Into Darkness - Star Trek

 Decisamente all’altezza del precedente (se non superiore), questo sequel conferma la bravura di Abrams nel riportare in auge la saga di Star Trek, scivolata nel ridicolo involontario con gli ultimi capitoli, grazie ad una piacevole ventata di originalità che ci allontana dai cliché della vecchia serie.

Con i personaggi principali già presentati al pubblico, ora arriva il momento di approfondirne la psicologia: particolarmente rilevante la relazione tra Kirk e Spock, sopratutto nel finale.
Ironia e azione sempre miscelate alla perfezione, stavolta con un tocco di dramma qua e la (credo sia la prima volta nella storia della saga che vedo Spock piangere).
La coerenza dello script è mantenuta tramite una grande attenzione persino ai minimi dettagli, la colonna sonora di Michael Giacchino sempre ottima come l’operazione di montaggio.
Effetti speciali fantastici (candidati all’Oscar) e belle scenografie (la foresta rossa, l’interno del vulcano, la Londra futuristica).
Tutta la sequenza iniziale, dall’inseguimento al salvataggio nel vulcano è di grande impatto visivo, come anche la caduta finale dell’astronave e il combattimento tra Spock e Khan (scusate lo spoiler) sulle navicelle volanti.
Molto bella anche la scena tra Spock e Kirk, dopo l’estremo sacrificio di quest’ultimo: la bravura di Zachary Quinto conferisce al celebre vulcaniano un’inedita umanità.
Affiatatissimo il resto del cast, tra cui spicca Benedict Cumberbatch nel ruolo di Khan, un villain inquietante, enigmatico e spietato (il modo in cui uccide l’ammiraglio Marcus è una citazione esplicita a Blade Runner). Ciò che rende interessante un cattivo sono le motivazioni che pilotano il suo agire: Khan è disposto a tutto pur di far sopravvivere la propria razza a scapito di quella altrui, ritenuta da lui inferiore (che vi ricorda?). L’ammiraglio Marcus sfrutta le sue incredibili capacità per assicurarsi una guerra, a detta sua, indispensabile per la nazione (anche questo, che vi ricorda?).

Un film, a detta del Morandini, “narrativamente semplice ma complesso nei contenuti, leggero ma non superficiale”.
Non posso fare a meno di trovarmi d’accordo.