema! Le 6 ore di “Scene da un matrimonio”, le lunghe scene di alcuni capolavori di Herzog, di Wenders, di Antonioni (o, per citare autori più recenti, del Wong Kar-Wai un po’ etereo di 2046). sono godimento puro: forse capisco poco di cinema, ma le preferisco di gran lunga agli interminabili primi piani su bocche che masticano o su visi piangenti decorati dal muco nasale ….
Detto questo, non voglio per la verità stroncare il film. Si tratta solo della mia opinione, personalissima (peraltro condivisa in pieno dai miei tre compagni di visione). Non nego, infatti, che il film racconta bene dell’amore, in maniera intensa e credibile: l’amore (sentimentale e fisico) che un adolescente dapprima percepisce come un concetto vago e un po’ misterioso, poi naviga a vista per avvicinarlo, poi lo decifra, e poi ancora ne viene travolto. L’interpretazione di Lea Seydoux, alle prese con un compito onestamente improbo, è più che buona. Le scene di amore fisico sono credibili, pertinenti, prive di compiacimento (anch'esse comunque interminabili, naturalmente). Per una recensione secondo me impeccabile, rinvio a quella di Paolo D’Agostini. In conclusione, se per voi il “cinema” è quello di gente come Kechiche, Dardenne e compagnia bella, ne trarrete godimento. Quanto agli altri ... provate pure, ma non dite che non vi avevo avvertito! [-]
[+] ed il movimento della telecamera? (di gommaflex28)[ - ] ed il movimento della telecamera?
[+] lascia un commento a pacan�/>
[ - ] lascia un commento a pacan�/>
“La vita di Adele”, per me (per ME) ha un solo pregio: a un certo punto, quando sei ormai rassegnato, quando pensi che forse non accadrà mai … il film finisce! Che gioia! Kechiche è l’autore di Cous Cous, vale a dire di uno dei film più deludenti del 2007. Qui ripresenta le sue caratteristiche: prima fra tutte, quella di filmare, semplicemente, in tempo reale, ciò che fanno e dicono le persone (questa modalità gli permetterà, immagino, di fare cinema fino alla fine dei suoi giorni: una telecamera, qualcuno che gli scriva dei dialoghi improntati al buon senso, e voilà, il film è fatto…). Il regista ripropone poi alcuni suoi stilemi, fra cui ad esempio il “magnare”: non può non tornare alla mente quella scena di Cous Cous in cui veniva filmato un pranzo in cui i commensali dicono cose banali a bocca piena (anche lì in “tempo reale”, anche lì interminabile…).
[+]
“La vita di Adele”, per me (per ME) ha un solo pregio: a un certo punto, quando sei ormai rassegnato, quando pensi che forse non accadrà mai … il film finisce! Che gioia! Kechiche è l’autore di Cous Cous, vale a dire di uno dei film più deludenti del 2007. Qui ripresenta le sue caratteristiche: prima fra tutte, quella di filmare, semplicemente, in tempo reale, ciò che fanno e dicono le persone (questa modalità gli permetterà, immagino, di fare cinema fino alla fine dei suoi giorni: una telecamera, qualcuno che gli scriva dei dialoghi improntati al buon senso, e voilà, il film è fatto…). Il regista ripropone poi alcuni suoi stilemi, fra cui ad esempio il “magnare”: non può non tornare alla mente quella scena di Cous Cous in cui veniva filmato un pranzo in cui i commensali dicono cose banali a bocca piena (anche lì in “tempo reale”, anche lì interminabile…). Insomma, una sequela ininterrotta di scene dilatate all’eccesso, composte da primi piani di gente che chiacchiera più o meno sensatamente (alcune scene poi sono assurde per la loro improbabilità, come già notato qui sotto da kimkiduk riguardo all’aggressione di Adele da parte delle presunte “amiche” …)
La gran parte degli spettatori trovava lunghe e prolisse le scene di alcuni film del passato. Ma … aridatece le 6 ore di “Scene da un matrimonio”, aridatece le lunghe sequenze di alcuni capolavori di Herzog, di Wenders, di Antonioni (o, per citare autori più recenti, del Wong Kar-Wai un po’ dilatato di “2046”)! Forse capisco poco di “Cinema”, ma le preferisco di gran lunga agli interminabili primi piani di gente che blatera, di bocche che masticano, di visi piangenti decorati dal muco nasale ….
Però, non voglio per la verità stroncare il film. Si tratta solo della mia opinione, personalissima (ma peraltro condivisa in pieno dai miei tre compagni di visione, oltre che da altri commentatori che vedo qui sotto...). Non nego, infatti, che il film racconta bene dell’amore, in maniera intensa e credibile: l’amore (sentimentale e fisico) che l’adolescente dapprima percepisce come un concetto vago e un po’ misterioso, poi naviga a vista per avvicinarlo, poi lo decifra, e poi ancora ne viene travolto. L’interpretazione di Lea Seydoux, alle prese con un compito onestamente improbo, è più che apprezzabile. Le scene di amore fisico sono credibili, pertinenti, prive di compiacimento (pur se anch’esse interminabili, al pari di tutte le altre sequenze…). Per una recensione secondo me impeccabile, rinvio a quella di Paolo D’Agostini. In conclusione, se per voi il “Cinema” è quello di gente come Kechiche, Dardenne e compagnia bella, ne trarrete godimento. Quanto agli altri ... provate pure, ma non dite che non vi avevo avvertito! [-]