Anni felici

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Un film di Daniele Luchetti. Con Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti, Angélique Cavallari, Benedetta Buccellato, Martina Gedeck.
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Commedia, durata 100 min. - Italia, Francia 2013. - 01 Distribution uscita giovedì 3 ottobre 2013. MYMONETRO Anni felici * * 1/2 - - valutazione media: 2,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
simo79 mercoledì 16 agosto 2023
banale e pesante Valutazione 0 stelle su cinque
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Una delusione... contavo sugli attori ma lho trovato pesante e lento... senza una vera trama... surreale il loro rapporto e surreale e troppo calcato il xsonaggio di lui artista esaurito.. non credibile.. bocciato proprio... nonmi ha lasciato nulla... zero emozioni..peccato

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caliste lunedì 27 luglio 2020
assolutamente da vedere Valutazione 0 stelle su cinque
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Forse semplice... ma azzeccato ed efficace nel portare il suo messaggio.
Gli interpreti sempre molto bravi.
La sceneggiatura, meno banale di quel che potrebbe apparire a un primo sguardo, regala alcuni momenti di una intensità straziante. Facile immedesimarsi...

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camarillo domenica 9 novembre 2014
una sessualità espansa e sudaticcia Valutazione 2 stelle su cinque
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Questo auspicava,con aria ispirata e folle,un acerbo Moretti nell'urgente e folgorante Ecce Bombo.Un film che distrugge i luoghi comuni nel momento stesso della loro creazione e prende di mira la feroce carica conservatrice insita in ogni rappresentazione autoassolutoria e autoreferenziale.Per farlo utilizza un sarcasmo impietoso e perfino crudele,a distruggere alla radice ogni tentazione autogiustificatoria e persino ogni processo di identificazione con i personaggi. Rivedere quel film rappresenta un buon antidoto a questo lavoro di Luchetti,che invece esclude l'unico elemento che poteva dare un indirizzo fecondo al film:l'autoironia.Ne deriva una costruzione nostalgica,che maschera dietro a categorie politiche e sociologiche di agghiacciante superficialità il contenuto autentico della storia:l'ansimare carnale della macchina da presa addosso ai corpi dei personaggi è narrativamente giustificato con il loro anelito,confuso e generoso,alla libertà artistica e personale;i protagonisti,confusi e generosi pure loro,van cercando questa libertà dietro a parole d'ordine che risultano,inutile dirlo,confuse e generose. [+]

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camarillo domenica 9 novembre 2014
una sessualità espansa e sudaticcia Valutazione 2 stelle su cinque
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Questo auspicava,con aria ispirata e folle,un acerbo Moretti nell'urgente e folgorante Ecce Bombo.Un film che distrugge i luoghi comuni nel momento stesso della loro creazione e prende di mira la feroce carica conservatrice insita in ogni rappresentazione autoassolutoria e autoreferenziale.Per farlo utilizza un sarcasmo impietoso e perfino crudele,a distruggere alla radice ogni tentazione autogiustificatoria e persino ogni processo di identificazione con i personaggi. Rivedere quel film rappresenta un buon antidoto a questo lavoro di Luchetti,che invece esclude l'unico elemento che poteva dare un indirizzo fecondo al film:l'autoironia.Ne deriva una costruzione nostalgica,che maschera dietro a categorie politiche e sociologiche di agghiacciante superficialità il contenuto autentico della storia:l'ansimare carnale della macchina da presa addosso ai corpi dei personaggi è narrativamente giustificato con il loro anelito,confuso e generoso,alla libertà artistica e personale;i protagonisti,confusi e generosi pure loro,van cercando questa libertà dietro a parole d'ordine che risultano,inutile dirlo,confuse e generose. [+]

[+] citazione (di camarillo)
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elgatoloco giovedì 23 ottobre 2014
questo cinema non è metafora di nulla Valutazione 0 stelle su cinque
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Più che discutere sulla"bellezza"di certe inquadrature(Luchetti non è un"pivello", ha abbastanza esperienza e formazione tecnica per considerarsi un regista di un certo livello)preme segnalare, dal mio punto di vista, come questo tipo di cinema italiano, che non è il peggiore(da sottolineare comunque)non sappia essere espressione metaforica di nulla, dato che, a differenza del grande cinema italiano(Visconti, Pasolini, Antonioni, Ferreri, Fellini, ma anche , per citare solo un altro nome, Monicelli)non sa esprimere alcuna visione, non sa essere non dico"nottola di Minerva" del presente-futuro, ma, riferendosi al passato(il 1974 lo è, ormai, in ogni senso, decisamente)non sa darcene una lettura che vada al di là di un esercizio calligrafico. [+]

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gabriella venerdì 14 febbraio 2014
anni confusi Valutazione 3 stelle su cinque
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Alcuni famosi registi che hanno avuto un'infanzia difficile e tormentata, hanno trovato una via fuga attraverso il filtro di una macchina da presa, come è stato per Ingmar Bergman, la necessità di fare cinema come reazione emotiva a un disagio esistenziale, o come per Steven Spielberg che sentiva la necessità d'imprimere le sue paure e fantasticare. Daniele Lucchetti, che non possiede il cinismo analitico del regista svedese, né l'impatto emotivo di Spielberg, riesce comunque a mantenere una certa sensibilità e attraverso lo sguardo di Dario( Lucchetti bambino), e la sua super 8, cerca di ritrarre una coppia di genitori ( i suoi) degli anni 70. Il padre, Guido è un artista che rinnega qualsiasi forma di tradizionalità in materia esprimendosi con il libero istinto creativo, la body art, o body painting in cui il corpo diventa territorio di scoperta, che poi con i corpi delle modelle si dilettava in altre forme espressive, è tutta da vedere; naturalmente ciò suscita la gelosia della moglie, innamorata e ingenua che cerca di partecipare alla vita e al lavoro del marito senza successo. [+]

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granvar venerdì 31 gennaio 2014
classico film italiano Valutazione 1 stelle su cinque
50%
No
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Ho sempre stimato Luchetti da uno dei primi film, Domani accadrà a I piccoli maestri passando per il bellissimo Il portaborse.
Ma questa volta proprio ha sbagliato il film.
Non riesco a capire perchè i toni devono essere sempre così sommessi, liti, tensioni, gente che piange e che urla, attori con la faccia da stitici cronici (vedi i vari Mastandrea e appunto Rossi-Stuart).
E poi le scene pruriginose i baci saffici e i continui nudi, nell'era di youporn direi che sono superati.... non capisco proprio l'utilità di ripetere certe scene di orgasmi.
Se poi anche Rossi-Stuart tenta di limonare (parola molto anni '70) con l'altro attore siamo proprio alla frutta. [+]

[+] film infelice (di oilitta)
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stefano73 sabato 26 ottobre 2013
vago Valutazione 2 stelle su cinque
60%
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40%

Italia anno 1974. Periodo raccontato dal figlio di Guido e Serena, lui artista alternativo e trasgressivo, lei moglie innamorata dell'artista ma non dell'arte. Film ben inserito nel contesto storico, culturale e sessuale. Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti bravissimi ! Tema complesso e vagamente efficace. Voto : 6

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alex99 mercoledì 23 ottobre 2013
consigliabile. Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Buon film. Kim è veramente in ruolo e assolutamente credibile in un film di rievocazione degli anni settanta, confusi, in progress (sia da un punto di vista artistico che politico), ma ancora pieni di speranza, di fiducia nell'avvenire e soprattutto di voglia di credere in qualcosa. Tutti i personaggi sono ben tratteggiati nelle loro caratteristiche psicologiche e perfettamente calati nel periodo storico. Certamente non un capolavoro ma, considerato quello che passa il convento, da consigliare. Non va deluso il costo del biglietto che già la sola prova del protagonista ripaga completamente. Alex.

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rosalba22 martedì 22 ottobre 2013
grandissima delusione Valutazione 1 stelle su cinque
63%
No
38%

Posso essere una voce fuori dal coro? Da Lucchetti mi aspettavo ben altro. I dialoghi sono un insieme di banalità disarmanti, infarciti di luoghi comuni che erano già tali negli anni '70 (quegli anni li ho vissuti, ero giovanissima ma me li ricordo molto bene), tutto il film è di una superficialità inattesa da un regista come lui. Ottimi gli attori, soprattutto i bambini, ma non basta a fare un bel film. Nella prima mezz'ora pensavo ci fosse ironia, che la stupidità delle battute fosse una parodia di certi atteggiamenti di quegli anni. Ma no, voleva essere serio e ho avuto davvero la tentazione di andarmene. Mi succede molto di rado.

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