iankenobi
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giovedì 7 novembre 2013
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incredibile
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Amo il cinema anche perche' oltre ad essere sogno e' anche istruzione e mi permette di migliorarmi sia come essere umano che culturalmente.
Una sera non avevo niente da guardare,e mi sono imbattutto in questo documentario, pensando che ne avrei riso perche' mi viene sempre un po' in mente l'artista della grande bellezza,che da' le capocciate al muro per nascondere veramente il niente.
Innanzitutto faccio ammenda,non avevo mai sentito parlare di marina abramovic e dei suoi trascrsi,ed e' un bene che film li rievochi,dandoci poi la possibilita' di apprezzare il presente,perche' il suo e' stato un percorso lungo e secondo me,tortalmente riuscito.
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Amo il cinema anche perche' oltre ad essere sogno e' anche istruzione e mi permette di migliorarmi sia come essere umano che culturalmente.
Una sera non avevo niente da guardare,e mi sono imbattutto in questo documentario, pensando che ne avrei riso perche' mi viene sempre un po' in mente l'artista della grande bellezza,che da' le capocciate al muro per nascondere veramente il niente.
Innanzitutto faccio ammenda,non avevo mai sentito parlare di marina abramovic e dei suoi trascrsi,ed e' un bene che film li rievochi,dandoci poi la possibilita' di apprezzare il presente,perche' il suo e' stato un percorso lungo e secondo me,tortalmente riuscito.
Ho pianto parecchio,ogni sguardo tra l'artista e le varie persone che si siedono davanti a lei,hanno tutte un qualcosa di unico ma anche di universale e la abramovic fa' altrettanto,dando ad ognuna di queste persone un qualcosa di speciale.
Puo' sembrare niente ma in quei 5 minuti dedicati ad ogni essere umano,c'e' empatia per il prossimo e la vogli di arrivare a comprendere qualcuno totalmente.
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vales.
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mercoledì 10 luglio 2013
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istruttivo
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Prima di vedere questo docufilm, conoscevo pochissimo di Marina Abramovic. Mi piace l'arte in generale e la studio da anni - anche da autodidatta - ma le forme più recenti (ed estreme) di quella contemporanea non mi hanno mai affascinata più di tanto. Mi sono avvicinata a "The artist is present" perchè comunque ho un' innata curiosità verso ogni forma d'arte, film su questo tema, ed anche verso le artiste, sempre in minor numero rispetto agli uomini, ma non per questo meno valide o interessanti. Questa matura artista serba è una figura che ho trovato da subito affascinante, sotto ogni aspetto, sia come donna che come performer.
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Prima di vedere questo docufilm, conoscevo pochissimo di Marina Abramovic. Mi piace l'arte in generale e la studio da anni - anche da autodidatta - ma le forme più recenti (ed estreme) di quella contemporanea non mi hanno mai affascinata più di tanto. Mi sono avvicinata a "The artist is present" perchè comunque ho un' innata curiosità verso ogni forma d'arte, film su questo tema, ed anche verso le artiste, sempre in minor numero rispetto agli uomini, ma non per questo meno valide o interessanti. Questa matura artista serba è una figura che ho trovato da subito affascinante, sotto ogni aspetto, sia come donna che come performer. Ha carisma, una forte personalità e un'inesauribile voglia di fare e sperimentare. Dal documentario tutto ciò emerge, così come la passione che mette in ogni esibizione e il suo bisogno di relazionare continuamente col pubblico. Molto significative le interviste, memorabili per la sua simpatia e schiettezza e per certe sue frasi ( "Un'artista non deve innamorarsi di un'artista", ha detto in un discorso post-premiazione, facendo riferimento al suo fallimentare rapporto con il tedesco Ulay, suo compagno per 1,2 anni ed anch'egli artista), forti e poetiche le immagini selezionate. Terminata la visione, ho subito avuto voglia di approfondire la mia conoscenza su questa grande donna, dunque sicuramente la pellicola - almeno per gli appassionati come me - ha lasciato un segno. Così come Marina Abramovic.
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ivanleone
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lunedì 23 luglio 2012
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la stupore al potere!
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Ammetto di non avere visto il film, ma solo il trailer. Sono comunque completamente in disaccordo sul fatto di indicare il film quale "Assolutamente da vedere", indice di una mentalità da "intelighenzia" che secondo me fa male al cinema, che invece è spettacolo, intrattenimento, trasmissione di emozioni soprattutto attraverso l'interpretazione di attori che ti facciano entrare in empatia con loro. Quando sei al buio, in una sala cinematografica, devi saltare sulla sedia per uno spavento, ridere a crepapelle, piangere -anzi no, quello non si fa: di solito diciamo che ci è entrato qualcosa nell'occhio-, rosicchiarti le unghie pur sapendo che l'happy end sia previsto e magari uscire fischiettando il tema del film appena "vissuto".
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Ammetto di non avere visto il film, ma solo il trailer. Sono comunque completamente in disaccordo sul fatto di indicare il film quale "Assolutamente da vedere", indice di una mentalità da "intelighenzia" che secondo me fa male al cinema, che invece è spettacolo, intrattenimento, trasmissione di emozioni soprattutto attraverso l'interpretazione di attori che ti facciano entrare in empatia con loro. Quando sei al buio, in una sala cinematografica, devi saltare sulla sedia per uno spavento, ridere a crepapelle, piangere -anzi no, quello non si fa: di solito diciamo che ci è entrato qualcosa nell'occhio-, rosicchiarti le unghie pur sapendo che l'happy end sia previsto e magari uscire fischiettando il tema del film appena "vissuto". Queste pellicole sono invece autocelebrazioni pseudo-culturali che possano far sentire superiori chi li abbia visti rispetto al "popolino" che preferisce esprimere le proprie emozioni come ho dianzi scritto. Insegno all'Università, ho tre Lauree e parlo tre lingue oltre la nostra, ma quando entro in una sala cinematografica lo faccio con le tasche piene di caramelle e l'entusiasmo, la curiosità, la sorpresa e lo stupore del bambino
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julien davenne
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martedì 10 luglio 2012
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documentario, non film d'arte
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E' un film autobiografico più che documentario, sulla vita di Marina Abramovic. Una vita fatta di sofferenze, mancanze e delusioni, ma anche e soprattutto di grandi scoperte, di amore e di rivincite. Quella che esce dal documentario è semplicemente Marina, la sua personalità, il suo carisma, la sua serità e il suo amore nel suo lavoro. Se il film si poneva l'obiettivo di introdurre l'arte delle performance al grande pubblico (di certo non abituato alla body art e alla performance) è sicuramente stato raggiunto, perchè lo fa con semplicità e schiettezza. Se il film invece si proponeva di essere un film d'arte, capace di trasportare cinematograficamente l'esperienza totalizzante di "The Artist is Present" sulla pellicola, non è riuscito affatto.
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E' un film autobiografico più che documentario, sulla vita di Marina Abramovic. Una vita fatta di sofferenze, mancanze e delusioni, ma anche e soprattutto di grandi scoperte, di amore e di rivincite. Quella che esce dal documentario è semplicemente Marina, la sua personalità, il suo carisma, la sua serità e il suo amore nel suo lavoro. Se il film si poneva l'obiettivo di introdurre l'arte delle performance al grande pubblico (di certo non abituato alla body art e alla performance) è sicuramente stato raggiunto, perchè lo fa con semplicità e schiettezza. Se il film invece si proponeva di essere un film d'arte, capace di trasportare cinematograficamente l'esperienza totalizzante di "The Artist is Present" sulla pellicola, non è riuscito affatto. Quel che manca nel documentario sono proprio i silenzi, i primi piani, i pianosequenza, che avrebbero dato vita a un vero film.
Il film da' un breve e giusto (dal punto di vista del primo obiettivo dell'opera) assaggio, che sicuramente non può soddisfare chi, da questo film, si aspettava una vera opera d'arte, al di là del didascalismo e psicologismo, che piacerà sicuramente al grande pubblico.
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