mdvclassic
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sabato 2 novembre 2013
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risate a catinelle...
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Abbandoniamo il velo di ipocrisia che spesso ci offusca ed analizziamo il film con oggettività...non è da oscar ma non vuole nemmeno esserlo...insomma è un film comico, non un "nuovo cinema paradiso"...attenzione questo però non deve sminuirne le indubbie virtù che risiedono , prevalentemente, nell'innata capacità di Checco Zalone di rendere gradevolmente divertente ogni situazione dalla più banale alla più travolgente...comicità, quindi, pura e semplice fatta di parole (anche -acce, in qualche caso, dette però con una innocenza quasi infantile) ma anche di situazioni e condita da una satira benevola della moderna crisi di valori ed identità dell'italica stirpe.
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Abbandoniamo il velo di ipocrisia che spesso ci offusca ed analizziamo il film con oggettività...non è da oscar ma non vuole nemmeno esserlo...insomma è un film comico, non un "nuovo cinema paradiso"...attenzione questo però non deve sminuirne le indubbie virtù che risiedono , prevalentemente, nell'innata capacità di Checco Zalone di rendere gradevolmente divertente ogni situazione dalla più banale alla più travolgente...comicità, quindi, pura e semplice fatta di parole (anche -acce, in qualche caso, dette però con una innocenza quasi infantile) ma anche di situazioni e condita da una satira benevola della moderna crisi di valori ed identità dell'italica stirpe. Il tutto arricchito dalla attenzione voluta ai dettagli dei bellissimi paesaggi molisani (e non solo) e da una colonna sonora gradevole, anche se meno sferzante (ed ironica) dei precedenti capitoli. Risultato, un buonumore continuo che non lascia mai lo spettatore e che lo accompagna fino al rientro tra le avvolgenti mura domestiche. Scusate, ma non è questo lo scopo più nobile di un film comico? Allora se è cosi, e se vi pare, "Sole a Catinelle" è un piccolo capolavoro contemporaneo.
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andrea giostra
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venerdì 22 novembre 2013
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far ridere delle peggiori qualità degli italiani!
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Non pensavo di scrivere una recensione sul bel film di Checco Zalone e Gennaro Nunziante, “Sole a catinelle”. Ma dopo aver letto il commento di Giovanna Trinchella (ilfattoquotidiano.it/blog/gtrinchella/), una giornalista de “il Fatto Quotidiano” a me sconosciuta fino ad oggi quando l’ho letta su un post pubblicato sulla mia pagina Fb, ho deciso di farlo. Il commento di Trinchella è diretto e sintetico: “non vado a vedere il film di Zalone perché fa tristezza che il genere “cinepanettone” sia il più visto nella storia del cinema italiano”.
Dal mio punto di vista, invece, penso che ogni persona con un minimo di sana curiosità intellettuale si fionderebbe al cinema senza esitazione alcuna per vedere il film e provare a capire, dal suo personale punto di vista, qual è il motivo per il quale milioni di italiani, di estrazione sociale, politica e culturale trasversale, fanno la ressa e la fila per vederlo.
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Non pensavo di scrivere una recensione sul bel film di Checco Zalone e Gennaro Nunziante, “Sole a catinelle”. Ma dopo aver letto il commento di Giovanna Trinchella (ilfattoquotidiano.it/blog/gtrinchella/), una giornalista de “il Fatto Quotidiano” a me sconosciuta fino ad oggi quando l’ho letta su un post pubblicato sulla mia pagina Fb, ho deciso di farlo. Il commento di Trinchella è diretto e sintetico: “non vado a vedere il film di Zalone perché fa tristezza che il genere “cinepanettone” sia il più visto nella storia del cinema italiano”.
Dal mio punto di vista, invece, penso che ogni persona con un minimo di sana curiosità intellettuale si fionderebbe al cinema senza esitazione alcuna per vedere il film e provare a capire, dal suo personale punto di vista, qual è il motivo per il quale milioni di italiani, di estrazione sociale, politica e culturale trasversale, fanno la ressa e la fila per vederlo.
Io il film l’ho visto due giorni dopo che è uscito nelle sale (lo stesso giorno mi è stato impossibile, quando sono arrivato al cinema i biglietti erano esauriti da ore!), perché mi piace la comicità intelligente e assai arguta di Zalone e perché Zalone, senza dubbio alcuno, è capace di far ridere a crepapelle, qualità questa assai rara tra i comici nostrani che arditamente e spesso allo sbaraglio si lanciano senza paracadute nel provare a fare cinema comico.
Il film, con l’ottima regia di Nunziante, è divertente, dinamico, arguto, brillante, solare!, colto, socialmente e politicamente attuale e (neo?)realista. Zalone è bravissimo nel mettere in rilievo, con semplicità ed estrema leggerezza, le “qualità peggiori” degli italiani di oggi vittime della loro ignavia e del loro apatico distacco dalla gestione del potere e della politica. E allora, da questo punto di vista, il messaggio che lancia il co-sceneggiatore Zalone allo spettatore è chiaro e diretto: invece di lamentarti sempre che le cose vanno male, rimboccati le maniche, svestiti della pusillanime indifferenza dietro la quale per anni e anni ti sei nascosto, e prendi il mano il tuo destino cacciando a calci in culo chi ha ridotto il nostro paese in questo stato. Cosa che nel film Zalone fa brillantemente con apparente ingenua inconsapevolezza parlando candidamente al telefono di cose delle quali gli italici potenti furbi e arroganti non farebbero neanche sotto tortura.
P:S: - Scrivere ed esprimere giudizi su cose che non si conoscono affatto - come probabilmente direbbe Pulitzer - non è da giornalisti seri e moderni, ma semplicemente di chi ha l’ambire narcisistico di uno scrivere “fondato sul pregiudizio e sull’ignoranza” (J. Pulitzer, 1904).
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alexcold83
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sabato 2 novembre 2013
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per farsi due risate nel mare della mediocrità
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Tipico film low-budget e "nazional popolare", adatto a tutti e "volgare ma non troppo", prodotto per la tv e non certo per il cinema, preso d'assalto in quanto il nome "Checco Zalone" è diventato una garanzia di farsi due risate spensierate e anche perchè la controprogrammazione di questo "ponte di ognissanti" è stata resa praticamente inesistente. La trama è solo un orpello, in questo caso si gioca con la crisi e con il ruolo di un padre incosciente che "balla" su di essa riuscendo, con errori marchiani ed esagerati colpi di fortuna, a ricostruire il suo rapporto con il figlio prima e a salvare il proprio matrimonio dopo, grazie anche all'aiuto di una giovane e ricca ereditiera incontrata per caso.
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Tipico film low-budget e "nazional popolare", adatto a tutti e "volgare ma non troppo", prodotto per la tv e non certo per il cinema, preso d'assalto in quanto il nome "Checco Zalone" è diventato una garanzia di farsi due risate spensierate e anche perchè la controprogrammazione di questo "ponte di ognissanti" è stata resa praticamente inesistente. La trama è solo un orpello, in questo caso si gioca con la crisi e con il ruolo di un padre incosciente che "balla" su di essa riuscendo, con errori marchiani ed esagerati colpi di fortuna, a ricostruire il suo rapporto con il figlio prima e a salvare il proprio matrimonio dopo, grazie anche all'aiuto di una giovane e ricca ereditiera incontrata per caso. La terza puntata della "epopea" di Zalone si conclude con un film che è incentrato interamente sulla mimica "alla Jim Carrey" del comico. Tutti i personaggi che ruotano attorno a lui sono "spalle" secondarie, al servizio del protagonista che li "travolge tutti" di volta in volta, sottolineandone i difetti e riscattandosi dal ruolo di macchietta e anzi rendendoli essi stessi macchiette. Molte battute sono freddure secche, messe lì "a ripetizione" al fine di non far "assopire" lo spirito goliardico che anima il film. C'è un pò di sensazione che sia tutto un pò forzato, soprattutto all'inizio, e molte battute sono "chiamate", cioè si sa già ciò che Zalone dirà, nonostante l'attore ce la metta proprio tutta. La durata è volutamente ridotta, i cattivi sono solo un ornamento e spariscono di scena "nel tempo di una telefonata intercettata", il finale è scontato. L'arrischiarsi ad una durata maggiore avrebbe potuto comportare una profonda pesantezza in quanto quella di Zalone è un tipo di comicità da prendere "a piccole dosi" e senza inflazionarla, inoltre il film "viene incontro" alle esigenze degli orari di programmazione dei cinema, che ritornano ad avere il pienone festivo stile "cinepanettone" con sale piene a mezzanotte. A conti fatti, il terzo capitolo non è certo un capolavoro memorabile ma permette a Medusa di incassare parecchio e a Zalone di confermarsi come nuovo punto di riferimento della comicità attuale di un paese in crisi e "mediamente mediocre". Anche se le battute migliori sono anticipate nel trailer, le risate ci sono e accompagnano gli spettatori fino al finale dove le mitiche "canzoni Zalonesche" si susseguono e accompagnano all'uscita lo spettatore con -X euro e un pò di buonumore in più, e in tempi di mancanza "patologica" di nuove idee e di pochissima voglia di ridere e di far ridere, questo film di per sè è già un successo.
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[+] 18 milioni di incassi
(di giorgiolaporta)
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(di alexcold83)
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mirkohello
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domenica 3 novembre 2013
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una bolla mediatica
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Leggendo la recensione di Dario Zonta, mi rendo conto di quanta importanza riveste la critica quando è totalmente accecata dal boom mediatico. Questo film doveva essere un successo, e così è stato. Per carità, la recensione a livello contenutistico non è sbagliata, è tutto sommato corretta (paragoni a parte); solo che è di gran lunga più bella del film stesso.
Se le intenzioni erano quelle di intrattenere una vasta platea senza provocare eccessivi sbadigli, il risultato è stato raggiunto. Punto. Questo film non è nient'altro. Un intrattenimento per (quasi) tutti, soprattutto per chi non frequenta abitualmente le sale, senze eccessive aspettative.
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Leggendo la recensione di Dario Zonta, mi rendo conto di quanta importanza riveste la critica quando è totalmente accecata dal boom mediatico. Questo film doveva essere un successo, e così è stato. Per carità, la recensione a livello contenutistico non è sbagliata, è tutto sommato corretta (paragoni a parte); solo che è di gran lunga più bella del film stesso.
Se le intenzioni erano quelle di intrattenere una vasta platea senza provocare eccessivi sbadigli, il risultato è stato raggiunto. Punto. Questo film non è nient'altro. Un intrattenimento per (quasi) tutti, soprattutto per chi non frequenta abitualmente le sale, senze eccessive aspettative.
Solo che da un film campione di incassi pretenderei qualcosa di più. Ma del resto parliamo di Medusa, che poche volte ha prodotto film che potranno essere rivisti tra 15 anni senza provocare estrema sonnolenza e sottile vergogna per averle regalato soldi al botteghino.
Ovviamente il film va letto tutto "al contrario". E questa comicità, di antichissima tradizione, è certamente molto meglio della volgarità purtroppo ancora troppo presente in troppi film solo ed esclusivamente commerciali (perché ormai il cinema un po' più serio ha capito che quella strada non va più percorsa). Solo che... non fa ridere. Tranne qualche sporadica battuta riuscita (più o meno racchiuse nel trailer, più qualcosina), spesso fa... sì, fa piangere. Ok, la platea ride, ma rideva anche per i primi cinepanettoni. In fondo, ho pagato il biglietto, devo ridere. Va bene, ma continua a non far ridere.
C'è una critica ovviamente, una critica a tutti coloro che hanno creato questa "crisi economica", vera protagonista del film, e una critica all'italiano medio che si è comportato in modo incosciente e idiota. L'intenzione c'è ed è buona, ma manca quella spinta, quella voglia di andare un po' oltre la mediocrità, manca l'intenzione di graffiare veramente, di incidere e colpire. Lo spettatore esce dalla sala come ne è entrato. Ha visto ciò che si aspettava, lieto fine compreso e messaggio di ottimismo annesso.
Ripeto, per la comprensione vera di questo film basta guardare chi l'ha prodotto. Forse Zalone, in un altro contesto, avrebbe fatto qualcosa di più, perché il talento non gli manca.
E pensare che nell'altra sala c'era "La vita di Adele". Già visto, ma avrei il cuore più leggero sapendo di ridare tempo e denaro a un film che merita veramente, seppur completamente diverso e con altre aspettative di questo, ovvio. C'è la crisi appunto, bisogna scegliere accuratamente...
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[+] la car(issima) medusa...
(di hollyver07)
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matteo manganelli
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giovedì 7 novembre 2013
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dal cinepanettone al cinezalone
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Già vi sento borbottare frasi tipo: "ma non si può giudicare un film di Checco Zalone come una qualsiasi altra pellicola", "è un filmetto fatto solo per ridere", "non dovresti essere così severo", "almeno lui fa ridere non come quella merda di cinepanettoni" etc. Ok, fa ridere, siamo daccordo, ma anche Natale in Crociera secondo me faceva ridere, ma non per questo è un (buon) film. Luca Medici ha ormai spodestato le vecchie mummie, che da decenni ci rifilavano un "Natale a/in" dopo l'altro e, con il suo terzo film, sbanca il botteghino ancora una volta, incassando più di 20 milioni in una settimana.
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Già vi sento borbottare frasi tipo: "ma non si può giudicare un film di Checco Zalone come una qualsiasi altra pellicola", "è un filmetto fatto solo per ridere", "non dovresti essere così severo", "almeno lui fa ridere non come quella merda di cinepanettoni" etc. Ok, fa ridere, siamo daccordo, ma anche Natale in Crociera secondo me faceva ridere, ma non per questo è un (buon) film. Luca Medici ha ormai spodestato le vecchie mummie, che da decenni ci rifilavano un "Natale a/in" dopo l'altro e, con il suo terzo film, sbanca il botteghino ancora una volta, incassando più di 20 milioni in una settimana. Parliamoci chiaro, però: se Checco Zalone è il picco più alto della nuova comicità del cinema italiano, Tognazzi in "Amici miei" che cos'era? Se il nuovo umorismo mescolato al sociale è questo, cos'erano Sordi e Gassman ne "La grande guerra"? Io non voglio fare il retrogrado a tutti i costi e quando sono andato a vederlo ieri sera ho passato una serata e mi sono divertito pure; ma se si parla di cinema, si parla di altro, perchè, dal punto di vista tecnico (regia, fotografia, montaggio), questo film non esiste e, artisticamente parlando (soggetto e sceneggiatura) ha il solo scopo di far fare quelle 2 o 3 battute ignoranti a Zalone mentre si esibisce nel suo solito one man show. Uniche note positive: il film non ha paura di utilizzare battute moralmente scorrette al suo interno (mai eccessivamente volgari) e non tenta in alcun modo di essere profondo o di fare la lezioncina, come nei film di Brizzi. Divertente e dimenticabilissimo.
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[+] non era una lezione universitaria..
(di serenellah)
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mickey97
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lunedì 11 novembre 2013
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un grande zalone abilissimo nell'arte della gag
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Terzo progetto firmato Zalone - Nunziante che come previsto ha sfondato il botteghino paralizzando i cinema di tutta Italia, i quali costantemente ad ogni spettacolo registrano il tutto esaurito. Sole a Catinelle in soli dieci giorni di programmazione ha incassato più di 30 milioni di euro ed ora la medusa " culla" il sogno dei 50 milioni. Un record che passerà sicuramente alla storia del cinema non solo italiano, Zalone ha colpito ancora con più determinazione del film precedente che si è fermato ai ( soli ) 43 milioni di euro. Senza ombra di dubbio il duo Zalone - Nunziante risulta a dir poco vincente rendendo appunto felice la Medusa, la quale a sua volta si concede il lusso di pensare al raggiungimento di una cifra impensabile ma che ben presto si concretizzerà.
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Terzo progetto firmato Zalone - Nunziante che come previsto ha sfondato il botteghino paralizzando i cinema di tutta Italia, i quali costantemente ad ogni spettacolo registrano il tutto esaurito. Sole a Catinelle in soli dieci giorni di programmazione ha incassato più di 30 milioni di euro ed ora la medusa " culla" il sogno dei 50 milioni. Un record che passerà sicuramente alla storia del cinema non solo italiano, Zalone ha colpito ancora con più determinazione del film precedente che si è fermato ai ( soli ) 43 milioni di euro. Senza ombra di dubbio il duo Zalone - Nunziante risulta a dir poco vincente rendendo appunto felice la Medusa, la quale a sua volta si concede il lusso di pensare al raggiungimento di una cifra impensabile ma che ben presto si concretizzerà. Ma qual'è il segreto di Checco Zalone? Come può il suo film aver incassato più dei film di DeSica? La gente preferisce realmente Zalone a DeSica ? Gli incassi parlano chiaro, l'ultimo film di quest'ultimo ovvero Colpi di Fulmine ha incassato in totale 10.000.000 di euro mentre Zalone viene di conseguenza incoronato come il re del botteghino con un incasso pari a 34.540.000. Zalone oramai ha conquistato il grande ed inestimabile affetto del pubblico, il quale sente la necessità di vedere messo in atto un altro tipo di comicità che il comico pugliese brillantemente personalizza risultando abilissimo nell'arte della gag. Infatti, le risate in sala si fanno sempre più sane e numerose, a quanto pare il nostro Checco possiede un potere comico eccezzionale ma questo nel contempo viene accompagnato da una bellissima manifestazione di buoni sentimenti, questa volta Checco è un uomo sposato e ha pure un figlio, Nicolò, al quale promette una vacanza da sogno nel caso dovesse prendere tutti dieci, quindi fa delle promesse che non può mantenere per via di un'ingiusta crisi. Il bravissimo Robert Dancs interpreta Nicolò, il figlio di Checco che tra l'altro è diventato padre da poco della piccola Gaia e in Sole a Catinelle le dedica pure una canzone così come ne scrive altre che tendono a far parte del suo grande bagaglio comico. Comunque si tratta di un film di ottima qualità, diverte tantissimo e Zalone risulta irresistibile nel suo modo di fare cinema ma nel contempo è davvero bravo nel manifestare sentimenti quali l'amore per la moglie e l'affetto per il figlio.
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eleonora panzeri
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domenica 24 novembre 2013
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non c’è due senza tre
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Il cinema Italiano è soprattutto questo, amara comicità e satira su tutto ciò che poco piace della nostra bella ma problematica Italia. Non disponiamo degli studio hollywoodiani e dei mezzi per replicare i loro mirabolanti effetti speciali, per fare film a casa nostra si fa quello che si può. Checco ha trovato il modo di farlo sapendo scherzare sulle miserie del nostro paese nel modo giusto. Trovo di buon gusto il non cadere come accade sempre nelle commedie italiane nel cliché dei tradimenti, dei finti rapporti d’amore come i “cinepanettone” hanno fatto fino allo sfinimento. Checco piace poiché varia e gioca con l’ignoranza, smascherando i cervelloni della finanza, le classi abbienti a cui poco importa delle sorti delle persone comuni, che adottano bambini in Africa ma poi chiudono le aziende affamando i bimbi di casa loro; dei nuovi lavori di vendita porta a porta, dove un minuto sei la stella e in un secondo ti trovi a non vedere più il becco di un quattrino.
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Il cinema Italiano è soprattutto questo, amara comicità e satira su tutto ciò che poco piace della nostra bella ma problematica Italia. Non disponiamo degli studio hollywoodiani e dei mezzi per replicare i loro mirabolanti effetti speciali, per fare film a casa nostra si fa quello che si può. Checco ha trovato il modo di farlo sapendo scherzare sulle miserie del nostro paese nel modo giusto. Trovo di buon gusto il non cadere come accade sempre nelle commedie italiane nel cliché dei tradimenti, dei finti rapporti d’amore come i “cinepanettone” hanno fatto fino allo sfinimento. Checco piace poiché varia e gioca con l’ignoranza, smascherando i cervelloni della finanza, le classi abbienti a cui poco importa delle sorti delle persone comuni, che adottano bambini in Africa ma poi chiudono le aziende affamando i bimbi di casa loro; dei nuovi lavori di vendita porta a porta, dove un minuto sei la stella e in un secondo ti trovi a non vedere più il becco di un quattrino. Resta però la genuina idea che la famiglia è famiglia e che le cose nel bene o nel male con un sorriso e una buona dose di faccia tosta possono mettersi apposto. Incoraggiante è inoltre la fiducia nelle nuove generazioni, che possono migliorare e colmare le lacune dei propri genitori .Un film semplicistico e semplice che però fa bene all'umore.
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francesca romana cerri
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giovedì 5 dicembre 2013
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nel suo genere ottimo
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E' ottimo perchè la commedia è ben scritta, è ben girata ed è recitata con onestà. La fotografia è curata e l'umorismo c'è, inteligente. Checco Zalone è obiettivamente un personaggio simpatico che cura con dovizia di particolari la sua materia, risultando coerente, efficace. Il tipo di umorismo che lui segue è molto buono poichè interpretando la parte dello strupido del villaggio smaschera meglio la società. Esilarante la scena della massoneria tra i ricchi, lui ingaro di tutto la scambia per una riunione qualsiasi...Quando mette le canzoni sentimentali, sono sempre ironiche per prendere in giro la coppia moderna.
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E' ottimo perchè la commedia è ben scritta, è ben girata ed è recitata con onestà. La fotografia è curata e l'umorismo c'è, inteligente. Checco Zalone è obiettivamente un personaggio simpatico che cura con dovizia di particolari la sua materia, risultando coerente, efficace. Il tipo di umorismo che lui segue è molto buono poichè interpretando la parte dello strupido del villaggio smaschera meglio la società. Esilarante la scena della massoneria tra i ricchi, lui ingaro di tutto la scambia per una riunione qualsiasi...Quando mette le canzoni sentimentali, sono sempre ironiche per prendere in giro la coppia moderna. Il bambino è delizioso, e le donne non sono le solite " bonone" stucchevoli, ma attrici che interpretano un ruolo. Lui non è il solito comico che alla fine rimorchia la bonazza, non fà i soliti finalini con la lacrimuccia che in un film comico non c'entrano nulla. Non dà messaggi stupidamente consolatori, ma parla di crisi con ironia. Sà prendere in giro tutto e tutti, alta borghesia e non manca l'ironia sui comunisti che a me convinta marxista è molto gradita in quanto l'autoironia dovrebbe essere obbligatoria per tutti quelli che si interessano all'umorismo.
Il fatto di non essere un cinema per colti, per intellettuali, non toglie nulla alle sue capacità obiettive ottime per un cinema popolare. Questo non significa che và paragonato ai maestri della comicità, il solo paragone sarebbe ingiusto per grandissimi artisti come Totò, Peppino o Troisi. Tuttavia non essere grandi come loro non significa non essere bravi e Checco è bravo e simpatico.
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ultimoboyscout
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mercoledì 19 febbraio 2014
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in viaggio con (super) papà.
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Un papà, venditore in crisi, perde una scommessa col proprio figlioletto, che a fine anno scolastico porta una pagella con tutti 10! Il premio è una vacanza on the road in giro per l'Italia solo per loro due. Zalone si cimenta con la paternità in un road movie stile "In viaggio con papà" con Sordi e Verdone. Il comico pugliese è sempre esplosivo, la sua comicità è spontanea e disarmante, ma il film, complessivamente, è meno sfolgorante dei precedenti, risultando il peggiore dei tre pur non essendo brutto o mal riuscito in senso assoluto. Il protagonista è per forza di cose simpaticissimo e divertentissimo, ottimista e pasticcione, un ingenuo che crede nella sua ingenuità e per mezzo della stessa risolve guai e problemi, magari involontariamente.
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Un papà, venditore in crisi, perde una scommessa col proprio figlioletto, che a fine anno scolastico porta una pagella con tutti 10! Il premio è una vacanza on the road in giro per l'Italia solo per loro due. Zalone si cimenta con la paternità in un road movie stile "In viaggio con papà" con Sordi e Verdone. Il comico pugliese è sempre esplosivo, la sua comicità è spontanea e disarmante, ma il film, complessivamente, è meno sfolgorante dei precedenti, risultando il peggiore dei tre pur non essendo brutto o mal riuscito in senso assoluto. Il protagonista è per forza di cose simpaticissimo e divertentissimo, ottimista e pasticcione, un ingenuo che crede nella sua ingenuità e per mezzo della stessa risolve guai e problemi, magari involontariamente. Rispetto ai primi due film, si nota una maggior cura per i dettagli ma ciò che conta è che la comicità è sempre la stessa, priva di nudi, volgarità e ideologie, una comicità a prescindere, senza peli sulla lingua, che dopo nubi e belle giornate mostra una terza previsione metereologica sull'Italia di oggi, da Nord a Sud, passando per paesini sperduti e località chiccosissime. Lo Zalone cinematografico è candido ma scaltro, la sua intelligenza è direttamente proporzionale alla sua ignoranza (sempre cinematograficamente parlando), lavora con un regista dai ritmi quasi impeccabili e con un ragazzino dal talento indiscutibile in una commedia neo-realista perfetta per le loro qualità. Film maturo, nonostante le risate butta un occhio su temi importanti quali crisi e lavoro ma pur sempre con risvolti grotteschi al limite dell'assurdo. Zalone conferma di aver capito una cosa fondamentale: il politicamente corretto non paga, la satira può andare a farsi friggere, quindi fanculo il moralismo! (E scusate il francesismo).
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giacomo b
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domenica 23 febbraio 2014
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terzo film:qualità inferiore risultato esorbitante
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Aspirare la polvere! Questo è il mondo lavorativo di Checco, il quale prima lavora come cameriere d'albergo e poi come rappresentante di aspirapolveri. La fortuna gira dalla sua parte, fin quando un elettrodomestico all'avanguardia sostituisce le classiche aspirapolveri. Indebitato più che mai, si separa "consensualmente" dalla moglie. Lavora sporadicamente e vive, come molte altre persone, la crisi economica globale. Durante una conversazione telefonica con suo figlio, promette a quest'ultimo che, se fosse riuscito a prendere tutti dieci a scuola, l'avrebbe portato in vacanza. L'esito delle pagelle sarà più che positivo e per Checco non sarà facile "adempiere" la sua promessa.
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Aspirare la polvere! Questo è il mondo lavorativo di Checco, il quale prima lavora come cameriere d'albergo e poi come rappresentante di aspirapolveri. La fortuna gira dalla sua parte, fin quando un elettrodomestico all'avanguardia sostituisce le classiche aspirapolveri. Indebitato più che mai, si separa "consensualmente" dalla moglie. Lavora sporadicamente e vive, come molte altre persone, la crisi economica globale. Durante una conversazione telefonica con suo figlio, promette a quest'ultimo che, se fosse riuscito a prendere tutti dieci a scuola, l'avrebbe portato in vacanza. L'esito delle pagelle sarà più che positivo e per Checco non sarà facile "adempiere" la sua promessa.
Checco Zalone, più in forma che mai, torna sul grande schermo per un terzo esilarante film comico. Come è accaduto con gli altri capitoli, sempre con la regia di Gennaro Nunziante, Checco Zalone riesce a creare un'atmosfera "utopica", cercando di far trapelare, tra una risata e l'altra, un senso di allegria e ottimismo "universale". Con qualche battuta comica in meno (rispetto gli altri film), e una storia abbastanza seria, l'attore e sceneggiatore del film, Zalone, riesce a conquistare un pubblico ancora più vasto del solito.
La fila al botteghino è sicuramente giustificata dalla notorietà e dalle capacità dell'attore-protagonista Checco Zalone, il quale riesce a generare ilarità negli spettatori. In questo capitolo però, forse perché troppo ripetitivo, forse perché il tema, o meglio, il soggetto era più "elevato" e serio , il cabarettista più acclamato d'Italia non è riuscito a schivare un'ondata di critiche da parte di molteplici testate giornalistiche e siti web.
La cifra: 51.763.459 € si riferisce agli esorbitanti incassi del film, ottenuti e per "giusti meriti", e per pubblicità, e per una notevole esigenza di spensieratezza e comicità ricercata oggigiorno sempre maggiormente da un pubblico sempre più vasto, speranzoso di dimenticare per 90 minuti i problemi reali, quelli che in questi anni di crisi e disagio economico si stanno vivendo, quelli che neanche Checco, che le sue "utopie cinematografiche" e caratteriali, può cancellare.
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