fabio 3121
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sabato 2 maggio 2020
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affari di famiglia
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il film è del genre thriller che ruota intorno alla figura dell'imprenditore milionario Roger Miller (Richard Gere) che dovrà svincolarsi dall'indagine sulla morte della sua amante verificatasi a seguito di un incidente stradale causato dallo stesso Miller. Ottima la sceneggiatura così come il ritmo del film che si lascia seguire con grande attenzione e suspence. Buono il cast di attori e menzione particolare a Richard Gere in una delle sue migliori e riuscite interprtazioni. Ne consiglio la visione.
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nicolas
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martedì 2 gennaio 2018
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film assolutamente fallimentare
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Visto ieri in tv , trama inesistente , finale opaco , definito thriller non so da chi sceneggiatura contorta e poco fluida , colpi di scena zero potrei continuare così un film angosciante .
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barabbassj
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sabato 16 dicembre 2017
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ottimo
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Bellissimo film che ricalca la vera veta di un manager di alto livello. Mi sono sentito colpito nel vivo, perchè oltre il 90% della via del protagonista è anche la mia.
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fabio57
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venerdì 29 aprile 2016
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interessante
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Thriller finanziario, con un cast prestigioso.La vita di uno squalo della finanza senza scrupoli e truffaldino, che oltretutto fa le capriole per mandare avanti due storie contemporaneamente,con la moglie e con l'amante, viene stravolta da un incidente.Tuttavia riuscirà in qualche modo a cavarsela.Se ci guardiamo intorno vediamo che questa storia di fantasia è molto realistica.Sento raccontare da persone più anziane di me,che una volta la presenza in una famiglia dell'amante era quasi istituzionalizzata,ovviamente tutti fingevano di non sapere, ma tutti sapevano e in nome di una specie di pace familiare tacevano.Olretutto le donne un tempo non lavoravano e quindi non avendo alcuna autonomia economica tolleravano e soccombevano.
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Thriller finanziario, con un cast prestigioso.La vita di uno squalo della finanza senza scrupoli e truffaldino, che oltretutto fa le capriole per mandare avanti due storie contemporaneamente,con la moglie e con l'amante, viene stravolta da un incidente.Tuttavia riuscirà in qualche modo a cavarsela.Se ci guardiamo intorno vediamo che questa storia di fantasia è molto realistica.Sento raccontare da persone più anziane di me,che una volta la presenza in una famiglia dell'amante era quasi istituzionalizzata,ovviamente tutti fingevano di non sapere, ma tutti sapevano e in nome di una specie di pace familiare tacevano.Olretutto le donne un tempo non lavoravano e quindi non avendo alcuna autonomia economica tolleravano e soccombevano.
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giampca
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domenica 3 aprile 2016
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ognuno è libero di fare le sue scelte
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Il titolo riassume secondo me il senso del film. Qui il bene e il male è sempre chiaro allo spettatore ma tutti i protagonisti, che vengono messi nella piena facoltà di scegliere, scelgono l'inevitabile.
Il film scorre bene. La scena finale è molto interessante con questo applauso di tripudio per il grande Miller. Spesso si continua a perseverare in comportamenti poco corretti perché tutto e tutti si aspettano qualcosa da te e tu non puoi/vuoi deludere tutte le aspettative e ovviamente questo concetto è tanto più forte quanto sono le responsabilità in carico alle persone.
Val la pena di vederlo.
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elgatoloco
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venerdì 22 agosto 2014
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thriller(o film drammatico, non importa)irrisolto
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"Arbitrage"(in it."La frode")ha momenti convincenti, come nel finale, ma anche situazioni prevedibili(the accident, l'incidente), dove l'ambiguità tra ipocrisia e imbroglio, verità e impostura permane volutamente, senza riuscire ad attaccare un sistema(quello politico-economico made in USA, ma ormai anche nel"welfare state"-o in ciò che ne rimane-made in Europe)che provoca queste situazioni, creando un "waste land"incomprensibile e impermeabile, almeno in gran parte. Film irrisolto, anche perché(diciamolo , una volta per tutte, a molti anni dal suo esordio)RIchard Gere non è certo un grandissimo interprete, anzi.
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"Arbitrage"(in it."La frode")ha momenti convincenti, come nel finale, ma anche situazioni prevedibili(the accident, l'incidente), dove l'ambiguità tra ipocrisia e imbroglio, verità e impostura permane volutamente, senza riuscire ad attaccare un sistema(quello politico-economico made in USA, ma ormai anche nel"welfare state"-o in ciò che ne rimane-made in Europe)che provoca queste situazioni, creando un "waste land"incomprensibile e impermeabile, almeno in gran parte. Film irrisolto, anche perché(diciamolo , una volta per tutte, a molti anni dal suo esordio)RIchard Gere non è certo un grandissimo interprete, anzi...Vuoti, nel film, lentezze(da qui il carattere"irrisolto"del tutto)anche incomprensibili, dialoghi che non portano a nulla, pur se il giudizio complessivo non può essere del tutto negativo, anzi. "Film irrisolto"credo(pur se non mi convince del tutto, devo dire)credo sia la definizione migliore, almeno quella che rende meglio quanto volevo dire. El Gato
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lucadrago
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lunedì 28 luglio 2014
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gekko vs miller
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Premessa: per la parte del magnate Milller la prima scelta fu quella di Al Pacino, tramontata si è optato per Gere. Richard Miller è un "Gordon Gekko" d'oggi: pragmatico, azzardato e vincente e amante dei piaceri della vita. Ha 2 figli, di cui una sua stretta collaboratrice, una moglie e un'amante giovane. E' l'immagine dell'uomo di successo, prima pagina nel time, filantropo e figura paterna e sostegno per un giovane di colore di ceto basso. Una delle tante speculazioni azzardate va male e nel mezzo della fusione tra la sua società e un'altra (il cui "capo" pare non volerlo conoscere) i "liquidi" mancano costringendolo all'inganno e a prestiti, mettendo in pericolo oltre che la sua libertà anche i sacrifici di piccoli azionisti e il rapporto con la figlia, troppo buona per l'ambiente.
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Premessa: per la parte del magnate Milller la prima scelta fu quella di Al Pacino, tramontata si è optato per Gere. Richard Miller è un "Gordon Gekko" d'oggi: pragmatico, azzardato e vincente e amante dei piaceri della vita. Ha 2 figli, di cui una sua stretta collaboratrice, una moglie e un'amante giovane. E' l'immagine dell'uomo di successo, prima pagina nel time, filantropo e figura paterna e sostegno per un giovane di colore di ceto basso. Una delle tante speculazioni azzardate va male e nel mezzo della fusione tra la sua società e un'altra (il cui "capo" pare non volerlo conoscere) i "liquidi" mancano costringendolo all'inganno e a prestiti, mettendo in pericolo oltre che la sua libertà anche i sacrifici di piccoli azionisti e il rapporto con la figlia, troppo buona per l'ambiente. A ciò si aggiunge un incidente stradale in cui perde la vita l'amante e lui si trova braccato per omissione di soccorso e sopratutto aver chiesto al figlioccio di colore "un passaggio" nel cuore della notte dal desolato luogo della disgrazia. Ne segue una serie di avvenimenti e personaggi sinistri (l'incriminazione del ragazzo, avvocati principi del foro, detective stanchi di rilasciare potenti grazie ai suddetti, e l'ombra della bancarotta). Miller saprà gestire la situazione, anche con l'investigazione delle prove del passaggio, la debolezza dell'avversario finanziere, e un pò di fortuna. Ma il finale si rivelerà una medicina amara. Richard Gere (e tutto il cast) è bravissimo, ma temo che il personaggio di pretty woman, anche lui finanziere e quello di american gigolò, il belloccio elegante e ambizioso gli "stiano" ancora scomodi. Tornando al paragone con Gekko, questo è più "squalo", riceve solo banchieri o politici, degna di 2 minuti un brooker di talento che entra nel suo ufficio senza permesso. E' il repubblicano per eccellenza, che ordina e manovra senza sentimenti, insegna ed elogia l'"avidità" e proprio una sua sporadica fiducia lo incastra. Il Miller di gere è più positivo, arriva a esaminare prove con una lente (immaginate Douglas se l'avesse fatto) per scagionare il figlioccio e lui. Usa la gente certo, ma sa ricompensarla a modo suo, e quello che crea lo fa per la famiglia oltre che vanità e quasi sicuramente vota democratico. Sul piano psicologico recitativo stravince Gekko, ma sulla sceneggiatura, il ritmo, la regia e la "reale" wall street Miller è sotto i riflettori. film da vedere con qualche buco nei personaggi e la sceneggiatura, e pochi riferimenti ad indici azionari, brooker o cinismo. Certo che se Al pacino avesse accettato la parte...
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luigi chierico
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martedì 25 marzo 2014
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tanto inganno e nulla più
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Il film, visto nel suo complesso, può essere piacevole, se si resta in superficie, senza commentarne i contenuti.
Bravi e simpatici attori ed attrici, una normale fotografia, una vicenda senza suspense, con qualche momento di particolare interesse e di dialogo, troppo poco per farne un buon film, tanto da non poterlo dimenticare.
A volerne fare una critica, superficiale, mi viene da dire che è la
verità di quella che è l’America: là tutto è permesso e tutto è possibile.
E’ possibile essere un importante uomo d’affari e passare qualche minuto in casa per il 60 compleanno, per poi raggiungere l’immancabile amante,giovane ma non casta, è possibile compiere truffe miliardarie senza esserne né puniti e né scoperti, ed ancora uscirne indenni da un incidente mortale, fare in modo che nessuna traccia porti al colpevole, riuscire a fare un affare d’oro per salvare l’azienda, è possibile falsificare le prove da parte dell’ autorità preposta a svolgere le indagini, a cui è però possibile dire “se mi vuol parlare mi fissi un appuntamento”, ciao e via.
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Il film, visto nel suo complesso, può essere piacevole, se si resta in superficie, senza commentarne i contenuti.
Bravi e simpatici attori ed attrici, una normale fotografia, una vicenda senza suspense, con qualche momento di particolare interesse e di dialogo, troppo poco per farne un buon film, tanto da non poterlo dimenticare.
A volerne fare una critica, superficiale, mi viene da dire che è la
verità di quella che è l’America: là tutto è permesso e tutto è possibile.
E’ possibile essere un importante uomo d’affari e passare qualche minuto in casa per il 60 compleanno, per poi raggiungere l’immancabile amante,giovane ma non casta, è possibile compiere truffe miliardarie senza esserne né puniti e né scoperti, ed ancora uscirne indenni da un incidente mortale, fare in modo che nessuna traccia porti al colpevole, riuscire a fare un affare d’oro per salvare l’azienda, è possibile falsificare le prove da parte dell’ autorità preposta a svolgere le indagini, a cui è però possibile dire “se mi vuol parlare mi fissi un appuntamento”, ciao e via. E’ possibile tornare a rivedere la moglie, forse consapevole e compiacente,dopo tanti giorni e tante vicende, per farsi ricattare e, come se nulla fosse successo, andare ad un festeggiamento in proprio onore, sebbene protagonista della frode, dell’inganno, del tradimento, della morte.
Una moglie che con i soldi del marito fa donazioni da 2 miliardi delle nostre vecchie, ma tanto amate,lire.
Robert Miller, Richard Gere, se lo poteva permettere era il re Mida, quel che fa girare il mondo è il denaro, lui compra quadri solo per andare a letto per diletto, acquista per sua letizia, appartamenti per la poco casta fanciulla, per Julie Cote (Laetitia Casta; bella non c’è che dire) destinata a scomparire subito dalla scena, un po’ come Susan Sarandon.
Gigioneggia Richard Gere (lo ricordo nelle vesti…dell’ American Gigolò), il film è concepito su sua misura, è lui che primeggia e deve primeggiare; almeno in tre momenti tira fuori la sua grinta e le sue capacità interpretative, che non sono certo l’aspetto fisico e, ancora una volta, la ricchezza di Edward Lewis, in Pretty Woman. Ottimi gli incontri scontri con l’altro banchiere che lo deve salvare dal disastro finanziario, con la figlia per recuperare rispetto ed affetto, con la moglie Ellen per salvare il salvabile.
Robert dice che “La vecchiaia è la vittoria del pensiero sulla materia” peccato che a 60 ancora non l’abbia capito!
E’ un uomo senza famiglia, il patriarca, colui che comanda, a cui tutto è permesso ed a cui non si può dire di no, non voglio, non posso, basta, dov’è la vittoria sulla materia ?
In un alone di nebbia lo stretto legame che lega Robert a Jmmy, l’uomo bianco salvato
dall’ uomo di colore, il ricco dal povero, il sessantenne dal giovane giocatore di basket.
Come nella Storia, anche nelle storie di tutti i giorni la figura femminile ha una grande importanza,talora determinante; per lei si compiono imprese, per lei si sbaglia, lei si ama e per una donna si tradisce, sono eroine o pericolose nemiche, valga ad esempio, una per tutte, la figura di Cleopatra. Anche in questo film le tre figure femminili, sebbene si vedano poco, contano tanto per Miller che finisce col non contare nulla in tutti i sensi. Un bacio, un’ altra bugia salva le apparenze, nulla è accaduto, tutti applaudono; lo spettatore può tornarsene a casa soddisfatto.
chigi
chibar22@libero.it
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stefano bruzzone
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martedì 25 marzo 2014
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bello
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belli e bravi Gere e la Sarandon lei moglie di un magnate della finanza sull'orlo del tracollo, lui finanziere d'assalto senza scrupoli. a complicare la sua vita ci si mette anche l'amante, una Laetitia Casta non all'altezza, che suo malgrado lo coinvolgerà in un problema giudiziario non da poco che lo costringerà a dar fondo a tutte le sue amicizie influenti per venir fuori da un guaio enorme. alla fine solo la moglie lo salverà. bello, intenso e molto ben girato soprattutto se consideriamo che è un film indipendente, quindi senza budget miliardari, e girato in soli 31 giorni. intenso e sempre all'altezza R.Gere e superba la Sarandon nei panni dei protagonisti affiancati da un ottimo cast tra i quali non brilla secondo me solo la Casta anche se la troviamo a suo agio nel ruolo dell'amante capricciosa.
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belli e bravi Gere e la Sarandon lei moglie di un magnate della finanza sull'orlo del tracollo, lui finanziere d'assalto senza scrupoli. a complicare la sua vita ci si mette anche l'amante, una Laetitia Casta non all'altezza, che suo malgrado lo coinvolgerà in un problema giudiziario non da poco che lo costringerà a dar fondo a tutte le sue amicizie influenti per venir fuori da un guaio enorme. alla fine solo la moglie lo salverà. bello, intenso e molto ben girato soprattutto se consideriamo che è un film indipendente, quindi senza budget miliardari, e girato in soli 31 giorni. intenso e sempre all'altezza R.Gere e superba la Sarandon nei panni dei protagonisti affiancati da un ottimo cast tra i quali non brilla secondo me solo la Casta anche se la troviamo a suo agio nel ruolo dell'amante capricciosa.
Voto: 7
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purplerain
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venerdì 1 novembre 2013
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finanza senza scrupoli!!
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Il film che vede protagonista Gere è un misto realtà finzione che abbraccia molto bene sia ciò che accade nel mondo vellutato dei grandi investitori, sia ciò che accade in famiglia quando ci si va a impelagare in certe situazioni ingarbugliate. Il grande finanziere Gere, padre modello e marito premuroso, si imbatte in un’operazione finanziaria sbagliata e perde moltissimi soldi, cosicché è costretto a chiedere un prestito per rimettere i conti a posto, vendere la società e restituire tutti i soldi agli investitori, ma si guarda bene dal dirlo alla figlia che lavora per lui. In tutto questo di mezzo c’è una torbida relazione, a dire il vero piuttosto mal celata, con una bellissima Casta, che lui finirà con l’uccidere senza volerlo.
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Il film che vede protagonista Gere è un misto realtà finzione che abbraccia molto bene sia ciò che accade nel mondo vellutato dei grandi investitori, sia ciò che accade in famiglia quando ci si va a impelagare in certe situazioni ingarbugliate. Il grande finanziere Gere, padre modello e marito premuroso, si imbatte in un’operazione finanziaria sbagliata e perde moltissimi soldi, cosicché è costretto a chiedere un prestito per rimettere i conti a posto, vendere la società e restituire tutti i soldi agli investitori, ma si guarda bene dal dirlo alla figlia che lavora per lui. In tutto questo di mezzo c’è una torbida relazione, a dire il vero piuttosto mal celata, con una bellissima Casta, che lui finirà con l’uccidere senza volerlo. Avrà così inizio tutta una serie di problemi e di situazioni impreviste che porteranno lo spettatore a vivere con ansia la situazione di chi è costretto a mentire in continuazione per non veder crollare il suo castello. Della serie: anche i ricchi piangono!! E bisogna ammettere che Gere è un condensato di facce e smorfie che passano dall’allegro al triste in maniera piuttosto lineare, un’interpretazione che ha ricordato molto un film da lui interpretato, “l’amore infedele” nel quale come in questo l’attore aveva dato sfoggio delle sue abilità drammatiche. Forse non molto sviluppati gli altri personaggi, si sa poco del resto della famiglia di Gere, se non che molti sono suoi dipendenti e che lui è il “patriarca” di “un mondo freddo” come egli stesso lo definirà, tuttavia il regista riesce nell’intento di presentarci il torbido mondo degli affari in tutte le sue sfumature, un mondo nel quale si crede di poter comprare tutto con i soldi, e l’abilità degli attori è tale che lo spettatore riesce a entrare nella parte e a vivere in prima persona le ansie del protagonista. Carino il finale che lascia spazio a qualsiasi interpretazione.
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