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Un medico uno e trino

RaiUno festeggia dodici anni di Un medico in famiglia nel ricordo di Carlo Bixio.
di Edoardo Becattini

Paolo Conticini, Francesca Cavallin e Giulio Scarpati alla presentazione della serie Rai 1 Un medico in famiglia
Giulio Scarpati (68 anni) 20 febbraio 1956, Roma (Italia) - Pesci. Interpreta Lele Martini nel film di Elisabetta Marchetti, Raffaele Verzillo, Vincenzo Verdecchi Un medico in famiglia 7.

venerdì 25 marzo 2011 - Televisione

L'ossessione italiana per la famiglia è nota a tutti. Ma ci sono famiglie e famiglie, anche in televisione. Se I Cesaroni di Mediaset da cinque anni possono contare su un'affezione che non accenna a diminuire, il primato in longevità spetta alla famiglia Martini di Un medico in famiglia che, nell'arco di sei stagioni in dodici anni, ha visto ruotare molti personaggi e svariate storie d'amore attorno alla villetta di Poggio Fiorito. Ad ogni nuova stagione abbiamo visto i vari personaggi crescere e le generazioni succedersi e scambiarsi i problemi, così come entrare e uscire dalla casa numerose figure. Recuperato definitivamente il "medico" originale Giulio Scarpati, la settima stagione perde una delle figure di maggiore peso nella serie, ovvero il Nonno Libero di Lino Banfi, entrato col passare degli anni nell'immaginario televisivo come il nonno per eccellenza degli italiani. L'uscita di scena di Banfi richiede di compensare con una maggiore spinta narrativa, garantita da uno sviluppo più complesso delle varie storie familiari e da una struttura più corale. La nuova serie, in onda da domenica sera su RaiUno per tredici settimane, prevede così elaborazioni di lutti, l'affacciarsi di nuovi e vecchi amori, gelosie, incomprensioni e anche nuove imprese imprenditoriali, come quelle che riguardano le due suocere Ave (Emanuela Grimalda) ed Enrica (Milena Vukotic).

Dedica corale
La recentissima scomparsa dello storico produttore della fiction Carlo Bixio (fra l'altro, ideatore anche di Tutti pazzi per amore e degli stessi Cesaroni) impone un omaggio non solo alla sua persona, ma anche alla sua creatura di maggior successo. Qualche parola di commiato la spende il direttore di RaiFiction Fabrizio Del Noce, che ricorda come "la sua vita produttiva si è incrociata molte volte negli anni con quella della Rai, trasformandosi ogni volta in un dialogo bellissimo condotto sempre con grande entusiasmo". Ma, per il resto, non viene concesso spazio ai discorsi tristi e alle atmosfere funeree. Anzi, la dedica di questa serie a Bixio impone più i toni festosi della celebrazione e della gioia di una grande famiglia allargata. Vero maestro di cerimonia è il protagonista Giulio Scarpati, che fa l'appello di tutti i numerosissimi attori coinvolti in questa stagione, rivelando qualche dettaglio delle storie che li riguardano. Come il fatto che il suo desiderio di coronare il neonato amore con Bianca (Francesca Cavallin) verrà messo alla prova dall'ingresso di un ex-marito (Paolo Conticini) e di una ex-fiamma (Giorgia Surina). Oppure che Maria (Margot Sikabonyi) dovrà affrontare il lutto del marito e che ricomincerà a sperare nell'amore solo grazie alla conoscenza con un giornalista padre single (Giorgio Marchesi).
La filosofia corale della serie viene messa in risalto anche da Scarpati: "Questo lungo elenco di attori dà un'idea di come si gira: con una grande partecipazione emotiva e un entusiasmo che parte dalle viscere. Il grande pregio di questa fiction è che è fatta da facce, persone e storie molto vicine al pubblico. Anche per la sua longevità, Un medico in famiglia è qualcosa che ci coinvolge umanamente ormai. La maggior parte dei protagonisti li abbiamo visti crescere da quando erano davvero molto piccoli, il che dà un senso completamente diverso alla storia. È un racconto family, con la differenza che rispetto a Beautiful noi invecchiamo".
Il parallelo con Beautiful si legittima anche in funzione della quantità di attori coinvolti nei vari intrecci (circa cinquanta, solo in questa stagione) e nel numero di episodi prodotti (208). Forse anche per questo Fabrizio Del Noce dichiara: "Fosse per me, vorrei avere un Medico ogni anno, visto che ogni episodio è come un assegno circolare per la prima serata della Rai". Ai desideri del direttore, Scarpati ribatte subito: "Sì, sarebbe bellissimo fare un Medico ogni anno, ma dovremmo creare un avatar per ciascuno di noi per riuscire a reggere il ritmo!".

Senza Nonno Libero
Difficile glissare sulla pesante assenza di Lino Banfi per questa imminente stagione. Ma l'idea che la saggia presenza di Nonno Libero possa essere presa in carico dal neo-nonno Scarpati, viene fugata dallo stesso attore romano: "Ormai Lele è diventato ufficialmente uno e trino: fidanzato, papà e nonno. Ma il suo percorso è ancora talmente lungo che non è possibile pensarlo come una sostituzione della figura di Nonno Libero. Il personaggio di Lino Banfi resta indimenticabile: ha dato talmente tanto a questa serie che lascerei l'emblema della "nonnitudine" al suo personaggio. Mi spiace che Lino abbia deciso di non unirsi a noi questa volta, ma è una scelta assolutamente legittima. Io stesso avevo preso la stessa decisione dopo il successo delle prime stagioni, perché penso sia importante non sentirsi imprigionati in un ruolo".
Allo stesso modo, secondo il direttore artistico di Publispei Carlo Principini, una fiction non può essere ostaggio di determinati contenuti sociali ma deve continuamente riadattarsi allo spirito del tempo: "Vogliamo dare al pubblico la possibilità di passare una serata in famiglia e vedere un po' quali sono i piccoli problemi del paese. I quindici anni di Medico ripercorrono in fondo gli ultimi quindici anni di questo paese". Conferma tutto Giulio Scarpati, anticipando nuovamente qualcosa di quello che ci aspetta: "In questa serie si accenna al difficile momento della ricerca scientifica. La nostra Asl ha fatto i soldi ed è finalmente diventata una clinica, il che rende però più complesso il reperire fondi per fare ricerca su una malattia che non ha molti pazienti e che nessuna casa farmaceutica ha interesse a produrla. Ci sono poi tematiche legate alla bulimia ma anche alla crescita, ai rapporti fra genitori e figli, alla socialità e a tutto quello che tutti noi ci portiamo dietro giorno dopo giorno".

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