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Stephen Chbosky, un film (e un libro) per spezzare il silenzio

Intervista al regista di Noi siamo infinito.

In foto Stephen Chbosky con la moglie Liz.
Stephen Chbosky (54 anni) 25 gennaio 1970, Pittsburgh (Pennsylvania - USA) - Acquario. Regista del film Noi siamo infinito.

lunedì 28 gennaio 2013 - Incontri

Stephen Chbosky (regista, sceneggiatore, autore) è il co-creatore e produttore esecutivo del dramma post apocalittico Jericho che si è assicurato un posto nella storia della televisione quando in segno di protesta per la sua cancellazione, i fan inviarono all'emittente Tv che la trasmetteva più di 40,000 libbre di noci. Il suo primo romanzo, Noi siamo infinito. Ragazzo da parete, esce nelle librerie nel 1999. Da allora viene pubblicato in 14 paesi, tradotto in 12 lingue e ha venduto più di un milione di copie solo negli Stati Uniti. Si stima che i suoi lettori siano tra i cinque e i sette milioni e il libro è entrato nei 10 libri più letti della American Library Association ben cinque volte durante l'ultimo decennio.
Chbosky cresce a Pittsburgh e si laurea al programma di Scrittura per il cinema della USC. Il suo primo film, The Four Corners of Nowhere è stato proiettato per la prima volta al Sundance film Festival nel 1995. Ha anche lavorato a Broadway allo spettacolo di John Leguizamo "Sexaholix" ed ha scritto la sceneggiatura per l'adattamento di "Rent". Attualmente sta lavorando al suo secondo romanzo e vive a Los Angeles con la moglie Liz Maccie.

Come è nata l'idea del libro?
Ho scritto il libro per motivi molto personali. Stavo attraversando un momento difficile nella mia vita privata. Ma ero anche arrivato a un punto nella mia vita in cui ero pronto a scrivere sul perché brave persone a volte vivano cose tremende e su come una famiglia di amici possa aiutarti a superare tutto. Avevo davvero bisogno di risposte per me stesso ed è stato come se Charlie mi toccasse sulla spalla e mi dicesse 'Sono pronto a raccontare la mia storia'. Non stavo cercando di ottenere consenso da tutti o di arrivare a tutti. Stavo solo cercando di raccontare la mia verità. Non ho mai pensato di allietare un grande pubblico. Ho raccontato autenticamente la mia storia e credo che la gente rispetti questo.

Mentre l'idea di fare un film dal libro quando è venuta fuori?
Ho sempre voluto fare un film basato sul mio libro. Vedevo le immagini così vividamente mentre lo scrivevo. Ma volevo il tempo e lo spazio per farlo nella maniera giusta. Nel frattempo ho lavorato su molte sceneggiature diverse. Ho perfezionato le mie capacità finché non sono stato pronto a scrivere una sceneggiatura che fosse fedele al libro.

Il libro è da anni un best seller negli Stati Uniti. Ha sentito la responsabilità nei confronti dei suoi tantissimi fan nell'adattare la storia in sceneggiatura?
Nei 13 anni dalla pubblicazione, ho ricevuto centinaia di lettere ed e-mail. Alcune facevano spezzare il cuore. Ti rendi conto che davvero tanti ragazzi si sentono terribilmente soli. Pensano che nessuno li stia ascoltando, che a nessuno importi di loro. Alcuni dicevano che pensavano di farla finita, ma dopo aver letto il libro hanno deciso di non farlo. Quando succede questo, vieni cambiato, e ti rendi conto della responsabilità che hai.

Il libro è scritto come una serie di lettere che Charlie scrive a un amico senza nome. Le lettere di Charlie trattano questioni che i teenager continuano ad affrontare ancora oggi. Alcuni di questi argomenti sono "scottanti", come l'uso di droghe, di alcol o il sesso, e hanno acceso dibattiti e proteste, fino a far vietare la lettura del libro. Lei come l'ha presa?
Ogni volta che il libro viene bandito, dicono che sia una medaglia d'onore. Ma per me è sempre un momento triste. Ho scritto il libro in parte per terminare un silenzio. Voglio che genitori e figli parlino di cosa gli succede. La censura pone limite al dialogo.

È stato difficile adattare il libro in sceneggiatura?
Alcune cose dovevano essere tagliate, ma i temi centrali sono rimasti immutati. La famiglia, gli amici e il rapporto tra Charlie, Sam e Patrick dovevano esserci. Alla fine ho tagliato cose che sono molto belle nel libro ma non trovavano il giusto spazio nel film. Anche perché se avessi girato ogni scena del libro, avrei realizzato un film di quattro ore!

Ha definito questo film come una storia d'amore non convenzionale. Ci spiega perché?
Scrissi la battuta 'Noi accettiamo l'amore che crediamo di meritare' già nella prima stesura del romanzo ed è diventata subito il tema centrale dell'intero libro e poi del film. Non si parla solo di amore romantico. Può riferirsi a quello tra amici. Può essere come noi trattiamo noi stessi. Si tratta di avere una vita fantastica semplicemente aprendosi di più al mondo.

Anche se il libro viene letto soprattutto da ragazzi, ha detto di essere sicuro che il fascino del film trascenderà ogni età.
Guardando il film, un adulto potrebbe avere nostalgia di cosa significava avere quell'età. Un dodicenne che non ha ancora frequentato le scuole superiori potrebbe invece trovarvi una sorta di cartina indicativa. Qualcuno nel pieno di quegli anni potrebbe solo aver bisogno di capire che quello che sta vivendo è reale e che qualcun altro lo capisce. Io vorrei che una madre vedesse il film e si ricordasse l'essere giovane, e voglio che una figlia senta conferma di cosa significa essere giovani. Io voglio che entrambe sentano la necessità di parlarsi a proposito delle esperienze che hanno vissuto. Questo è tutto ciò che voglio.

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