marco petrini
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mercoledì 22 aprile 2020
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non facile
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Film di non facile lettura. A me sembra bello, tuttavia è sempre presente un'aria di non finito, non concluso. Bravissima la Smutniak.
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fabio
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giovedì 16 agosto 2018
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vale il biglietto ma si può perdere al cinema
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Gli elementi li conosciamo già: allacciate le cinture signori, questa è la vita che decolla e non sai come si atterra.
Ozpetek da buon dj combina e scombina gli elementi che più lo affascinano e alla fine ci consegna questo film niente male anche se sono certo a molti non sarà piaciuto.
Ma del resto quelli che lo apprezzano lo seguiranno comunque e quelli a cui non piace il suo stile non potranno che rimanere nuovamente delusi.
Non sono convinto che la scelta della canzone di Rino Gaetano sia la più azzeccata, invece da apprezzare la bella interpretazione della Smutniak.
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totybottalla
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giovedì 5 ottobre 2017
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film ben diretto e interpretato bene!
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Il film racconta una storia che ruota intorno a personaggi che si frequentano attraverso la vita di provincia e si focalizza sulla vita di Elena, bella ragazza alle prese con un cancro al seno...Ozpetek dopo l'originale "Magnifica Presenza" dirige una storia drammatica con stile rendendo il racconto credibile e palpabile senza rinunciare ad alleggerire con note ironiche e divertenti, ottima l'interpretazione della Smutniak e buona la prova corale del resto del cast, un film che emoziona senza appesantire le situazioni, un lavoro apprezzabile da 3,5 stelle. Saluti.
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vito spericolato
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lunedì 21 novembre 2016
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dov'è la commedia?
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Il torto più grande che si possa fare a questo film è definirlo una commedia, come fa mymovies e come ho letto in molti commenti. Questo è un film sul cancro, su come questa malattia un bel giorno si intromette nella tua vita e te la spazza via. Certo, c'è una vita precedente che il regista ci racconta prima, e, con un colpo di genio, dopo, risparmiandoci la parte terminale della malattia. Ma mettere la malattia al margine del film, definendolo addirittura una commedia, è terribile.
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aristoteles
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martedì 15 dicembre 2015
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buon ozpetek.
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Un buon film sugli affetti più cari.
Al centro della pellicola una appassionante storia d'amore e drammi famigliari che purtroppo possono capitare a chiunque, come la notizia di avere il cancro.
Il regista fa un buon lavoro, la pellicola risulta molto delicata e in alcuni momenti tocca il cuore.
Bravi tutti gli attori,forse il film ,a tratti, nonostante alterni momenti divertenti alla tragedia,risulta comunque abbastanza "pesantuccio" da digerire.
Comunque un prodotto più che valido,che voglio premiare con tre stelle,nonostante non sia un capolavoro assoluto.
Il buon Ozptek porta a casa la "pagnotta",forse,da lui,potevamo aspettarci qualcosa in più ma va bene anche così.
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Un buon film sugli affetti più cari.
Al centro della pellicola una appassionante storia d'amore e drammi famigliari che purtroppo possono capitare a chiunque, come la notizia di avere il cancro.
Il regista fa un buon lavoro, la pellicola risulta molto delicata e in alcuni momenti tocca il cuore.
Bravi tutti gli attori,forse il film ,a tratti, nonostante alterni momenti divertenti alla tragedia,risulta comunque abbastanza "pesantuccio" da digerire.
Comunque un prodotto più che valido,che voglio premiare con tre stelle,nonostante non sia un capolavoro assoluto.
Il buon Ozptek porta a casa la "pagnotta",forse,da lui,potevamo aspettarci qualcosa in più ma va bene anche così.
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dario
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venerdì 11 settembre 2015
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indigesto
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Brava la Smuniak, ma il film non sta in piedi. E' furbo, pretestuso, senza idee, e non poco presuntuoso. Ozpetek qui tratta le persone come manichini. Più che un osservatore sembra un improvvisatore, sull'onda del saputo e risaputo.
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a.i.9lli
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mercoledì 29 luglio 2015
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storia di una vita
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All'inizio pensi: non è Ferzan Ozpetek. Non è lui il regista che può raccontare la storia terribilmente retorica di una donna che ruba alla sua migliore amica il suo nuovo fidanzato, nonostante siano sfacciatamente diversi, sulla scia smielata e classica del quanto mai falso e antico proverbio "gli opposti si attraggono". Ma Ferzan Ozpetek non delude mai, e mirabilmente, con la sua solita brillante attenzione ai dettagli, riesce a regalare una storia di emozioni e paure, sbagli e battaglie, per uomini che, come viene recitato in Mine Vaganti, sono troppo piccoli, per la vita che è così grande.
Lo sfondo è Lecce, il mare apre e chiude il film, in un perfetto cerchio che unisce tempo e spazio, gioventù ed età adulta: in questo cerchio crescono con ironia, sarcasmo, decisione ed incertezza tutti i personaggi, ognuno ha la sua storia, ognuno il suo destino.
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All'inizio pensi: non è Ferzan Ozpetek. Non è lui il regista che può raccontare la storia terribilmente retorica di una donna che ruba alla sua migliore amica il suo nuovo fidanzato, nonostante siano sfacciatamente diversi, sulla scia smielata e classica del quanto mai falso e antico proverbio "gli opposti si attraggono". Ma Ferzan Ozpetek non delude mai, e mirabilmente, con la sua solita brillante attenzione ai dettagli, riesce a regalare una storia di emozioni e paure, sbagli e battaglie, per uomini che, come viene recitato in Mine Vaganti, sono troppo piccoli, per la vita che è così grande.
Lo sfondo è Lecce, il mare apre e chiude il film, in un perfetto cerchio che unisce tempo e spazio, gioventù ed età adulta: in questo cerchio crescono con ironia, sarcasmo, decisione ed incertezza tutti i personaggi, ognuno ha la sua storia, ognuno il suo destino. Ad unire le loro vite una sola cosa: l'amore, l'amore di una madre, di una zia, di un fraterno amico, di un marito, e sulla scena, la vita, la vita che sballa ogni piano, la vita che costringe a riavvicinarsi, a dimenticarsi dei rancori, delle proprie debolezze, del passato felice e spensierato. è una coppia che cresce, quella di Elena e Antonio, i protagonisti, ma che cresce in ritardo, e cioè non quando arriva la convivenza, nè quando arrivano i figli, ma quando il dolore e le avversità si presentano con tutta la loro violenza a chiedere di saldare i conti. E allora allacciate le cinture, e non sarà una passione, nè una storia d'amore, nè un'avventura, nè tanto meno i mille progetti che Elena voleva realizzare: sarà la vita, che è così grande per noi che siamo così piccoli.
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onufrio
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giovedì 30 aprile 2015
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storie di vita comune
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Riempito, come sempre, di un ricco cast artistico, Ferzan Ozpetek realizza la sua nuova creatura partendo da una commedia per poi prendere pieghe drammatiche. E' la storia, o meglio, un periodo della vita, di Elena (Kasia Smutniak) che nell'arco di poco più di un decennio vede la sua vita cambiare, come tutti del resto, solo che Elena sarà chiamata a lottare per un'ennesima battaglia che la vita le pone davanti.
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enzo70
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sabato 3 gennaio 2015
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ozpetek torna alle origini
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Dopo l’ottimo magnifica presenza Ozpetek torna a raccontate l’amore a modo suo, evidenziando le contraddizioni di un sentimento che negli estremi trova la sua esaltazione. Il film è ambientato a Lecce e racconta la storia di una coppia che trova nelle sue diversità la forza. Elena è una ragazza di buona famiglia, volitiva, energica, priva di pregiudizi ed aperta alla vita; il suo migliore amico e socio è Fabio, un ragazzo gay che si scopre ad un certo punto essere stato il ragazzo del fratello, poi morto di Elena. Antonio è un meccanico, bello quanto ignorante, macho fino al midollo spinale, tatuato e muscoloso. I due hanno due figli e la quotidianità sembra mettere a repentaglio il loro rapporto, esaltando le differenze.
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Dopo l’ottimo magnifica presenza Ozpetek torna a raccontate l’amore a modo suo, evidenziando le contraddizioni di un sentimento che negli estremi trova la sua esaltazione. Il film è ambientato a Lecce e racconta la storia di una coppia che trova nelle sue diversità la forza. Elena è una ragazza di buona famiglia, volitiva, energica, priva di pregiudizi ed aperta alla vita; il suo migliore amico e socio è Fabio, un ragazzo gay che si scopre ad un certo punto essere stato il ragazzo del fratello, poi morto di Elena. Antonio è un meccanico, bello quanto ignorante, macho fino al midollo spinale, tatuato e muscoloso. I due hanno due figli e la quotidianità sembra mettere a repentaglio il loro rapporto, esaltando le differenze. Ma un tumore al seno di Elena esalta il loro particolare rapporto e sostanzialmente riscatta le debolezze di Antonio. Il cinema di Ozpetek è fatto per andare sempre oltre le righe in modo originale e con questo film il regista turco torna, in parte, alle origini del suo lavoro.
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enzo70
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sabato 3 gennaio 2015
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ozpetek torna alle origini
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Dopo l’ottimo magnifica presenza Ozpetek torna a raccontate l’amore a modo suo, evidenziando le contraddizioni di un sentimento che negli estremi trova la sua esaltazione. Il film è ambientato a Lecce e racconta la storia di una coppia che trova nelle sue diversità la forza. Elena è una ragazza di buona famiglia, volitiva, energica, priva di pregiudizi ed aperta alla vita; il suo migliore amico e socio è Fabio, un ragazzo gay che si scopre ad un certo punto essere stato il ragazzo del fratello, poi morto di Elena. Antonio è un meccanico, bello quanto ignorante, macho fino al midollo spinale, tatuato e muscoloso. I due hanno due figli e la quotidianità sembra mettere a repentaglio il loro rapporto, esaltando le differenze.
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Dopo l’ottimo magnifica presenza Ozpetek torna a raccontate l’amore a modo suo, evidenziando le contraddizioni di un sentimento che negli estremi trova la sua esaltazione. Il film è ambientato a Lecce e racconta la storia di una coppia che trova nelle sue diversità la forza. Elena è una ragazza di buona famiglia, volitiva, energica, priva di pregiudizi ed aperta alla vita; il suo migliore amico e socio è Fabio, un ragazzo gay che si scopre ad un certo punto essere stato il ragazzo del fratello, poi morto di Elena. Antonio è un meccanico, bello quanto ignorante, macho fino al midollo spinale, tatuato e muscoloso. I due hanno due figli e la quotidianità sembra mettere a repentaglio il loro rapporto, esaltando le differenze. Ma un tumore al seno di Elena esalta il loro particolare rapporto e sostanzialmente riscatta le debolezze di Antonio. Il cinema di Ozpetek è fatto per andare sempre oltre le righe in modo originale e con questo film il regista turco torna, in parte, alle origini del suo lavoro.
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