donnie87
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venerdì 8 luglio 2011
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punto di non ritorno...
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Questo è un film che parla di vita e di scelte: vita vissuta, tradita, distrutta, ricostruita, e tenuta impiedi a fatica.
Un film intenso e denso di significato, dove le vite dei personaggi si incontrano in uno dei tanti crocevia della vita: scelte, conseguenze o se volete destino.
La vita ti da, la vita ti toglie e in mezzo ci siamo noi o meglio ci sono i personaggi di questo dramma, che con le loro scelte decidono cosa lasciar andare e cosa salvare di quello
che affannosamente hanno costruito: una famiglia, un credo, un amore o semplicemente tutto quello per cui vale la pena sopravvivere.
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girotondo7
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domenica 3 luglio 2011
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riflessione sul nosto credo
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Gavin, affascinante professore universitario che dopo essersi separato dalla moglie, inizia a avivere con un omosessuale (anche se lui è etero),è un idealista molto radicale e razionale. Crede molto al "caso, al punto che dopo aver incontrato più volte Shauna, ed essersela trovata nell'hotel dove lui svolge la mansione di vice direttore, decide di assumerla pur non avendo credenziali,poichè vede in questa ragazza "una persona da salvare"!Shauna pudica e semplice ragazza borghese, sottomessa e dedita al marito Joe per un segno di congratitudine , è attratta sin da subito dal gioco pscologico e pericoloso di Gavin, che una volta innescato non si può più fermare.Inizia così un lungo confronto tra Joe fondamentalista cristiano e Gavin intendo e deciso sempre più a far valere le proprie ragioni su quelle assurde e distruttive del suo antagonista, sperando così di mostrare un'altra prospettiva alla ragazza.
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Gavin, affascinante professore universitario che dopo essersi separato dalla moglie, inizia a avivere con un omosessuale (anche se lui è etero),è un idealista molto radicale e razionale. Crede molto al "caso, al punto che dopo aver incontrato più volte Shauna, ed essersela trovata nell'hotel dove lui svolge la mansione di vice direttore, decide di assumerla pur non avendo credenziali,poichè vede in questa ragazza "una persona da salvare"!Shauna pudica e semplice ragazza borghese, sottomessa e dedita al marito Joe per un segno di congratitudine , è attratta sin da subito dal gioco pscologico e pericoloso di Gavin, che una volta innescato non si può più fermare.Inizia così un lungo confronto tra Joe fondamentalista cristiano e Gavin intendo e deciso sempre più a far valere le proprie ragioni su quelle assurde e distruttive del suo antagonista, sperando così di mostrare un'altra prospettiva alla ragazza. Gavin colpisce in pieno i due si innamorano e si abbandonano l'uno all'altra , scatenando in Joe una sete di vendetta che metterà Gavin in condizione di sacrificare la sua vita per salvare quella di Shauna.
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(di freespirt69)
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marcobrenni
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lunedì 7 agosto 2017
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punto d'impatto fra due filosofie inconciliabili
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Preciso subito che sono in pieno disaccordo con la severa recensione di Marco Chiani. Non ne comprendo il motivo; forse è disturbato dal fatto che il film mette in cattiva luce la fede religiosa acritica-fanatica, privilegiando la soluzione di vita reale, antimetafisica-atea. Per me invece è un grande film, molto coraggioso soprattutto se girato negli States piuttosto bigotti. Un film che ti prende immediatamente per l'evidente situazione conflittuale che si percepisce già dall'esordio. La coppia fanatica di Dio (Shauna/Joe) diventa subito sgradevole per l'atteggiamento assolutista del marito Joe che impone a Gavin, l'invitato a cena, la preghiera di ringraziamento per la cena.
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Preciso subito che sono in pieno disaccordo con la severa recensione di Marco Chiani. Non ne comprendo il motivo; forse è disturbato dal fatto che il film mette in cattiva luce la fede religiosa acritica-fanatica, privilegiando la soluzione di vita reale, antimetafisica-atea. Per me invece è un grande film, molto coraggioso soprattutto se girato negli States piuttosto bigotti. Un film che ti prende immediatamente per l'evidente situazione conflittuale che si percepisce già dall'esordio. La coppia fanatica di Dio (Shauna/Joe) diventa subito sgradevole per l'atteggiamento assolutista del marito Joe che impone a Gavin, l'invitato a cena, la preghiera di ringraziamento per la cena. Lui fa finta di accettare l'imposizione, ma poi dopo altre manifestazioni bigotte, si ribella abbandonando la casa con grave disagio della povera moglie di Joe, evidentemente sottomessa. Si capisce subito che fra la bella/tenera Shauna e Gavin scatta qualcosa che prelude all'amore vero. Infatti Gavin è l'esatto opposto di Joe: un libero pensatore che non si fa scrupoli di deridere tutte le religioni quali rimasugli dell'antico pensiero magico pre-illuministico e pre-scientifico duro a morire. Le due vite travagliate di Shauna e Gavin s'incontrano anche per i loro pregressi vissuti tragici, ma poi Shauna scorge in Gavin l'uomo libero, quello che sa stare sulle proprie gambe senza bisogno di grucce divine, o di mere superstizioni, come lui le definisce. Infatti Shauna divenuta fantatica religiosa per il plagio subito dal marito fanatico, è però una donna infelice perché il marito sembra più innamorato dei testi religiosi e di Dio che nemmeno di lei. A Gavin la bella Shauna piace d'acchito, anche perché scorge in lei l'ombra dell'infelicità causata dal fanatismo religioso del marito assolutista-dogmatico. Il folle amore che scatta tra i due è accresciuto da una miscela esplosiva fatta di repressione e precedenti di vita tragici per entrambi: finalmente l'agognata felicità, ma come tutti gli amori troppo grandi, finirà in tragedia come comanda il romanticismo di ottocentesca memoria. Il dilemma fede/ateismo si capovolge perché Joe il religioso, si rivela essere un perfido criminale che ricatta l'avversario Gavin chiedendone il suicidio sotto la minaccia della pistola alla tempia della fedifraga Shauna. All fine s'immolerà l'ateo Gavin - per puro amore di Shuana - di cui vuole salvare la vita (l'ateismo altruista), mentre il perfido bigotto Joe finisce in galera a pregare per la SUA redenzione/vita eterna : è in fondo l'unica cosa che lo preoccupa veramente (!) - segno del suo assoluto egoismo fideistico che pretende pure la salvezza per la sua animaccia nonostante il suo atto criminale. Un film chiaramente filosofico, con temi di fondo forti già trattati all'infinito, ma mai risolti dall'umanità: fede o ateismo? È preferibile vivere appieno questa unica nostra vita sulla terra, oppure rinunciare a viverla in fondo in attesa di quella "vera" nell'al di là? Il film propende chiaramente per la genuina onestà eroica dell'ateo Gavin, che pur non sperando in nessun al di là, è però disposto a sacrificare la sua UNICA giovane vita per l'amata Shauna. Questo è vero amore, non quello ripiegato sulla propria misera animuccia del bigotto Joe, incapace di amare veramente. Non vedo proprio nessun "appiattimento a simboli" - come pretende il critico, troppo critico Marco Chiani. Ci furono e ci sono tuttora grandissimi registi che usano il simbolismo congiunto alla narrazione solida, per niente di maniera o artificiosa. Pur portando la problematica agli estremi, il film non soffre di nessunissima limitazione artistica, anzi ! Merito della regia ed anche dei bravissimi protagonisti. Cito dei grandi come Fellini, Bunuel, Bergmann, Lars Von Trier, ecc. che usano proprio un forte simbolismo a sostegno della struttura narrativa che poi diventa arte vera: quella che ha qualcosa da dire. Esattamente come questo film : è vera arte filosofico-narrativa che lascia il segno per chi sa riflettere senza preconcetti stilistici o di merito.
Marco Brenni
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rebecca
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lunedì 7 agosto 2017
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agnello sacrificale
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Ancora un film sul "capro espiatorio" ma questa volta è molto difficile averne la sicurezza: il sacrificio di Gavin cosa deve "redimere"?
Praticamente tutta la sua vita, più quella di Hollis, più quella di Shauna, più quella dell'ideologo forzato all'integralismo da un passato molto dubio.
In pratica tutti "i passati" dei tre protagonisti - compresa la morte della figlioletta nell'incidente stradale - pesano sulle sue spalle e solo il suo sacrificio getterà una luce di crudo realismo tale da indurre Hollis a ri-nascere con la propria famiglia; Shauna a capire la propria solitudine e l'integralista a guardare dentro sé stesso.
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Ancora un film sul "capro espiatorio" ma questa volta è molto difficile averne la sicurezza: il sacrificio di Gavin cosa deve "redimere"?
Praticamente tutta la sua vita, più quella di Hollis, più quella di Shauna, più quella dell'ideologo forzato all'integralismo da un passato molto dubio.
In pratica tutti "i passati" dei tre protagonisti - compresa la morte della figlioletta nell'incidente stradale - pesano sulle sue spalle e solo il suo sacrificio getterà una luce di crudo realismo tale da indurre Hollis a ri-nascere con la propria famiglia; Shauna a capire la propria solitudine e l'integralista a guardare dentro sé stesso.
Magnifico film con una sceneggiatura profonda ma lieve, tale da essere comprensibile anche a coloro che non sopportano i film "chiusi" o teatrali.
(Inoltre per la prima volta vedo una città sul Mississippi al posto delle solite paludi).
Se poi vogliamo imparare qualcosa sui sentimenti e sulla mancata educazione sentimentale che accompagna quasi ogni nostra scelta nel campo... allora c'è di che riflettere
perché "...accettare che qualcuno sia gentile con noi è una cosa ben diversa dall'esserne innamorati" (Gavin a Shauna) Ed è solo una delle piccole perle disseminate nei dialoghi della nrrazione. Certo: è stato fatto molto di più e anche di meglio nella storia del cinema su questo argomento; ma questo è un film del 2011 un momento in cui è rarissimo incontrare qualcosa di sensato e di gradevole nella settima arte. Forse è questo che mi ha indotta a scrivere questa recensione. Grazie
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(di uni40)
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mencio
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lunedì 7 agosto 2017
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ognuno ha i guai suoi
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Il confronto, il punto di impatto non è quello fra Gavin, l'amante ateo, ed il fanatico marito di Shana, ma tra il primo e il detective Hollis Lucetti, che lo deve ascoltare e cercare di distoglierlo dal suo proposito suicida, ma che avrebbe voluto quel giorno esser sostituito, perché ha un suo grave dramma personale: ha saputo proprio allora di essere sterile e di non essere il padre biologico dei suoi figli, concepiti dalla moglie per ovviare a questo problema e salvare così il matrimonio. Si tratta di due storie parallele che non hanno in realtà nessun punto in comune. Per giunta la storia, che l'aspirante suicida racconta, non spiega il perché della sua decisione di uccidersi fino alle ultime battute, quando chiarisce che agisce per salvare la vita dell'amata, finita nelle mani del marito, un "rinato" fanatico, che pretende la morte di almeno uno dei due adulteri: se lui non si ucciderà, buttandosi da un posto in bella vista, scelto dal marito, questi provvederà a "giustiziare" l'adultera.
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Il confronto, il punto di impatto non è quello fra Gavin, l'amante ateo, ed il fanatico marito di Shana, ma tra il primo e il detective Hollis Lucetti, che lo deve ascoltare e cercare di distoglierlo dal suo proposito suicida, ma che avrebbe voluto quel giorno esser sostituito, perché ha un suo grave dramma personale: ha saputo proprio allora di essere sterile e di non essere il padre biologico dei suoi figli, concepiti dalla moglie per ovviare a questo problema e salvare così il matrimonio. Si tratta di due storie parallele che non hanno in realtà nessun punto in comune. Per giunta la storia, che l'aspirante suicida racconta, non spiega il perché della sua decisione di uccidersi fino alle ultime battute, quando chiarisce che agisce per salvare la vita dell'amata, finita nelle mani del marito, un "rinato" fanatico, che pretende la morte di almeno uno dei due adulteri: se lui non si ucciderà, buttandosi da un posto in bella vista, scelto dal marito, questi provvederà a "giustiziare" l'adultera. Solo allora l'agente può capire che il folle fanatico sta assistendo al suicidio da un palazzo di fronte e può allertare la polizia, ma inutilmente. Infatti l'aspirante suicida si butta comunque di sotto e la polizia arriverà in ritardo a salvare la donna e ad arrestare il fanatico indecente marito. Il film è caratterizzato da sviluppi di trama eccessivamente improbabili: a Gavin, l'amante, non viene neppure in mente di avvisare la polizia prima di salire sul cornicione come neppure di rivelare il perché della sua scelta suicidaria all'inizio del film. Il motivo è chiaro: se fosse andato alla polizia e poi fosse salito sul cornicione avrebbe avuto una chance in più di salvare l'amata e se stesso, ma il film non avrebbe avuto ragione d'essere. A sua volta il dramma di Hollis ha più di un aspetto paradossale. Soddisfare il desiderio di paternità del marito sterile con un adulterio è la trama della Mandragola, che qui si pretende invece essere una manifestazione d'amore di una moglie affettuosa e non di una cretina. Ma soprattutto ritenere che un uomo possa superare in tre o quattro ore un trauma del genere è l'elemento che evidenzia il carattere strumentale della scelta narrativa. L'unico personaggio dotato di credibilità pare esser l'adultera che infine si decide a crescere e a diventare donna.
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ashtray_bliss
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domenica 11 novembre 2012
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due radicali a confronto. un unico punto d'impatto
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Sapendo la tematica di "The Ledge" mi aspettavo veramente un ottimo film con un cast valido e conosciuto che avrebbe trattato di un argomento alquanto attuale. Purtroppo non e' stato cosi. Le mie aspettative migliori per la pellicola svanivano man mano che guardavo lo svolgersi della storia.
Eppure le carte vincenti narrative c'erano tutte: In primis la storia vuole mettere sotto i riflettori il confronto / scontro tra due radicali opposti tra loro. Da una parte abbiamo Gavin, un ateo convinto e irremovibile nelle sue opinioni mentre dall'altra abbiamo Joe, un cristiano fondamentalista e quasi fanatico.
I due hanno punti di vista completamente differenti su tutto e ogni volta che si incontrano per ''conversare'' la loro conversazione si riduce a spiccole litigate su chi e' nel giusto e chi nel torto.
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Sapendo la tematica di "The Ledge" mi aspettavo veramente un ottimo film con un cast valido e conosciuto che avrebbe trattato di un argomento alquanto attuale. Purtroppo non e' stato cosi. Le mie aspettative migliori per la pellicola svanivano man mano che guardavo lo svolgersi della storia.
Eppure le carte vincenti narrative c'erano tutte: In primis la storia vuole mettere sotto i riflettori il confronto / scontro tra due radicali opposti tra loro. Da una parte abbiamo Gavin, un ateo convinto e irremovibile nelle sue opinioni mentre dall'altra abbiamo Joe, un cristiano fondamentalista e quasi fanatico.
I due hanno punti di vista completamente differenti su tutto e ogni volta che si incontrano per ''conversare'' la loro conversazione si riduce a spiccole litigate su chi e' nel giusto e chi nel torto. Ognuno vuole mettere in evidenza la propria superiorita' e infallibilita' di idee.
Gavin, da una parte, e' fortemente ateo, non crede al caso o nel destino, ed e' mentalmente aperto tanto da andare a convivere con un gay sieropositivo nonstante il fatto che lui sia etero. Non crede in alcun modo nelle religioni, ma in particolar modo in quella cristiana e trova assurdo e ipocrita dover cercare conforto in un amico 'spirituale' ma inesistente.
Joe, invece ha trovato Dio tardi nella sua vita, dopo anni dov'era completamente dipendente di alcohol e droghe e da allora spende la sua vita in chiesa oppure ad iutare il prossimo, e specialmente ad assistere in ospedale bambini malati terminali. Guarda il lato della vita piu' positivo e cerca la bellezza del mondo e i segni di Dio dietro quella.
Il loro primo punto d'incontro sta nel fatto che abitano nello stesso edificio e sullo stesso piano. Il secondo e' la bella e affascinante Shana, moglie di Joe, che trova impiego presso l'hotel dove Gavin e' vicedirettore.
Shana e Gavin si sentiranno immediatamente attratti l'un l'altra ma Shana e' una persona timida e introversa nonche' pudica. Ha molto rispetto per suo marito Joe, gli e' riconoscente per averla salvata da una vita misera e squallida, ma non lo ama. Questo Gavin lo intuisce e dopo averla corteggiata in modo esplicito e poco romantico, i due diventano amanti. Ma non dura per molto, Joe lo scopre e decide di tornare su i suoi vecchi passi: Ricatta Gavin dicendogli che se entro le ore 12 in punto di un giorno pre-stabilito non saltera' giu' da un edificio lui uccidera' Shana. Gavin accetta il ricatto (per amore verso Shana) e mentre sta in bilico tra la vita e la morte su un tetto, racconta la sua storia ad un agente specializzato in questo tipo di casi (e che per uno scherzo del destino perdera' la sua fede nello stesso giorno).
Il film ci viene cosi raccontato tra molti flash-back che vanno avanti e indietro nel tempo raccontando la storia dei due principali protagonisti (Gavin e Shana) per arrivare ad un finale prevedibile e sciapo.
C'e' da dire che aparte le premesse e aspettative alte il film e' sfortunatamente mediocre nonche' prevedibile. La trama e' fin troppo semplice (adirittura potrei dire ordinaria trattandosi del classico tradimento) e scontata (il marito che se ne accorge subito e ricatta l'amante). La narazzione segue un ritmo abbastanza lento e nemmeno il confronto in primo piano tra credente e ateo riesce a rinvigorire una pellicola modesta e sciapa che per il resto offre argomenti e tematiche gia viste: tradimenti, ricatti, fede e scontro tra credo differenti.
Certo i dialoghi, tra Joe e Gavin, sono vivi e interessanti perche' riescono in poco tempo a rappresentare bene le argomentazioni degli atei e dei cristiani. Il film e' anch'esso sicuramente schierato e se non anti-religioso al cento per cento e' certamente un film critico e contrario al fondamentalismo e fanatismo religioso che accieca le persone (Joe). Alla fin fine fa vedere come tutte le persone religiose della storia si allontanino definitivamente dalla fede (Shana in primis, l'agente per ultimo).
Ma un argomento simile poteva essere sviluppato infinitamente meglio e con un pizzico di orginalita' in piu' nella trama. Anche perche' i personaggi sono troppo stereotipati: il credente e' un fanatico, acciecato dalla gelosia e rabbia, chiuso mentalmente (in una parola credente= cattivo) e cosi via fino a rendersi l'artefice di un omicidio. L'ateo invece diventa un martire che si sacrifica in nome dell'amore (in una parola ateo= buono). Peccato che nella realta' le cose non siano cosi bianco/nero come nei film ma ben piu' complesse.
Regia coerente con la storia ma narrazione lenta e stanca. Attori modesti, non brillano certo per le recitazioni convincenti. Colonna sonora ben piu' che modesta. Fotografia minimale.
Per concludere direi che "The Ledge" offre dei spunti narrativi buoni che vengono pero' sprecati in una trama non-originale e piatta. Il film dunque, per me, non puo' oltrepassare le due stellette.
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