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I figli della mezzanotte è un importante affresco sulla storia più recente dell’India mutuata dall’omonimo libro di Salman Rushdie. Due bambini, di classi sociali diverse, nascono alla mezzanotte del giorno dell’indipendenza dell’India; un’ infermiera decide di rimettere la giustizia ad un gesto semplice, lo scambio delle culle, in modo che il povero diventi ricco ed il ricco diventi povero. Le storie delle famiglie di origine vengono tratteggiate prima del fatidico scambio, in modo da garantire allo spettatore una migliore comprensione dei contesti all’interno dei quali si svilupperanno, successivamente, le storie dei due ragazzi, Saleem e Shiva. Ma la vera protagonista di questo film è l’India, con le sue guerre, prima quella con il Pakistan e poi con il Bangladesh, le sue storie, i suoi colori, i suoi odori. Tutte le tragedie si evolvono nelle mille sfumature di questo Paese, tra feste, fuochi d’artificio, fachiri e amori. Tutto scorre nell’India e la scelta della regista, Deepa Metha, di raccontare la storia attraverso un articolato gioco tra vicende personali e storia nazionale è vincente. Ma qualcosa non va, perché alla fine, si un bel film, ma… Cosa non saprei, dite la vostra….
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