fabrizio friuli
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venerdì 20 agosto 2021
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amore e sacrifici
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Nella Roma odierna , è presente una coppia in un certo senso , inusuale, formata da un intellettuale che lavora in un albergo e da una ruspante meridionale aspirante cantante, che vivono una relazione resistente, ma quando entrambi decidono di avere un figlio , Guido e Antonia dovranno compiere sacrifici non indifferenti e al tempo stesso, il loro rapporto ( composto dall' affetto e dall' amore sincero ) si ritroverà con delle falle che , nonostante possano garantire l' inabissameto della loro unione, entrambi riusciranno a non dividere le loro strade , perché i due protagonisti sono come Aida e Radames ( ma fortunatamente, il loro fato non è infelice ).
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Nella Roma odierna , è presente una coppia in un certo senso , inusuale, formata da un intellettuale che lavora in un albergo e da una ruspante meridionale aspirante cantante, che vivono una relazione resistente, ma quando entrambi decidono di avere un figlio , Guido e Antonia dovranno compiere sacrifici non indifferenti e al tempo stesso, il loro rapporto ( composto dall' affetto e dall' amore sincero ) si ritroverà con delle falle che , nonostante possano garantire l' inabissameto della loro unione, entrambi riusciranno a non dividere le loro strade , perché i due protagonisti sono come Aida e Radames ( ma fortunatamente, il loro fato non è infelice ).
Il regista Paolo Virzi' ha donato alla cinematografia italiana una storia drammatica ma puramente godibile per chiunque abbia il desiderio di vedere una pellicola di qualità, con una storia d' amore che non risukta essere stucchevole , ed è quasi impossibile non affezionarsi al personaggio di nome Guido , un intellettuale devoto , sensibile, che ama immensamente Antonia , dimostrandolo con costanza, sebbene Tonia sia dotata di difetti , come chiunque , incluso Guido , inoltre , anche in questo lungometraggio virziniano è doveroso dover dire che gli attori presenti sono stati eccelsi, specialmente l' iconico attore romano Luca Marinelli , uno degli orgogli del cinema italiano, insieme ad Elio Germano , Pierfrancesco Favino , Michele Riondino e Alessandro Borghi , tuttavia, anche l' attrice che ha impersonato la protagonista femminile del film è stata brava , quasi quanto Luca Marinelli , anche la sceneggiatura e la regia sono ottimamente ottimali , in fin dei conti , il film in questione è di Paolo Virzi' , ed è perfino ambientato in un quartiere romano non eccelso , popolato da vicini coatti , quindi , un intellettuale sensibile come Guido in certi casi risulta essere come un vaso di terracotta in mezzo ai vasi di ferro ( anche se in realtà, Guido è un vaso fatto d' oro, essendo un personaggio altamente positivo ) e l' idea dell' ambiente che risulta essere non idoneo per il protagonista è un' idea intelligente, ed è possibile notare che Guido , riesce comunque ad adattarsi nel quartiere " coatto " sicuramente per non dividersi da Thony , per impedire allo yang di rimanere senza uno yin. Tutti i santi giorni è basato su un romanzo intitolato La Generazione di Simone Lenzi , che ha collaborato con gli sceneggiatori del film , ed esso risulta essere una rivisitazione libera , ma ben assemblata . Le scene migliori del film sono due e sono quella in cui la loro vicina di casa è stata lasciata dal suo compagno , sebbene il suo stato di gravidanza è palesemente avanzato e viene confortata da Guido , condivividendo un momento toccante, ed infine quella in cui Guido e Thony vengono " pedonali " da un cane che , probabilmente diventerà come un figlio per loro , e sarebbe un' ottima alternativa se il figlio che loro Bramante non dovesse mai giungere al mondo.
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rob8
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sabato 4 agosto 2018
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opera non del tutto compiuta
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Un altro tassello del percorso di Virzì nella realtà contemporanea di un Paese in difficoltà: questa volta, attraverso la vicenda di un ragazzo timido e gentile, che sognava di insegnare e che invece fa il portiere di notte in un hotel, e di una ragazza che fa la hostess in un’agenzia di un autonoleggio, ma che sognava di fare la cantante. Due vite non risolte che si incontrano e decidono di unirsi nel progetto, che non riuscirà, di avere un figlio.
La misurata recitazione di Luca Marinelli dà credibilità e spessore al suo personaggio, in misura maggiore di una pur convincente Thony, nella parte della tipa sballata e sregolata.
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Un altro tassello del percorso di Virzì nella realtà contemporanea di un Paese in difficoltà: questa volta, attraverso la vicenda di un ragazzo timido e gentile, che sognava di insegnare e che invece fa il portiere di notte in un hotel, e di una ragazza che fa la hostess in un’agenzia di un autonoleggio, ma che sognava di fare la cantante. Due vite non risolte che si incontrano e decidono di unirsi nel progetto, che non riuscirà, di avere un figlio.
La misurata recitazione di Luca Marinelli dà credibilità e spessore al suo personaggio, in misura maggiore di una pur convincente Thony, nella parte della tipa sballata e sregolata. La chimica del rapporto tra i due genera una buona reazione narrativa ed il regista conferma la sua consueta sensibilità nel trattare i sentimenti umani.
L’opera rimane però non del tutto compiuta, in un chiaroscuro espressivo che in altre prove di Virzì ha virato verso tinte più decise e amalgamate.
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enzo70
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domenica 23 ottobre 2016
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un grande amore raccontato da virzì
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Una delle principali capacità di virtù è quella di riuscire a raccontare in maniera sempre originale vizi e virtù dell’Italia di oggi. Guido e Antonia sono due ragazzi innamorati, diversi, ma innamorati. Guido è gentile e colto. Laureato in lingue antiche e profondo conoscitore dell’agiografia protocristiana fa il portiere di notte in un albergo di una grande catena internazionale. Antonia è un’artista, suona la chitarra e compone la sua musica.
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Una delle principali capacità di virtù è quella di riuscire a raccontare in maniera sempre originale vizi e virtù dell’Italia di oggi. Guido e Antonia sono due ragazzi innamorati, diversi, ma innamorati. Guido è gentile e colto. Laureato in lingue antiche e profondo conoscitore dell’agiografia protocristiana fa il portiere di notte in un albergo di una grande catena internazionale. Antonia è un’artista, suona la chitarra e compone la sua musica. Vogliono un figlio, ma non ci riescono, nonostante gli innumerevoli tentativi. E così, tutti i santi giorni la coppia si sfalda, persa dietro la propria quotidianità ed un Paese alla ricerca dei propri valori. Guido e la sua gentilezza sono una sorta di emblema della difficoltà di vivere la vita. Un film intelligente che rappresenta una tappa del percorso evolutivo di Virzì.
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francirano
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lunedì 18 gennaio 2016
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perchè alla fine ti mettono anche in imbarazzo
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Ti mettono anche in imbarazzo. Perchè il libro di Simone Lenzi a cui è ispirato il film si faceva anche leggere e aveva un senso. E poi Virzi' è uno che le commedie le sa anche fare. Ma poi quando vedi un giapponese che mima un atto masturbatorio in una scena degna dei Vanzina (chiedo perdono ai fratelli Vanzina per averli bistrattati per tanti anni!), quando devi in continuazione tendere l'orecchio per captare cosa stiano masticando gli attori, quando si ripresenta un'immagine ormai ritrita di trentenni geniali incompresi dal sistema Italia con l'unica soluzione di fuggire all'estero per avere successo, quando le comparse fanno sempre delle pause fuori luogo nelle battute.
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Ti mettono anche in imbarazzo. Perchè il libro di Simone Lenzi a cui è ispirato il film si faceva anche leggere e aveva un senso. E poi Virzi' è uno che le commedie le sa anche fare. Ma poi quando vedi un giapponese che mima un atto masturbatorio in una scena degna dei Vanzina (chiedo perdono ai fratelli Vanzina per averli bistrattati per tanti anni!), quando devi in continuazione tendere l'orecchio per captare cosa stiano masticando gli attori, quando si ripresenta un'immagine ormai ritrita di trentenni geniali incompresi dal sistema Italia con l'unica soluzione di fuggire all'estero per avere successo, quando le comparse fanno sempre delle pause fuori luogo nelle battute. Non so, alla fin fine ti mettono anche in imbarazzo.
Cioè, ché non è che puoi dire che sia brutto, per carità, poi te lo guardi e ti passa la serata, pero' mentrelo guardi ti dici Ohiohiohiohi.
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ciccio300791
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venerdì 8 gennaio 2016
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altro che cinepanettoni!
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In "Tutti i santi giorni," Paolo Virzì dà (quasi) il meglio di sé creando un caso raro di film in grado di arricchire la trama del romanzo cui è ispirato. A differenza del romanzo "La generazione," di cui "Tutti i santi giorni" è una rivisitazione molto libera, il film non si concentra esclusivamente sui sacrifici che una coppia fa per avere un bambino, ma illustra anche le sfaccettature estremamente contraddittorie della società attuale di cui i due protagonisti Guido e Antonia sono le metafore per antonomasia per via dei loro rispettivi orientamenti culturali. Ci si può aspettare, infatti, che un portiere d'albergo appassionato di agiografie e cultura classica sposi una rockettara scatenata? Le spettacolari inquadrature sui panorami romani, accompagnate dalla "Pastorale" di Beethoven, e gli incontri fra Guido e i coatti di periferia simboleggiano due sfaccettature della capitale italiana: il suo glorioso passato e il suo vuoto presente.
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In "Tutti i santi giorni," Paolo Virzì dà (quasi) il meglio di sé creando un caso raro di film in grado di arricchire la trama del romanzo cui è ispirato. A differenza del romanzo "La generazione," di cui "Tutti i santi giorni" è una rivisitazione molto libera, il film non si concentra esclusivamente sui sacrifici che una coppia fa per avere un bambino, ma illustra anche le sfaccettature estremamente contraddittorie della società attuale di cui i due protagonisti Guido e Antonia sono le metafore per antonomasia per via dei loro rispettivi orientamenti culturali. Ci si può aspettare, infatti, che un portiere d'albergo appassionato di agiografie e cultura classica sposi una rockettara scatenata? Le spettacolari inquadrature sui panorami romani, accompagnate dalla "Pastorale" di Beethoven, e gli incontri fra Guido e i coatti di periferia simboleggiano due sfaccettature della capitale italiana: il suo glorioso passato e il suo vuoto presente. Un terzo contrasto emerge a proposito dei medici con cui i due protagonisti si confrontano: una biologa laica e un ginecologo cattolico. A livello di gag, questo film non sfocia mai nel volgare prediligendo battute originali e discrete (che a volte includono citazioni colte!) alle parolacce tipiche dei cinepanettoni e varie altre commedie italiane degli ultimi anni. A livello di cast, infine, il film punta sul talento degli attori piuttosto che sulla loro fama, lanciando nuove proposte sulla scena.
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rebaldone
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mercoledì 25 novembre 2015
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peccato che l'audio di questo film è poco curato
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Film interessante ma con un grave difetto: i dialoghi sono spesso poco comprensibili perchè Tony si mangia le parole e anche altri peronaggi sono male microfonati o hanno un volume di voce troppo basso. Troppi dialoghi sono sibillini! E io non sono sordo, ve lo garantisco....
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bolognapsico
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domenica 12 luglio 2015
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una particolarità che mi ha colpito
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Se non partiamo con eccessive pretese ed accetiamo il film nella sua semplicità si guarda volentieri. L'argomento trattato e le dinamiche che può scaturire sono decisamente interessanti. Vorrei soffermare però la mia atttenzione su un particolare che mi ha colpito: il RITMO di vita dei protagonisti, in particolare Giulio. Sembra che riescano a tenere in piedi un mondo tutto loro grazie al modo in cui scandiscono le loro giornate e il loro modo di STARE nella vita (Ad. es: Giulio che durante il lavoro dedica del tempo alla sua passione, la lettura). L'equilibrio creato nella loro vita personale e di coppia penso sia un elemento fondamentale del film, equilibrio che viene solamente ostacolato quando sorgono i problemi.
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Se non partiamo con eccessive pretese ed accetiamo il film nella sua semplicità si guarda volentieri. L'argomento trattato e le dinamiche che può scaturire sono decisamente interessanti. Vorrei soffermare però la mia atttenzione su un particolare che mi ha colpito: il RITMO di vita dei protagonisti, in particolare Giulio. Sembra che riescano a tenere in piedi un mondo tutto loro grazie al modo in cui scandiscono le loro giornate e il loro modo di STARE nella vita (Ad. es: Giulio che durante il lavoro dedica del tempo alla sua passione, la lettura). L'equilibrio creato nella loro vita personale e di coppia penso sia un elemento fondamentale del film, equilibrio che viene solamente ostacolato quando sorgono i problemi.
www.francescobacci.it
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sergio dal maso
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lunedì 22 giugno 2015
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tutti i santi giorni
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Guido, un trentenne toscano tranquillo e coltissimo, appassionato di santi e martiri del cristianesimo. Poteva accettare una prestigiosa cattedra in una università degli Stati Uniti, invece fa il portiere notturno in un grande Hotel di Roma. Antonia, un’irascibile e irrequieta ragazza sicula, talentuosissima cantante folk, dalla voce suadente e ammaliante. Ha rinunciato al sogno adolescenziale di sfondare nel “mondo della musica”, si accontenta di
qualche concerto nei pub della capitale e lavora come impiegata in un autonoleggio della stazione centrale. Due ragazzi apparentemente lontanissimi, bizzarri e surreali.
Invece sono assolutamente “veri”, spontanei e credibili.
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Guido, un trentenne toscano tranquillo e coltissimo, appassionato di santi e martiri del cristianesimo. Poteva accettare una prestigiosa cattedra in una università degli Stati Uniti, invece fa il portiere notturno in un grande Hotel di Roma. Antonia, un’irascibile e irrequieta ragazza sicula, talentuosissima cantante folk, dalla voce suadente e ammaliante. Ha rinunciato al sogno adolescenziale di sfondare nel “mondo della musica”, si accontenta di
qualche concerto nei pub della capitale e lavora come impiegata in un autonoleggio della stazione centrale. Due ragazzi apparentemente lontanissimi, bizzarri e surreali.
Invece sono assolutamente “veri”, spontanei e credibili. Hanno rinunciato ai loro sogni professionali perché si sono scelti, reciprocamente. Sono sereni e senza rimpianti perché vivono con intensità e passione la loro
splendida storia d’amore. Innamorati tutti i santi giorni, che iniziano con il rito mattutino della declamazione di Guido della storia del santo del giorno.
Il coronamento della loro felicità sarebbe un figlio, desiderato caparbiamente, che però non vuole arrivare. Iniziano perciò un rocambolesco e a tratti esilarante calvario di tentativi di fecondazione assistita, visite ginecologiche e spermiogrammi, accompagnati da speranze e paure, entusiasmo e depressione, con il rischio di travolgere e frantumare i loro sentimenti e l’equilibrio del loro rapporto. Fortunatamente, l’amore sincero che anima la coppia è più forte delle mille difficoltà che dovranno affrontare.
Dopo il sorprendente successo dell’affresco familiare del “La prima cosa bella” il regista livornese Paolo Virzì sceglie una commedia più intima, romantica e introspettiva. La storia d’amore di Guido e Antonia
è anzitutto la storia di due ragazzi contemporanei, precari e professionalmente disillusi, sensibili e umanamente alieni nell’Italia nevrotica e superficiale di oggi. Il mondo che li circonda è antitetico ai due protagonisti. Nell’asettica e impersonale periferia romana, dove risiedono, i vicini sono rozzi e coatti, gli avventori del pub e i baristi maneschi e maleducati. Il cineasta toscano sa tratteggiare con poche inquadrature e con battute fulminanti personaggi spassosi e folkloristici, mai banali, però, sono piuttosto caricature emblematiche delle brutture e dei vizi del mondo d’oggi.
La commedia di Virzì è una commedia leggera ma con le radici ben piantate nella società che rappresenta. Si ride molto, spesso con un retrogusto amaro e sarcastico, come d’altro canto ci si commuove facilmente.
La grande scommessa vinta da “Tutti i santi giorni” è stata la coraggiosa scelta dei due protagonisti, due attori semi sconosciuti che si sono rivelati davvero strepitosi. Antonia è Federica Victoria Caiozzo, in arte Thony, sicula vulcanica e “vagabonda” nella vita come nel film. Ha avuto dei trascorsi molto simili a quelli della protagonista : è infatti una cantautrice vera (le canzoni del film le ha scritte lei), sconosciuta in Italia ma apprezzata in Inghilterra dove ha vissuto due anni facendo i mestieri più svariati. Non aveva mai recitato prima e Virzì, che l’ha scoperta su myspace, ha dovuto faticare per convincerla ad accettare la parte. Guido è il bravissimo Luca Marinelli, romano formato alla scuola teatrale di Carlo Cecchi, al suo secondo ruolo da protagonista dopo quello nel “La solitudine dei numeri primi”.
Tra loro c’è una complicità e un’alchimia bellissima, riescono a trasmettere con grazia ed estrema naturalezza gli stati d’animo, le ansie, l’intimità e la felicità della vita quotidiana della coppia. In una intervista Victoria ha dichiarato che ad un certo punto delle riprese pensava che Luca si fosse innamorato realmente. Le problematiche e le vicende legate all’infertilità, pur costituendo il tema principale del film, restano sullo sfondo, “Tutti i santi giorni” è prima di tutto una storia d’amore, un amore puro, autentico e forte, in grado di resistere e di non incrinarsi di fronte alla volgarità e alla precarietà della vita contemporanea. Un sentimento che emoziona, toccante e sincero come lo sono le stupende canzoni di Antonia.
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[+] evviva i buoni film!
(di maria f.)
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emanuele 1968
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venerdì 5 dicembre 2014
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bello
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Visto ieri su rai 3, molto bello, peccato non averlo visto al cinema, bravi regista e attori, ottimo film made in Italy, molto soddisfatto.
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marce84
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giovedì 24 luglio 2014
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l'amore come unica via di salvezza
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Tutti i santi giorni è innanzitutto una storia d’amore. E’ una storia d’amore non convenzionale, tra due personaggi dai caratteri diversissimi e ben interpretati da Luca Marinelli e Thony. La loro interpretazione è così reale e intensa da coinvolgere lo spettatore e “fare il tifo” per la loro relazione nello squallore e nelle difficoltà della vita quotidiana. Perché la storia d’amore rappresentata da Virzì è proprio questa: la lotta che una piccola coppia fa per portare avanti il loro amore, i loro buoni sentimenti nelle difficoltà degli anni contemporanei, della periferia romana, dove il mondo va alla rovescia e dove i buoni finiscono per essere sconfitti.
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Tutti i santi giorni è innanzitutto una storia d’amore. E’ una storia d’amore non convenzionale, tra due personaggi dai caratteri diversissimi e ben interpretati da Luca Marinelli e Thony. La loro interpretazione è così reale e intensa da coinvolgere lo spettatore e “fare il tifo” per la loro relazione nello squallore e nelle difficoltà della vita quotidiana. Perché la storia d’amore rappresentata da Virzì è proprio questa: la lotta che una piccola coppia fa per portare avanti il loro amore, i loro buoni sentimenti nelle difficoltà degli anni contemporanei, della periferia romana, dove il mondo va alla rovescia e dove i buoni finiscono per essere sconfitti. Ma in questa desolazione di valori, Virzì ci mostra una via d’uscita nell’amore, in particolare negli occhi, nei modi gentili ed educati di Luca, un ragazzo d’altri tempi, che riesce a rapire completamente il cuore di Thony, ragazza difficile, spigolosa, controcorrente, tanto diversa quanto attratta da un tipo come Luca. E il loro amore è più forte di tutto, anche del figlio tanto voluto, ma che non arriva.
Lo sguardo della regia di Virzì è delicato, leggero, malinconico, simpatizza per la dolcezza dei due ragazzi, ma lo fa sempre con una certa distanza. Il film non cade mai nel melo’, nel romanticismo a tutti i costi, ma si tiene sempre in un equilibrio perfetto che conferisce, appunto, quella sensazione di dolcezza malinconica che trasmette la coppia protagonista.
Come spesso fa, Virzì non disdegna di inserire elementi ironici su cui sorridere e far riflettere: in questo film, l’aspetto su cui maggiormente si sofferma è l’odissea che la coppia deve compiere per avere il figlio tanto voluto, ma che tarda ad arrivare. Virzì ci invita a riflettere su questo aspetto e lo fa con il sorriso sulle labbra, ma è un sorriso amaro, tale da trasmettere empatia nei confronti dei “poveri” candidati genitori, in particolare per Luca, che vive una serie di episodi imbarazzanti, surreali, quanto improbabili, ma ahimé reali.
Due scene rimangono nella memoria: la prima è quella in cui i due aprono la lettera con l’esito della fecondazione. Tutto è già intuibile dall’atmosfera della scena con un’ambientazione fatta di strutture fatiscenti e di degrado, i due si siedono su una panchina con alle spalle, guarda caso, un parco giochi per bambini, la lettera la apre Luca, la guarda e la mette in tasca. Silenzi e sguardi che parlano da soli, non c’è bisogno di alcun dialogo. A quel punto Thony, con la morte nel cuore, comprende l’esito e inizia a parlare delle piante di casa. E’ una scena di un’intensità incredibile.
La seconda scena è invece quella al buio durante il matrimonio, prima che si aprano le porte della chiesa e che gli invitati lancino il riso.
Poesia laddove non c’è, ricercare bellezza laddove c’è squallore, ritrovare amore laddove c’è assenza di sentimenti, è questa la potenza del film di Virzì: i due protagonisti sembrano quasi alieni rispetto al mondo circostante e se ciò da una parte li frustra e li umilia, dall’altro li avvicina e cementifica la loro unione.
La regia di Virzì sembra una gigantesca mano invisibile che protegge l’amore dei protagonisti nei confronti del mondo circostante, li accarezza e gli dà una pacca sulle spalle nei momenti di difficoltà. E’ un film vero e intenso.
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