stefano capasso
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mercoledì 1 settembre 2021
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una riflessione sul tempo e sulle ripetizioni
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In another country è un film in 3 episodi, dove sono presenti sempre gli stessi protagonisti che in alcuni casi, come quello della protagonista Isabelle Huppert, cambiano ruolo, in altri invece lo mantengono. Il tutto girato sempre nella stessa location.
La bravura di Hong Sang-soo sta nel trovare una quadratura complessive, per la quale al termine del film le tessere di questo puzzle si compongono a formare un senso unico che consente di legare insieme i tre episodi. Un opera che fa riflettere sul tempo, sulle ripetizioni e sul fatto che tutto sia collegato, un atmosfera quasi mistica che viene esaltata dall’uso della macchina da presa di Hong Sang-soo che ricorre spesso allo zoom in camera, dispositivo che consente di osservare da lontano, con un certo distacco quindi, e allo stesso tempo vivere ”da dentro” la vicenda raccontata.
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In another country è un film in 3 episodi, dove sono presenti sempre gli stessi protagonisti che in alcuni casi, come quello della protagonista Isabelle Huppert, cambiano ruolo, in altri invece lo mantengono. Il tutto girato sempre nella stessa location.
La bravura di Hong Sang-soo sta nel trovare una quadratura complessive, per la quale al termine del film le tessere di questo puzzle si compongono a formare un senso unico che consente di legare insieme i tre episodi. Un opera che fa riflettere sul tempo, sulle ripetizioni e sul fatto che tutto sia collegato, un atmosfera quasi mistica che viene esaltata dall’uso della macchina da presa di Hong Sang-soo che ricorre spesso allo zoom in camera, dispositivo che consente di osservare da lontano, con un certo distacco quindi, e allo stesso tempo vivere ”da dentro” la vicenda raccontata.
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no_data
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mercoledì 2 marzo 2016
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cinque personaggi in cerca d'autore
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Film come questo devono essere preceduti da avvertenze per l'uso: da non vedere nei momenti di stress, in mezzo a bambini vocianti, dopo aver litigato con la moglie, dopo essere stati licenziati (qualche dubbio in caso di cassa integrazione).
Ecco, se siete sereni e di umore recettivo, questo film vi delizierà, perchè il regista si diverte a giocare a scacchi con i personaggi, che sono sempre quelli ma hanno magari un vestito poco diverso, una pettinatura cambiata e via così. La ragazzetta che scrive la sceneggiatura, la nonna o la madre che sia, il bagnino, l'amante (improbabile e per questo divertente), la moglie incinta, ed infine una Huppert che lascio per ultima perchè passerete buona parte del film a chiedervi come mai sia così attraente pur essendo ila tipica signora che, vista una volta, si dimentica per sempre.
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Film come questo devono essere preceduti da avvertenze per l'uso: da non vedere nei momenti di stress, in mezzo a bambini vocianti, dopo aver litigato con la moglie, dopo essere stati licenziati (qualche dubbio in caso di cassa integrazione).
Ecco, se siete sereni e di umore recettivo, questo film vi delizierà, perchè il regista si diverte a giocare a scacchi con i personaggi, che sono sempre quelli ma hanno magari un vestito poco diverso, una pettinatura cambiata e via così. La ragazzetta che scrive la sceneggiatura, la nonna o la madre che sia, il bagnino, l'amante (improbabile e per questo divertente), la moglie incinta, ed infine una Huppert che lascio per ultima perchè passerete buona parte del film a chiedervi come mai sia così attraente pur essendo ila tipica signora che, vista una volta, si dimentica per sempre. Questa sua allure francese, meglio, parigina, si riverbera per tutta la vicenda, se si può chiamare vicenda.
Tutto molto orientale ed impalpabile, così come le campanelle dei buddisti suonano sempre le stesse note, così il film si avvolge su sè stesso con indolenza ed incanto.
Straordinaria la scena con il monaco che è forse la chiave di volta che illumina tutto, o meglio che rende plausibile l'implausibile.
Bello, delicato, un origami cinematografico. Conservare lontano dalla luce e dalle fonti di calore.
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francesco2
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lunedì 18 gennaio 2016
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amori in........circolo
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E' un film che raccoglie tante suggestioni , nel senso Francese o Portoghese del termine, cioé "suggerimenti". La ciclicità del tempo " ricorda" un film lontanissimo da questo,
"Prima della pioggia" di Manchevski, ma c'è anche abbastanza del "Raggio verde" rohmeriano nella consapevolezza finale che la protagonista cerca di acquisire, parlando
col santone.
Un'opera un poco gigionesca, forse un poco compiaciuta di una sostanza che a tratti appare evanescente, asservita alla voglia del regista di mostrare la sua bravura, o di
omaggiare la "nouvelle vague", come altri hanno scritto.
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E' un film che raccoglie tante suggestioni , nel senso Francese o Portoghese del termine, cioé "suggerimenti". La ciclicità del tempo " ricorda" un film lontanissimo da questo,
"Prima della pioggia" di Manchevski, ma c'è anche abbastanza del "Raggio verde" rohmeriano nella consapevolezza finale che la protagonista cerca di acquisire, parlando
col santone.
Un'opera un poco gigionesca, forse un poco compiaciuta di una sostanza che a tratti appare evanescente, asservita alla voglia del regista di mostrare la sua bravura, o di
omaggiare la "nouvelle vague", come altri hanno scritto. C'è "vive l'amour" ma al contempo non c'è, forse anxhe perché questo è un film meno radicale ma al contempo meno
profondo. C'è "Lost in Translation" della Coppola, ma questa appare un 'opera che vuole andare oltre, non si limlta a ironizzare sulle difficoltà della comunicazione.
I sentimenti sono un vortice irrisolto, anche in un film lontanissimo dalle scene madri, o soprattutto in un film come questo. Ritrovare noi stessi, in tutti i sensi purtroppo: lo si
intenda come un (tanto?) sofferto percorso di maturazione, o nel replicare all'ultimo una delle prime scene, come se i viaggi nei deserti dell'anima, a volte, restassero irrisolti.
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giaric21
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domenica 1 febbraio 2015
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film poetico con una stupenda isabelle hupert
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FILM BELLO,COINVOLGENTE,POETICO E DI SAPIENTE BELLEZZA :TRE STORIE POETICHE SU TRE DONNE ALLA RICERCA DI LORO STESSE CON UNA FANTASTICA E RAFFINATA ISABELLE HUPERT, HOTTIME MJUSICE ,ALLA FINE DEL FILM SI ESCE DAL CINEMA CON UN SENSO DI FELICITA E TRISTEZZA , UNO DEI FILM PIU DELICATI CHE IO ABBIA ,AI VISTO
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enzo70
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domenica 4 maggio 2014
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un omaggio alla fragilità dei sentimenti
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Le contaminazioni tra la tradizione del cinema francese e l’innovazione di quello sud coreano sono alla base di questo bel film di Hong Sang-soo. In another country è un film asciutto, scarno, tutto basato sulle interpretazioni degli attori, una spiaggia sud coreana fa da sfondo alla storia di una donna francese alla ricerca di se stessa in un altro paese. I tentativi di diversi tipi di uomini coreani di irretire la bella straniera, e la disponibilità della donna, ferita dai tradimenti del marito e, chiaramente, disorientata. I dialoghi sono essenziali, i silenzi completano i discorsi, il clima dei rapporti è sempre sospeso in una sorta di continua disillusione. In another country è un omaggio del regista sudcoreano al cinema francese e la scelta di dare il ruolo di protagonista a Isabelle Huppert, l’attrice più rappresentativa del nuovo cinema d’oltrealpe, sembra quanto mai indovinata.
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Le contaminazioni tra la tradizione del cinema francese e l’innovazione di quello sud coreano sono alla base di questo bel film di Hong Sang-soo. In another country è un film asciutto, scarno, tutto basato sulle interpretazioni degli attori, una spiaggia sud coreana fa da sfondo alla storia di una donna francese alla ricerca di se stessa in un altro paese. I tentativi di diversi tipi di uomini coreani di irretire la bella straniera, e la disponibilità della donna, ferita dai tradimenti del marito e, chiaramente, disorientata. I dialoghi sono essenziali, i silenzi completano i discorsi, il clima dei rapporti è sempre sospeso in una sorta di continua disillusione. In another country è un omaggio del regista sudcoreano al cinema francese e la scelta di dare il ruolo di protagonista a Isabelle Huppert, l’attrice più rappresentativa del nuovo cinema d’oltrealpe, sembra quanto mai indovinata. La continua sovrapposizione di tre diversi tipi di uomini nella danza continua del corteggiamento della stessa donna rende lo spettatore partecipe degli stati emotivi e delle fragilità della donna, in un mondo che riduce i suoi confini nella confluenza delle culture: obiettivo centrato.
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astromelia
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domenica 1 settembre 2013
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flop totale
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dare valutazione 2 e 18 a questo "film" è impossibile,è uno dei film più inutili della storia del cinema,poveretto chi incoccia contro,una stupidità assoluta senza alcun senso,non ci sono giustificazioni, se lo guardassero in corea,soldi e tempo duttati e non parlatemi di ignoranza filosofica va....soldi e tempo buttatt
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brian77
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lunedì 26 agosto 2013
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un incubo
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Film avvolto su se stesso e sui propri compiacimenti sterili. Non si capisce perché molti film buoni che escono all'estero non arrivano sui nostri schermi, mentre arrivano ogni anno questi filmetti che potrebbero tranquillamente uscire subito in dvd raggiungendo i loro venticinque spettatori, anziché far fallire le sale desolatamente vuote.
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flyanto
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domenica 25 agosto 2013
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tre donne che sono in realtà un'unica protagonista
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Film in cui si narra di una giovane donna coreana che si accinge a scrivere una sceneggiatura per un film nella quale vengono raccontate tre storie diverse che hanno come protagonista tre donne francesi di nome Anne (interpretate sempre da Isabelle Huppert) le quali si trovano per diversi motivi personali in una spiaggia di una località balneare della Corea del Sud. Nel corso degli episodi, tutte e tre le donne vivranno delle esperienze differenti e verranno in contatto via via con gli stessi individui sebbene, ripeto, in circostanze completamente diverse. Il film in sè non presenta assolutamente alcun grosso exploit sia per ciò che concerne la trama che per il suo significato più intrinseco.
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Film in cui si narra di una giovane donna coreana che si accinge a scrivere una sceneggiatura per un film nella quale vengono raccontate tre storie diverse che hanno come protagonista tre donne francesi di nome Anne (interpretate sempre da Isabelle Huppert) le quali si trovano per diversi motivi personali in una spiaggia di una località balneare della Corea del Sud. Nel corso degli episodi, tutte e tre le donne vivranno delle esperienze differenti e verranno in contatto via via con gli stessi individui sebbene, ripeto, in circostanze completamente diverse. Il film in sè non presenta assolutamente alcun grosso exploit sia per ciò che concerne la trama che per il suo significato più intrinseco. E non ne ha, del resto, nemmeno la pretesa se non solo di rappresentare le emozioni e le varie circostanze in un determinato contesto che provano ed in cui si trovano i vari personaggi. Pertanto i veri protagonisti dell'intera pellicola, oltre alle tre donne francesi, alla fine si risolvono essere anche la spiaggia coreana di una località tranquilla e poco mondana e le emozioni stesse, appunto, di tutti i componenti del film. Fa da sostegno a tutto ciò, la regia calibrata ed il ritmo lento e rilassante con cui la pellicola è girata (e che richiama anche tante produzioni francesi della Nouvelle Vague) e che pervade le intere vicende facendo immergere così in esse anche lo spettatore, quasi facesse parte anche lui di loro. Un piccolo prodotto di nicchia per nulla da sottovalutare. Anzi!
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miroluva
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domenica 25 agosto 2013
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indecente!
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Dopo il primo episodio e l'inizio del secondo la nostra pazienza si è esaurita.
Sembra che il regista e tutto il cast ci stiano prendendo in giro, i dialoghi sono inconsistenti, i personaggi senza sostanza , le scene squallide non hanno nessun significato. Biglietto sprecato, non è un film che può circolare. Miroluva
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gianni barbanera
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mercoledì 21 agosto 2013
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tra anne non valgono una huppert
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Il film del coreano (del sud) Hong San-soo spiazza e, per certi versi, imbarazza. La location è minimale (una spiaggetta desolata con tanto di baia prosciugata), i dialoghi sono minimali (non si può pretendere troppo da una francese e dei coreani "del sud" che parlano inglese), la storia è minimale ( tre varianti di una stessa storia quella di Anne), alla fine è tutto così minimale che, quando finisce il film ci scappa un "menomale". L'idea che si ha è di un confronto (più che uno scontro) di culture. Il modo di pensare l'amore, le relazioni, le convenzioni dell'europea Huppert con gli asiatici attori coreani piuttosto famosi (nel loro paese).
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Il film del coreano (del sud) Hong San-soo spiazza e, per certi versi, imbarazza. La location è minimale (una spiaggetta desolata con tanto di baia prosciugata), i dialoghi sono minimali (non si può pretendere troppo da una francese e dei coreani "del sud" che parlano inglese), la storia è minimale ( tre varianti di una stessa storia quella di Anne), alla fine è tutto così minimale che, quando finisce il film ci scappa un "menomale". L'idea che si ha è di un confronto (più che uno scontro) di culture. Il modo di pensare l'amore, le relazioni, le convenzioni dell'europea Huppert con gli asiatici attori coreani piuttosto famosi (nel loro paese). Tutto ciò genera goffagine, tic, piccole (grandi) incomprensioni che sono dei personaggi, ma anche delle culture. Insomma un film strano, sghembo, un minotauro-movie con la testa rossa e piena di efelidi della bella Huppert (che non sembra proprio avere 60 anni) e il corpo esotico e dinoccolato degli attori coreani (il life guard, il regista). Insomma si esce con una sensazione non di vuoto ma di vacuità e si rivaluta Ostia e tutti i litorali dell'Italietta marinara.
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