vincentvega89
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domenica 17 maggio 2015
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un film privo di ritmo e coinvolgimento emotivo
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dato le buone recensioni ho deciso di vedere questo film, il quale si è rivelato un vero fiasco. Dialoghi poco avvincenti, nessun colpo di scena, una trama troppo artificiosa e ingarbugliata per poi sfociare in un bel niente.
decisamente noioso
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beppe baiocchi
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venerdì 15 maggio 2015
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chi è la talpa?
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1973. Inghilterra. Controllo (il capo dei servizi segreti britannici, chiamato "Circus") sospetta segretamente che ci sia una spia di Karla (il capo del KGB) nei vertici del Circus. I sospettati sono chi oltre lui risiede nel tavolo più alto dei servizi segreti: George Smiley (il suo vice), Percy Alleline, Bill Haydon, Roy Blande, e Toby Esterhase. Controllo manda un agente a Budapest per ottenere tali informazioni, vitali per l'equilibrio del Circus, da un generale Ungherese. Tale operazione però finisce con la morte dell'agente e con uno scandalo internazionale che porta al prematuro pensionamento Controllo e Smiley. Capo del Circus diventa Percy Alleline grazie anche ad un progetto che portava avanti chiamato "Operazione Strega" che ottenva informazioni sull'intelligence sovietica tramite un segreto informatore.
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1973. Inghilterra. Controllo (il capo dei servizi segreti britannici, chiamato "Circus") sospetta segretamente che ci sia una spia di Karla (il capo del KGB) nei vertici del Circus. I sospettati sono chi oltre lui risiede nel tavolo più alto dei servizi segreti: George Smiley (il suo vice), Percy Alleline, Bill Haydon, Roy Blande, e Toby Esterhase. Controllo manda un agente a Budapest per ottenere tali informazioni, vitali per l'equilibrio del Circus, da un generale Ungherese. Tale operazione però finisce con la morte dell'agente e con uno scandalo internazionale che porta al prematuro pensionamento Controllo e Smiley. Capo del Circus diventa Percy Alleline grazie anche ad un progetto che portava avanti chiamato "Operazione Strega" che ottenva informazioni sull'intelligence sovietica tramite un segreto informatore.
Dopo qualche tempo George Smiley viene richiamato in gran segreto ad indagare sulla possibile talpa nell'intelligence britannica, a seguito di una chiamata di Ricki Tarr, un agente operativo.
Una sceneggiatura imponente quella de "La Talpa" ( o Tinker, Tailor, Soldier, Spy), un adattamento complicato al romanzo omonimo di john Le Carrè, ex agente dei servizi segreti e abile scrittore di spy story dalle trame complesse e articolate. Una fotografia notevole, granulosa e scura, che subito ci fa assaggiare le atmosfere della guerra fredda (e perchè no, dei film di quegli anni). In cabina di regia Tomas Alfredson, regista svedese, si dimostra davvero capace. Una regia molto curata, con inquadrature a volte davvero notevoli, che ci regalano quasi una visuale complessa, come se catapultasse noi stessi al centro delle indagini, come se noi stessi stessimo spiando e indagando su chi sia questa potenziale talpa. Alfredson dirige un cast di attori britannici di grande livello. Colin Firth, Mark Strong, Tom Hardy, Toby Jones, Kathy Burke, Benedict Cumberbacht, John Hurt e il bravissimo Gary Oldman nei panni di George Smiley, il protagonista. Gary Oldman è un attore che riesce sembre a modificarsi, a entrare nei personaggio intrerpretati a più livelli, cambiando aspetto e modo di parlare (infatti sono basito quando scopro che per questo personaggio ottiene la sua prima nomination all'Oscar), e qui entra perfettamente in un personaggio complesso come è George Smiley. Smiley è forse uno dei personaggi più riusciti dalla penna di LeCarrè, un agente dei servizi segreti totalmente in contrasto con la visione che abbiamo noi (quella di 007 per intenderci), infatti il nostro protagonista è molto umano, tanto capace nelle indagini e nelle deduzioni quanto incapace nella vita vera, non è un uomo giovane e fisicato, non è propenso all'azione e forse non lo è mai stato. Un personaggio complesso che però Oldman interpreta con una naturalezza incredibile.
Una spy story classica, contorta e ricca di colpi di scena che merita una visione molto attenta, poichè numerosi sono i personaggi e le situazioni ed è facile perdersi. La scelta del regista di inserire numerosi flashback è utile per farci capire le relazioni tra i personaggi, e qualche collegamento con la vicenda ma rischiano a volte di non farci capire perfettamente il filo narattivo, non facendoci capire perfettamente la differenza tra il passato e il presente. Per questo utilizzate la trama del film detta all'inizio come "salvavita" nei casi perdete il filo (e state attenti agli occhiali! quando Smiley cambia gli occhiali si tratta di un Flashback).
Un film molto intenso, un film di spionaggio come non se ne vedevano da tempo, girato e recitato in modo incredibile, ma attenzione a non distrarvi nemmeno un secondo!
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no_data
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domenica 5 aprile 2015
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boh
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dario
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giovedì 26 marzo 2015
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lambiccato
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E' un film fermo, bloccato su un compiacimento sotterraneo, calligrafico. Pura astrazione monologativa, sottintesi non sviluppati, ripetizioni infinite, esibizionismi intellettuali di poco spessore. Vale Goldman, ma come presenza, come maschera. Ritmo sonnolento, buone intenzioni vanificate da protagonismo formale.
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mardou_
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venerdì 28 novembre 2014
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inesorabilmente noioso
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Se fosse possibile tagliare tutti i momenti morti di questa pellicola stilisticamente impeccabile ma vuota e fredda, potremmo ricavare un ottimo film di spionaggio di novanta minuti.
Il regista Tomas Alfredson ha però preferito girarne centoventisette per aggiudicarsi critiche come quella che capeggia sulla locandina italiana: “Il thriller più elegante e sofisticato dell'anno” dove “elegante” e “sofisticato” sono sinonimi di “noioso”...
Sì perchè le uniche motivazioni che non fanno cadere lo spettatore nel più completo torpore sono da un lato la bravura degli interpreti, tutti primi della classe, dai vecchi leoni come John Hurt alle giovani promesse tra cui spiccano Tom Hardy e Benedict Cumberbatch, dall'altro l'attenta cura per l'ambientazione in una Londra anni '70 grigia, umida ed ostile dove la scena si concentra negli uffici del Circus annebbiati dal fumo di sigarette, soffocati dalle innumerevoli pile di fascicoli top secret che nascondono terribili verità.
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Se fosse possibile tagliare tutti i momenti morti di questa pellicola stilisticamente impeccabile ma vuota e fredda, potremmo ricavare un ottimo film di spionaggio di novanta minuti.
Il regista Tomas Alfredson ha però preferito girarne centoventisette per aggiudicarsi critiche come quella che capeggia sulla locandina italiana: “Il thriller più elegante e sofisticato dell'anno” dove “elegante” e “sofisticato” sono sinonimi di “noioso”...
Sì perchè le uniche motivazioni che non fanno cadere lo spettatore nel più completo torpore sono da un lato la bravura degli interpreti, tutti primi della classe, dai vecchi leoni come John Hurt alle giovani promesse tra cui spiccano Tom Hardy e Benedict Cumberbatch, dall'altro l'attenta cura per l'ambientazione in una Londra anni '70 grigia, umida ed ostile dove la scena si concentra negli uffici del Circus annebbiati dal fumo di sigarette, soffocati dalle innumerevoli pile di fascicoli top secret che nascondono terribili verità.
E' davvero un peccato che nonostante queste ottime premesse, il film non riesca mai a spiccare il volo ma resti come imprigionato nella fissità della scenografia, mentre la tensione che dovrebbe essere costante sembra affacciarsi timidamente solo in qualche sporadica scena senza mai coinvolgere.
Tentando la via troppo forzata di confondere a tutti i costi le carte in tavola con continui flashback e piccoli nuovi tasselli che si aggiungono all'intricato mosaico fino a pochi minuti dalla fine, il regista svedese si mostra debole nel gestire quella che è la sua prima pellicola ad alto budget ed ottiene come risultato un finale fin troppo prevedibile e sbrigativo.
Ancora una volta lo salva la grande interpretazione di Gary Oldman, nominato agli Oscar come miglior attore protagonista, che regala al personaggio di George Smiley tutta l'ambiguità e la forza atti a renderlo una figura assolutamente impenetrabile ed affascinante.
E' probabile che impegnandosi nel rendere la trasposizione più che mai fedele all'omonimo romanzo di John Le Carrè, Alfredson abbia perso di vista l'aspetto cinematografico in senso stretto, dimenticandosi che adattare le pagine di un libro al grande schermo significa catturare l'essenza e l'anima dello scritto e tradurla in un nuovo linguaggio. Quello della settima arte.
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gimis
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mercoledì 12 marzo 2014
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una boiata pazzesca
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IN TANTI ANNI NON HO MAI VISTO UN FILM COSI' BRUTTO.
SCURO, MOSCIO, CON ATTORI MOLLI E SENZA VERVE. UNA TRAMA CHE AVREBBE FATTO ANCHE UN BAMBINO...
CHE PENA!!!!!
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raviolona
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domenica 5 gennaio 2014
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lo vedrei altre 10 volte
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Un film che mi ha veramente affascinato....la cosa particolare è che piu' lo vedi e piu' lo apprezzi, ogni parola ogni istante del film è fondamentale per comprenderlo fino in fondo....Bravi gli interpreti, bella la trama, eleganti le scene. Un film abbastanza unico nel suo genere. Sicuramente evitate di vederlo se vi aspettate un film alla 007.
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claudiofedele93
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giovedì 10 ottobre 2013
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il ritorno della vera spy story!
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La Talpa - Tinker Tailor Soldier Spy è un ottimo film ed un’eccellente Spy Story, di quelle a vecchio stampo, che si facevano una volta, prima che James Bond alias 007 monopolizzasse il panorama cinematografico. Un film che vive di un’eleganza talmente radicata nella regia e nei contenuti da cui è difficile rimanere indifferenti. Alfredson riesce nell’impresa di portare alla luce una pellicola tanto forte quanto delicata, triste, onesta e incredibilmente romantica, senza lasciare nulla al caso, filmando una storia ricca di suspance e che è possibile apprezzare ancor di più ad una seconda o terza visione.
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La Talpa - Tinker Tailor Soldier Spy è un ottimo film ed un’eccellente Spy Story, di quelle a vecchio stampo, che si facevano una volta, prima che James Bond alias 007 monopolizzasse il panorama cinematografico. Un film che vive di un’eleganza talmente radicata nella regia e nei contenuti da cui è difficile rimanere indifferenti. Alfredson riesce nell’impresa di portare alla luce una pellicola tanto forte quanto delicata, triste, onesta e incredibilmente romantica, senza lasciare nulla al caso, filmando una storia ricca di suspance e che è possibile apprezzare ancor di più ad una seconda o terza visione. Il reparto tecnico, la fotografia, così per quanto riguarda le scenografie è ottimo, condito da musiche che ben si adattano al contesto; Gli attori che sono stati coinvolti nella produzione sono, senza ombra di dubbio, il gotha del cinema britannico. Gary Oldman è davvero eccellente nelle vesti del protagonista, un uomo ormai di mezz’età, solo e triste, a cui è stata data una missione in segreto e che non può contare su nessuno. E’ una delle più profonde e sentite performance degli ultimi anni che ci porta a sottolineare come questo attore sia stato (quasi) sempre sottovalutato e messo da parte, talvolta considerato idoneo solo per ruoli minori o da antagonista. Un peccato, visto il talento che più volte aveva messo a nudo e che, con questa pellicola, può dimostrare per l’ennesima volta senza vergogna. Una prova, la sua, fatta non solo attraverso i gesti, ma anche (e soprattuto) con uno sguardo criptico, spento e attento, di difficile interpretazione, così chiuso ed allo stesso tempo specchio dei sentimenti repressi, che il suo Smiley tiene dentro. Notevole Benedict Cumberbatch, qui nelle vesti del collega fidato e leale, così come altrettanto bravo risulta essere John Hurt e Mark Strong. Bravo anche Colin Firth, anche se viene leggermente messo da parte; Tom Hardy risulta essere davvero efficiente e capace di calarsi anche in ruoli drammatici (aveva già dato prova di ciò in Bronson di Refn) e altrettanto convincenti gli altri attori coinvolti nella produzione.
Nel dare, dunque, un giudizio finale a La Talpa non possiamo che lodare quanto è stato fatto e trovarci d’accordo con tutti quei commenti presenti nella locandina del film che portano il nome di alcuni dei giornali e delle riviste più famose al mondo: Tinker Tailor Soldier Spy è davvero il Thriller più elegante e sofisticato degli ultimi anni!
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onufrio
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giovedì 7 febbraio 2013
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spy story...soft
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Ambientato negli anni '70, tra i servizi segreti britannici si cela una talpa per conto dell'unione sovietica. Il film è stato osannato dalla critica, dal punto di vista tecnico-stilistico è praticamente perfetto, ciò che manca è un pò di ritmo che incalzi e renda la vicenda più viva dal punto di vista dell'interesse dello spettatore, ci sono varie fasi di stasi che poi fortunatamente riprendono vigore anche grazie ai numerosi flashback che ricostruiscono le vicende passate. Oldman sottotono, più che altro per via del personaggio che interpreta.
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picassa
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domenica 27 gennaio 2013
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sonnolento
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l'unica cosa che mi è piaciuta sono gli arredi anni '70
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