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Oliver Stone e Salma Hayek, uniti dalla guerra alla droga

Intervista a regista e protagonista de Le belve.
di Gabriele Niola

Oliver Stone (77 anni) 15 settembre 1946, New York City (New York - USA) - Vergine. Regista del film Le belve.

martedì 2 ottobre 2012 - Incontri

Il giornalista e la lottatrice
Quando qualcuno scriverà una storia del cinema americano letta attraverso i corpi degli attori non potrà fare a meno di dedicare un intero capitolo a Salma Hayek e al modo manageriale in cui ha sfruttato il proprio fisico, passando dalla canonica esposizione, fino alla metamorfosi per un Oscar e poi al suo oscuramento per diventare madre sullo schermo e produttrice in tailleur nella vita.
"Lei è una vera ed autentica lottatrice" ha detto Oliver Stone, arrivato a Roma con l'attrice messicana per promuovere Le belve, di contro lei ha poi definito il regista "Un uomo che dirige film con il piglio del giornalista". E da giornalista Oliver Stone ha girato un lungo film che sembra un western moderno ("un western con elicotteri" nella parole di Salma Hayek) tratto dal'omonimo libro di Don Wislow e solidamente appoggiato su dati e indagini reali nel mondo della guerra alla droga americana. In questa storia ha inserito la lottatrice Salma nel ruolo di lady Elèna, spietata donna d'affari a capo di uno dei cartelli della droga messicana più importanti in assoluto.

Lady Elèna è un tipo di personaggio frequente nella malavita messicana?
Salma Hayek: "Si, quel personaggio lì esiste. Ne esistono tante. Oliver mi ha messo in contatto con persone che le avevano conosciute. Sono donne d'affari più concrete degli uomini, spesso vanno al potere perchè i mariti finiscono in galera e si trovano a dover gestire tutto da sole. La differenza con i maschi è che non hanno un ego da difendere, se i clan rivali le insultano non gli fanno una guerra perchè rovinerebbe gli affari. Poi va a finire che il marito esce di galera, viene a sapere degli insulti, scatena la guerra tra clan, muore e la moglie chiude l'attività, prende i soldi, scompare senza che le autorità ne conoscano nemmeno il nome".

Sono queste figure che poi scatenano la "guerra alla droga"?
Oliver Stone: "No, tutta quella violenza ed oppressione nella quale vivono i personaggi del film non la creano nè loro nè la droga in sè, che non ha responsabilità, ma la legge. La gente non muore di marijuana come di alcol eppure c'è una vera guerra in atto e io non capisco perchè. Sono 42 anni che va avanti, l'America ha speso miliardi di dollari e alla fine non è diversa dall'ossessione contro i terroristi o dalla guerra in Iraq o Afghanistan. Viviamo in un paese in guerra continua, contro tutto. L'esatto contrario di quei presupposti di difesa dell'individuo su cui una volta si basava la mia nazione".

Salma Hayek: "Queste donne così forti sono tali per il regime che hanno intorno, perchè la società glielo chiede. Lo so bene io, ti capitano così tante cose sul lavoro che devi essere dura, per questo poi trovare un uomo di cui fidarti e con il quale poter, finalmente, essere debole e avere il lusso essere donna è così bello".

Sembra di capire che per dare forma ad Elèna ci sia voluta la collaborazione di Salma?
Oliver Stone: "Il film viene da un libro ma lo abbiamo molto cambiato anche con la collaborazione dell'autore, Don Wilsow. Lui alla fine non era troppo felice dell'esito, tuttavia alla fine il regista sono io e le decisioni le prendo io. Lo stesso però Don sta aiutando la promozione del film".

Salma Hayek: "Oliver mi chiedeva sempre di dare un contributo, di portare qualcosa al personaggio, abbiamo fatto tante prove, che venivano registrate, in cui la sceneggiatura veniva modificata. La scena della cena che ho con Blake Lively per esempio l'abbiamo improvvisata e poi molte delle nostre battute sono state integrate nella sceneggiatura finale, in modo che funzionasse di più. C'è anche un momento in cui mi levo la parrucca che non era previsto, ma io ero così arrabbiata con il mio personaggio, lo odiavo così tanto che ho sentito di doverlo fare ed è stata tenuta".

Alcuni personaggi del film sembrano usciti dagli anni '60. E sono i più positivi.
Oliver Stone: "Negli anni '60 io non ero nel mio paese, ero in Vietnam, non ho vissuto la stagione dell'amore. Eppure so che sono stati anni determinanti che hanno cambiato questa nazione, anni di riforme, conquiste di diritti civili e di diritti per le donne, anni in cui è finita la guerra in Vietnam, anni di progresso. Ma il mio paese si sta spostando sempre più a destra e ora gli anni '60 vengono demonizzati da quei media che riflettono questo spostamento conservatore. Spero che il mio film ricordi a tutti che la marijuana non è il male e anzi, dietro controllo medico, può aiutare molte persone".

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