Terri

Film 2011 | Commedia

Regia di Azazel Jacobs. Un film con John C. Reilly, Jacob Wysocki, Olivia Crocicchia, Jenna Gavigan, Mary Anne McGarry. Cast completo Genere Commedia - USA, 2011, - MYmonetro 3,34 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 8 agosto 2011

Al Box Office Usa Terri ha incassato 540 mila dollari .

Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,25
CRITICA
PUBBLICO 3,43
CONSIGLIATO SÌ
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Bizzarro, divertente, molto toccante, un film che mostra la verità dell'imperfezione.
Recensione di Adriano Ercolani
Recensione di Adriano Ercolani

La provincia americana, soprattutto quella più povera, non è un posto semplice dove crescere. Lo sa bene Terri, adolescente che, visti i suoi problemi di peso, preferisce, ai normali vestiti, più comodi e buffi pigiami. Il ragazzo vive con suo zio malato di alzheimer, e come unico aiuto per tutti i suoi problemi ha il preside della scuola, Mr. Fitzgerald, un uomo comune che cerca di capirlo e aiutarlo a superarli. Il tutto poi si complica quando Terri comincia a provare qualcosa di più che semplice attrazione per la bella Heather, apparentemente più "normale", ma anche lei decisamente problematica...
Se ormai Hollywood sembra aver quasi completamente dimenticato la capacità di raccontare la vita reale, perso dietro a budget giganteschi ed effetti speciali fantasmagorici, il cinema indipendente americano invece continua il suo discorso specifico sull'indagine del nostro presente, riuscendo per fortuna ancora a tratteggiare personaggi e storie che coniugano con facilità poesia del racconto e verità delle psicologie. È il caso di questo buffo, delicato Terri, presentato con successo all'ultimo Sundance di Robert Redford. Il film è totalmente incentrato sulla presenza fisica e sulla sensibilità d'attore dell'esordiente (al cinema) Jacob Wysocki, perfetto in un'interpretazione trattenuta quanto comunque capace di lasciar trasparire il mondo interiore di un giovane che vive dentro di sé notevoli conflitti interiori. Accanto a lui il sempre più maturo e convincente John C. Reilly, che, dopo Cyrus, continua a sostenere progetti minuscoli ma valevoli come questo. Più che in altre opere recenti l'attore candidato all'Oscar per Chicago dimostra in Terri di essere capace di dare forza e robustezza psicologica anche ai ruoli più comuni: in un certo qual modo il personaggio del preside Fitzgerald ricorda per bontà d'animo e forza di volontà quello di Jim, il poliziotto di Magnolia, ruolo che ne ha definitivamente lanciato la carriera.
A dirigere le due figure principali Azazel Jacobs, il quale avendo a disposizione il loro talento punta con intelligenza a non sottolinearlo con una regia troppo "presente", ma lascia che siano le situazioni e le atmosfere a creare il supporto per le loro interpretazioni. Altra scelta azzeccata del regista è quella di adoperare una musica minimalista e ben calibrata per accompagnare i momenti emotivamente più coinvolgenti.
Bizzarro, divertente, molto toccante questo Terri: un film che non dà risposte preconfezionate a domande retoriche ma che mostra la verità di esseri umani imperfetti, che si sforzano di fare il meglio che possono. Questo sottolinea con poesia il personaggio di Reilly nella scena più bella del film, quella in cui l'adulto deve spiegare al ragazzo che non tutto nella vita andrà bene, ma che non per questo si deve smettere di sforzarsi di migliorare. Magari non sarà un lavoro freschissimo per originalità dei temi trattati o per le atmosfere da classico film "indie", ma questo di Jacobs è senza dubbio un ulteriore esempio di come in America si riesca ancora a fare cinema di psicologie e sentimenti soffusi. È più che abbastanza.

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Il ritratto delicato e realistico di un'emarginazione.
Recensione di Giancarlo Zappoli

Terri è un liceale soprappeso che vive in una cittadina degli Stati Uniti. È stato abbandonato da piccolo dai genitori e vive con uno zio dalla psiche piuttosto fragile. Terri subisce le quotidiane derisioni dei compagni e trova nel vicepreside Fitzgerald (solo apparentemente rude) quella comprensione di cui ha bisogno. Terri riesce a farsi due amici: il nevrotico Chad e la precoce e bella Heather ma questo gli causerà più problemi che gioie.
Il quasi quarantenne regista newyorkese Azazel Jacobs si candida a diventare uno di quei nomi che vanno tenuti d'occhio nel panorama del cinema indipendente americano. Con il suo terzo lungometraggio realizza un'analisi del disagio adolescenziale che riesce a non cadere mai nella retorica sfuggendo al contempo qualsiasi tentazione derivante dal quasi sempre mediocre sottogenere scolastico che privilegia vicende più o meno pruriginose. Certo Jacobs non è Van Sant e neppure vuole esserlo. Ciò che lo attrae sono i tentativi che i suoi protagonisti mettono in atto per tentare di sfuggire o almeno di alleviare un profondo disagio esistenziale. Se Terri non riesce a non andare a scuola in pigiama (aggiungendo così derisione a derisione) è forse perché sembra quasi essersi arreso alla sua condizione di introverso emarginato. Ma la sua sensibilità è acuta e tenera al contempo e questo lo rende ancora più vulnerabile dinanzi all'acerba e perfida ribellione di Chad che traduce in quella che a lui sembra essere sfida ai tabù il suo male di vivere. Quando poi nella sua fragile ricerca di un equilibrio entrerà Heather inserendovi una consistente dose di ingenua malizia (sembra un ossimoro ma è così) il rischio della frantumazione sarà prossimo. Ma il disagio in questi tempi difficili non è una prerogativa dei giovani e spesso attraversa proprio coloro i quali dovrebbero aiutarli a superarlo. Vi si può reagire come l'insegnante che osserva i suoi studenti (e Terri in particolare) come fossero dei pericolosi nemici da tenere solo ed esclusivamente sotto controllo oppure comportarsi come Fitzgerald. Il vicepreside (interpretato da un John C. Reilly ancora una volta in stato di grazia) sa di dover procedere per tentativi ed errori cercando di porsi dalla parte della soluzione dei problemi dei suoi allievi correndo però talvolta il rischio di crearne di nuovi. Ma questo è il compito di un educatore degno di questo nome: mettersi in gioco costantemente. Anche rischiando di portare in ambito scolastico i propri guai familiari ma con la convinzione che i Terri di questo mondo non possono essere lasciati soli ad affrontare una società che sembra aver dimenticato (o addirittura considerare una debolezza) l'attenzione nei confronti di chi è meno attrezzato per affrontare quello che Cesare Pavese chiamava "il mestiere di vivere".

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 1 dicembre 2011
Alex2044

Un bel film . Un film tenero ,spiritoso ed anche profondo. Il rispetto per chi è o si sente diverso. Un attore protagonista bravissimo. La dimostrazione che si possono fare bei film con pochi soldi.

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