La ragazza del dipinto

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Un film di Amma Asante. Con Gugu Mbatha-Raw, Tom Wilkinson, Sam Reid, Sarah Gadon, Miranda Richardson.
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Titolo originale Belle. Biografico, durata 105 min. - USA 2013. - 20th Century Fox Italia uscita giovedì 28 agosto 2014. MYMONETRO La ragazza del dipinto * * * 1/2 - valutazione media: 3,60 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Tiepido melò sullo sfondo di una lotta sociale. Valutazione 3 stelle su cinque

di ashtray_bliss


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lunedì 20 ottobre 2014

"La ragazza del dipinto" è un opera ben costruita ed architettata, un opera raffinata ma graffiante che sotto gli strati del perbenismo, delle buone maniere, dello sfarzo di vestiti e ambienti lussuosi cerca di aprirsi un varco e buttare luce su qualcosa di completamente diverso. Su una lotta sociale che stava espandendosi nell'Inghilterra del '700 per l'abolizione della schiavitù, e di come questa battaglia sociale, divenne una battaglia personale per Dido Elisabeth Belle, una giovane ereditiera mulatta, riconosciuta dal padre ed affidata allo zio, a capo della Corte Suprema inglese.
Belle cresce insieme alla famiglia del giudice e alla cugina, amata e curata quanto fosse una figlia naturale;  Viene educata nello stesso modo che si addiceva alle ragazze per bene dell'epoca e non viene esclusa da praticamente nessuna attività famigliare, se non quella di astenersi dalle cene con la famiglia quando c'erano ospiti in casa. La ragazza, sveglia, intelligente e con gran voglia di farsi valere e darsi da fare per la società comincia ad interessarsi ad un caso sul quale sta lavorando suo zio e sul quale insiste particolarmente un giovane avvocato tirocinante da lui.
Il caso è quella della nave Zong, portata all'attenzione dell'opinione pubblica a causa dello scandalo creatosi da una società assicurativa che si rifuiutò di risarcire ai 'proprietari' per la merce perduta. Solo che in questo caso, la merce erano schiavi africani destinati a servire gli Inglesi e la Britannia che tuttavia mai arrivarono sulle coste londinesi, ma, essendo malati e maltrattati vennero incatenati tra loro e gettati in mare. Vivi. 
E benchè per l'epoca era accettabile ed "etico" sbarazzarsi della merce "guasta" dato che avrebbe potuto creare epidemie e trasmettersi rapidamente agli altri membri del equipaggio, e dunque episodi simili venivano assolti dalla corte suprema, non ci fu' lo stesso destino per la nave Zong.
In una Londra che inziava a muoversi e a diffondere idee ed ideali abolizionisti, il caso Zong fu la goccia che fece traboccare il vaso e tracciò la strada per l'abolizione della schiavitù ed iniziare a trattare "i negri" non come merce ma come esseri umani.
Ma se tutto questo trambusto e ardore sociale e politico era dirompente nel contesto londinese settecentesco, lo si percepisce in modo lieve, vago e superficiale nel film della Asante. Il film infatti prende una posizione precisa, ma decide di raccontare questa lotta sociale dal punto di vista di Belle e Divinier,  il giovane avvocato che subito si sente attratto da lei. A questo punto, infatti il film sfocia in un monoritmico, stantio e tedioso melò focalizando sulla relazione romantica sviluppatasi tra i due protagonisti, ma risultando cosi un piatto rivisto e pesante da digerire per lo spettatore che si aspetta un maggiore coinvolgimento sociale. E questa parentesi svalorizza parzialmente il film.
Successivamente, assistiamo ad uno squarcio interessante sul funzionamento interno delle famiglie inglesi d'alta borghesia e del futuro in serbo per le ragazze di buona famiglia. La loro unica ambizione o aspirazione infatti, doveva essere quella di corteggiare con giovani e abbienti rampolli, per trovare un degno marito in grado di mantenere elevato il rango famigliare. Questo ruolo ricopre perfettamente la cugina di Belle, Elizabeth, seppur ammettendo che la posizione della donna, anche se ben educata, rimane ritagliata al ruolo di moglie e madre. Ben altre sono invece le intenzioni della bella (a tutti gli effetti) protagonista, che vuole dedicarsi alla giustizia sociale e coglie l'occasione col caso della nave Zong e dello scarico del suo cargo umano. Caso che la riconnette alle sue origini raziali e sociali ma che fà cresciere in lei il fuoco della giustizia e logica. Collaborando strettamente con Divinier, riuscirà nella doppia impresa in cui si era cementata: Abbattere alcuni dei più clamorosi ostacoli e pregiudizi dettati dall'epoca, verso lei come donna; osando, ad esempio, scegliere da sola il futuro marito (Divinier) ma anche difendendo se stessa dalle accuse e offese inferte dal giovane corteggiatore e la sua famiglia motivati solamente dal fatto che Dido era una ricca ereditiera ma intolleranti verso di lei a causa del colore della pelle e delle umili origini. Ma la seconda e più decisiva vittoria è quella sociale, una vittoria personale per Dido e per tutto il movimento abolizionista inglese che da lì in poi ha cambiato il percorso storico, antropologico e sociale marciando verso una nuova Inghilterra, più giusta, democratica e tollerante.
Tecnicamente parlando, il film è molto fluido, lineare, lo si segue senza mai perdere interesse e attenzione nonostante cada spesso nella banalità e superficialità della love story che nulla aggiunge, ma piuttosto toglie, all'originalità della trama nella sua totalità.
Scenografie e ambientazioni impeccabili. E' stato fatto un lavoro veramente minuzioso e dettagliato e il risultato finale ne è la prova regina. Bellissime e sontuose le ricostruzioni degli ambienti interni o esterni delle case di alta borghesia. Splendide le ricostruzioni degli abiti, e il rendimento dei modelli, colori e stoffe. Tutto lavora perfettamente in sintonia con la tarda metà settecentesca Inglese
Abile e ben riuscito il lavoro della regista alla quale si riconosce il merito di aver portato al grande pubblico una motivante storia semi sconosciuta di una donna coraggiosa e ovviamente fuori dagli stretti schemi dell'epoca, che ha saputo tracciare la sua strada tra impegno sociale e scelte personali. Peccato che abbia scelto dei toni troppo rosa, melò e romantici (troppo fini a se stessi e dettati dalle leggi commerciali odierne) per rappresentare una storia veramente potente, dalla quale ci si aspettava un tantino di coinvolgimento in più. 
Bravissimi gli attori, tutti, veramente calzano perfettamente le parti a loro assegnate risultando convincenti e donando lo spessre che meritano ai loro personaggi.
L'unica vera pecca di questa pellicola è proprio il fatto che sta in bilico tra il film di denuncia e impegno sociale, il melodrammatico, il biografico e il sentimentale, ma senza mai varcare nessuno di questi territori per aggiudicarsi un genere. Ma forse questo e' anche il suo punto di forza: "La ragazza del dipinto" è un film che si muove su due livelli, cercando di evidenziare due lati (negativi) della stessa medaglia. I problemi e ostacoli sociali, dettati dalla piaga del razzismo che diede vita allo schiavismo e commercio umano, e gli intralci sociali dovuti al genere (inteso come gender). Le barriere imposte alle donne, seppur di buona famiglia, che ancora non conoscevano i benefici della totale liberta' di pensiero e azione.
Non siamo davanti ad un capolavoro, ma può essere un buon inizio e spunto per riflettere o per approffondire le tematiche proposte. Anche se alla fin fine l'impressione che resta è solo quella di un tiepido melò riuscito a metà.

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