onufrio
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venerdì 16 novembre 2018
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flop
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I genitori di Marco scoprono tramite un "regalo" della vicina di casa, che il proprio figlio ha girato un film porno. Iniziano così una serie di problematiche che nella vita reale non accadrebbero per nulla. Sceneggiatura a dir poco superficiale, dialoghi stupidi ed elementari, il film rimane un bozzetto incompiuto pieno di stereotipi e per nulla comico. Assolutamente bocciato.
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great steven
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martedì 23 giugno 2015
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l'hornby italico non è un godimento? ma quando mai
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È NATA UNA STAR? (IT, 2012) diretto da LUCIO PELLEGRINI. Interpretato da LUCIANA LITTIZZETTO, ROCCO PAPALEO, PIETRO CASTELLITTO, MICHELA CESCON, NINNI BRUSCHETTA
Fausto e Angela sono sposati da venticinque anni e hanno un figlio di diciannove, che frequenta con scarso successo la scuola alberghiera cavandosela alla meno peggio come cuoco. Quel che i due adulti non sanno è che il ragazzo, di nome Marco, si dedica di nascosto alla pornografia, girando filmetti di infima categoria affidandosi non tanto alle pessime doti recitative quanto alle dimensioni spropositate del suo organo sessuale. Nel momento in cui i genitori ne vengono a conoscenza, tentano di correre ai ripari e provano a far capire allo scapestrato figliolo che il mondo pornografico non appaga e soprattutto non costituisce una via ideale da percorrere.
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È NATA UNA STAR? (IT, 2012) diretto da LUCIO PELLEGRINI. Interpretato da LUCIANA LITTIZZETTO, ROCCO PAPALEO, PIETRO CASTELLITTO, MICHELA CESCON, NINNI BRUSCHETTA
Fausto e Angela sono sposati da venticinque anni e hanno un figlio di diciannove, che frequenta con scarso successo la scuola alberghiera cavandosela alla meno peggio come cuoco. Quel che i due adulti non sanno è che il ragazzo, di nome Marco, si dedica di nascosto alla pornografia, girando filmetti di infima categoria affidandosi non tanto alle pessime doti recitative quanto alle dimensioni spropositate del suo organo sessuale. Nel momento in cui i genitori ne vengono a conoscenza, tentano di correre ai ripari e provano a far capire allo scapestrato figliolo che il mondo pornografico non appaga e soprattutto non costituisce una via ideale da percorrere. L’impegno con uno spettacolo teatrale della scuola elementare in cui Angela lavora (fa la maestra) e l’interesse che Fausto profonderà nello scoprire la sensuale partner con cui il figlio opera sullo schermo contribuiranno inaspettatamente a riavvicinare la coppia e a rendere Marco tutto sommato soddisfatto della scelta fatta. La fonte letteraria originaria è il racconto dello stimato autore inglese Nick Hornby, dal quale gli sceneggiatori Massimo Gaudioso e Michele Pellegrini, fratello del regista, hanno tratto un film che affronta con lucidità debordante e allucinogena il tema della famiglia borghese emersa nel secondo decennio del XXI secolo, imperniata sulle decisioni pericolosamente libere che i ragazzi effettuano spesso senza rendersi conto dello squallore e dell’inconsistenza ai quali vanno incontro. Ha un’identità piuttosto duplice che per l’appunto si sdoppia in un obiettivo alquanto strabico e forse anche inconcludente: spiegare con efficacia quanto sia difficili essere genitori nella società italiana moderna, e mettere in piedi una farsa un po’ gaglioffa che possa provvedere a facili e abbondanti incassi. Al primo scopo contribuisce la Littizzetto, che con la sua comicità paradossale incentrata quasi esclusivamente sulla buffoneria verbale, regala un’interpretazione cinematografica davvero squisita e simpatica, mentre il secondo punto è assolto da uno stralunato e imperterrito Papaleo che, mantenendo il suo abituale stile sopra le righe, fa ridere senza la minima forzatura e cattura il favore e il consenso del pubblico sfoderando una recitazione scherzosamente rabbiosa, oltre che piacevolmente imbranata. Il divertente stratagemma dell’eventuale parente a cui sarebbe da attribuire la presenza del “dono fisico” che il ragazzo possiede, è affidato soprattutto alla brava Cescon, che fa la parte della sorella della protagonista con gradevole leggerezza e spassosa spensieratezza. N. Bruschetta si distingue per il piccolo ma interessante ruolo del collega di Papaleo, col quale intinge un rapporto di amore-odio che sfocia sovente nel reciproco sfottimento e nella giustificazione mistificata. Qualche battuta fuori luogo e alcune gag non riuscite come si avrebbe voluto, ma è senz’altro una commedia più intelligente e vispa delle colleghe che al giorno d’oggi si susseguono con un affiatamento tanto imbarazzante quanto spasmodico nelle sale di cinema, abbassando ad ogni uscita il livello medio della capacità tipicamente nostrana di divertire degli spettatori sempre più annoiabili ed esigenti. Il merito della buona (ma non perfetta) riuscita va anche al regista, che dopo la commedia corale Figli delle stelle, inserisce di nuovo queste ultime nel titolo travisandone però il significato, e perfeziona lo stile comicarolo depurandolo delle trivialità eccessive e avvolgendolo in una sfera immaginaria che emana un buon sapore di creatività. Non molto affinato o curato nei dettagli, ma la comicità raggiunge picchi soddisfacenti e le risate vengono indotte in modo piuttosto spontaneo.
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stefano bruzzone
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giovedì 22 gennaio 2015
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osceno
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Un film di una bruttezza sconcertante. Sconcertante come la sceneggiatura di una pochezza oscena. Sconcertante come l'interpretazione. La Littizzetto è sempre la Littizzetto ovvero una non attrice. Sempre uguale, sempre "poca, pochissima roba". Dovrebbe finirla qui a mio avviso. Papaleo fa quasi tenerezza, ce la mette tutta ma è evidente che con la miseria che ha a disposizione oltre ad una comparsata impalpabile non può andare...come si dice? pecunia non olet. Il giovine figlio d'arte Pietro Castellitto che interpreta il figlio è inguardabile. Ben lontano, per ora, dal padre Sergio. Il regista non si può giudicare, non che in carriera abbia girato capolavori, ma con il materiale a disposizione in questo caso di più non si poteva proprio fare.
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Un film di una bruttezza sconcertante. Sconcertante come la sceneggiatura di una pochezza oscena. Sconcertante come l'interpretazione. La Littizzetto è sempre la Littizzetto ovvero una non attrice. Sempre uguale, sempre "poca, pochissima roba". Dovrebbe finirla qui a mio avviso. Papaleo fa quasi tenerezza, ce la mette tutta ma è evidente che con la miseria che ha a disposizione oltre ad una comparsata impalpabile non può andare...come si dice? pecunia non olet. Il giovine figlio d'arte Pietro Castellitto che interpreta il figlio è inguardabile. Ben lontano, per ora, dal padre Sergio. Il regista non si può giudicare, non che in carriera abbia girato capolavori, ma con il materiale a disposizione in questo caso di più non si poteva proprio fare. Produttori di commedie italiane, vi scongiuro.,...smettetela con sta roba.
Voto: ingiudicabile.
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film80
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domenica 22 giugno 2014
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commedia con volumi bassi troppo noiosa
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Littizzietto e Papaleo protagonisti un film tratto dal famoso besteller di nick horby , commedia con volumi bassi e inoltre volgare in alcune scene . Non moreita di essere visto. Il film si salva grazie ai protagonisti con qualche battuta. Produzione mediocre.
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fabio1957
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lunedì 10 marzo 2014
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insulso
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film mediocre,con una sceneggiatura quasi inesistente che nemmeno la simpatia e la bravura degli attori riescono a risollevare.
Da evitare accuratamente
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albydrummer
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venerdì 7 marzo 2014
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poteva andar meglio....
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Un altra commedia itliana,stavolta con la Littizzetto che interpreta una madre,da una parte orgogliosa del figlio e dall altra parte curiosa,nell indagare l' eridità e da chi ha preso la grande dote.... Film simpatico anche da un Papaleo di poche parole e sempre con uno sguardo lunatico,un pò assente ma sempre divertente,il solito padre superficiale,e anche lui curioso ,ma diversamente del video,chattando con la protagonista sexy. Tutto il film è quasi divertente anche se in alcuni punti cala un pò.. un film che decolla molto poco...
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ultimoboyscout
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martedì 1 ottobre 2013
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un insospettabile talento...
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Ci sono varie cose che una mamma non dovrebbe/vorrebbe scoprire a riguardo del proprio figlio, ma una in particolare sarebbe molto, molto imbarazzante. Scoprirla poi causa vicina invadente e pettegola che infila nella cassetta della posta "la prova" non aiuta di certo. E' ciò che succede a Fausto e Lucia che si vedono recapitare un film vietatissimo ai minori che ha per protagonista il loro amato figliolo Marco, insospettabile pornodivo. Pellegrini adatta per il cinema il romanzo di Nick Hornby, autore britannico amatissimo dal cinema del suo paese, non per parlare di un film a luci rosse ma per indagare sulle difficoltà di comunicazione tra genitori e figli. Il regista dimostra buon tocco per la commedia, Castellitto jr.
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Ci sono varie cose che una mamma non dovrebbe/vorrebbe scoprire a riguardo del proprio figlio, ma una in particolare sarebbe molto, molto imbarazzante. Scoprirla poi causa vicina invadente e pettegola che infila nella cassetta della posta "la prova" non aiuta di certo. E' ciò che succede a Fausto e Lucia che si vedono recapitare un film vietatissimo ai minori che ha per protagonista il loro amato figliolo Marco, insospettabile pornodivo. Pellegrini adatta per il cinema il romanzo di Nick Hornby, autore britannico amatissimo dal cinema del suo paese, non per parlare di un film a luci rosse ma per indagare sulle difficoltà di comunicazione tra genitori e figli. Il regista dimostra buon tocco per la commedia, Castellitto jr. non lo aiuta granchè mentre l'accoppiata Papaleo-Littizzetto appare irresistibile, trainante, assolutamente sfiziosa e dimostrano di avere un buon feeling, con le loro comicità così diverse che si amalgamano alla perfezione. La cosa più strana è pensare a un Hornby all'italiana e per concepirlo e vararlo c'è voluto il concorso di vari "irregolari" come la Litti e Papaleo per l'appunto ma anche di Beppe Caschetto, agente di big televisivi e produttore "tangenziale" col gusto per la buona commedia intelligente. Il film racconta con comica leggerezza come sconvolgere una famiglia e ne fotografa con attenzione le dinamiche, il tutto reso più vero da dialoghi brillanti che sottolineano drammaticamente l'impossibilità a comunicare, senza far scadere la pellicola nella farsa. Purtroppo dopo un inizio più che promettente il film inizia a girare a vuoto, i luoghi comuni cominciano a far la voce grossa e la ricerca dell'ereditarietà del dono prende il sopravvento. La sceneggiatura perde man mano brillantezza anche se qualche situazione esilarante la tiene a galla. Commedia non bellissima ma garbata che sa giocare con la pornografia senza mai essere sguaiata, volgare o usarla come pretesto.
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brucus_bruco
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lunedì 1 aprile 2013
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film con trama sociale buona
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La trama del film è molto buona che tratta una tematica sociale non usuale ai giorni nostri. Il film è molto serio ma nello stesso tempo ironico grazie ai protagonisti di questo film. Prodotto abbastanza buono.
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d. leo's
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lunedì 21 gennaio 2013
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si perde in un bicchier d'acqua
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"E Nata una Star?" è un film che tratta un argomento interessante: come la prenderesti se tuo figlio diventasse un divo della pornografia? Originale, seppur il film è tratto da un romanzo di Nick Hornby, ma cinematograficamente originale.
Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo riescono all'inizio a recitare bene la parte dei genitori infastiditi e arrabbiati e nonostante continuino a recitare bene il proprio ruolo, i loro personaggi si mostrano tuttavia troppo esagerati per il motivo per cui il film si perde in un bicchiere d'acqua, uno semplicissimo: si trasforma in seguito in una caccia al pene più grosso. Si perché, il figlio che fa il pornoattore lo fa non perché è bravo a recitare ma per le dimensioni cetacee del suo membro.
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"E Nata una Star?" è un film che tratta un argomento interessante: come la prenderesti se tuo figlio diventasse un divo della pornografia? Originale, seppur il film è tratto da un romanzo di Nick Hornby, ma cinematograficamente originale.
Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo riescono all'inizio a recitare bene la parte dei genitori infastiditi e arrabbiati e nonostante continuino a recitare bene il proprio ruolo, i loro personaggi si mostrano tuttavia troppo esagerati per il motivo per cui il film si perde in un bicchiere d'acqua, uno semplicissimo: si trasforma in seguito in una caccia al pene più grosso. Si perché, il figlio che fa il pornoattore lo fa non perché è bravo a recitare ma per le dimensioni cetacee del suo membro. La cosa preoccupa i genitori perché le dimensioni del pene sono anch'esse ereditarie e il padre sostiene di non averlo così spoporzionato e crescono i dubbi sul fatto di chi possa aver potuto generare il figlio.
Da argomento interessante a stupido e futile. Se il film si fosse incentrato più sulla figura del figlio allora il film sarebbe stato forse meglio.
Il sorriso te lo fa scappare qualche volta, specialmente all'inzio, poi è un continuo decrescendo noioso con un finale scontatissimo: i genitori si convincono che non c'è niente di male in quello che fa il figlio.
Alcune cose sono molto esagerate: come il fatto che in un ristorante si paghi 200 euro a testa per 2 persone (può anche darsi, ma su tutti i menù ci sono scritti i prezzi e se fai bene i calcoli non ti vai a prendere i piatti più costosi se poi devi lamentarti), o l'ottusa maleducazione di un bambino durante le prove per la recita di "Pinocchio"..esagerazioni che possono dare fastidio allo spettatore.
L'attore che interpreta il figlio pornodivo, Pietro Castellitto, recita male, a differenza dell'altra giovane ragazza, Cristina Odasso, che mostra di avere ottime capacità recitative.
C'è da aggiungere che il film non è stato realizzato in modo da attirare l'attenzione del pubblico solo perché si parli di sesso, argomento del quale molti cinematografari usano convinti di poter attirare l'attenzione del pubblico. Il film doveva concentrarsi sul fatto di aver un figlio che si cimenta nel mondo della pornografia, cosa che come già detto verrà in seguito messo in secondo piano per una stupida caccia al pene.
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liuk!
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lunedì 21 gennaio 2013
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e la sceneggiatura?
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Il cast era ottimo ed adatto ad un film brillante che sfruttasse la comicità della trama, purtroppo lo sviluppo è mancato. Nemmeno Papaleo e la Littizzetto sono riusciti a districarsi nella totale assenza di battute e di situazioni divertenti, con la conseguente vittoria della noia più totale. Una sceneggiatura veramente pessima che lascia pensare ad un copione scritto da un dilettante.
Da evitare.
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