Advertisement
L’era glaciale 4, un doppiaggio da ‘guardoni’

Pannofino e Timi si uniscono alle voci di Bisio e Insegno.
di Nicoletta Dose

In foto una scena di L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva.

domenica 8 luglio 2012 - Incontri

Manny cambia voce, arriva il nuovo personaggio di Capitan Sbudella e si riconfermano la simpatia di Sid e la sensibilità di Diego. Un mammuth, un bradipo e una tigre in lotta contro la deriva dei continenti (causata dallo sfortunato Scrat) e uno scimmione che fa il pirata in mare aperto. A Lipari, in occasione dell’annuale convention della 20th Century Fox, è stato presentato in anteprima nazionale L’era glaciale 4 in 3D. A introdurre il film sono intervenuti quattro dei doppiatori principali: Pino Insegno che dà la voce a Diego, la tigre dai denti a sciabola, Claudio Bisio, il bradipo Sid e due new entry, Francesco Pannofino nei panni di Capitan Sbudella e Filippo Timi all’esordio come doppiatore di Manny il mammuth (negli episodi precedenti doppiato da Leo Gullotta). Il film, già record di incassi nei trentaquattro paesi in cui è uscito lo scorso fine settimana (80 milioni di dollari in 72 ore), sarà distribuito nelle sale italiane il 28 settembre.
Filippo Timi, com’è stato avvicinarsi al mondo del doppiaggio dopo tanti anni di recitazione a teatro e al cinema? Si è divertito in questo nuovo ruolo?
Filippo Timi: È stato molto bello. Manny è un personaggio affascinante e lo è sempre stato perchè i capitoli precedenti mi erano piaciuti tantissimo. Devo dire però che è stato difficilissimo accostarmi a questo mondo ma grazie all’aiuto di Marco Guadagno (il direttore del doppiaggio n.d.r.) sono riuscito a lavorare bene. Ogni film è un viaggio, e anche l’esperienza del doppiaggio è stato un nuovo viaggio.
Claudio Bisio, cosa vuol dire rifare sempre lo stesso personaggio di Sid, dopo tanti anni? Come riesci a trovare nuovi stimoli?
Claudio Bisio: Per fortuna lo faccio all’incirca ogni tre anni! All’inizio c’è stata la curiosità di spettatore per capire cosa si sono inventati gli sceneggiatori, poi lo stimolo nasce dal fatto che la saga de L’era glaciale è ricca di sorprese e si rinnova ogni volta. Il finale del quarto capitolo è aperto, lascia l’impressione che la saga continui. Con un titolo del genere, potremmo andare avanti in eterno e arrivare addirittura ad ambientare la prossima storia durante il governo Monti! Comunque è un divertimento vero… noi che abbiamo ruoli fissi, se non lo facciamo ogni tre anni, ci viene la crisi d’astinenza.
La saga de L’era glaciale è il più grande incasso italiano per quel che riguarda il genere ‘film d’animazione’. Secondo voi come mai è riuscita a raggiungere un pubblico così ampio e trasversale?
Francesco Pannofino: Si tratta di una sceneggiatura molto felice, arricchita da una serie di gag esilaranti ed immediate. Da un’idea semplice come quella di Scrat che rincorre la ghianda, sono venute fuori un sacco di storie vincenti.
Pino Insegno: Il film ha una drammaticità perfetta, è scritto veramente bene, si sorride ma c’è anche l’avventura, il divertimento e la riflessione. In più piace sia agli adulti che ai bambini. Inizi che sei tu, genitore, ad accompagnare tuo figlio al cinema e poi finisci ad essere il primo a lasciarti coinvolgere e a piangere durante le scene più toccanti. In fondo ogni capitolo trasmette un messaggio importante: la forza dell’unione tra razze diverse.
Claudio Bisio: Il successo del film in Italia è dovuto anche al fatto che noi italiani abbiamo saputo adattarlo benissimo! Abbiamo lavorato sui giochi di parole. Per esempio, ad un certo punto Sid capisce ‘colera’ al posto di ‘collera’ o ancora, in un altro momento, elenca tutta una serie di malattie che iniziano per A e finiscono per E; anche lì abbiamo fatto diversi tentativi per cercare le parole più divertenti. Ad un certo punto avevamo pensato ad Alzheimer ma non ci convinceva e così siamo andati avanti a cercare termini più azzeccati.
Filippo Timi: L’era glaciale è una storia epica. Il contenuto è serio, toccante, raggiunge corde profonde della sensibilità umana. È un po’ come “Il piccolo principe” che è leggero e apparentemente molto semplice ma in realtà nasconde un messaggio di speranza, bello e profondo. Ha tutte le caratteristiche di una favola accessibile a tutti.
Com’è stato lavorare al doppiaggio di un film così importante? Quali sono stati i momenti più interessanti della registrazione?
Pino Insegno: Intanto devo dire che siamo molto contenti di ritrovarci tutti e quattro insieme oggi perché prima, nella fase di doppiaggio, non ci eravamo mai incrociati. Abbiamo lavorato separatamente. Eravamo soli in sala di doppiaggio e dovevamo recitare guardando scorrere delle immagini che non sono quelle che vedete nel film. La copia del film che abbiamo utilizzato era in parte oscurata.
Francesco Pannofino: Sì, a volte non vediamo nemmeno cosa fa il personaggio con il quale stiamo interloquendo perché ci compare solo l’immagine del nostro personaggio. È un doppiaggio da guardoni! Però è stato molto bravo il nostro direttore Marco Guadagno che ha saputo mixare successivamente tutte le nostre voci insieme.
I vostri personaggi potrebbero rappresentare simbolicamente qualche nostro politico italiano?
Pino Insegno: È difficile dirlo, non ci avevo mai pensato. Sono così profondi questi personaggi…
Francesco Pannofino: Capitan Sbudella potrebbe essere La Russa… e Sid, forse, potrebbe essere Brunetta!
Claudio Bisio: Brunetta? No, Sid è troppo simpatico…
Filippo Timi: Be’, forse Manny il mammuth, così rigoroso e austero, potrebbe essere Monti!

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati