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Country melodramma fiammingo

Alabama Monroe e i tasselli delle storie d'amore.
di Roy Menarini

In foto Veerle Baetens in una scena del film Alabama Monroe - Una storia d'amore di Felix Van Groeningen.
Veerle Baetens (46 anni) 24 gennaio 1978, Brasschaat (Belgio) - Acquario. Interpreta Elise Vandevelde nel film di Felix Van Groeningen Alabama Monroe - Una storia d'amore.

sabato 10 maggio 2014 - Approfondimenti

Da quando il cinema contemporaneo ha scoperto che le narrazioni dei film possono essere spezzettate, invertite, rimontate e costruite in forma di puzzle, abbiamo assistito a un numero sorprendente di melodrammi sentimentali raccontati in maniera inconsueta. Da Cinque per due di Ozon, dove un po' crudelmente veniva narrata una storia d'amore all'indietro, partendo dal divorzio e giungendo all'innamoramento, al poco ricordato (e struggente) Fine di una storia di Neil Jordan (dove l'incastro temporale è molto complesso), il rapporto sentimentale sembra stimolare la riflessione sulla caducità della passione e sulla difficoltà a mantenere salda la coppia di fronte alle avversità del destino. Aggiungiamo quei legami di attrazione lunghi una vita intera, rivelati magari attraverso alcuni momenti scelti e lasciando oscure tutte le zone intermedie: Un amore di Tavarelli, Dieci inverni di Mieli, One Day di Scherfig, etc.
Il punto più alto del sotto-genere è rappresentato senza ombra di dubbio da Se mi lasci ti cancello, in cui l'essenza stessa del legame amoroso viene messa in relazione con la memoria e la capacità di dimenticare e ricominciare (ad amarsi), e mescolata con una vicenda fantascientifica dalla costruzione intricata e spiazzante. Evidentemente, attraverso gli schemi temporali che si utilizzano per raccontare una storia, la compresenza dei momenti migliori e di quelli più fragili e conflittuali permette di sistemare sullo stesso asse, e nel medesimo momento spettatoriale, i diversi periodi della nostra vita.
Il lungo preambolo serve a contestualizzare il tentativo (per lo più rimasto sulla carta) di Alabama Monroe: un mélo fiammeggiante - ma infine solamente fiammingo - forse troppo imprigionato dalle griglie dei flashback e dei flashforward (con tanto di torsione cronologica a metà film, da uno all'altro) per colpire veramente a fondo. Non che l'opera di Van Groeningen lasci indifferenti, anzi. Le vicende rappresentate sono talmente tragiche e toccanti che sarebbe difficile dirsi apatici, eppure altri film recenti, in primis il formidabile La guerra è dichiarata, su temi simili hanno dimostrato talmente bene che cosa significa sperimentare forme cinematografiche inattese e contemporaneamente mettersi in gioco esistenzialmente, che ogni esempio anche vagamente analogo rischia di impallidire. Persino il ruolo della musica (giocato da Valérie Donzelli quasi come schema cognitivo in grado di esprimere i saliscendi di euforia e disperazione dei due protagonisti di fronte alla malattia del figlio), in Alabama Monroe, pur curioso - il country in Belgio! - finisce presto col percorrere le prevedibili retoriche del legame tra performance e momento emotivo.
Tuttavia, se teniamo Alabama Monroe sullo sfondo e lo rubrichiamo soprattutto come nuovo tassello di quella filmografia "crono-amorosa" che tanto seduce i registi contemporanei, rimane lo stupore per una tendenza così ricca di titoli e cresce il desiderio di analizzare - con più calma e in futuro - le modalità con cui oggi il cinema mette in scena tutte le sfumature dell'amore.

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