Advertisement
Toro innamorato

Luca Argentero è Tiberio Mitri nel racconto della sua storia con Fulvia Franco.
di Edoardo Becattini

Luca Argentero (46 anni) 12 aprile 1978, Moncalieri (Italia) - Ariete. Interpreta Tiberio Mitri nel film di Angelo Longoni Tiberio Mitri il campione e la miss.

venerdì 4 marzo 2011 - Televisione

Forte dei nove milioni di telespettatori che si sono appassionati alla vita delle sorelle Fontana, Fabrizio Del Noce consacra un nuovo romanzo di vita vissuta in Italia nel secondo dopoguerra con la biografia del pugile Tiberio Mitri. Il campione e la miss, in onda domenica e lunedì in prima serata su RaiUno, racconta la tormentata storia d'amore fra uno dei più importanti pugili della storia, diventato in pochi anni campione europeo dei pesi medi, e della sua bellissima compagna Fulvia Franco, eletta Miss Italia nel 1948 a soli diciassette anni e da lì avviata sul sentiero aureo del cinema. Nelle parole del direttore di RaiFiction, "Questi due giovani in fondo rappresentavano il grande sogno e la speranza dell'Italia del dopoguerra: il desiderio di emergere e di riscattarsi. Ma anziché darsi una mano a vicenda, hanno fatto sì che la passione nella vita privata influisse troppo su quella professionale". Per interpretare un atleta prestato anche al cinema (Mitri partecipò ad alcune commedie popolari degli anni Cinquanta e in seguito alla carriera pugilistica comparve anche ne La grande guerra di Monicelli) è stato scelto un attore giovane, bello e "in carriera" come Luca Argentero, mentre la sua partner Martina Stella si è autocandidata come Fulvia Franco non appena venuta a sapere del progetto. A garantire alla Rai una confezione solenne e un allure cinematografico, è intervenuto il produttore Massimo Cristaldi, erede di Franco Cristaldi, che proprio negli anni d'oro di Mitri e della Franco avviava la sua casa di produzione destinata a diventare una delle più importanti per la storia del cinema italiano. A questo proposito, Cristaldi racconta come la realizzazione sia stata "un grosso sforzo produttivo che ha richiesto la collaborazione di varie maestranze. L'idea di partenza era raccontare una storia con dei grossi elementi di popolarità per il grande pubblico con una qualità cinematografica".

Il "coach" e i due attori
Vero e proprio "coach" di questo continuo combattimento amoroso è stato il regista della sontuosa biografia di Caravaggio con Alessio Boni, Angelo Longoni.
Appassionato di sport e da sempre interessato a fare un film sulla boxe, Longoni spiega i tre motivi che lo hanno appassionato alla biografia di Tiberio Mitri: "Prima di tutto la sua storia racconta l'Italia di quegli anni e la voglia di uscire dalle macerie del dopoguerra. Poi perché è la storia di un grande campione dello sport in cui il pugilato diventa metafora della vita e della possibilità di uscire dalla propria cerchia di appartenenza. Terzo, perché è una grande storia d'amore in cui l'attrazione fisica è stata talmente forte da far emergere un conflitto e una passione continui. La vita di Tiberio e Fulvia è fatta di alti e bassi continui ed è la storia di tutti gli italiani all'estero: un campione europeo che sfida un campione americano e una bellissima donna che cerca di sfondare nel cinema a Hollywood nell'era di Dean Martin. Erano anni in cui l'Italia viveva un immaginario ingenuo, in cui la gente si eccitava per vedere gli aerei partire dagli aeroporti, e Tiberio e Fulvia divennero due esempi da imitare".
Sui suoi due protagonisti, Longoni sostiene che abbiano "affrontato in maniera quasi maniacale tutte le mie esagerazioni: tutti gli incontri sono stati coreografati prima con degli esperti e c'è stata un'immersione totale nell'epoca degli anni quaranta e cinquanta, a partire dal lavoro sul dialetto triestino". Per il bel Luca Argentero, il personaggio di Tiberio Mitri è "il sogno di qualsiasi giovane attore, per la possibilità di mettersi alla prova fisicamente e per la parabola umana che rappresenta. Mai come in questa storia, lo sport diviene metafora della vita e la boxe insegna a tenere lo sguardo dell'avversario e a superare le proprie personalissime paure". A suo dire, si è trattato di un lavoro "all'americana da un punto di vista tecnico", in cui sono stati coinvolti grandi professionisti del trucco (Gabriella Trani), della scenografia (Giantito Burchiellaro) e dei costumi (Lia Morandini), oltre che delle musiche, scritte appositamente dal cantautore Sergio Cammariere.
Da parte sua, Martina Stella conferma di essersi mossa in prima persona per partecipare alla fiction: "Mi sono concentrata moltissimo sul provino e mi sono costretta a mettermi in discussione come attrice per lavorare sui conflitti di questa donna. Fulvia è una donna che vive un momento di grande passione e che è combattuta da molti conflitti, indecisa se viversi la storia con l'uomo che ama o portare avanti la propria rivincita sociale e diventare una famosa attrice. Raccontare tutto questo, da artista, è stato molto affascinante. Ho cercato di ingrassare per somigliare più alle donne dell'epoca e di studiare i modi delle miss di tanto tempo fa".
A proposito del lavoro sul personaggio, Argentero dichiara ancora: "Durante la lavorazione, mi sono rotto due costole, ma d'altronde non puoi capire il pugilato senza capire il dolore. La boxe è basata su un rispetto quasi religioso dell'avversario e anche per questo viene chiamata 'nobile arte'. Non c'è niente da scandalizzarsi: fa tutto parte di un codice etico e di una morale della palestra. La si immagina come una lotta disordinata e invece la boxe è molto più simile alla scherma che alla lotta: è uno sport fondato su un insieme di regole e di divieti e quindi è anche un modello di comportamento".

Finale con polemica
Come ogni biografia di una vita con luci e ombre, anche la fiction su Tiberio Mitri si porta dietro qualche polemica coi discendenti del pugile triestino. Nonostante tutti i membri della produzione, dal cast di attori al produttore, sostengano di aver coinvolto gli eredi fin dall'inizio e di aver ottenuto il loro apprezzamento fino a poco tempo prima, qualcosa pare essersi rotto, tanto che qualcuno durante la conferenza stampa accenna pure al fatto che la messa in onda potrebbe essere bloccata. Massimo Cristaldi si dichiara sereno in proposito: "Temo che gli eredi siano stati suggeriti da qualcuno, visto che fino alla fine del progetto abbiamo dialogato serenamente. Di questo mi dispiace molto, anche perché si sono schierati contro di noi all'improvviso e senza aver visto il prodotto finito". Perfino lo sceneggiatore Alessandro Sermoneta dichiara che "se di solito vale sempre il detto de L'uomo che uccise Liberty Valance ('stampa la leggenda'), in questo caso la biografia è veramente più forte della leggenda. La vulgata vuole che Mitri sia degenerato per colpa di una donna troppo leggera. Nel nostro adattamento, invece, abbiamo voluto rendere entrambi i personaggi due combattenti, lei quanto lui. Anche secondo Elena Bucaccio, l'altra sceneggiatrice, "Fulvia è che si è contrapposta a un uomo forte e in questi tempi di donne ancillari sono orgogliosa di aver raccontato questa storia". Chiude ogni ulteriore speculazione sulla polemica la voce dura di Angelo Longoni: "Sono dieci anni in questi giorni che è morto Tiberio Mitri. Mi chiedo come non sia possibile ricordare una persona senza speculare su interessi sotterranei economici. Non vado a criticare le intenzioni degli altri ma mi domando veramente perché non sia possibile ricordare una figura così importante senza bassezze e senza meschinità".

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati