renato volpone
|
sabato 9 giugno 2012
|
bastano 20 secondi di imbarazzante coraggio
|
|
|
|
Molto americano in certi sentimentalismi o moralismi che dir si voglia, questo film racconta di un uomo rimasto vedevo con due figli che cambiano casa e si trasferiscono in una tenuta in campagna che ben presto si scopre essere uno zoo. Anche se originale, la trama è scontatissima, un classico nel genere, ma racconta di quello che si ha dentro, delle emozioni e commuove tanto che se ci si lascia andare un attimo si versano fiumi di lacrime. La bambina è bellissima e solo lei vale tutto il film, e poi ci sono loro, gli animali, altri protagonisti dl film, il rispetto che dobbiamo loro, e l'amore per la natura, e poi c'è l'amore quello vero che a volte, basta avere 20 secondi di imbarazzante coraggio per vivere di felicità.
[+]
Molto americano in certi sentimentalismi o moralismi che dir si voglia, questo film racconta di un uomo rimasto vedevo con due figli che cambiano casa e si trasferiscono in una tenuta in campagna che ben presto si scopre essere uno zoo. Anche se originale, la trama è scontatissima, un classico nel genere, ma racconta di quello che si ha dentro, delle emozioni e commuove tanto che se ci si lascia andare un attimo si versano fiumi di lacrime. La bambina è bellissima e solo lei vale tutto il film, e poi ci sono loro, gli animali, altri protagonisti dl film, il rispetto che dobbiamo loro, e l'amore per la natura, e poi c'è l'amore quello vero che a volte, basta avere 20 secondi di imbarazzante coraggio per vivere di felicità. Abbiamo bisogno di provare buoni sentimenti e questo film ce li propone tutti. Naturalmente ho pianto tanto....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
donni romani
|
venerdì 8 giugno 2012
|
uno zoo per ricominciare a vivere
|
|
|
|
Tratto da una storia vera raccontata dal protagonista Benjamin Mee nell'omonimo libro "Ho comprato uno zoo" racconta dell'avventura vissuta dal Benjiamin, un giornalista vedovo con due figli che per ricominciare la loro vita in un'ambiente nuovo, meno carico di ricordi negativi come la casa dove è morta sua moglie, decide di comprare una villetta fuori città, ma scopre che la proprietà include anche un piccolo zoo, chiuso per mancanza di fondi. L'entusiasmo della figlia, innamorata di zebre e pavoni, lo spingerà ad impegnarsi nel titanico sforzo di ristrutturare lo zoo per farlo riaprire, coordinare un gruppo di collaboratori tanto volenterosi quanto privi di esperienza, il tutto mentre cerca di recuperare il rapporto con il figlio adolescente, ribelle e pieno di rabbia per la perdita della madre.
[+]
Tratto da una storia vera raccontata dal protagonista Benjamin Mee nell'omonimo libro "Ho comprato uno zoo" racconta dell'avventura vissuta dal Benjiamin, un giornalista vedovo con due figli che per ricominciare la loro vita in un'ambiente nuovo, meno carico di ricordi negativi come la casa dove è morta sua moglie, decide di comprare una villetta fuori città, ma scopre che la proprietà include anche un piccolo zoo, chiuso per mancanza di fondi. L'entusiasmo della figlia, innamorata di zebre e pavoni, lo spingerà ad impegnarsi nel titanico sforzo di ristrutturare lo zoo per farlo riaprire, coordinare un gruppo di collaboratori tanto volenterosi quanto privi di esperienza, il tutto mentre cerca di recuperare il rapporto con il figlio adolescente, ribelle e pieno di rabbia per la perdita della madre. Naturalmente non mancano i momenti di difficoltà, gli intoppi burocratici e qualche litigio fatto di lacrime e risentimento, ma il lieto fine è assicurato, e dai titoli di coda apprendiamo che il parco naturale Mee è stato modello per tanti altri piccoli zoo in tutto il mondo. Una sceneggiatura lineare, a tratti scolastica e didascalica, con un andamento classico e conosciuto, scandito dagli inevitabili tre tempi, tragedia e difficoltà di elaborare il lutto, tentativo di risollevarsi ed inevitabili ostacoli, dissolvimento delle nuvole (anche metereologiche in questo caso visto che i giorno prima dell'apertura ufficiale dello zoo sulla zona del parco si scatena un uragano) e lieto fine con abbracci, riconciliazioni e anche un piccolo germoglio di sentimento amoroso che forse sboccerà. Detto questo però il film è godibile, ben recitato (plauso alla Johansson che ha il coraggio di recitare senza trucco, capelli in disordine, un jeans e una camicia sformata - quante altre dive, specie nostrane, oserebbero tanto? e perfettamente in parte Matt Damon, un po' sperduto, un po' coraggioso) e le scene naturalistiche, degne del National Geographic, dedicate agli animali sono godibilissime. Nell'insieme un film che non sorprende e non ha guizzi registici (dall'autore di "Quasi famosi" ci si poteva aspettare qualche azzardo in più) ma che emoziona e commuove sinceramente, e che sa come prendere una trama da manuale e farne un film gradevole e onesto, senza pretese intellettualistiche ma capace di approfondimenti psicologici e di una grande cura nel costruire i personaggi - fino all'ultimo caratterista - cosa non da poco in un'epoca in cui la sciatteria con cui vengono scritte tante sceneggiature è il difetto principale della maggior parte dei film di fascia media. E il sorriso della piccola Maggie Elizabeth Jones incanta anche chi di solito arriccia il naso quando entrano in scena bambini appena rimasti orfani temendo lacrime e banalità, perchè non solo è spontanea e incantevole senza troppe moine, ma ha una profondità e una malinconia adulta che tocca nel profondo.
[-]
[+] ottima recensione
(di andrea70)
[ - ] ottima recensione
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
donni romani
|
lunedì 14 maggio 2012
|
damon e johansson rilanciano lo zoo
|
|
|
|
Tratto da una storia vera raccontata dal protagonista Benjamin Mee nell'omonimo libro "Ho comprato uno zoo" racconta dell'avventura vissuta dal Benjiamin, un giornalista vedovo con due figli che per ricominciare la loro vita in un'ambiente nuovo, meno carico di ricordi negativi come la casa dove è morta sua moglie, decide di comprare una villetta fuori città, ma scopre che la proprietà include anche un piccolo zoo, chiuso per mancanza di fondi. L'entusiasmo della figlia, innamorata di zebre e pavoni, lo spingerà ad impegnarsi nel titanico sforzo di ristrutturare lo zoo per farlo riaprire, coordinare un gruppo di collaboratori tanto volenterosi quanto privi di esperienza, il tutto mentre cerca di recuperare il rapporto con il figlio adolescente, ribelle e pieno di rabbia per la perdita della madre.
[+]
Tratto da una storia vera raccontata dal protagonista Benjamin Mee nell'omonimo libro "Ho comprato uno zoo" racconta dell'avventura vissuta dal Benjiamin, un giornalista vedovo con due figli che per ricominciare la loro vita in un'ambiente nuovo, meno carico di ricordi negativi come la casa dove è morta sua moglie, decide di comprare una villetta fuori città, ma scopre che la proprietà include anche un piccolo zoo, chiuso per mancanza di fondi. L'entusiasmo della figlia, innamorata di zebre e pavoni, lo spingerà ad impegnarsi nel titanico sforzo di ristrutturare lo zoo per farlo riaprire, coordinare un gruppo di collaboratori tanto volenterosi quanto privi di esperienza, il tutto mentre cerca di recuperare il rapporto con il figlio adolescente, ribelle e pieno di rabbia per la perdita della madre. Naturalmente non mancano i momenti di difficoltà, gli intoppi burocratici e qualche litigio fatto di lacrime e risentimento, ma il lieto fine è assicurato, e dai titoli di coda apprendiamo che il parco naturale Mee è stato modello per tanti altri piccoli zoo in tutto il mondo. Una sceneggiatura lineare, a tratti scolastica e didascalica, con un andamento classico e conosciuto, scandito dagli inevitabili tre tempi, tragedia e difficoltà di elaborare il lutto, tentativo di risollevarsi ed inevitabili ostacoli, dissolvimento delle nuvole (anche metereologiche in questo caso visto che i giorno prima dell'apertura ufficiale dello zoo sulla zona del parco si scatena un uragano) e lieto fine con abbracci, riconciliazioni e anche un piccolo germoglio di sentimento amoroso che forse sboccerà. Detto questo però il film è godibile, ben recitato (plauso alla Johansson che ha il coraggio di recitare senza trucco, capelli in disordine, un jeans e una camicia sformata - quante altre dive, specie nostrane, oserebbero tanto? e perfettamente in parte Matt Damon, un po' sperduto, un po' coraggioso) e le scene naturalistiche, degne del National Geographic, dedicate agli animali sono godibilissime. Nell'insieme un film che non sorprende e non ha guizzi registici (dall'autore di "Quasi famosi" ci si poteva aspettare qualche azzardo in più) ma che emoziona e commuove sinceramente, e che sa come prendere una trama da manuale e farne un film gradevole e onesto, senza pretese intellettualistiche ma capace di approfondimenti psicologici e di una grande cura nel costruire i personaggi - fino all'ultimo caratterista - cosa non da poco in un'epoca in cui la sciatteria con cui vengono scritte tante sceneggiature è il difetto principale della maggior parte dei film di fascia media. E il sorriso della piccola Maggie Elizabeth Jones incanta anche chi di solito arriccia il naso quando entrano in scena bambini appena rimasti orfani temendo lacrime e banalità, perchè non solo è spontanea e incantevole senza troppe moine, ma ha una profondità e una malinconia adulta che tocca nel profondo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
|