amedeo gavazzi
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sabato 19 gennaio 2013
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affascinante,come il primo jason della saga.
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finalmente ,dopo il secondo e il terzo film della saga,secondo me troppo esagerati,ritorna la bellezza del primo jason bourne.forse matt damon,avrebbe dato ancora qualcosa in piu',ma jeremy renner,se la cava benissimo e rachel weisz e'bella e brava come sempre.magari tutti i film fossero di questo livello.......!!!
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kyotrix
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domenica 30 dicembre 2012
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nulla di che
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Positivo come azione, anche se troppe americanate, ma la trama e' alquanto povera. Oltretutto non mi ricordavo nulla dei vecchi film e questo e' stato un grosso problema, vi consiglio di rivederli prima.
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maiomon78
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martedì 25 dicembre 2012
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bourne ovunque
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e se si fosse chiamato "numero 5"invece di rifarsi all mitico nome della trilogia?
interessante è lo svolgimento in parallelo della vicenda di aron,con bourne a washington,pero' risulta intuitivamente di difficile interpretazione;se si facesse la prova di eliminare quei due o tre collegamenti con bourne,secondo me avremmo una ottima base per un film di spionaggio moderno,veloce,con le giuste dosi di medicina neurale.
ho detto basi,perchè il film è monco in molti punti,all inizio non si capisce che ci faccia in alaska,poi a meta'i collegamenti con le varie operazioni son davvero messi a casaccio,il finale è banalmente troncato,,,
matt damon è un attore straordinario,ma qui gli interpreti son tutti all altezza del maestro,con un piu'per quella faccia da canaglia di norton.
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e se si fosse chiamato "numero 5"invece di rifarsi all mitico nome della trilogia?
interessante è lo svolgimento in parallelo della vicenda di aron,con bourne a washington,pero' risulta intuitivamente di difficile interpretazione;se si facesse la prova di eliminare quei due o tre collegamenti con bourne,secondo me avremmo una ottima base per un film di spionaggio moderno,veloce,con le giuste dosi di medicina neurale.
ho detto basi,perchè il film è monco in molti punti,all inizio non si capisce che ci faccia in alaska,poi a meta'i collegamenti con le varie operazioni son davvero messi a casaccio,il finale è banalmente troncato,,,
matt damon è un attore straordinario,ma qui gli interpreti son tutti all altezza del maestro,con un piu'per quella faccia da canaglia di norton.
spero ci sia un seguito piu' avvincente e meno banale,anche perchè il numero 5 non puo' andare in india,dove proprio bourne si era rifugiato,,,oppure si',magari potrebbe esser suo fratello, vuole ritrovarlo.....vedete tutto è possibile....
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smilzo
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lunedì 24 dicembre 2012
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le minestre riscaldate
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Come la maggioranza dei sequel di capitoli chiusi, questo quarto film della saga Bourne è stato decisamente deludente. Ciò che si ripete non sono gli interpreti, quanto i personaggi e il filo conduttore della trama. Le fughe, la donna da proteggere, il girovagare ai quattro angoli del mondo, il governo con occhi dappertutto. Tutto già visto nelle passate 6 ore di film Bourne. Qualche elemento di cesura c'è; due su tutti: il potenziamento fisico e la memoria. E se il fatto di ricordare il proprio passato può essere un aspetto intrigante (che non è stato sfruttato adeguatamente), il potenziamento fisico rende il complesso ancora più banale.
E se il commento migliore che si possa fare alla trama è "banale", non si può essere altrettanto teneri con la sceneggiatura: Per capire appieno e, possibilmente fin dall'inizio, il film c'era bisogno di una full immersion nei precedenti capitoli della saga o di un'ottima memoria.
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Come la maggioranza dei sequel di capitoli chiusi, questo quarto film della saga Bourne è stato decisamente deludente. Ciò che si ripete non sono gli interpreti, quanto i personaggi e il filo conduttore della trama. Le fughe, la donna da proteggere, il girovagare ai quattro angoli del mondo, il governo con occhi dappertutto. Tutto già visto nelle passate 6 ore di film Bourne. Qualche elemento di cesura c'è; due su tutti: il potenziamento fisico e la memoria. E se il fatto di ricordare il proprio passato può essere un aspetto intrigante (che non è stato sfruttato adeguatamente), il potenziamento fisico rende il complesso ancora più banale.
E se il commento migliore che si possa fare alla trama è "banale", non si può essere altrettanto teneri con la sceneggiatura: Per capire appieno e, possibilmente fin dall'inizio, il film c'era bisogno di una full immersion nei precedenti capitoli della saga o di un'ottima memoria. Il cacciatore del caso appare davvero improbabile nel suo non dover rispondere a nessuno delle proprie azioni, godendo di autonomia decisionale assoluta. C'è stato un piccolo colpo di genio nella sceneggiatura, ma da come è stato utilizzato sembra più che altre un jolly pescato dal mazzo senza che neanche se ne siano accorti. Nella fase iniziale alcune fasi sono accompagnate e sovrapposte a stralci di sequenze dei "vecchi" Bourne, a far intendere come le due story line siano sovrapposte nel tempo e cercando, senza peraltro riuscirci, di far capire allo spettatore la trama del film. Sarebbe stato senza ombra di dubbio più efficace ed entusiasmante sviluppare una fetta molto più ampia del film su questa linea, evidenziando collegamenti nascosti con la storia di Bourne e facendo finalmente capire che ogni storia si interseca con decine di altre storie possibili e degne di essere raccontate.
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kondor17
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venerdì 21 dicembre 2012
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appassionante
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pur orfano di Matt Damon, il film è decisamente all'altezza dei suoi predecessori. Ottimi attori, ben diretti dal sceneggiatore dei primi tre, in una storia che ti lascia incollato allo schermo dall'inizio alla fine. Da vedere e da godere, in attesa del quinto. A mio parere, decisamente una delle migliori serie del cinema, se non la migliore in assoluto.
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tonysamperi
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mercoledì 17 ottobre 2012
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non perdere la testa
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Il nome nel titolo non cambia, ma il protagonista sì. Infatti si chiude la saga di Jason Bourne, della Treadstone e della Blackbriar.
Questa volta l’Intelligence si occupa di portare a termine l’ultimo programma, denominato Outcome. Gli agenti addestrati in questo programma sono sottoposti a trattamento farmacologico, per controllare un’infezione che migliora le prestazioni fisiche e mentali. Ci viene mostrato all’inizio del film che, mediante cambio di farmaci, l’agenzia mette fuori gioco tutti gli agenti parte del trattamento. Aaron Cross (Jeremy Renner – “The avengers”, “S.W.A.T”, “The town”, “M.
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Il nome nel titolo non cambia, ma il protagonista sì. Infatti si chiude la saga di Jason Bourne, della Treadstone e della Blackbriar.
Questa volta l’Intelligence si occupa di portare a termine l’ultimo programma, denominato Outcome. Gli agenti addestrati in questo programma sono sottoposti a trattamento farmacologico, per controllare un’infezione che migliora le prestazioni fisiche e mentali. Ci viene mostrato all’inizio del film che, mediante cambio di farmaci, l’agenzia mette fuori gioco tutti gli agenti parte del trattamento. Aaron Cross (Jeremy Renner – “The avengers”, “S.W.A.T”, “The town”, “M.I. Protocollo fantasma”) tuttavia è in missione, quindi bisogna eliminarlo in qualche altro modo.
Per chi non avesse visto questo film “Non perdere la testa” nel titolo, si riferisce al fatto che durante la storia, l’obiettivo di Cross sarà recuperare i farmaci che potenziano le cognizioni mentali, spinto dal fatto di non voler vedere la sua mente regredire.
SUL PLOT:
La regia cambia e si vede. Il film si apre alla grande, con un Cross che sopravvive in alta montagna a condizioni estreme, non mancano le scene d’azione, sparatorie, scazzottate e un lungo inseguimento nel finale.
Sicuramente questa pellicola dovrebbe portare lo spettatore a riflettere sulla genetica, ma soprattutto sul come si utlizza la genetica. Infatti ci mostra, come era stato per Bourne, la reazione di un agente che apre gli occhi sul mondo, che si accorge di non essere altro che un pedone nella scacchiera della CIA.
A mio avviso troppe scene nell’ufficio di Norton, che rallentano il ritmo del film e che non rappresentano un vero contributo alla storia o all’adrenalina degli inseguimenti.
Ad ogni modo sono due ore ben spese, il film in sé è un buon action movie e non annoia.
SUL CAST:
Personalmente non ho apprezzato il ruolo che è stato dato ad Edward Norton, vano il tentativo di tornare spesso a mostrare la sua direzione dell’inseguimento.
Rachel Weisz non stona mai, si adatta molto bene al ruolo di scienziata, che cade un po’ dalle nuvole, ma che risulta anche quasi non appoggiare il progetto.
Un film come questo è pane per i denti di Jeremy Renner; il protagonista mostra alcuni caratteri che aveva anche Bourne, ma senza il trauma psicologico che mostrava invece Matt Damon.
SUL DOPPIAGGIO:
Un doppiaggio nella media, segnalerei un accennato Pasquale Anselmo al doppiaggio del Generale Paulsen.
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ultimoboyscout
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martedì 16 ottobre 2012
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jason era solo la punta dell'iceberg.
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L'agente Aaron Cross e la dottoressa Stephanie Snyder, per volere della CIA, devono morire poichè sono a conoscenza di cose riguardanti un'operazione analoga a quella di Jason Bourne. Tony Gilroy rimane sceneggiatore ma rileva alla regia Paul Greengrass e il libro a cui si ispirano i fatti non è più di Robert Ludlum ma di Eric Van Lustbader. La saga riprende quota ed acquista nuovo splendore, l'ossatura politico-esistenziale rimane la stessa anche perchè era opera esclusiva di Gilroy: ne esce una spy-story assolutamente sofisticata in cui si sottolinea quanto la cospirazione sia la vera ossessione americana. Non si tratta di un sequel della trilogia, piuttosto di un qualcosa a metà strada tra uno spin-off e un reboot in cui si crea un personaggio simile a Jason che però non è Jason, è un parallelo come parallele sono le strorie di "Legacy" e "Ultimatum".
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L'agente Aaron Cross e la dottoressa Stephanie Snyder, per volere della CIA, devono morire poichè sono a conoscenza di cose riguardanti un'operazione analoga a quella di Jason Bourne. Tony Gilroy rimane sceneggiatore ma rileva alla regia Paul Greengrass e il libro a cui si ispirano i fatti non è più di Robert Ludlum ma di Eric Van Lustbader. La saga riprende quota ed acquista nuovo splendore, l'ossatura politico-esistenziale rimane la stessa anche perchè era opera esclusiva di Gilroy: ne esce una spy-story assolutamente sofisticata in cui si sottolinea quanto la cospirazione sia la vera ossessione americana. Non si tratta di un sequel della trilogia, piuttosto di un qualcosa a metà strada tra uno spin-off e un reboot in cui si crea un personaggio simile a Jason che però non è Jason, è un parallelo come parallele sono le strorie di "Legacy" e "Ultimatum". Il film risulta teso e realista, Renenr è bravo e piace da impazzire con faccia e fisico giusti, tanto da far dimenticare persino Damon, è il classico duro con cuore che si ribella, che non vuole essere solo un numero, il numero 5, soprattutto agli occhi della bellissima dottoressa che viene trascinata suo malgrado fino a Manila nel cuore della fabbrica delle sostanze dopanti. L'inseguimento finale è il momento più action (forse l'unico e vero) e cool dell'intero film, la scena è diretta benissimo, adrenalinica da togliere il fiato! Il film svela finalmente chi è la mente perversa che muove i fili dell'oscuro universo creato da Ludlum, attraversando le zone grigie della morale tra paradossi e contraddizioni, ideali e compromessi (ma non c'è da stupirsi, siamo pur sempre in America!). Si tratta di Ric Byer, ovvero Edward Norton, ingrito e incattivito all'inverosimile per l'occasione. Ma forse l'arma segreta della saga è quella di raccontare un mondo vero che esiste e non fantasioso come quello di 007 o di Ethan Hunt.
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lucullo08
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martedì 25 settembre 2012
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nulla a che vedere con la trilogia
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Veramente noioso, trama scontata. Ci manca Matt Damon. Sembra un film già visto a metà strada tra Terminator ed un telefilm poliziesco. Nessun colpo di scena, zero ironia ed inseguimenti interminabili insomma, ribadisco, veramente noioso
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donni romani
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domenica 23 settembre 2012
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l'eredità di bourne è all'altezza della saga
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Abbandonare Bourne e la sua frenetica e disperata fuga da chi lo aveva "creato" non deve essere stato facile per Tony Gilroy - qui alla prima regia della saga ma sceneggiatore degli altri capitoli - ma nel mettere in scena la vicenda di Aaron Cross non dimentica la lezione della trilogia da cui "The Bourne Legacy" prende il via. L'agente interpretato da Jeremy Renner è anche lui il risultato di un esperimento estremo in cui, veicolati da semplici virus, sono stati iniettati negli agenti selezionat, dei farmaci in grado di modificare la loro mappatura genetica rendendoli più forti fisicamente e mentalmente. Ma qualcosa è andato storto - la rivelazione dei programma Treadstone e Blackbriar alla stampa in primis - il film si svolge infatti temporalmente in simultanea con "The Bourne Ultimatum" e quindi anche gli agenti del programma di cui Cross fa parte, Outcome, devono esere eliminati, e con loro gli scienziati e i medici che hanno sviluppato i farmaci necessari a creare questi super agenti.
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Abbandonare Bourne e la sua frenetica e disperata fuga da chi lo aveva "creato" non deve essere stato facile per Tony Gilroy - qui alla prima regia della saga ma sceneggiatore degli altri capitoli - ma nel mettere in scena la vicenda di Aaron Cross non dimentica la lezione della trilogia da cui "The Bourne Legacy" prende il via. L'agente interpretato da Jeremy Renner è anche lui il risultato di un esperimento estremo in cui, veicolati da semplici virus, sono stati iniettati negli agenti selezionat, dei farmaci in grado di modificare la loro mappatura genetica rendendoli più forti fisicamente e mentalmente. Ma qualcosa è andato storto - la rivelazione dei programma Treadstone e Blackbriar alla stampa in primis - il film si svolge infatti temporalmente in simultanea con "The Bourne Ultimatum" e quindi anche gli agenti del programma di cui Cross fa parte, Outcome, devono esere eliminati, e con loro gli scienziati e i medici che hanno sviluppato i farmaci necessari a creare questi super agenti. Ed è a questo punto che si incontrano le vite in fuga, braccati da killer e polizia di mezzo mondo, di Aaron e della dottoressa Marta Shearing - una Rachel Weisz sempre più matura - che tenterà di aiutarlo a completare il programma di potenziamento così che lui possa aiutare lei a scappare da chi ha già sterminato tutti i suoi colleghi. Da New York a Manila, tra adrenalinici inseguimenti in moto, a piedi e in macchina come ormai marchio di fabbrica dei Bourne i due affronteranno una solitudine diversa da quella di Bourne, ma simile nel sentirsi abbandonati da chi li ha addestrati, usati, e sta ora tentando di eliminarli perchè scomodi. A manovrare la caccia ai due, al chiuso degli uffici governativi, c'è questa volta Edward Norton, scelta felice per un ruolo solitamente affidato a facce da ex marine, che regala al suo Eric Byer uno spessore umano e psicologico che lo eleva dal clichè del cattivo di turno, mostrandoci le delusioni e le frustrazioni di chi è al comando, la durezza che nasconde la malinconia e la tristezza che si è costretti a provare quando la memoria gli ricorda chi sia stato prima di essere risucchiato dal sistema. Il mondo dello spionaggio si spinge ancora più verso il limite in questo Bourne, la scienza usata senza scrupoli e l'addestramento crudele sono solo le punte di un iceberg e la trama, sia pure spettacolare e girata con mano professionale che sa come si confeziona un perfetto film d'azione, non dimentica mai di sottolineare le aberrazioni umane, le decisioni estreme e folli prese da chi ha in mano i bottoni del comando. Jeremy Renner aveva il compito ingrato di sostituire un beniamino del pubblico come Matt Damon e fa il suo onesto lavoro, aderisce al ruolo e interpreta il superagente con sufficiente amarezza, l'uomo moderno solo di fronte al proprio destino. E non illudiamoci che Outcome sia stato l'ultimo programma delirante della Cia, a dar la caccia ai due fuggitivi viene chiamato un agente da Singapore, reduce da un ennesimo programma che garantisce addirittura degli agenti privi del "rumore emozionale", termine preso a prestito dal mondo fotografico che fa rabbrividire e che fa prevedere ancora più foschi sviluppi nella ricerca del'agente perfetto.
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filippo catani
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lunedì 17 settembre 2012
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un discreto prodotto
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La CIA si ritrova a dare la caccia a un agente che potrebbe svelare un piano segreto fatto di esperimenti per migliorare le capacità fisiche e sensoriali delle persone. L'agente nella sua fuga e nel tentativo di cercare risposte alle sue domande sarà aiutato da una responsabile che conduceva le analisi e somministrava i farmaci.
Pronto probabilmente ad aprire una nuova serie, questo film si stacca dal filone di Jason Bourne che lo aveva preceduto; infatti l'agente viene incidentalmente nominato giusto per sottolineare alcune piccole continuità. Il film nel complesso è godibile e si può dire che mantiene le promesse e le premesse della trama e del genere d'azione.
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La CIA si ritrova a dare la caccia a un agente che potrebbe svelare un piano segreto fatto di esperimenti per migliorare le capacità fisiche e sensoriali delle persone. L'agente nella sua fuga e nel tentativo di cercare risposte alle sue domande sarà aiutato da una responsabile che conduceva le analisi e somministrava i farmaci.
Pronto probabilmente ad aprire una nuova serie, questo film si stacca dal filone di Jason Bourne che lo aveva preceduto; infatti l'agente viene incidentalmente nominato giusto per sottolineare alcune piccole continuità. Il film nel complesso è godibile e si può dire che mantiene le promesse e le premesse della trama e del genere d'azione. Spettacolare la sequenza iniziale sulla montagna forse un pochino troppo esasperata la sequenza finale con inseguimento. Comunque dal momento che si parla di agenti che assumono pillole per potenziare le proprie prestazioni, gli autori si mettono al riparo da contestazioni. Funziona anche il cast; detto di Norton sempre a suo agio in ruoli molto ambigui, funziona anche la "coppia in fuga" Renner-Weisz.
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