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Un film muto in bianco e nero come potevano essere quelli degli anni '30 è la vera novità dell'ultimo periodo. Un'esperienza per chi cinefilo non è o per chi non conosce una parte sostanziale della storia del cinema; il cinema muto.
Le musiche svolgono più che mai al loro scopo primordiale, ovvero quello di sottolineare l'emozioni degli attori, e i continui movimenti di macchina rendono la pellicola scorrevole e più che piacevole.
I ritmi sono molto più simili a quelli a cui ci hanno ormai abituato, i tagli d'inquadrature e di montaggio sono convenzionali ai nostri tempi, ma lo stile fa parte di un cinema hollywoodiano legato ai one-man-show, al mondo spietato dello showbisness secolo scorso ed a una cultura tutta americana del self-made-man.
Blandamente viene anche affrontato il "dramma" del passaggio dal muto al sonoro ma altri, in altri tempi, hanno già affrontato con successo questo discorso (leggi "Viale del tramonto").
Forse senza tutta la propagnada di cui si è avvalso questo film non avrebbe avuto il successo che ha avuto, ma è pubblicità buona perchè porta spettattori ad un film che si sarebbero altrimenti perso.
Consigliato da Big!
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
