dragonia
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lunedì 10 settembre 2012
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non ce ne è mai stato uno solo
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Io sono un grandissimo fan della saga di Bourne. Penso che rappresenti l'apice qualitativo del cinema d'azione\introspettivo, difficilmente raggiungibile da altri prodotti dello stesso genere per come riesce a mischiare le vicende più fittizie e "commerciali" e un contesto fastidiosamente reale. Tuttavia, sarebbe sbagliato dire che non mi aspettavo un seguito della trilogia, più che altro perché non ho fatto in tempo a vedermi l'ultimo che già circolava in rete il trailer, e non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe stata un'idea niente male ampliare l'universo di Bourne ed includervi altri programmi, altre vittime delle macchinazioni immorali del governo.
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Io sono un grandissimo fan della saga di Bourne. Penso che rappresenti l'apice qualitativo del cinema d'azione\introspettivo, difficilmente raggiungibile da altri prodotti dello stesso genere per come riesce a mischiare le vicende più fittizie e "commerciali" e un contesto fastidiosamente reale. Tuttavia, sarebbe sbagliato dire che non mi aspettavo un seguito della trilogia, più che altro perché non ho fatto in tempo a vedermi l'ultimo che già circolava in rete il trailer, e non ho potuto fare a meno di pensare che sarebbe stata un'idea niente male ampliare l'universo di Bourne ed includervi altri programmi, altre vittime delle macchinazioni immorali del governo. Ora, appena tornato dal cinema, posso dire che The Bourne Legacy è esattamente quello che mi aspettavo, niente di meno, niente di più. Sono rimasto estremamente interessato e attento a quello che succedeva, di tanto in tanto c'era anche spazio per una o due scariche di adrenalina...insomma, non sono rimasto deluso. In effetti, per il team tecnico capeggiato da Tony Gilroy non deve essere stato facile affastellare una storia che potesse catturare il pubblico senza far porre a un confuso protagonista la domanda "Chi sono?", e fra i tanti aspetti di questa pellicola, la storia e la trama sono i più interessanti per come sono stati ideati e sviluppati: l'idea alla base del progetto, cioè il potenziamento fisico-mentale e al contempo il deterioramento del lato emotivo degli agenti tramite l'uso costante di misteriose pasticche è esposta abbastanza bene da poter suonare credibile. Anche il ritmo e le scene d'azione rappresentano dei punti a favore, con il primo che nella parte iniziale è piuttosto disteso, aumentanto a mano a mano che si giunge al finale, e le seconde frenetiche e serrate quanto bastano (notevole l'inseguimento finale in moto). L'unico aspetto che penalizza lievemente la pellicola sono i dialoghi, almeno nella prima parte: non che siano scritti male, ma nel tentativo di non farli suonare banali o innaturali rischiano di farci capire piuttosto poco a uno spettatore poco attento, per quanto riesca ad afferrare il succo della faccenda. Però, nonostante il difetto appena citato, il film risulta davvero di ottima fattura, in grado di tenere alta l'attenzione grazie anche ad interpretazioni idonee da parte del cast. Personalmente, mi sono davvero divertito.
PS: Ma chi si aspetta un film d'azione, come può dire che un inseguimento in moto sia noioso? E come fanno a non menzionare la sparatoria a metà film? Inoltre, per loro informazione, le parti dialogate sono inserite per spiegare la storia, non per sfizio.
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(di grisarobe)
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alberto cosenza
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lunedì 10 settembre 2012
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e' solo l inizio.....
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Anni e anni di attesa per gli appassionati della trilogia storica di Jason Bourne targata Matt Damon per questo film, scritto e stavolta anche diretto da colui che ha sempre sceneggiato gli altri tre (Tony Gilroy). Non era assolutamente facile riuscire a trovare un modo per legare una storia praticamente finita con una del tutto nuova, con un nuovo personaggio, una nuova identità... Eppure il veterano Tony non ha sbagliato niente.. Aaron Cross non è Jason Bourne, e nn mi riferisco certo al nome.. Qui l identità si conosce bene, non c è nulla da scoprire.. Un identità letteralmente "creata" dal governo, attraverso uso di medicinali per il potenziamento fisico e intellettivo, e che Aaron cercherà in tutti i modi di scrollarsi di dosso.
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Anni e anni di attesa per gli appassionati della trilogia storica di Jason Bourne targata Matt Damon per questo film, scritto e stavolta anche diretto da colui che ha sempre sceneggiato gli altri tre (Tony Gilroy). Non era assolutamente facile riuscire a trovare un modo per legare una storia praticamente finita con una del tutto nuova, con un nuovo personaggio, una nuova identità... Eppure il veterano Tony non ha sbagliato niente.. Aaron Cross non è Jason Bourne, e nn mi riferisco certo al nome.. Qui l identità si conosce bene, non c è nulla da scoprire.. Un identità letteralmente "creata" dal governo, attraverso uso di medicinali per il potenziamento fisico e intellettivo, e che Aaron cercherà in tutti i modi di scrollarsi di dosso.. Lui, decisamente più umano ed emotivo del collega predecessore, non vuole essere considerato un numero tra i tanti, non vuole che dei medicinali modifichino la sua persona per essere controllato a piacimento da altri sopra di lui.. E dopo le grosse falle scoperte in questi vari "programmi" segreti a partire dal caso Bourne, il governo decide di smantellare e di resettare tutto, eliminando tutte le pedine. Il protagonista non va più alla ricerca della sua identità, ma va soltanto alla ricerca di una vita normale.. Questa come dice il titolo è "l' eredità di Bourne", non è il suo proseguimento.. Ed è una cosa da mettere bene in chiaro per i vari tifosi Bourniani.. Jeremy Renner si è calato perfettamente nella parte ed è piaciuto, la co-protagonista dottoressa Rachel Weisz svolge un ruolo pressochè fondamentale e lo fa anche bene, regia e sceneggiatura da ormai veterano per Tony Gilroy, con meno azione e meno scene al cardiopalma, ma con tanta carne al fuoco in più, che secondo me sarà cotta e pronta da assaggiare soltanto dal prossimo capitolo.. Ora il personaggio è nato, l abbiamo conosciuto, adesso facciamolo crescere....
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(di antonio montefalcone)
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alessio c.
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sabato 8 settembre 2012
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vietato cadere nella trappola del confronto.....
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E' naturale pensare ad un confronto tra Bourne e Cross e, in virtù di questo, molti non andranno al cinema perdendo di vista però il fatto che qui non si parla di Bourne, di Treadstone o Blackbriar, quanto piuttosto della loro rinnegazione e conseguente insabbiamento. La CIA si trova infatti in una situazione di imbarazzo dopo le informazioni trapelate riguardo i due programmi di cui sopra (il collegamento temporale ai precedenti Bourne è l'unico da fare) e l'unico modo per porvi rimedio rimane sempre lo stesso: "chiudere", "pulire" e ricominciare. Ed ecco Cross, o Outcome 5, killer geneticamente potenziato per gli oscuri scopi del governo americano che ora è un soggetto scomodo, una pedina da eliminare e senza troppi complimenti.
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E' naturale pensare ad un confronto tra Bourne e Cross e, in virtù di questo, molti non andranno al cinema perdendo di vista però il fatto che qui non si parla di Bourne, di Treadstone o Blackbriar, quanto piuttosto della loro rinnegazione e conseguente insabbiamento. La CIA si trova infatti in una situazione di imbarazzo dopo le informazioni trapelate riguardo i due programmi di cui sopra (il collegamento temporale ai precedenti Bourne è l'unico da fare) e l'unico modo per porvi rimedio rimane sempre lo stesso: "chiudere", "pulire" e ricominciare. Ed ecco Cross, o Outcome 5, killer geneticamente potenziato per gli oscuri scopi del governo americano che ora è un soggetto scomodo, una pedina da eliminare e senza troppi complimenti. Di Bourne possiede lo stesso addestramento mentale e fisico ma è sottoposto anche agli stessi dubbi quando capisce di essere solo un mezzo, un'arma, manovrato da chi non si fa troppi scrupoli ad eliminarlo.
Gli ingredienti ci sono tutti: sparatorie, corse folli in moto, combattimenti corpo a corpo che tanto hanno dato alla saga di Bourne, sequenze adrenaliniche e quel filo di romance appena necessario a far capire che, per quanto freddi e letali si possa essere, si è sempre comunque capaci di provare sentimenti. Il film solleva qualche quesito interessante, riguardo ad esempio la manipolazione genetica, e sicuramente diverte. Tiene incollati allo schermo e si incastra perfettamente con gli eventi narrati nell'ultimo Bourne (del quale consiglio la visione prima di andare al cinema, a patto però di non scendere nel confronto).
In conclusione, "The Bourne Legacy" è un film del tutto godibile, divertente e senza troppe pretese. Se siete amanti dei film d'azione, due ore di divertimento sono assicurate.
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ashtray_bliss
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venerdì 14 settembre 2012
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storia nuova e sfondo vecchio: l'eredita di bourne
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Partendo dal principio non posso fare a meno di denotare che questo film in realta non ha nulla a che vedere con i precedenti capitoli di Bourne. Io sono stata una grandissima fan della trilogia Bourne e ho amato moltissimo i film, il regista Greengrass, credo abbia dato una delle miglior prove per affermarsi come regista di qualita' e ha saputo come gestire nel migliore dei modi film d'azione come questi.
"L'eredita' di Bourne" si sapeva, o almeno ci si poteva aspettare, che fosse qualcosa di diverso e di nuovo, dato che l'eredita e' qualcosa che ti lasci alle spalle e quindi era prevedibile che non riguardasse piu il protagonista principale dei precedenti capitoli (io non ho letto il libro e non sapevo cosa aspettarmi dal film, dato poi che io non leggo nemmeno le trame, per principio).
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Partendo dal principio non posso fare a meno di denotare che questo film in realta non ha nulla a che vedere con i precedenti capitoli di Bourne. Io sono stata una grandissima fan della trilogia Bourne e ho amato moltissimo i film, il regista Greengrass, credo abbia dato una delle miglior prove per affermarsi come regista di qualita' e ha saputo come gestire nel migliore dei modi film d'azione come questi.
"L'eredita' di Bourne" si sapeva, o almeno ci si poteva aspettare, che fosse qualcosa di diverso e di nuovo, dato che l'eredita e' qualcosa che ti lasci alle spalle e quindi era prevedibile che non riguardasse piu il protagonista principale dei precedenti capitoli (io non ho letto il libro e non sapevo cosa aspettarmi dal film, dato poi che io non leggo nemmeno le trame, per principio).
L'amara realta e' che si tratta di una trama a se', dunque ho trovato superfluo inserire il nome di Bourne adirrittura nel titolo. Lo spettatore sprovvisto-come me- dunque potrebbe aspettarsi di vedere nel film un collegamento tra la storia di Aaron Cross e quella di Jason Bourne, collegamento che in realta non esiste. Si tratta di due storie completamente differenti e forse l'unica cosa che le accomuna sono il fatto che entrambi i protagonisti sono killer geneticamente modificati e preparati al solo scopo di uccidere. Entrambi sono il prodotto di programmi top secret condotti dalla Intelligence del controllo mentale di questi individui. Bourne faceva parte del programma Treadstone e Cross del programma Outcome, entrambi i programmi hanno la finalita' di cambiare e controllare le prestazioni fisiche e psichiche di questi killer ingaggiati dal governo americano. Le somiglianze pero' finiscono qui.
La trama di questo ultimo Bourne Legacy, non e' ben definita ne tracciata, e ci si domanda perche' Cross si ritrova sulle montagne del'Alaska e perche' e come sia riuscito a sfuggire al programma e la chiusura del programma? Eccetto queste particolarita', la trama non e' particolarmente intricata e gli elementi di base sono quelli degli spy-movie : Il protagonista ha contro di lui il governo che deve eliminarlo, facendo attenzione a non rivelare niente del programma top-secret dal quale Cross proviene. Parallelemente Cross deve trovare una alternativa ai farmaci che lo tengono attivo (fisicamente e mentalmente) per evitare un total breakdown. Cosi dovra' chiedere l'aiuto di una dottoressa che lavorava a questo progetto top-secret, la quale e' miracolosamente sopravvisuta allo sterminio di tutti gli altri membri del team e da parte di alcuni sicari del governo. L'unica soluzione per Cross e' farsi iniettare il virus vivo, dal quale venivano ricavati i farmaci che Cross e gli altri membri del programma prendevano per il loro potenziamento.
Il film, resta comunque sulla linea del mediocre, e non si risolleva mai. Si tratta di un film d'azione e spionaggio con veramente poche scene d'azione e pochi colpi di scena. Risulta cosi un film abbastanza piatto e sicuramente non c'e' quella nota di introspezione del protagonista principale che caratterizzava i precedenti Bourne. Nota positiva per la scelta dei dialoghi che ho trovato assolutamente realistici e non scontati. La regia, non posso negare, e' molto buona ma non all'altezza dei precedenti capitoli (nonostante Gilroy abbia sempre lavorato da vicino a tutti i progetti Bourne). Renner da anima e corpo per interpretare Cross, l'ho trovato abbastanza convincente ma credo che volesse strafare e si sia preso troppo sul serio. La Weis e' impeccabile come sempre, una vera professionista. La musica credo fosse pressoche assente, molto diversa dal leit-motive dei precedenti capitoli. Buona la fotografia. Ho trovato invece banale e scontata la nuance di romanticita' che reputo indatta a questo tipo di pelliccole con protagonisti 'spietati e creati per uccidere', purtroppo pero' sono le richieste del marketing cinematografico ad imporre alcuni standards.
Bella la scena d'azione finale, abbastanza adrenalinica anche se dal esito scontato e prevedibile.
Overall, un action movie mediocre, sicuramente ne esistono di migliori, e sicuramente un film prevedibilmente distaccato dalla insuperabile trilogia di Jason Bourne, trilogia che ha segnato la storia del genere action-movie degli ultimi anni. Godibile ma trascurabile.
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donni romani
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domenica 23 settembre 2012
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l'eredità di bourne è all'altezza della saga
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Abbandonare Bourne e la sua frenetica e disperata fuga da chi lo aveva "creato" non deve essere stato facile per Tony Gilroy - qui alla prima regia della saga ma sceneggiatore degli altri capitoli - ma nel mettere in scena la vicenda di Aaron Cross non dimentica la lezione della trilogia da cui "The Bourne Legacy" prende il via. L'agente interpretato da Jeremy Renner è anche lui il risultato di un esperimento estremo in cui, veicolati da semplici virus, sono stati iniettati negli agenti selezionat, dei farmaci in grado di modificare la loro mappatura genetica rendendoli più forti fisicamente e mentalmente. Ma qualcosa è andato storto - la rivelazione dei programma Treadstone e Blackbriar alla stampa in primis - il film si svolge infatti temporalmente in simultanea con "The Bourne Ultimatum" e quindi anche gli agenti del programma di cui Cross fa parte, Outcome, devono esere eliminati, e con loro gli scienziati e i medici che hanno sviluppato i farmaci necessari a creare questi super agenti.
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Abbandonare Bourne e la sua frenetica e disperata fuga da chi lo aveva "creato" non deve essere stato facile per Tony Gilroy - qui alla prima regia della saga ma sceneggiatore degli altri capitoli - ma nel mettere in scena la vicenda di Aaron Cross non dimentica la lezione della trilogia da cui "The Bourne Legacy" prende il via. L'agente interpretato da Jeremy Renner è anche lui il risultato di un esperimento estremo in cui, veicolati da semplici virus, sono stati iniettati negli agenti selezionat, dei farmaci in grado di modificare la loro mappatura genetica rendendoli più forti fisicamente e mentalmente. Ma qualcosa è andato storto - la rivelazione dei programma Treadstone e Blackbriar alla stampa in primis - il film si svolge infatti temporalmente in simultanea con "The Bourne Ultimatum" e quindi anche gli agenti del programma di cui Cross fa parte, Outcome, devono esere eliminati, e con loro gli scienziati e i medici che hanno sviluppato i farmaci necessari a creare questi super agenti. Ed è a questo punto che si incontrano le vite in fuga, braccati da killer e polizia di mezzo mondo, di Aaron e della dottoressa Marta Shearing - una Rachel Weisz sempre più matura - che tenterà di aiutarlo a completare il programma di potenziamento così che lui possa aiutare lei a scappare da chi ha già sterminato tutti i suoi colleghi. Da New York a Manila, tra adrenalinici inseguimenti in moto, a piedi e in macchina come ormai marchio di fabbrica dei Bourne i due affronteranno una solitudine diversa da quella di Bourne, ma simile nel sentirsi abbandonati da chi li ha addestrati, usati, e sta ora tentando di eliminarli perchè scomodi. A manovrare la caccia ai due, al chiuso degli uffici governativi, c'è questa volta Edward Norton, scelta felice per un ruolo solitamente affidato a facce da ex marine, che regala al suo Eric Byer uno spessore umano e psicologico che lo eleva dal clichè del cattivo di turno, mostrandoci le delusioni e le frustrazioni di chi è al comando, la durezza che nasconde la malinconia e la tristezza che si è costretti a provare quando la memoria gli ricorda chi sia stato prima di essere risucchiato dal sistema. Il mondo dello spionaggio si spinge ancora più verso il limite in questo Bourne, la scienza usata senza scrupoli e l'addestramento crudele sono solo le punte di un iceberg e la trama, sia pure spettacolare e girata con mano professionale che sa come si confeziona un perfetto film d'azione, non dimentica mai di sottolineare le aberrazioni umane, le decisioni estreme e folli prese da chi ha in mano i bottoni del comando. Jeremy Renner aveva il compito ingrato di sostituire un beniamino del pubblico come Matt Damon e fa il suo onesto lavoro, aderisce al ruolo e interpreta il superagente con sufficiente amarezza, l'uomo moderno solo di fronte al proprio destino. E non illudiamoci che Outcome sia stato l'ultimo programma delirante della Cia, a dar la caccia ai due fuggitivi viene chiamato un agente da Singapore, reduce da un ennesimo programma che garantisce addirittura degli agenti privi del "rumore emozionale", termine preso a prestito dal mondo fotografico che fa rabbrividire e che fa prevedere ancora più foschi sviluppi nella ricerca del'agente perfetto.
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lo schiavo taita
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venerdì 14 settembre 2012
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bourne non tradisce mai
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Ho letto tutti i romanzi di Ludlum e tra questi, la storia di Bourne, è forse la più bella. Il personaggio Bourne, sui romanzi, era più complesso, di quello che ci è stato presentato nella versione cinematografica. Anche la sceneggiatura, seppure abbia preso spunto dai romanzi, è praticamente un'altra storia. La saga dei primi tre è stata comunque molto bella. La continuazione tra i primi tre film è stata rispettata, tanto da far pensare ad un unico copione diviso in tre. In questo quarto episodio, la narrazione, riesce comunque a mantenere il collegamento con i primi tre episodi. L'ombra di Bourne aleggia su tutto il film e non da fastidio, anzi, aumenta l'attenzione di chi sta seguendo il film, sopratutto di chi come me ha avuto modo di vedere i tre episodi precedenti.
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Ho letto tutti i romanzi di Ludlum e tra questi, la storia di Bourne, è forse la più bella. Il personaggio Bourne, sui romanzi, era più complesso, di quello che ci è stato presentato nella versione cinematografica. Anche la sceneggiatura, seppure abbia preso spunto dai romanzi, è praticamente un'altra storia. La saga dei primi tre è stata comunque molto bella. La continuazione tra i primi tre film è stata rispettata, tanto da far pensare ad un unico copione diviso in tre. In questo quarto episodio, la narrazione, riesce comunque a mantenere il collegamento con i primi tre episodi. L'ombra di Bourne aleggia su tutto il film e non da fastidio, anzi, aumenta l'attenzione di chi sta seguendo il film, sopratutto di chi come me ha avuto modo di vedere i tre episodi precedenti. Ci si aspetta che da un momento all'altro compaia il personaggio che ha dato il titolo alla serie e il fatto che non avvenga, forse è la vera sorpresa del film. Le scene d'azione sono sempre avvincenti, con quella modalità di ripresa ravvicinata e i ritmi assurdi. Il protagonista è convincente. La storia è convincente e avvincente. Ci aspettiamo la continuazione, perché non può finire così. Una continuazione con il ritorno anche di Matt Damon nelle vesti di Bourne. Unico neo del film, forse l'inseguimento finale. Troppo esasperato, con un killer un po' troppo caricato. Nel complesso, comunque, il mio giudizio non può che essere più che positivo. Davvero divertente
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ultimoboyscout
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martedì 16 ottobre 2012
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jason era solo la punta dell'iceberg.
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L'agente Aaron Cross e la dottoressa Stephanie Snyder, per volere della CIA, devono morire poichè sono a conoscenza di cose riguardanti un'operazione analoga a quella di Jason Bourne. Tony Gilroy rimane sceneggiatore ma rileva alla regia Paul Greengrass e il libro a cui si ispirano i fatti non è più di Robert Ludlum ma di Eric Van Lustbader. La saga riprende quota ed acquista nuovo splendore, l'ossatura politico-esistenziale rimane la stessa anche perchè era opera esclusiva di Gilroy: ne esce una spy-story assolutamente sofisticata in cui si sottolinea quanto la cospirazione sia la vera ossessione americana. Non si tratta di un sequel della trilogia, piuttosto di un qualcosa a metà strada tra uno spin-off e un reboot in cui si crea un personaggio simile a Jason che però non è Jason, è un parallelo come parallele sono le strorie di "Legacy" e "Ultimatum".
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L'agente Aaron Cross e la dottoressa Stephanie Snyder, per volere della CIA, devono morire poichè sono a conoscenza di cose riguardanti un'operazione analoga a quella di Jason Bourne. Tony Gilroy rimane sceneggiatore ma rileva alla regia Paul Greengrass e il libro a cui si ispirano i fatti non è più di Robert Ludlum ma di Eric Van Lustbader. La saga riprende quota ed acquista nuovo splendore, l'ossatura politico-esistenziale rimane la stessa anche perchè era opera esclusiva di Gilroy: ne esce una spy-story assolutamente sofisticata in cui si sottolinea quanto la cospirazione sia la vera ossessione americana. Non si tratta di un sequel della trilogia, piuttosto di un qualcosa a metà strada tra uno spin-off e un reboot in cui si crea un personaggio simile a Jason che però non è Jason, è un parallelo come parallele sono le strorie di "Legacy" e "Ultimatum". Il film risulta teso e realista, Renenr è bravo e piace da impazzire con faccia e fisico giusti, tanto da far dimenticare persino Damon, è il classico duro con cuore che si ribella, che non vuole essere solo un numero, il numero 5, soprattutto agli occhi della bellissima dottoressa che viene trascinata suo malgrado fino a Manila nel cuore della fabbrica delle sostanze dopanti. L'inseguimento finale è il momento più action (forse l'unico e vero) e cool dell'intero film, la scena è diretta benissimo, adrenalinica da togliere il fiato! Il film svela finalmente chi è la mente perversa che muove i fili dell'oscuro universo creato da Ludlum, attraversando le zone grigie della morale tra paradossi e contraddizioni, ideali e compromessi (ma non c'è da stupirsi, siamo pur sempre in America!). Si tratta di Ric Byer, ovvero Edward Norton, ingrito e incattivito all'inverosimile per l'occasione. Ma forse l'arma segreta della saga è quella di raccontare un mondo vero che esiste e non fantasioso come quello di 007 o di Ethan Hunt.
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tonysamperi
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mercoledì 17 ottobre 2012
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non perdere la testa
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Il nome nel titolo non cambia, ma il protagonista sì. Infatti si chiude la saga di Jason Bourne, della Treadstone e della Blackbriar.
Questa volta l’Intelligence si occupa di portare a termine l’ultimo programma, denominato Outcome. Gli agenti addestrati in questo programma sono sottoposti a trattamento farmacologico, per controllare un’infezione che migliora le prestazioni fisiche e mentali. Ci viene mostrato all’inizio del film che, mediante cambio di farmaci, l’agenzia mette fuori gioco tutti gli agenti parte del trattamento. Aaron Cross (Jeremy Renner – “The avengers”, “S.W.A.T”, “The town”, “M.
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Il nome nel titolo non cambia, ma il protagonista sì. Infatti si chiude la saga di Jason Bourne, della Treadstone e della Blackbriar.
Questa volta l’Intelligence si occupa di portare a termine l’ultimo programma, denominato Outcome. Gli agenti addestrati in questo programma sono sottoposti a trattamento farmacologico, per controllare un’infezione che migliora le prestazioni fisiche e mentali. Ci viene mostrato all’inizio del film che, mediante cambio di farmaci, l’agenzia mette fuori gioco tutti gli agenti parte del trattamento. Aaron Cross (Jeremy Renner – “The avengers”, “S.W.A.T”, “The town”, “M.I. Protocollo fantasma”) tuttavia è in missione, quindi bisogna eliminarlo in qualche altro modo.
Per chi non avesse visto questo film “Non perdere la testa” nel titolo, si riferisce al fatto che durante la storia, l’obiettivo di Cross sarà recuperare i farmaci che potenziano le cognizioni mentali, spinto dal fatto di non voler vedere la sua mente regredire.
SUL PLOT:
La regia cambia e si vede. Il film si apre alla grande, con un Cross che sopravvive in alta montagna a condizioni estreme, non mancano le scene d’azione, sparatorie, scazzottate e un lungo inseguimento nel finale.
Sicuramente questa pellicola dovrebbe portare lo spettatore a riflettere sulla genetica, ma soprattutto sul come si utlizza la genetica. Infatti ci mostra, come era stato per Bourne, la reazione di un agente che apre gli occhi sul mondo, che si accorge di non essere altro che un pedone nella scacchiera della CIA.
A mio avviso troppe scene nell’ufficio di Norton, che rallentano il ritmo del film e che non rappresentano un vero contributo alla storia o all’adrenalina degli inseguimenti.
Ad ogni modo sono due ore ben spese, il film in sé è un buon action movie e non annoia.
SUL CAST:
Personalmente non ho apprezzato il ruolo che è stato dato ad Edward Norton, vano il tentativo di tornare spesso a mostrare la sua direzione dell’inseguimento.
Rachel Weisz non stona mai, si adatta molto bene al ruolo di scienziata, che cade un po’ dalle nuvole, ma che risulta anche quasi non appoggiare il progetto.
Un film come questo è pane per i denti di Jeremy Renner; il protagonista mostra alcuni caratteri che aveva anche Bourne, ma senza il trauma psicologico che mostrava invece Matt Damon.
SUL DOPPIAGGIO:
Un doppiaggio nella media, segnalerei un accennato Pasquale Anselmo al doppiaggio del Generale Paulsen.
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grisarobe
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giovedì 13 settembre 2012
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the bourne.... "impersonality"
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Se esiste una cosa che gli Americani sanno fare bene è vendere un prodotto scadente, facendolo apparire eccezionale.
TRAMA: ecco quindi il 4 capitolo di "Bourne", che identifica una serie cinematografica di film di spionaggio, diretti da tony gilroy (l'avvocato del diavolo, armageddon, duplicity). Se nei primi 3 episodi della serie si ha a che fare con Jason Bourne (Matt Damon), nei panni di uno "smemorato" ex agente della CIA, alla ricerca della propria identità perduta, nell'ultimo il protagonista è un ex superagente "dopato", alla ricerca dei farmaci che gli permettono di mantenere doti fisiche e mentali insuperabili. Stiamo parlando di Aaron Cross (Jeremy Miller), un superagente coinvolto in un micidiale programma di addestramento denominato OUTCOME, in grado di trasformare semplici uomini in perfette macchine da guerra, con l'aiuto di alcuni farmaci sperimentali in grado di elevare al massimo le loro doti.
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Se esiste una cosa che gli Americani sanno fare bene è vendere un prodotto scadente, facendolo apparire eccezionale.
TRAMA: ecco quindi il 4 capitolo di "Bourne", che identifica una serie cinematografica di film di spionaggio, diretti da tony gilroy (l'avvocato del diavolo, armageddon, duplicity). Se nei primi 3 episodi della serie si ha a che fare con Jason Bourne (Matt Damon), nei panni di uno "smemorato" ex agente della CIA, alla ricerca della propria identità perduta, nell'ultimo il protagonista è un ex superagente "dopato", alla ricerca dei farmaci che gli permettono di mantenere doti fisiche e mentali insuperabili. Stiamo parlando di Aaron Cross (Jeremy Miller), un superagente coinvolto in un micidiale programma di addestramento denominato OUTCOME, in grado di trasformare semplici uomini in perfette macchine da guerra, con l'aiuto di alcuni farmaci sperimentali in grado di elevare al massimo le loro doti. Il soggetto del film ruota e si sviluppa attorno all'eliminazione del suddetto programma (agenti e ricercatori medici compresi), la cui segretezza è minacciata dall'avvistamento di Jason Bourne, apparentemente ancora vivo e vegeto, e deciso a rivelare all'opinione pubblica il contenuto.
COMMENTO: se l'incipit iniziale del film promette le attese dello spettatore, ovvero azione e suspance, il proseguo si palesa in una parabola ascendente fino a colmare in un finale deludente e scontato. Le scene iniziali infatti, con tanto di missili, esplosioni, e lotte coi lupi sullo sfondo di magnifici ghiacciai e scenari mozzafiato, lasciano spazio poi, all'alternarsi di brevi lampi di azione a lunghe sequenze di soporiferi dialoghi e flashback. Le notevoli e ormai note capacità del cast, (edward norton per primo) nei panni del "cattivo" colonnello Byer, di Jeremy Miller (the hurt locker, mission impossible, the town) e di rachel weisz (la mummia, la giuria), non bastano a coprire le evidenti lacune della sceneggiatura, soprattutto dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, che risulta alquanto impersonale e forzata. I protagonisti sono infatti troppo concentrati sulla loro "missione" (inseguire, scappare, aiutare) per lasciare spazio alla loro dmensione umana e ciò chiude le porte ad ogni tentativo dello spettatore di immedesimarsi nei personaggi e carpirne le emozioni.
Il poco che resta della parte finale è il solito e lungo inseguimento finale in motocicletta, nel tentativo (vano) di acciuffare il superagente e il classico lieto fine fin troppo affrettato ma quasi "voluto" a chiudere in fretta e furia una straziante trama che si trascina senza mai suscitare il minimo interesse.
Anche se tutto sommato regia, scenografia e fotografia sono da salvare, non consiglio la visione di questo film.
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purplerain
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martedì 12 febbraio 2013
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ci si aspettava di più!!
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Questo film di classico stampo americano ci fa capire, soprattutto per il modo in cui termina, che ci troviamo di fronte all'inizio di una nuova trilogia, dato che va di moda!! Ma prorpio per questo motivo il film in parte delude le attese, poichè di solito il primo film è quello capace di catalizzare l'attenzione del pubblico e spingerlo a non veder l'ora di assistere al sequiel!! Qui invece ci troviamo di fronte a varie situazioni che non convincono appieno: intanto la scelta del protagonista è, a mio avviso, poco felice. Siamo d'accordo che Damon non avesse più l'età che invece Indiana Jones conserva indisturbato, per cui, al pari di Edward Norton, si deve "accontentare" di parti più "tranquille", ma Renner non ha nè il fisico statuario di un agente segreto del calibro di un novello 007 nè il viso accattivante di Damon!! Funziona molto meglio come spalla di Cruise ma come prootagonista non riesce a dare al film quel pathos di cui avrebbe bisogno, e la trama non lo aiuta, perchè sembra un rimpasto dei primi due film, con il classico dei ritrovamenti dell'agente, la sua continua fuga, la compagnia di una donna che fugge con lui!! Poi non si sa bene come, lui sa dov'è il segnalatore sul suo corpo, conosce alla perfezione i movimenti dei suoi nemici tanto che sembra già sapere in anticipo cosa faranno!! In definitiva non basta qualche scena di pura azione per giustificare la voglia di vedere come va a finire, il film stenta a decollare anche perchè accompagnato da scene d'azione poco fluide che ci riportano solo indietro ad altri film ma non danno affatto l'idea dell'originalità!! La sceneggiatura convince leggermente di più fintanto che l'agente si muove tra le montagne, accompagnato da una fotografia accattivante che fa quasi sognare una vacanza e un po' di relax per l'eroe, ma il resto parte in sordina.
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Questo film di classico stampo americano ci fa capire, soprattutto per il modo in cui termina, che ci troviamo di fronte all'inizio di una nuova trilogia, dato che va di moda!! Ma prorpio per questo motivo il film in parte delude le attese, poichè di solito il primo film è quello capace di catalizzare l'attenzione del pubblico e spingerlo a non veder l'ora di assistere al sequiel!! Qui invece ci troviamo di fronte a varie situazioni che non convincono appieno: intanto la scelta del protagonista è, a mio avviso, poco felice. Siamo d'accordo che Damon non avesse più l'età che invece Indiana Jones conserva indisturbato, per cui, al pari di Edward Norton, si deve "accontentare" di parti più "tranquille", ma Renner non ha nè il fisico statuario di un agente segreto del calibro di un novello 007 nè il viso accattivante di Damon!! Funziona molto meglio come spalla di Cruise ma come prootagonista non riesce a dare al film quel pathos di cui avrebbe bisogno, e la trama non lo aiuta, perchè sembra un rimpasto dei primi due film, con il classico dei ritrovamenti dell'agente, la sua continua fuga, la compagnia di una donna che fugge con lui!! Poi non si sa bene come, lui sa dov'è il segnalatore sul suo corpo, conosce alla perfezione i movimenti dei suoi nemici tanto che sembra già sapere in anticipo cosa faranno!! In definitiva non basta qualche scena di pura azione per giustificare la voglia di vedere come va a finire, il film stenta a decollare anche perchè accompagnato da scene d'azione poco fluide che ci riportano solo indietro ad altri film ma non danno affatto l'idea dell'originalità!! La sceneggiatura convince leggermente di più fintanto che l'agente si muove tra le montagne, accompagnato da una fotografia accattivante che fa quasi sognare una vacanza e un po' di relax per l'eroe, ma il resto parte in sordina. Staremo a vedere!!
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