flyanto
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mercoledì 4 settembre 2013
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a cosa possono portare i processi reconditi della
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Thriller in cui si racconta di un impiegato presso una prestigiosa casa d'aste di Londra che, alleandosi con una banda di ladri professionisti, partecipa al furto di un famoso e molto quotato dipinto di Goya, Le Streghe nell'Aria". Ma l'azione non va secondo il programma ed il giovane, che nel corso dell'operazione batte la testa, incorre in una sorta di amnesia temporanea che sbloccherà dopo molte sedute terapeutiche grazie alle cure di un' affascinante dottoressa esperta nella tecnica dell'ipnosi. Il film nel suo complesso risulta poco credibile, sia per alcune situazioni rappresentate a volte estreme, concernenti soprattutto i vari percorsi della mente in cui incorre il protagonista e quelle di pura azione piene di adrenalina e ricche di colore, sia per la metodologia descritta della tecnica dell'ipnosi.
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Thriller in cui si racconta di un impiegato presso una prestigiosa casa d'aste di Londra che, alleandosi con una banda di ladri professionisti, partecipa al furto di un famoso e molto quotato dipinto di Goya, Le Streghe nell'Aria". Ma l'azione non va secondo il programma ed il giovane, che nel corso dell'operazione batte la testa, incorre in una sorta di amnesia temporanea che sbloccherà dopo molte sedute terapeutiche grazie alle cure di un' affascinante dottoressa esperta nella tecnica dell'ipnosi. Il film nel suo complesso risulta poco credibile, sia per alcune situazioni rappresentate a volte estreme, concernenti soprattutto i vari percorsi della mente in cui incorre il protagonista e quelle di pura azione piene di adrenalina e ricche di colore, sia per la metodologia descritta della tecnica dell'ipnosi. Ma nello stesso tempo ha una trama avvincente che cattura l'interesse dello spettatore che diventa sempre più curioso a voler vedere svelato l'enigma che si cela dietro tutta la vicenda. Pertanto la tensione è tenuta sempre alta grazie soprattutto anche al ritmo incalzante ed ai dialoghi accesi nelle varie scene. Molto azzeccati e ben calati nei propri ruoli sono, inoltre, tutti i tre protagonisti principali, da James Mc Avoy nella parte dell'impiegato un pò ingenuo rispetto ai malviventi con cui è in contatto, a Vincent Cassel in quella del capo senza scrupoli della banda dei rapinatori ed all'affascinante Rosario Dawson in quella del medico terapeuta. Insomma, un thriller consigliabile per la sua intrigante suspense e quindi come piacevole intrattenimento.
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[+] un labirinto concentrico di suoni e immagini
(di antonio montefalcone)
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zikutomo
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sabato 31 agosto 2013
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cinema o discoteca?
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Film figlio della cultura hollywoodiana contemporanea, In Trace vuole immergere totalmente lo spettatore in un bagno di emozioni e sensazioni che permeino tutti i sensi. E da qui la domanda: ma siamo al cinema o in discoteca? La colonna sonora serrata e martellante prende spesso il sopravvento sull'immagine (specialmente nella sequenza di apertura), quasi distraendo lo spettatore da ciò che vede portandolo a concentrarsi più sul suono extradiegetico che sopraffà le voci e le vicende narrate. Ma il creare confusione nello spettatore è presente per tutta la pellicola: se la musica che si impone eccessivamente può essere uno smacco negativo, il tocco di Boyle è sicuramente una nota gradevole al nostro occhio.
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Film figlio della cultura hollywoodiana contemporanea, In Trace vuole immergere totalmente lo spettatore in un bagno di emozioni e sensazioni che permeino tutti i sensi. E da qui la domanda: ma siamo al cinema o in discoteca? La colonna sonora serrata e martellante prende spesso il sopravvento sull'immagine (specialmente nella sequenza di apertura), quasi distraendo lo spettatore da ciò che vede portandolo a concentrarsi più sul suono extradiegetico che sopraffà le voci e le vicende narrate. Ma il creare confusione nello spettatore è presente per tutta la pellicola: se la musica che si impone eccessivamente può essere uno smacco negativo, il tocco di Boyle è sicuramente una nota gradevole al nostro occhio. L'uso di inquadrature oblique, spesso da sotto in su, unite ad una grandiosa fotografie che mischia buio e luci alogene rende la percezione degli eventi surreale. La prospettiva di chi guarda lo schermo diventa in questo modo la stessa del protagonista, immerso in un vortice caotico di eventi dei quali raramente capisce cause e conseguenze, coinvolgendoci prepotentemente negli eventi. Le inquadrature delle strade tortuose dall'alto richiamano le pieghe del cervello (McAvoy) e l'uso di spazi chiusi sinuosi e rossi (quasi vaginali) ci fanno sentire la presenza calda ma minacciosa della donna (Dawson), amplificando il senso parallelo di disturbo e coinvolgimento. McAvoy, dal canto suo, viene messo in ombra da ogni altro personaggio senza venire meno ai propri meriti di attore. Cassel è sempre nella parte ma recita un personaggio che conosce a menadito e che ormai non riesce più a stupirci davvero. Dawson cresce nel film, partendo come elemento marginale sino a protagonista indiscussa sia nella vicenda sia nella recitazione. Siamo di fronte ad un'opera ben confezionata che rapisce mente e corpo di personaggi e spettatori, ma il vortice risucchia anche la trama rischiando l'implosione e il caos totale. I dubbi ci assalgono costantemente e la loro risoluzione è centellinata per tutto il film, lasciandoci troppo spesso sulle spine, infastidendoci per la prolissità e la poca chiarezza con cui (almeno in un primo momento) le risposte si mostrano ai nostri occhi. Le interpretazioni dell'intreccio possono essere davvero infinite, il finale aperto e i buchi (forse voluti del tutto o forse figli di manchevolezze di sceneggiatura) non riescono a convincere fino in fondo quello che è un grande spettacolo per gli occhi e le orecchie. I ribaltamenti di personaggi e ruoli tengono sempre altissima la tensione, senza mai scadere nello scabroso e l'azione, i momenti erotici e gli accenni splatter rendono il film godibile praticamente da chiunque. Arrivati alle ultime scene le speculazioni lasciate allo spettatore sono infinite: quanto di ciò che ci è spiegato è davvero accaduto? Quando siamo nella mente del protagonista e quando no? Perché non ci sono mai poliziotti? E ancora, spingendoci al limite: possiamo arrivare a dire che Cassel e McAvoy siano invece la stessa persona (la scena conclusiva con il postino e le parole della terapeuta quando dice a Cassel di aver avuto un fidanzato violento). Forse è inutile scavare troppo, ed è solo compito dei singoli rispondere a queste domande. Nota chiave la presenza di anticipazioni lungo tutto il film, primo fra tutti il "you lose" che appare sul computer di McAvoy all'inizio e che già ci dice cosa succederà nel finale.
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daf_ma
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lunedì 9 settembre 2013
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l'effetto sorpresa non stupisce nel finale
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La storia visionaria di Boyle poggia sulla perdita di memoria di Simon e sul recupero della stessa attraverso l’aiuto dell’esperta di ipnosi, la dottoressa Elisabeth Lamb. La storia è la seguente: Simon si unisce alla banda di Franck per rubare un quadro dalla prestigiosa casa d’aste per la quale lavora come assistente. Durante il furto però non tutto va come previsto e Simon viene ferito alla testa. Al suo risveglio ha perso la memoria e non ricorda più dove ha nascosto il quadro. Le torture di Franck non possono nulla contro la perdita di memoria di Simon, pertanto, occorre affidarsi ad un esperto che possa aiutarlo a recuperarla. Dopo pochi appuntamenti, la dottoressa capisce che Simon è nei guai e vuole aiutarlo.
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La storia visionaria di Boyle poggia sulla perdita di memoria di Simon e sul recupero della stessa attraverso l’aiuto dell’esperta di ipnosi, la dottoressa Elisabeth Lamb. La storia è la seguente: Simon si unisce alla banda di Franck per rubare un quadro dalla prestigiosa casa d’aste per la quale lavora come assistente. Durante il furto però non tutto va come previsto e Simon viene ferito alla testa. Al suo risveglio ha perso la memoria e non ricorda più dove ha nascosto il quadro. Le torture di Franck non possono nulla contro la perdita di memoria di Simon, pertanto, occorre affidarsi ad un esperto che possa aiutarlo a recuperarla. Dopo pochi appuntamenti, la dottoressa capisce che Simon è nei guai e vuole aiutarlo. Tra ricordi, sogni, viaggi immaginari e sovrapposizioni mentali, reali e irreali, Simon inizia a recuperare piccoli frammenti di quella giornata e, mentre Elisabeth conquista la fiducia del suo paziente e, contemporaneamente, quella dei suoi aguzzini, la storia si complica perché Simon sviluppa una sorta di ossessione nei confronti del suo medico. Il mistero si infittisce quando a complicare ulteriormente le cose si mette il più classico dei tormentoni, il triangolo amoroso. La tensione aumenta poi sul finale quando il reale e l’irreale si confondono sempre più spesso, ma è solo in chiusura che si compongono tutte le parti del puzzle e il giallo si chiude. “In trance” scava nei meandri della mente umana, indaga sulle capacità dei singoli di mentire a loro stessi e sull’abilità di ricostruire, in modo più o meno fedele, con processi di definizione e ridefinizione del ricordo, gli eventi passati. Quando arriva la "signora vendetta”, subdola, in punta di piedi, e con essa il gran finale, di grande c'è ben poco perchè la chiusura è poco impattante.
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jeanluc
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mercoledì 19 settembre 2018
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capire il noir
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Ancora una volta come letto in passato questo sito decisamente mainstream,(basti vedere cosa consiglia di imperdibile negli ultimi due anni),si rivela di una superficialità estrema nel giudicare un genere complesso come il noir. Capiamoci bene. Tutti i generi sono in declino oggi,si continua a produrre sciatti remakes o reboots in quanto l industria sta affossando il cinema d autore invece di promuoverlo come accadeva fino al funesto 1989.Il noir è ridotto a pura paccottiglia per celebrolesi,poi avviene il miracolo. Questa splendida gemma di Boyle, che è un autore,rende giustizia ai tempi che furono. Nessuno se ne accorge in quanto annebbiato dall effetto Nolan. Se lo avesse fatto il tipo in questione se ne sarebbe parlato a profusione come per i suoi altri noiosi e piatti filmetti.
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Ancora una volta come letto in passato questo sito decisamente mainstream,(basti vedere cosa consiglia di imperdibile negli ultimi due anni),si rivela di una superficialità estrema nel giudicare un genere complesso come il noir. Capiamoci bene. Tutti i generi sono in declino oggi,si continua a produrre sciatti remakes o reboots in quanto l industria sta affossando il cinema d autore invece di promuoverlo come accadeva fino al funesto 1989.Il noir è ridotto a pura paccottiglia per celebrolesi,poi avviene il miracolo. Questa splendida gemma di Boyle, che è un autore,rende giustizia ai tempi che furono. Nessuno se ne accorge in quanto annebbiato dall effetto Nolan. Se lo avesse fatto il tipo in questione se ne sarebbe parlato a profusione come per i suoi altri noiosi e piatti filmetti. Imparate a guardare il cinema,quello vero e questo film lo dimostra. Dimostra di quanto la mente umana sia sempre di pii un labirinto inestricabile dove non si possa delineare un unica personalità, il continuo ribaltarsi delle psicologie dei personaggi e dove alla fine anche la falsa vittima lamb,si dimostra manipolatrice e dark lady. Le scene sono costruite su una fotografia che rimanda ai chiaroscuri di ocra,nero e arancio i colori di Rembrandt e Goya,i designes sfruttano l ipermoderno in senso claustrofobico,confortevoli,asettici,non esistono mai uscite,come nelle menti dei personaggi. Forse vedere meno cinema Marvel aoutrebbe a uscire dalla pochezza in cui siete rinchiusi.
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killbillvol2
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mercoledì 11 settembre 2013
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in trance
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Dopo tre anni di assenza dal grande schermo, dopo averci lasciato con le 127 Ore più belle della nostra vita, il cineasta inglese torna con un thriller ad alto tasso di adrenalina e tensione, ispirandosi ad una serie televisiva e collaborando nuovamente con lo sceneggiatore John Hodge (sceneggiatore di quella piccola perla di Shallow Grave, nonché primo brillante film del regista).
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Dopo tre anni di assenza dal grande schermo, dopo averci lasciato con le 127 Ore più belle della nostra vita, il cineasta inglese torna con un thriller ad alto tasso di adrenalina e tensione, ispirandosi ad una serie televisiva e collaborando nuovamente con lo sceneggiatore John Hodge (sceneggiatore di quella piccola perla di Shallow Grave, nonché primo brillante film del regista). Il risultato finale non delude né supera le aspettative. Si gioca fin troppo con la costruzione thriller-con-colpo-di-scena da dimenticarsi per venti minuti abbondanti (nel secondo atto del film) dello spettatore e dell'evolversi della storia, che rimane statica, per poi, nella resa dei conti, ribaltare completamente tutte le cose date per certe nel primo tempo. E, per fortuna, è proprio questa la parte migliore del film, la più riuscita e coinvolgente, se non la più ricca di tensione. Alcuni lo hanno persino paragonato ad Inception, per l'incipit (si parla di viaggi nei meandri della mente tramite l'ipnosi e la conseguente caduta In Trance) e per il sottofinale, sbagliando di grosso. Un thriller violento, dunque, non per tutti, ma non si esce insoddisfatti, grazie a un bel finale (chi crede che Now You See Me abbia un finale a sorpresa, si guardi questo) e alla regia di Boyle, che gioca con lo spettatore per tutto il tempo, mostrando un decimo di ciò che realmente accade (o è accaduto), un film sull'inconscio e sui nostri desideri e le nostre paure, e confeziona un buon film d'intrattenimento, ma non il suo miglior film (è meglio del sopravvalutato The Millionaire, peggio del già citato Shallow Grave). Il trio protagonista, tra cui spicca il protagonista McCavoy, non delude, senza però dare interpretazioni memorabili. Comunque un altro film da vedere di un autore che si sta rivelando una vera garanzia.
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renato volpone
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lunedì 2 settembre 2013
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eleganza e bellezza
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Danny Boyle con "Trance" (chissà perché in Italia anche i titoli più banali debbono essere modificati) compie uno splendido esercizio di eleganza, grazie soprattutto alla bellezza vertiginosa della protagonista Rosario Dawson, ed è forse proprio per gli splendidi nudi della donna che il film è stato vietato ai minori di 14 anni (si vieta la bellezza: sembra di essere tornati ai tempi dell'inquisizione, davvero impressionante) o per i corpi sinuosi, mai volgari, di Vincent Cassel o James mcAvoy. La storia è un "già visto", ma riproposto con toccante delicatezza dove il vero e l'immaginario si sovrappongono portando lentamente lo spettatore a scoprire le dinamiche della storia e dell'amore.
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Danny Boyle con "Trance" (chissà perché in Italia anche i titoli più banali debbono essere modificati) compie uno splendido esercizio di eleganza, grazie soprattutto alla bellezza vertiginosa della protagonista Rosario Dawson, ed è forse proprio per gli splendidi nudi della donna che il film è stato vietato ai minori di 14 anni (si vieta la bellezza: sembra di essere tornati ai tempi dell'inquisizione, davvero impressionante) o per i corpi sinuosi, mai volgari, di Vincent Cassel o James mcAvoy. La storia è un "già visto", ma riproposto con toccante delicatezza dove il vero e l'immaginario si sovrappongono portando lentamente lo spettatore a scoprire le dinamiche della storia e dell'amore. Un quadro fantastico di Goya, la danza delle streghe, viene rubato durante un'asta in un palazzo quasi inespugnabile. Il responsabile del furto è Simon, ma lui non ricorda nulla. Qui subentra una meravigliosa ipnotologa, Elisabeth Lamb, che aiuterà lui è i criminali che lo perseguitano a scoprire dove si trova il quadro. Il film oltre che un esercizio di eleganza è una lezione di seduzione che tutti dovrebbero seguire per tornare ad esercitare i meravigliosi giochi e dinamiche dell'innamoramento. Meravigliosa la fotografia e le musiche. Perde una stella solo perché in alcuni tratta difetta la sceneggiature.
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