paolobiavati
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domenica 24 giugno 2012
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un buon inizio, si perde dopo appena venti minuti
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Il film parte bene, seguendo alcuni dei più basici canoni del suo genere: turisti giovani in terre straniere e stereotipamente ostili, belle ragazze, una impresa rischiosa.
Per una buona parte la trama regge, poi scende l'oscurità della notte e lo stile di ripresa che sta tra Paranormal Activity, The Blair Witch Project e Rec (tanto per nominarne alcuni) non aiuta a capire cio che succede e chi si cela tra le rovine della città abbandonata.
La tensione di sapere che qualcosa è li dietro e che sta spiando ed inseguendo i protagonisti non basta per fare paura. I mostri non si vedono mai abbastanza bene, ad un certo punto compare un bambino che immobile fissa i nostri eroi ed anche un orso bruno fa un cameo inutile.
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Il film parte bene, seguendo alcuni dei più basici canoni del suo genere: turisti giovani in terre straniere e stereotipamente ostili, belle ragazze, una impresa rischiosa.
Per una buona parte la trama regge, poi scende l'oscurità della notte e lo stile di ripresa che sta tra Paranormal Activity, The Blair Witch Project e Rec (tanto per nominarne alcuni) non aiuta a capire cio che succede e chi si cela tra le rovine della città abbandonata.
La tensione di sapere che qualcosa è li dietro e che sta spiando ed inseguendo i protagonisti non basta per fare paura. I mostri non si vedono mai abbastanza bene, ad un certo punto compare un bambino che immobile fissa i nostri eroi ed anche un orso bruno fa un cameo inutile...
Non ci siamo, personalmente mi aspettavo che nel finale si capisse qualcosa di più sui misteriosi esseri, ma niente, un fnale inconcludente lascia con il rimorso di aver sprecato 90 minuti di tempo...
Peccato, vi siete impegnati ma "per me è no".
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luca aliquò
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mercoledì 27 giugno 2012
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una trama scontata resa interessante dai luoghi
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"Chernobyl Diaries - La mutazione" rappresenta la solita storia horror di un gruppo di sventurati giovani ragazzi che partono alla volta di un viaggio che gli riserverà diverse "sorprese". Ciò che impreziosisce la storia e la rende probabilmente più interessante e, perché no, anche più vera, rispetto alle tante simili del passato, è il luogo scelto per ambientare la vicenda, ovvero la città fantasma di Pripjat', nella provincia di Kiev, in Ucraina. La città è stata realmente colpita dalle radiazioni dell'incidente nucleare avvenuto nella vicina e famosa centrale di Cernobyl ed è realmente spopolata, dunque la vicenda si svolge su una base storico-geografica reale ed è questo che rende tutto più interessante.
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"Chernobyl Diaries - La mutazione" rappresenta la solita storia horror di un gruppo di sventurati giovani ragazzi che partono alla volta di un viaggio che gli riserverà diverse "sorprese". Ciò che impreziosisce la storia e la rende probabilmente più interessante e, perché no, anche più vera, rispetto alle tante simili del passato, è il luogo scelto per ambientare la vicenda, ovvero la città fantasma di Pripjat', nella provincia di Kiev, in Ucraina. La città è stata realmente colpita dalle radiazioni dell'incidente nucleare avvenuto nella vicina e famosa centrale di Cernobyl ed è realmente spopolata, dunque la vicenda si svolge su una base storico-geografica reale ed è questo che rende tutto più interessante. Nel film, questa catastrofe avrebbe mutato gli abitanti del luogo e - come raccontavano le leggende metropolitane alle quali nessuno inizialmente credeva - questi esistono ancora. Per il resto è tutto scontato, a partire dalla trama: tutti i sei membri del gruppo ad uno ad uno muoiono e così si chiude il film, senza alcun colpo di scena inaspettato. Scene totalmente buie per almeno 50 minuti, dove si sentono solo urla e respiri e si vedono solo le luci delle torce, mentre decisamente migliore per la qualità delle riprese è la prima parte, più luminosa e, a discapito della trama, più affascinante. Non si vedranno mai (o quasi) i volti di questi "mutati", che rimarranno un'incognita prima "animale" e poi "umana". Ci si poteva sforzare di più per ricercare una trama più originale che avesse innalzato il livello totale del film, che per me rimane comunque discreto: voto 5,5/10.
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nico11
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martedì 17 luglio 2012
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inizio:5 stelle fine:0 stelle
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l film parte nel migliore dei modo speciamente grazie all'ambiantazione che è una novità per i film Horror...la trama si dimostra avvincente ma solo all'inzio infatti ci si ritrova in un casino di scene messe a casaccio in qui nn si ritrova un film ma un vero bordello il film nn fa paura e per concludere non si poteva trovare finale più brutto di questo il film finisce senza sapere chi o che cosa sono quei esseri che compaiono nel film...la trama quindi in fine si dimostra penosa all'ultimo livello...
L'unica cosa che mi sping a dare 2 stelle a queto film è il fatto di una ambientazione ottima e da quel tocco di suspence( che poi si perde inspiegabilmente)
Voto(attori regista):
Brad Parker(regista): *
Devin Kelle
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l film parte nel migliore dei modo speciamente grazie all'ambiantazione che è una novità per i film Horror...la trama si dimostra avvincente ma solo all'inzio infatti ci si ritrova in un casino di scene messe a casaccio in qui nn si ritrova un film ma un vero bordello il film nn fa paura e per concludere non si poteva trovare finale più brutto di questo il film finisce senza sapere chi o che cosa sono quei esseri che compaiono nel film...la trama quindi in fine si dimostra penosa all'ultimo livello...
L'unica cosa che mi sping a dare 2 stelle a queto film è il fatto di una ambientazione ottima e da quel tocco di suspence( che poi si perde inspiegabilmente)
Voto(attori regista):
Brad Parker(regista): *
Devin Kelley(Amanda): ***
jonathan Sadowsky(Paul):**
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usicilianu
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lunedì 27 maggio 2013
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ottime premesse... deludente tutto il resto!
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Un gruppo di giovani turisti decidono di cambiare i loro programmi e optano per il 'turismo estremo'. La meta è Pripjat, una città 'fantasma' situata nei pressi di Chernobyl. Giunti a destinazione si ritroveranno ad affrontare le conseguenze, celate al mondo, delle radiazioni atomiche.
L'inizio sembra essere molto promettente, pur non avendo chissà quali pretese di originalità. Lo spettatore si farà coinvolgere dalle atmosfere cupe, tipiche delle ambientazioni nord-europee (vedi Hostel) e da un susseguirsi di 'vedo e non vedo' che sembrano preannunciare una storia altrettanto avvincente e adrenalinica. Tuttavia, quando le luci del giorno lasciano il posto al buio della notte, portano via con sé i colpi di scena e la speranza di assistere a qualcosa di nuovo.
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Un gruppo di giovani turisti decidono di cambiare i loro programmi e optano per il 'turismo estremo'. La meta è Pripjat, una città 'fantasma' situata nei pressi di Chernobyl. Giunti a destinazione si ritroveranno ad affrontare le conseguenze, celate al mondo, delle radiazioni atomiche.
L'inizio sembra essere molto promettente, pur non avendo chissà quali pretese di originalità. Lo spettatore si farà coinvolgere dalle atmosfere cupe, tipiche delle ambientazioni nord-europee (vedi Hostel) e da un susseguirsi di 'vedo e non vedo' che sembrano preannunciare una storia altrettanto avvincente e adrenalinica. Tuttavia, quando le luci del giorno lasciano il posto al buio della notte, portano via con sé i colpi di scena e la speranza di assistere a qualcosa di nuovo.
Il film sarà un frenetico fuggi-fuggi da creature semi-umane prive di qualsiasi personalità e senza una chiara collocazione storica. La trama non fa alcun riferimento ai fatti realmente accaduti a Chernobyl, ma se ne serve soltanto per fornire al film quell'avvio che potrebbe incuriosire gli appassionati del genere mockumentary. Brad Parker va sicuramente premiato per il coraggio di aver messo in scena una trama già trita e ritrita. Tuttavia, nonostante gli sforzi, probabilmente non è riuscito nel suo intento. Si tratta semplicemente di una versione alternativa di 'Le colline hanno gli occhi', in cui i soliti mutanti cattivi danno la caccia, senza nessun motivo particolare, ai malcapitati. Tra l'altro, anche in questo caso i mutanti sono affetti per qualche ragione da cannibalismo. La suspense è carente, lo splatter è inesistente, le urla scarseggiano, la trama è piatta e il finale è abbastanza scontato. 90 minuti di piacevoli ovvietà che lo spettatore più fiducioso dimenticherà ben presto.
Un horror che merita comunque di essere visto, ma che non può certo soddisfare le esigenze del pubblico più ferrato.
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diegoilterra
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lunedì 3 dicembre 2012
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ennesimo mockumentary horror?
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Un gruppo di ragazzi statunitensi, dopo un tour invidiabile dell’Europa, decide di visitare anche Prypiat, Ucraina, città fantasma abbandonata nel 1986 a seguito del disastro nucleare che ha colpito la centrale e messo in ginocchio tutto il continente (e non solo). Con loro si uniranno anche una coppietta australiana, e guidati da un esperto del luogo, Uri, un ex soldato delle forze armate ucraine, a bordo di un Van mimetico e in stile A-team , intraprenderanno il viaggio all’ interno della piccola cittadina, che un tempo ospitava tutti i lavoratori e le famiglie di coloro che lavoravano nella Centrale Nucleare di Chernobyl. Tutto scorre per il meglio o quasi, quando però il furgone non sarà più in grado di ripartire la situazione precipiterà, portando nel gruppo sconforto, terrore e morte.
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Un gruppo di ragazzi statunitensi, dopo un tour invidiabile dell’Europa, decide di visitare anche Prypiat, Ucraina, città fantasma abbandonata nel 1986 a seguito del disastro nucleare che ha colpito la centrale e messo in ginocchio tutto il continente (e non solo). Con loro si uniranno anche una coppietta australiana, e guidati da un esperto del luogo, Uri, un ex soldato delle forze armate ucraine, a bordo di un Van mimetico e in stile A-team , intraprenderanno il viaggio all’ interno della piccola cittadina, che un tempo ospitava tutti i lavoratori e le famiglie di coloro che lavoravano nella Centrale Nucleare di Chernobyl. Tutto scorre per il meglio o quasi, quando però il furgone non sarà più in grado di ripartire la situazione precipiterà, portando nel gruppo sconforto, terrore e morte.
L’ultima opera scritta e prodotta dalla vecchia volpe, Oren Peli, ideatore e regista di Paranormal Activity, non è un Found Footage (o Mockumentary che dir si voglia), ed è questo forse il suo limite maggiore. Infatti ciò che manca in questa pellicola diretta da un esordiente, Bradley Parker, è quella tensione e quel ritmo che caratterizzava le precedenti opere di Oren Peli. Nonostante ciò il film funziona abbastanza bene, grazie soprattutto alle ambientazioni originali, tetre, desolate e claustrofobiche sullo sfondo di una Chernobyl che per anni ha terrorrizzato il mondo intero, a causa della tragedia avvenuta quasi 30 anni fa. Purtroppo gli attori come spesso accade nei film dal budget limitato (nell’ horror soprattutto) sono odiosi e poco credibili e tutto il cast del film ne è la prova. Ciò che più irrita da parte dei personaggi (quindi in questo caso la colpa è della sceneggiatura) è che a nessuno viene in mente di prendere un bastone, una cazzo di barra di ferro arrugginita, un pietrone da spaccare in testa ai mutanti, che di fatto sono lenti come zombie e quindi particolarmente facili da evitare ed eventualmente uccidere (apparte il fidanzatino australiano che afferra la tipica chiave per cambiare le ruote alla macchina, senza però mai utilizzarla davvero).
Insomma se siete estimatori di Oren Peli o dell’horror in generale potete guardarlo senza problemi, altrimenti evitatelo.
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critichetti
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giovedì 5 giugno 2014
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così no!(recensione con spoiler)
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Quando seppi di questo film ero un tantino scettico,mi sembrava solo una grande e inutile commercialata.Spinto però da molte voci favorevoli,ho deciso di guardarlo.Se nei primi 2/3 minuti mi sembrava più una pubblicità di un tour di gran turismo,con l'inizio vero e proprio del film ho iniziato a ricredermi:mi piaceva molto l'idea di un'agenzia di viaggi estremi per giustificare il viaggio a Pripyat e inoltre il film gode di un buonissimo doppiaggio.Però è dal momento dell'ingresso nella città che iniziano i problemi,specie se poi si pensa al finale.Qui ora ci sarà lo spoiler del finale perchè mi serve per un'analisi completa di quanto ho affermato:siete avvisati.
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Quando seppi di questo film ero un tantino scettico,mi sembrava solo una grande e inutile commercialata.Spinto però da molte voci favorevoli,ho deciso di guardarlo.Se nei primi 2/3 minuti mi sembrava più una pubblicità di un tour di gran turismo,con l'inizio vero e proprio del film ho iniziato a ricredermi:mi piaceva molto l'idea di un'agenzia di viaggi estremi per giustificare il viaggio a Pripyat e inoltre il film gode di un buonissimo doppiaggio.Però è dal momento dell'ingresso nella città che iniziano i problemi,specie se poi si pensa al finale.Qui ora ci sarà lo spoiler del finale perchè mi serve per un'analisi completa di quanto ho affermato:siete avvisati.Perchè se poi alla fine si scopre che i mutanti presenti nella città erano delle persone che erano state utilizzate per degli esperimenti segreti ed illeciti e per questo chiunque li avesse visti doveva essere ucciso,mi spiegate come mai non hanno avvisato l'agenzia viaggi,pur sapendo che c'è un'agenzia viaggi che organizza viaggi estremi proprio nella loro città?E perchè lasciano accessibili delle entrate secondarie?Teoricamente se non vogliono correre rischi e mantenere il segreto non dovrebbero dare la minima possibilità a nessuno di penetrare nella città!Senza contare che:ma non pensano al fatto che i parenti perlomeno del titolare dell'agenzia vorranno prodigarsi a cercarlo proprio a Pripyat perchè sanno che è li che si è recato e probabilmente vi troveranno il suo pulmino,il tutto con un grandissimo rischio che tutto venga alla luce?In parole povere:il film non sta in piedi proprio per colpa del finale,che contraddice una gran parte del film.A questo aggiungiamoci delle scelte registiche inguardabili,come l'orso grizzly che viene trovato al secondo piano di un palazzo e che passa comodamente in mezzo a degli stipiti dove non ci passano due persone assieme (come se non fosse già abbastanza palese che è fatto in computer grafica),o come la bambina fantasma che compare ad un certo punto che non c'entra niente con quanto visto finora nè con quanto avverrà dopo che è palesemente una sagoma di cartone (ma uno di quelli che hanno partecipato a questo film non aveva una figlia/nipote/sorella/ qualsiasi tipo di parentela o amicizia da mettere come comparsa in questa scena?Visto così è solo ridicolo,anche perchè,ripeto,l'utilità di quella bimba è pari a zero,non c'è neanche,che ne so,un minimo di denuncia per i bambini abbandonati negli orfanotrofi o che tuttora nascono deformi per le radiazioni!).Oppure ancora il personaggio che parla russo:lo usa a sproposito ma non lo usa quando capisce che sono davanti alla polizia russa?OK che in quel momento non poteva vedere,ma lìaveva capito:perchè non parla in russo per farsi capire dalla polizia?Mettiamoci poi anche il fatto che la fotografia in questo film è atroce:è incredibilmente scura,cosa che comporta l'impossibilità a vedere parecchie scene.E gli stesi mutanti si vedono poche volte.Il film quindi risulta più che altro una pellicola assurda,si spazia dal ridicolo al tremendamente offensivo nei confronti di chi in quella tragedia è morto o è rimasto irrimediabilmente compromesso!Peccato,perchè prometteva di venir fuori qualcosa di interessante e innovativo,ma poi ne è venuto fuori solo un miscuglio di roba già vista ed errori registici.E non va per niente bene.
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mcridge
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venerdì 10 agosto 2012
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so bad it's so good (?)
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Se fino a qualche anno fa (fino a diversi anni fa, in realtà) le mie personali aspettative (anche se credo che non differiscano molto dal pensiero comune) che accompagnavano la visione di un film horror erano soprattutto la curiosità, la voglia di qualcosa di originale, delle scene forti e una sceneggiatura intelligente, di recente sedersi su di un divano e far partire il file dell’ultimo capolavoro che “ha sconvolto l’America”, che decreta “il ritorno di un maestro dell’horror”, un film a causa del quale “non riuscirete più a prendere sonno”, significa sacrificare poco meno di due orette per assistere alla versione horror di Natale alle Bahamas.
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Se fino a qualche anno fa (fino a diversi anni fa, in realtà) le mie personali aspettative (anche se credo che non differiscano molto dal pensiero comune) che accompagnavano la visione di un film horror erano soprattutto la curiosità, la voglia di qualcosa di originale, delle scene forti e una sceneggiatura intelligente, di recente sedersi su di un divano e far partire il file dell’ultimo capolavoro che “ha sconvolto l’America”, che decreta “il ritorno di un maestro dell’horror”, un film a causa del quale “non riuscirete più a prendere sonno”, significa sacrificare poco meno di due orette per assistere alla versione horror di Natale alle Bahamas.
È difficile essere originali. Davvero. E non voglio qui inserire una lunga trattazione del perché l’industria culturale stia uccidendo l’inventiva, ma solo mettere a fuoco il fatto che, forse, non è colpa degli sceneggiatori o dei registi, se il mercato richiede questo genere di film.
Semplicemente viene stanziata una cifra (che poteva benissimo essere data in beneficienza), viene scelto un regista che negli ultimi anni ha generato film leggermente interessanti e viene affidata la sceneggiatura ad un ragazzino delle medie la cui conoscenza della scrittura e comprensione della realtà non può non riportarci ai protagonisti (se non addirittura allo sceneggiatore e al regista) del già citato Natale oltr’alpe.
In cosa puoi essere originale se tutto è già stato scritto, se tutto è già stato filmato, se tutto è già stato pensato?
Naturalmente mi sto riferendo alla trama, alla fabula, all’intreccio, come la volete chiamare la chiamate, il nocciolo duro del film in pratica che, infatti, è proprio quella parte che, puntualmente, viene sottovalutata (ma si, chi se ne frega se non ha capo né coda!), semplicemente perché più difficile da sbrogliare.
Andiamo al film, che definire retorico è un eufemismo.
Si prendano 6 ragazzi americani, belli e ricchi (ma và?) e si mandino in Europa in giro a cazzeggiare per le grandi capitali (la cultura, infatti, non attira il teenager).
Tra loro occorre che vi siano, inderogabilmente, due belle gnocche (una bionda e una mora è sempre un’accoppiata vincente! Se poi una delle due, preferibilmente la bionda, ha una quinta su di una vita taglia 42 e non abbia nel guardaroba nulla che non sia una maglia abbottonata all’ombelico… meglio!) e due ragazzi dal viso carino e dai capelli che mantengono la piega anche sott’acqua.
Li si fanno divertire per i primi 25 – 30 minuti del film nel quale il montaggio spara veloci riprese allegre su di una base rock altrettanto allegra.
Poi, necessariamente, occorre inserire l’ELEMENTO MISTERIOSO, lo svolta, il pericolo!
Il testa di ca… di legno del gruppo, propone l’IDEONA: turismo estremo! Perché visitare una noiosa (?) Mosca, quando si può andare a Pripjat, città fantasma dell’ormai fantasma centrale nucleare di Chernobyl?
Dopo una prima, leggerissima, esitazione, i quattro baldi giovini si rivolgono ad un ex militare russo per farsi accompagnare in loco.
Ai cinque si aggregano due personaggi che, forse, riescono a risultare – se ne fosse possibile – ancora più stereotipati dei quattro americani: un globe trotter/pankabestia con tanto di zaino Decathlon, capelli lunghi, barba incolta, kefiah e cappello alla Manu chao e una ragazza nord europea con capelli tanto biondi da sembrare bianchi, tagliati alla meno peggio e poco (se non totalmente assente) gusto per il vestire.
Ora: è un film horror? Ci sono sti deficienti che vanno in un luogo che, lasciando perdere i presunti mostri, è più radioattivo del Signor Burns? Cosa mai potrebbe accadere? Che al primo intoppo si ritorni a casa? Come no…
Traete voi le conclusioni, anche perché ho già detto molto della trama.
Torniamo a noi.
Se una trama del genere risulta stantia come le cotolette che tua nonna ti propina ogni domenica da 20 anni, e forse di più, su cosa si può lavorare per rendere il film originale o quantomeno innovativo da spingere quattro deficienti a spendere degli euro per andare a vederlo al cinema?
Visto che, oltre alla trama, anche i dialoghi dei personaggi risultano cosi banali e le interazioni tra loro rasentano la sindrome di Asperger?
In parte la presenza del gentil sesso, che non fa mai male. In parte anche un’ambientazione che solo per il peso storico che ha sulle spalle, risulta inquietante. E, mi verrebbe da riscrivere “in parte”, anche per le riprese e il montaggio.
In realtà, se scrivessi due o tre anni fa, la vera novità sarebbe proprio li: la telecamera a spalla, con inserimenti di riprese dalla videocamera o dalla fotocamera dei personaggi e montaggio veloce da videoclip. Il tutto per trasmettere allo spettatore un maggiore senso di verosimiglianza dei fatti.
Se scrivessi due o tre anni fa.
Ma in questi pochi anni non si contano più i film che usano tali “stratagemmi”, e non sto a citarvene neanche uno perché siamo all’altezza di questo, e non voglio che li guardiate. Perché? Perchè vi rispetto.
Concludendo: nei 90 minuti che mi sono sorbito insieme alla morosa e a dei cari amici, ci siamo cimentati nel gioco del “Ora vuoi vedere che succede questo?”, ma anche il divertentissimo “Ma perché fanno cosi? Non era meglio…”, per concludere con un giro di “Sta scena è uguale a quell’altro film…”.
Quindi, non vi consiglierò di non vederlo. Vi consiglierò semplicemente di trovare il giusto gruppo di amici criticoni, allegri e prevenuti, con cui dissacrare, sventrare, sfottere e blaterare su di ogni singolo fotogramma del film
Il divertimento, vi prometto, sarà assicurato.
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nick castle
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sabato 3 agosto 2013
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occasione mancata
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Chernobyl Diaries è un film, un prodotto meglio dire, frutto di un filone oggi giorno sfruttato fino all'osso, un film che inevitabilmente si porta dietro i segni di una stanchezza del genere a cui appartiente. Ma sotto una coltre di ripetitività, di stereotipi, di cose già viste, di un copia incolla cinematografico con tanto di sfumino photoshoppiano, che trae in inganno anche i più attenti, c'è qualcosa, c'è un ambiente, una situazione, una psicologia sociale, che poteva dare tanto. Il film proposto così com'è, con quel canovaccio di trama che ha e quella regia da iPhone, può risultare con buona volontà, passabile, ciò che invece non passa e non passerà mai è il perdere l'occasione di fare un buon film.
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Chernobyl Diaries è un film, un prodotto meglio dire, frutto di un filone oggi giorno sfruttato fino all'osso, un film che inevitabilmente si porta dietro i segni di una stanchezza del genere a cui appartiente. Ma sotto una coltre di ripetitività, di stereotipi, di cose già viste, di un copia incolla cinematografico con tanto di sfumino photoshoppiano, che trae in inganno anche i più attenti, c'è qualcosa, c'è un ambiente, una situazione, una psicologia sociale, che poteva dare tanto. Il film proposto così com'è, con quel canovaccio di trama che ha e quella regia da iPhone, può risultare con buona volontà, passabile, ciò che invece non passa e non passerà mai è il perdere l'occasione di fare un buon film. Perchè davanti a film falliti dal primo minuto non c'è risentimento nel bollarli come delle porcate e chiuderla lì, ma davanti a un Chernobyl Diaries la questione cambia, ci scontriamo con un ambientazione che dà un decimo di quello che potrebbe veramente dare, ci scontriamo con scene che così come sono la loro massima aspirazione è puntare tutto sullo spavento da nanosecondo, da quell'unisono sonoro che ci coglie sempre di sorpresa e ci fa sobbalzare sul momento, ma che passato quello rimane il nulla, dove invece con una maggiore presa di coscienza da parte del regista la questione poteva cambiare radicalmente introducendo una messa in scena più studiata, giocando con le luci e coi tempi narrativi. Per poi, tutto questo, portarci al finale, di ignobile semplicità ma di grande rivelazione, purtroppo anche quà appena accennata, chi sono quegli uomini? I mutati sono pazienti? Fanno esperimenti su di loro? Cercano di curarli? Li hanno creati loro? Da quanto va avanti questo? Non è facile avere un buona idea oggi, Oren Peli l'ha avuta, come la ebbe con Paranormal Activity, ma a differenza di questo nel suo primo film, la seppe sfruttare al meglio, quella esile storia divenne immensa se vista dagli occhi della telecamera, quà più che sfruttarla al meglio, sembra che si sia impegnato a maltrattarla per renderla il più possibile banale e scontata. In epoca di multimedialità, giusto per concludere, bisogna poi rassegnarsi per certi versi ad assistere a un estetica da puro videogioco survival horror, perchè è davvero fine la linea che separa un film del genere da un videogioco come Silent Hill: Homecoming, per impostazione scenica, meccanismo del terrore e della sopravvivenza dei protagonisti, cosa che poi per certi versi può essere un vantaggio se saputa macinare come si conviene.
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absentia
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lunedì 16 luglio 2012
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ottima idea, risultato discutibile.
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Sei ragazzi, accompagnati dall'organizzatore del viaggio (Uri), fanno capolino nella città fantasma di Pripjat. Qui gironzolano da normali turisti, scattando fotografie, ridendo e scherzando tra la desolazione, il ricordo di una tragedia ancora tangibile dalle radiazioni ed il quasi-incontro con un improbabile 'orso bruno radioattivo'. Arriva il momento di abbandonare la cittadina e tornare a casa ma, nel momento di mettere in moto il furgone, i protagonisti si rendono conto di un'inquietante realtà: i cavi del motore sono irrimediabilmente danneggiati. Da questo momento in poi cominceranno ad accadere strani avvenimenti che, soprattutto con l'arrivo della notte, semineranno panico e terrore.
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Sei ragazzi, accompagnati dall'organizzatore del viaggio (Uri), fanno capolino nella città fantasma di Pripjat. Qui gironzolano da normali turisti, scattando fotografie, ridendo e scherzando tra la desolazione, il ricordo di una tragedia ancora tangibile dalle radiazioni ed il quasi-incontro con un improbabile 'orso bruno radioattivo'. Arriva il momento di abbandonare la cittadina e tornare a casa ma, nel momento di mettere in moto il furgone, i protagonisti si rendono conto di un'inquietante realtà: i cavi del motore sono irrimediabilmente danneggiati. Da questo momento in poi cominceranno ad accadere strani avvenimenti che, soprattutto con l'arrivo della notte, semineranno panico e terrore.
E' un crescendo di curiosità nel voler capire e vedere distintamente cosa e perchè si celi dietro questa desolazione apparente ma, purtroppo, non verrà mai appagata e viene spontaneo porsi delle domande riguardo sequenze poco chiare.
Il film, tutto sommato, ha un'idea più che ottima di base, soprattutto per la scelta 'realistica' dell'ambientazione ma lascia molto a desiderare nello svolgimento della storia, a tratti molto banale e scontata.
Personalmente non lo consiglierei agli amanti del genere perchè spesso è tutt'altro che horror, anzi, alcune scene ti strappano vere risate.
Consigliabile per chi voglia vedere un film horror, sì, ma davvero molto leggero.
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elgatoloco
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venerdì 2 marzo 2018
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complessivamente riuscito
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"Chernobyl Diaries"(2012, Brad Parker)manifesta una certa "fatica"nella sceneggiatura, non proprio molto riuscita, comunque un po'arrancante(sembra che gli autori fatichino ad"andare avanti", a progettare nuove "soluzioni", nuove invenzioni nella narrazione)ma complessivamente il film"tira"sia come horror(evita banalità, non si impaluda in soluzioni assolutamente assurde ed effettacci "gore"impropri...)sia come"credibilità"(con la riserva, però, riferita alla verosimiglianza, proposta da Sir Alfred Hitchcock....) della storia, in un ambito che più che da SF è para-scientifico, per usare un'espressione difficilmente accettata ma complessivamente coerente con la realtà, intendo ciò che la scienza non ha omologato ma potrebbe omologare.
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"Chernobyl Diaries"(2012, Brad Parker)manifesta una certa "fatica"nella sceneggiatura, non proprio molto riuscita, comunque un po'arrancante(sembra che gli autori fatichino ad"andare avanti", a progettare nuove "soluzioni", nuove invenzioni nella narrazione)ma complessivamente il film"tira"sia come horror(evita banalità, non si impaluda in soluzioni assolutamente assurde ed effettacci "gore"impropri...)sia come"credibilità"(con la riserva, però, riferita alla verosimiglianza, proposta da Sir Alfred Hitchcock....) della storia, in un ambito che più che da SF è para-scientifico, per usare un'espressione difficilmente accettata ma complessivamente coerente con la realtà, intendo ciò che la scienza non ha omologato ma potrebbe omologare... Soluzioni varie che potrebbero essere anche inter-cambiate(qualcosa viene mostrato prima, altro dopo, per fare esempi facili)ma che complessivamente possono essere proposte senza troppe difficoltà, ma che, come risultano effettivamente nel film , sono abbastanza credibili. Non si possono richiedere performances incredibili da parte degli/delle interpreti, tutti/e(o quasi)molto giovani, ma il risultato, anche in questo senso, è certamente accettabile, quantomeno. El Gato
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