edgar pironti
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mercoledì 25 aprile 2012
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tanti allen, troppo in fretta.
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Il nevrotico cineasta passeggia incerto tra i vicoli della Capitale, i suoi passi sono accompagnati da pochi applausi, da qualche fischio, da molti mormorii.
È difficile orientarsi per le stradine di Roma, senza un buon vigile, senza le sue indicazioni affidabili, è facile perdersi seguendo gli incerti consigli dei passanti, facile perdersi, difficile ritrovarsi, brevi smarrimenti che possono trasformarsi in incontri caratterizzanti un'intera esistenza (l'incontro di Michelangelo e la sua fidanzata americana), in infatuazioni fatali ed adultere (la tresca di Milly e l'attore Salta), in casuali e sorprendenti conoscenze di idoli personali (gli architetti John e Jack) o persino in qualcosa di ancor più strano ed imprevedibile.
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Il nevrotico cineasta passeggia incerto tra i vicoli della Capitale, i suoi passi sono accompagnati da pochi applausi, da qualche fischio, da molti mormorii.
È difficile orientarsi per le stradine di Roma, senza un buon vigile, senza le sue indicazioni affidabili, è facile perdersi seguendo gli incerti consigli dei passanti, facile perdersi, difficile ritrovarsi, brevi smarrimenti che possono trasformarsi in incontri caratterizzanti un'intera esistenza (l'incontro di Michelangelo e la sua fidanzata americana), in infatuazioni fatali ed adultere (la tresca di Milly e l'attore Salta), in casuali e sorprendenti conoscenze di idoli personali (gli architetti John e Jack) o persino in qualcosa di ancor più strano ed imprevedibile.
Seguendo gli intricati percorsi dei vicoli romani sembrano svilupparsi queste quattro vicende, quattro vicende per quattro Allen diversi, blasfemia esclusa, in questa pellicola sembrano quadruplicarsi le nevrosi, le paranoie, le camicie ed i pantaloni larghi, atteggiamenti ed indumenti che si fanno vestire non male dai tre eletti: l'impeccabile Benigni, il riconfermato Eisenberg ed il sorprendente Alessandro Tiberi.
È difficile orientarsi per Roma, ritrovare la strada principale, come è difficile trovare un filo conduttore per queste storie, un senso comune, un unico messaggio. Sarebbe banale leggere tutto secondo le indicazioni di Leopoldo Pisanello (Benigni) che, all'uscita del cinema rimprovera gli altri spettatori di non aver compreso il messaggio dell'autore: È l'incomprensibilità della vita, non capite?
No, in questo film non ci si ferma semplicemente ad osservare titubanti il caos dell'evolversi grottesco di vicende casuali, c'è dell'altro, qualcosa di tipicamente italiano oltre alle marche di salumi e della pasta in bella vista; oltre ai monumenti, al gesticolare, ai soliti luoghi comuni, un fantasma sembra accompagnare tutte le vicende: la fame di fama, l'ambizione.
Talvolta è il punto di partenza, talvolta è solo un attimo illusorio e deludente, altre volte conduce all'adulterio, altre volte ancora si presenta nei panni di un idolo venduto, può persino essere trovata sulle note acquose di un becchino.
" Sei famoso, perché sei famoso. "
" La vita è crudele, che tu sia ricco e famoso o povero e sconosciuto. "
Non sono frasi buttate lì tanto per, come non lo sono i potenti e ricchi - quasi sempre bassi e calvi - così stranamente affascinanti, nemmeno le ballerine sembrano limitarsi a fare da cornice. Sono tanti, troppi elementi che sullo sfondo di vecchi (e sicuramente più nobili) luoghi comuni italiani, emergono come macchie di pomodoro transgenico sulla tovaglia bianca della nonna.
In questo film c'è la nostra Italia di oggi, dove il famoso è quasi sempre il minus habens e dove per fama si arriva a tradire il proprio marito o ad abbassarsi i pantaloni in mezzo al traffico.
In questo film c'è l'italia di oggi, resa con amore, resa forse con troppa superficialità e fretta, la fretta di chi in poco più di 100 minuti si perde e si ritrova attraversando tutti i vicoli di Roma, ma senza soffermarsi sui particolari, senza studiare bene il dettaglio, dimenticando di dare il giusto valore alle piccole cose e forse questo, noi italiani, per fortuna, sappiamo ancora farlo.
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cenox
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giovedì 3 gennaio 2013
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un'indigesto cinepanettone d'autore
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Sono quattro le storielle che vengono rappresentate, e ciascuna non è sufficiente a rendere gradevole il film: nella prima si hanno due sposini che per varie divergenze si ritrovano separati per l'intera giornata, e il regista sembra indicarci che il tradimento può essere positivo per il legame di coppia (fra l'altro manca anche molta credibilità alle scene...e Albanese che interpreta un'attore sciupafemmine la dice lunga...); nella seconda una ragazza americana conosce un ragazzo americano e vuole presentargli la propria famiglia (a parte la prevedibilità del cantante lirico sotto la doccia potevano almeno farlo esibire in luogo chiuso poichè la sua abilità non poteva dispiegarsi per la timidezza, ma così non ha proprio il minimo senso.
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Sono quattro le storielle che vengono rappresentate, e ciascuna non è sufficiente a rendere gradevole il film: nella prima si hanno due sposini che per varie divergenze si ritrovano separati per l'intera giornata, e il regista sembra indicarci che il tradimento può essere positivo per il legame di coppia (fra l'altro manca anche molta credibilità alle scene...e Albanese che interpreta un'attore sciupafemmine la dice lunga...); nella seconda una ragazza americana conosce un ragazzo americano e vuole presentargli la propria famiglia (a parte la prevedibilità del cantante lirico sotto la doccia potevano almeno farlo esibire in luogo chiuso poichè la sua abilità non poteva dispiegarsi per la timidezza, ma così non ha proprio il minimo senso..); la terza con protagonista Benigni vorrebbe essere una metafora sul successo (come se nessuno lo sapesse..bah) e non essendo un sogno del protagonista non ha senso nemmeno questa; infine la quarta e forte la più carina, che racconta della storia di un architetto di successo che ripercorre ciò che gli è successo da ragazzo quando è stato in vacanza proprio a Roma (comunque piuttosto scontata..). Detto questo l'aspetto migliore del film sono le scenografie di una delle città più belle del mondo!
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marione
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mercoledì 25 dicembre 2013
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sorprendente
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Dopo aver visto tutti i suoi lavori, bellissimi soprattutto da "Crimini e Misfatti" in poi, non credevo che Woody Allen potesse fare un film così brutto e sciatto. Tutto il percorso di analisi esistenziale seguito nei capolavori come "Match Point", "Basta che funzioni","Midnight in Paris" viene completamente accantonato in un film che ho trovato decisamente inutile e spiacevole, anche nella forma, come se Allen avesse bisogno di fare un un film di cassetta. Forse voleva terminare il suo tour europeo a Roma, ma l'ha fatto con un film davvero deludente.
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mat251
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martedì 6 maggio 2014
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un woody sottovalutato.
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Grande Critica dell'Italia e degli Italiani,
Sono in disaccordo con la critica: questo film non é assolutamente banale.
É divertente, fresco; certo non il migliore di Allen, ma definirlo una delusione mi pare sconsiderato.
Un plauso ai nostri attori, grandi.
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fedeleto
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lunedì 25 febbraio 2013
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to rome with allen
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Nella capitale italiana,si incrociano 4 storie di personaggi diversi.Uno studente e' felicemente fidanzato,fino a quando incontra la migliore amica della sua ragazza,e la passione esplode nonostante il ragazzo cerchi di evitarla,tentando di ascoltare un architett famoso che si ritrova a Roma .Un illustre sconosciuto diventa famoso senza motivo fino quando lo abbandonano per fare scoop su altra gente.Un altro episodio invece vede una coppia in procinto di sposarsi ,peccato che la ragazza si perda per roma e abbia un'avventura un po' strana che la portera' a tradire il ragazzo,idem sara' per quest'ultimo che per un errore si ritrova con una prostituta a girare per roma e a farla conoscere ai suoi genitori provando a farla spacciare per la sua ragazza.
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Nella capitale italiana,si incrociano 4 storie di personaggi diversi.Uno studente e' felicemente fidanzato,fino a quando incontra la migliore amica della sua ragazza,e la passione esplode nonostante il ragazzo cerchi di evitarla,tentando di ascoltare un architett famoso che si ritrova a Roma .Un illustre sconosciuto diventa famoso senza motivo fino quando lo abbandonano per fare scoop su altra gente.Un altro episodio invece vede una coppia in procinto di sposarsi ,peccato che la ragazza si perda per roma e abbia un'avventura un po' strana che la portera' a tradire il ragazzo,idem sara' per quest'ultimo che per un errore si ritrova con una prostituta a girare per roma e a farla conoscere ai suoi genitori provando a farla spacciare per la sua ragazza.Infine non e' male il personaggio di Jerry che va a Roma a trovare sua figlia per conoscere i rispettivi genitori del ragazzo con cui vuole sposarsi ella.Scoprira' che il futuro suocero ha un talento naturale nel cantare,solo che riesce a farlo esclusivamente sotto la doccia.Qual migliore idea di farlo esibire cosi?Woody Allen(scoop,sogni e delitti,match point) dopo l'ottimo Midnight In Paris,si sposta nella citta' eterna,e dirige un film interessante,dove il tema centrale e' sempre la coppia con le sue crisi e le sue problematiche,ma c'e' spazio anche per sorridere con l'interpretazione di Woody Allen che da 6 anni non era piu' apparso come attore nei suoi film.Criticato da molti,che lo hanno definito un insulto a Roma,per via anche dell'episodio con Benigni,dove si vorrebbe criticare il modo di come si diventa famosi in Italia e soprattutto la banalita' con cui si diventa famosi.In realta' l'interpretazione potrebbe essere anche diversa ,in quanto per essere famosi basta poco,e per diventare nessuno ancor meno.L'episodio con La Mastronardi e Penelope Cruz e' decisamente simpatico,buona anche l'interpretazione di Albanese,La migliore rimane forse la parte con Woody Allen,che senza dubbio diverte lo spettarore piu' di tutte le altre parti.Meno interessante la parte con lo studente in crisi perche' conosce Monica.Non c'e' molta ambizione nel film di Allen,ma sicuramente molto divertimento.Soggetto e sceneggiatura sempre e costantemente di Allen,fotografia ottima di Khondji.
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no_data
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giovedì 29 dicembre 2022
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il "nonsense" come antidoto alla vecchiaia.
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Dopo aver ripreso nel suo cinema Londra e Parigi, ora tocca a Roma di ambientare questa commedia brillante in cui Allen, ormai prossimo all'ottantina, si cimenta come regista dalla maniera ironica e trasognata e attore. Certamente la Roma di Allen conserva una patina vagamente felliniana, fra paparazzi scatenati e ritrovi alla moda, ma accanto alle vicende amorose delle giovani coppie il regista colloca due nuclei narrativi principali, uno con Benigni/Pisanello come protagonista, e vittima della volgarita' e insensatezza del massmedia contemporaneo, che e' costretto a creare un personaggio "famoso per essere famoso", come sentenzia l'autista, e che non risponde al perche' di tale assurda mitologia; infine, a Via Veneto, Pisanello ricorda di essere stato "qualcuno" con una ragazza cui concede l'autografo.
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Dopo aver ripreso nel suo cinema Londra e Parigi, ora tocca a Roma di ambientare questa commedia brillante in cui Allen, ormai prossimo all'ottantina, si cimenta come regista dalla maniera ironica e trasognata e attore. Certamente la Roma di Allen conserva una patina vagamente felliniana, fra paparazzi scatenati e ritrovi alla moda, ma accanto alle vicende amorose delle giovani coppie il regista colloca due nuclei narrativi principali, uno con Benigni/Pisanello come protagonista, e vittima della volgarita' e insensatezza del massmedia contemporaneo, che e' costretto a creare un personaggio "famoso per essere famoso", come sentenzia l'autista, e che non risponde al perche' di tale assurda mitologia; infine, a Via Veneto, Pisanello ricorda di essere stato "qualcuno" con una ragazza cui concede l'autografo. L'altro episodio si impernia sul cantante d'opera, che Jerry il musicofilo, ossia lo stesso Allen, si compiace di aver scoperto, che pero' e' costretto a cantare mentre si bagna in una doccia: lontane ascendenze bunueliane che Allen risolve a modo suo con spirito grottesco e surreale. Ancorarsi al "nonsense" ed alle assurdita' della vita risulta per il regista una sicura iniezione di vitalita'.
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goldiewilson
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martedì 22 maggio 2012
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allen torna in scena a dirigere caso e clichè
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Da fervido ammiratore di Woody Allen, dell'intelligenza e della spiazzante complessità dei personaggi da lui interpretati tanti anni fa (guardo a più riprese Provaci ancora Sam e Io e Annie), devo riconoscere che l'accusa di essere un "cineasta spento" che di recente gli è stata rivolta è in buona parte condivisibile. To Rome with love rappresenta però, in questa decadenza del periodo europeo di Allen, uno scatto di orgoglio: Woody è tornato sulla scena, a me personalmente era mancato. Irresistibile la sequenza a tavola in cui insiste sulle chance di successo canoro del tenore in erba, senza riuscire a contenersi... Il film è azzeccato anche sotto altri aspetti: la struttura su più episodi gli conferisce freschezza, trovo indovinata la scelta degli attori (fino a oggi il creatore di facebook, l'architetto di Inception e la stravagante ragazza di Greenberg sono ancora "di nicchia"), il caso e le buffe fragilità del personaggi completano piacevolmente il quadro.
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Da fervido ammiratore di Woody Allen, dell'intelligenza e della spiazzante complessità dei personaggi da lui interpretati tanti anni fa (guardo a più riprese Provaci ancora Sam e Io e Annie), devo riconoscere che l'accusa di essere un "cineasta spento" che di recente gli è stata rivolta è in buona parte condivisibile. To Rome with love rappresenta però, in questa decadenza del periodo europeo di Allen, uno scatto di orgoglio: Woody è tornato sulla scena, a me personalmente era mancato. Irresistibile la sequenza a tavola in cui insiste sulle chance di successo canoro del tenore in erba, senza riuscire a contenersi... Il film è azzeccato anche sotto altri aspetti: la struttura su più episodi gli conferisce freschezza, trovo indovinata la scelta degli attori (fino a oggi il creatore di facebook, l'architetto di Inception e la stravagante ragazza di Greenberg sono ancora "di nicchia"), il caso e le buffe fragilità del personaggi completano piacevolmente il quadro. Ho trovato però finta la rappresentazione di Roma, come se il set fosse stato montato all'interno di un set più grande. Non esistono caos, clacsonate, schiamazzi, orde di turisti nonostante le giornate soleggiate, ecc. Di realistico, solo il fatto che la giovane mogliettina si perda nella sua vastità, e che a nulla le servano le indicazioni dei locali... è un modo di celebrare una città a suon di clichè e a colpo sicuro: ma il target intellettuale degli spettatori di W.A. non sarà cambiato nel corso degli anni? Infine, condivido i pareri di chi ha sottolineato la differenza di visione o rappresentazione delle donne italiane rispetto alle straniere.
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marce84
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mercoledì 26 giugno 2013
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from allen with love
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Molto criticato e poco apprezzato, To Rome with love è una commedia godibile, senza pretese, che forse ripropone una trama poco ispirata, ma che piace perché ben scritta e ben recitata. Il mix tra attori americani e attori italiani convince, forse perché non siamo abituati a questa unione: tra tutti si distinguono Jesse Eisenberg, Ellen Page, la solita Penelope Cruz e il grande Roberto Benigni, nei panni dell’uomo comune che diventa improvvisamente famoso. I dialoghi sono, come sempre nei film di Woody Allen, il vero spasso, soprattutto quando trattano temi quali l’amore e il senso cinico della vita e la psicanalisi. Divertente la trovata di far cantare l’appassionato di lirica sotto la doccia.
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Molto criticato e poco apprezzato, To Rome with love è una commedia godibile, senza pretese, che forse ripropone una trama poco ispirata, ma che piace perché ben scritta e ben recitata. Il mix tra attori americani e attori italiani convince, forse perché non siamo abituati a questa unione: tra tutti si distinguono Jesse Eisenberg, Ellen Page, la solita Penelope Cruz e il grande Roberto Benigni, nei panni dell’uomo comune che diventa improvvisamente famoso. I dialoghi sono, come sempre nei film di Woody Allen, il vero spasso, soprattutto quando trattano temi quali l’amore e il senso cinico della vita e la psicanalisi. Divertente la trovata di far cantare l’appassionato di lirica sotto la doccia. Il film piuttosto lineare nel suo svolgimento, ha un sussulto e un non so che di frizzante quando la parola ce l’ha Woody Allen.
Le critiche sono piovute sul film soprattutto a causa dell’immagine stereotipata che si dà di Roma e dell’Italia e poi perché ci si aspettava la città eterna come la vera protagonista del film. In realtà, Roma è sullo sfondo, come una sorta di “cartolina”: i veri protagonisti sono il senso dell’amore, della vita, la labilità dell’animo umano, pronto a piegarsi velocemente e facilmente alle pulsioni, che possono essere la passione amorosa, la curiosità, l’attrazione, la fama e la notorietà, la novità. In questo c’è anche una critica agli italiani, visti come un popolo di “bacchettoni” e “ falsi moralisti”.
Non sono d’accordo coi giudizi negativi, sono d’accordo sul fatto che la trama è piuttosto piatta e non particolarmente entusiasmante, ma credo che il film svolga pienamente la sua funzione di intrattenimento e ci riesce grazie alla solita intelligenza di Woody Allen, che stavolta non sarà particolarmente ispirato, ma che vale sempre la pena di ascoltare. VOTO 6/7
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rita branca
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domenica 11 agosto 2013
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non tutto è perduto
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To Rome with Love, film (2012), di Woody Allencon un cast copioso di attori famosi fra i quali spiccano Allen stesso, R.Benigni, P. Cruz, A.Albanese e R.Scamarcio.
Ambientato a Roma, nelle prime sequenze, il film colpisce subito negativamente lo spettatore italiano per la recitazione forzata degli attori che rappresentano personaggi italiani (una scelta del regista che sembra credere di conoscere profondamente questo popolo evidentemente!) e vien voglia di abbandonarlo perché davvero poco convincente, anche nell’introduzione del personaggio dell’architetto americano che è riconosciuto da un giovane professionista romano, diventandone una sorta di grillo parlante per tutto il resto dell’opera.
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To Rome with Love, film (2012), di Woody Allencon un cast copioso di attori famosi fra i quali spiccano Allen stesso, R.Benigni, P. Cruz, A.Albanese e R.Scamarcio.
Ambientato a Roma, nelle prime sequenze, il film colpisce subito negativamente lo spettatore italiano per la recitazione forzata degli attori che rappresentano personaggi italiani (una scelta del regista che sembra credere di conoscere profondamente questo popolo evidentemente!) e vien voglia di abbandonarlo perché davvero poco convincente, anche nell’introduzione del personaggio dell’architetto americano che è riconosciuto da un giovane professionista romano, diventandone una sorta di grillo parlante per tutto il resto dell’opera.
Finalmente, però, lo spettatore che ha avuto la costanza di resistere, è premiato dal decollo del film con la comparsa del sempre bravissimo Benigni, per fortuna non manipolabile e autentico anche questa volta, quando recita la parte dell’uomo qualunque diventato personaggio popolare per volere dei media e attraverso il quale Allen sottolinea egregiamente la banalità di certo giornalismo ed il mondo insulso che si svolge intorno ai reality.
Brava anche Ellen Page, nel recitare la parte della bugiarda intrigante mangiauomini, e stupisce con quale puntualità riproduca la mimica facciale del regista. Bravissimo Albanese, come sempre, questa volta nei panni dell’attore celebre che approfitta della dabbenaggine di una giovane ammiratrice. P.Cruz appare in gran forma anche recitativa.
Alla fine, il grande regista riemerge e, come nelle sue migliori commedie, strappa fragorose risate.
Come in buona parte dei suoi film si apprezza la scelta accurata dei brani musicali e l’amore travolgente per la musica italiana popolare ed operistica, che in questo film lo aiuta a creare il suo personaggio: quello di un pensionato che non si rassegna a morire di inattività e continua a cercare new talent con successo.
Rita Branca
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dario
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martedì 6 maggio 2014
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gioiellino
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Operazione complessa che solo una mano delicata come quella di Allen poteva sviluppare. Non manca qualche caduta di tono e tende a prevalere una ironia amara, distruttiva, ma c'è anche dell'indulgenza intelligente per le vicende umane. Fotografia sontuosa, ottima sceneggatura, dialoghi straordinari e una recitazione sulfurea, fresca, simpatica (meglio le donne, di gran lunga). Quattro storielle intrecciate, di cui due irresistibili, Benigni, anche se forse troppo per lui lo script, e la trovata del cantante lirico sotto la doccia (pericolosissima, a rischio buffonata), una cosa lunare resa accettabile (addirittura!) con piccoli tocchi. Raramente Roma tanto bella al cinema.
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Operazione complessa che solo una mano delicata come quella di Allen poteva sviluppare. Non manca qualche caduta di tono e tende a prevalere una ironia amara, distruttiva, ma c'è anche dell'indulgenza intelligente per le vicende umane. Fotografia sontuosa, ottima sceneggatura, dialoghi straordinari e una recitazione sulfurea, fresca, simpatica (meglio le donne, di gran lunga). Quattro storielle intrecciate, di cui due irresistibili, Benigni, anche se forse troppo per lui lo script, e la trovata del cantante lirico sotto la doccia (pericolosissima, a rischio buffonata), una cosa lunare resa accettabile (addirittura!) con piccoli tocchi. Raramente Roma tanto bella al cinema. Allen meglio come regista., more solito.
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