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È tornato il vero 3D!

Transformers 3, il resoconto della proiezione dell'anteprima di 20 minuti.
di Gabriele Niola


giovedì 9 giugno 2011 - Making Of

Un po’ di storia, sia umana (gli anni ‘60 della corsa alla Luna) che aliena (con l’eterno conflitto che contrappone Autobot e Decepticon), un po’ di distruzione di New York e molti inseguimenti. Questa la sinossi dei 20 minuti di Transformers 3 mostrati in anticipo alla stampa, una maniera per convincere addetti ai lavori ed esercenti, ben prima dell’uscita del film, che il lavoro fatto da Micheal Bay non è la classica trovata 3D per alzare il prezzo del biglietto ma qualcosa di veramente sensato. Si faceva fatica ad accostare “sensato” a “Michael Bay”, ma quello che abbiamo visto è in grado di convincere anche i più scettici.
Non solo tante cose, molto rumorose, molto al ralenti e molto esagerate, stavolta quello che il regista di Bad boys sembra aver aggiunto al suo campionario di cinema blockbuster pensato in grande è un’applicazione metodica e artistica dei principi del montaggio interno e della composizione delle inquadrature. Insomma l’occhio di un regista.

20 minuti di molta azione e poca trama
Non è stato possibile capire bene la trama (c’è il primo uomo che sbarca sulla Luna e trova un astronave proveniente dal mondo degli Autobot, qualcosa al suo interno si sveglia e poi la distruzione), dunque molto del film va ancora valutato, ma è subito chiaro che la fattura è da un’altra parte rispetto ai precedenti. Non solo per una cura artistica superiore a quanto visto finora ma anche per una potenza cinematografica che è su un altro pianeta.
Avrebbe poco senso davvero raccontare cosa si è visto perchè a parte l’introduzione sulla guerra aliena e la scoperta del relitto sulla Luna (con un presidente Kennedy tutto digitale), il resto è solo estasi visiva, continuo susseguirsi di scontri/incontri/corse/rincorse intorno allo schermo e verso il fondo. Il resto insomma è Michael Bay che fa Michael Bay in piena forma.
Certo si può dire che si è capito che Rose Huntington-Whiteley non farà rimpiangere Megan Fox, si intuisce bene come il suo mutismo e le sue intense espressioni-intense-con-bocca-socchiusa sono allo stesso livello dell’attrice rimpiazzata, che John Turturro confermerà il suo ruolo di comic-relief e che sarà più esplorata la relazione tra Bumblebee e il protagonista Sam. Ma in un film di Michael Bay questi sono tutti dettagli.
La vera notizia è che a circa due anni da Avatar ci eravamo dimenticati com’è il vero 3D e perchè avessimo pensato che potesse avere un senso. Michael Bay ora è pronto a ricordarcelo.

Il 3D. C’è sempre Cameron di mezzo
A scanso di qualsiasi equivoco prima di procedere alla proiezione dei suddetti 20 minuti di anteprima è stato mostrato anche un breve frammento di conversazione tra Micheal Bay e James Cameron. Il regista che ormai è il vero evangelizzatore del 3D e quello di Transformers dialogano amabilmente proprio sull’uso della tecnologia stereoscopica.
Cameron racconta che quando ha sentito che Michael Bay si era detto vagamente interessato a girare in tre dimensioni si è precipitato da lui per convincerlo e Bay conferma come l’amico gli abbia consigliato l’attrezzatura e fornito parte della crew che aveva realizzato con lui Avatar.
Ma, è evidente, Transformers 3 ha cercato di andare anche un po’ oltre, non per un senso di sperimentazione del linguaggio filmico quanto, si intuisce, solo per senso di grandezza di Michael Bay. Il regista non è infatti uso porsi limiti e se decide di filmare in 3D questo non significa che si proibirà le vertigini e le inquadrature estreme cui è solito.
Tra le cose che sono state mostrate si è staccata dal resto per potenza e uso della terza dimensione una sequenza in cui alcuni uomini si lanciano da un aereo con una tuta alare, di quelle utili a planare prima di aprire il paracadute. Molti di questi con una videocamera 3D sul casco per filmare la caduta. Qualcosa di impressionante in sè e, ancora una volta, di incredibilmente ben concepito e integrato con il resto delle scene. Non una ripresa da attrazione di parco giochi ma un pezzo di film vero.

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