The Help

Quanto chiacchieravano le signore bianche e nere ai tempi del razzismo

Non c´è niente come un film inzuccherato di buonismo sorridente per far sentir buoni anche gli spettatori che, avendo magari appena offerto, prendere o lasciare, 5 euro l´ora alla domestica rumena in cerca di lavoro, singhiozzano di puro divertimento per il cuore d´oro, anche se talvolta sfacciato, di un paio di cameriere nere aiutate da una buona signorina bianca aspirante giornalista, che nel 1963, a Jackson nello stato del Mississippi, in tempi di leggi segregazioniste (diventate incostituzionali un anno dopo), accettano di collaborare a un libro sulla loro vita grama, sempre ad allevare piccini bianchi e a lavare mutande di bianchi, nelle case volgarotte della borghesia bianca, trattate con disprezzo e fastidio, mentre fuori la vita dei neri è in pericolo. Naturalmente il film è The help, tratto dal libro dallo stesso titolo dell´esordiente bianca Kathryn Stockett (nata e vissuta a Jacskon, allevata dall´amatissima cameriera nera, mentre la mamma chissà), dieci milioni di copie vendute, ripubblicato adesso in Italia causa film. Sarebbe una storia drammatica, il ricordo di un tempo di massimo razzismo legalizzato, di linciaggi, del movimento per i diritti civili, di Martin Luther King Jr. Invece il regista Tate Taylor si è impegnato a non disturbare il pubblico bianco, ma a divertirlo. Si ride quando la cuoca nera Minny (Octavia Spencer, fresca di Golden Globe come miglior non protagonista), ovviamente grassa, con occhioni sempre spalancati, capace di vendette oltraggiose, che alla vista di un uomo bianco sul prato di un bianco, si dà a una goffa fuga: scena che invece dovrebbe preoccupare, visto che allora era legale ammazzare un nero sorpreso vicino a una casa di bianchi. Ed è appena sullo sfondo l´assassinio a Jackson di Medgar Evans, il nero che lottava contro la segregazione all´università del Mississippi. La graziosissima bianca Skeeter, 23 anni, tutta riccioloni biondi, ottenuta la laurea torna a casa dalla mamma ammalata che la vorrebbe sposata; tutte le sue amiche lo sono e fanno le signore tra loro, visto che di uomini nel film quasi non se ne vedono. Non maltrattano solo le loro cameriere, come dicono loro, negre, ma tengono alla larga anche la bianca ossigenata Celia (Jessica Chastain) che assomigliando a Marilyn Monroe sino al punto di non riuscire a portare a termine le gravidanze, ha sposato l´uomo che era di Hilly (Bryce Dallas Howard) strega cattiva con neri, bianchi e parenti compresa la mamma via di testa (Sissy Spacek). La desolata cameriera nera Abileen (Viola Davis) l´unico figlio morto malamente, ha allevato e amato ben 17 piccini bianchi, e sarà lei, rischiando il linciaggio, a cominciare a raccontare a Skeeter chi è, cosa pensa, come vive, un nero. C´è di mezzo il razzismo del gabinetto, promosso dall´odiosa Hilly, per costruire fuori casa un apposito gabbiotto per il personale di colore, che pure alleva i bambini e prepara da mangiare. Non è che ci si aspetti che i neri di The help parlino come la Mamie di Via col vento, ma, sarà a causa del doppiaggio, tutto quel chiacchierare delle signore nere, più i costanti gridolini delle signore bianche, infastidiscono molto.
Da La Repubblica, 20 gennaio 2012


di Natalia Aspesi, 20 gennaio 2012