Senza arte né parte

Film 2011 | Commedia, +13 90 min.

Regia di Giovanni Albanese. Un film con Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston, Donatella Finocchiaro, Hassani Shapi, Giulio Beranek. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2011, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 6 maggio 2011 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,39 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 13 marzo 2014

Tre operai disperati si trovano a diventare veri e propri falsificatori di opere d'arte contemporanea. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Senza arte né parte ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 500 mila euro e 179 mila euro nel primo weekend.

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Consigliato nì!
2,39/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,36
PUBBLICO 2,80
CONSIGLIATO NÌ
Commedia sul precariato e sull'arte di arrangiarsi.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 5 maggio 2011
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 5 maggio 2011

Il pastificio di Alfonso Tammaro, impresario arrogante e senza scrupoli, chiude i battenti davanti ai suoi operai per spalancarli su una fabbrica meccanizzata e all'avanguardia. Enzo, Carmine e Bandula, colleghi e amici accomunati dal licenziamento e dallo stesso destino precario, si concedono una rappresaglia a suon di musica. Dopo un'improduttiva ricerca di lavoro, i tre operai vengono reclutati dallo stesso Tammaro come custodi di una preziosa collezione di opere d'arte contemporanea. Consigliato dalla bionda consulente finanziaria, Tammaro ha deciso di investire sull'arte per 'arrotondare' e godere senza danno delle grazie della donna. Sconcertati dal valore delle opere di cui non comprendono il credito e per cui collezionisti privati sono disposti a spendere cifre da capogiro, Enzo, Carmine e Bandula decidono che le possono fare anche loro. Avviato il processo di falsificazione, finiranno presto in un gioco più grande di loro che li condurrà all'asta di una prestigiosa galleria romana.
Regista, ma prima ancora artista, creatore e scenografo, Giovanni Albanese torna dietro la macchina da presa dopo dieci anni e AAA Achille, commedia gentile sulla balbuzie che inciampava ad ogni parola. Ex balbuziente e convinto sostenitore della 'manualità' come strumento potente di espressione del sé, Albanese pratica di nuovo l'autobiografismo e l'arte, al servizio questa volta di una disfunzione sociale: il precariato. Come I soliti ignoti di Monicelli i protagonisti di Giovanni Albanese provano a mettere a segno il colpo del secolo ai danni di un ignorante rampante e alla faccia di facoltosi collezionisti. Persuasi molto presto dai 'tagli' di Fontana, dalle 'michette' caolinizzate di Manzoni e dai cavalli vivi in salotto di Kounellis che per essere artisti non è più indispensabile saper fare qualcosa, gli onesti falsari trasformano la propria vita in arte, quella di arrangiarsi. Muovendo dal concetto che l'arte contemporanea si fonda sull'idea piuttosto che sulla tecnica, il regista lascia che proprio la precarietà esistenziale dei protagonisti diventi soggetto artistico. Il dramma del licenziamento produce allora il gesto e l'azione, slatentizzando le loro emozioni e realizzando praticamente la loro dimensione immaginaria. Fuori dallo spazio convenzionale della tela e dentro un pastificio dismesso, idealmente prossimo al laboratorio creativo del logopedista Remo, i disoccupati del Salento riprodurranno oggetti d'arte concettuale e produrranno una loro idea di bello. Senza arte né parte confronta dialetticamente un 'basso' che si vuole sincero ed esplicito e un 'alto' che vive costituzionalmente dentro la finzione. Da una parte un mondo che lavora (o almeno lo vorrebbe tanto) e si confronta con le difficoltà della vita reale, dall'altra un mondo che la fugge e ripiega in case-museo. Da una parte ancora l'autoironia di chi non si prende troppo sul serio (Battiston-Salemme), dall'altra l'artificiosità di chi si va affermando (Paolo Sassanelli) o l'avidità del brutto affermato (Ninni Bruschetta).
Se il soggetto di Albanese-Perocco ha più di un merito, ad esempio quello di scoprire un territorio elitario e poco frequentato e di impegnare i suoi protagonisti nella creazione 'materiale' della loro esistenza, la regia non ha nessun interesse alla visione e la sceneggiatura (messa a punto da uno degli alfieri del rilancio della commedia italiana, Fabio Bonifacci) al solito sfodera buonismo e riconciliazione. Gli italiani brava gente e cuore in mano anche questa volta faranno quello che si deve: finanziare il viaggio aereo di un immigrato indiano e consolarsi con un brindisi di sciroppo di melograno. Si aggiunga in nota la presenza nel film del manifesto elettorale di Nichi Vendola, product placement (politico) e rappresentazione ideologica di un 'bene' di consumo. Parola di Andy Warhol.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 6 maggio 2011
Mystyle.asso88

Senza arte né parte di Giovanni Albanese,racconta la storia di Enzo (Vincenzo Salemme),Carmine (Giuseppe Battiston) e Bandula (Hassani Shapi),tre operai che lavorano in un pastificio nel salento, improvvisamente licenziati per far spazio a nuovi macchinari pronti a sostituirli.Così i tre uomini non più tanto giovani,cercano inutilmente di trovare un nuovo lavoro per riuscire [...] Vai alla recensione »

martedì 10 maggio 2011
renato volpone

Una garbata commedia che mette a confronto con delicatezza la precarietà del lavoro e l'effimero della ricchezza, rappresentato in questo caso dall'arte contemporanea e dai collezionisti d'arte. Un pastificio licenzia i dipendenti sostituendoli con dei macchinari. l'imprenditore nel frattempo si lancia negli affari del traffico d'arte comprando opere contemporane di famosi [...] Vai alla recensione »

sabato 19 dicembre 2015
ornella guidi

Questo film mi ha divertito moltissimo, ma per apprezzarlo in profondità è necessario conoscere e seguire la cosiddetta arte povera. E' vero che il regista spazia ad alti livelli inserendo Fontana, Manzoni ...però il nucleo del film è da ricercarsi in una satira feroce e dissacrante di questo tipo di Arte, con delle scene assolutamente esilaranti, quando loro stessi si confondono tra l'originale e [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 febbraio 2013
ultimoboyscout

Giovanni Albanese associa due mondi lontanissimi e lo fa in chiave comica. E' la storia di quattro disoccupati del Salento e dell'universo dell'arte contemporanea: possibile conciliarli? Il surreale incontro avviene quando tre di loro vengono licenziati dal pastificio in cui lavorano e il loro datore di lavoro decide di trasformarlo in un magazzino per opere d'arte.

mercoledì 20 luglio 2011
dounia

Il film fa vedere la storia che succede nel Premiato pastificio Tammaro di Salento. La fabbrica chiude e gli operai che lavoravano dentro restano disoccupati. La consulente finanziaria di Tammaro eredita in quei giorni una collezione d'arte che viene sistemata, in modo provvisorio, nel vecchio pastificio. Tre operai: Enzo, Carmine e Bandula hanno il compito di custodire le opere d'arti in quello stabiliment [...] Vai alla recensione »

giovedì 12 maggio 2011
Francuccio

Sicuramente abbiamo visto dei film migliori con Salemme protagonista, ma credo che questo sia un bel film da vedere. Una commedia che sta riflettendo la situazione attuale soprattutto al SUD...bravi tutti ed in particolare i è piaciuto Giuseppe Battiston......quando ha dovuto distrarre la guardia giurata con il suo sguardo ammaliante, scena che si conclude con lui che gli da il numero di [...] Vai alla recensione »

domenica 8 maggio 2011
pipay

Se non si hanno eccessive pretese e ci si accontenta, il film garantisce un'ora e mezza di piacevole intrattenimento. Bravi tutti gli attori.

lunedì 14 novembre 2011
hanks87

Vincenzo Salemme ci ha abituati negli anni a delle commedie assolutamente esilaranti ma anche profondamente dense di significato. In questo film, interpretato solamente e non diretto da lui, coniuga la sua leggerezza al sarcasmo richiesto dalla sua "parte". Una film molto "sui generis" fatto non da battute volgari ma dalla cosa più semplice che ricerchiamo in una commedia [...] Vai alla recensione »

domenica 11 agosto 2013
dario

Il film è molto simpatico, fila, registicamente, alla perfezione. La storia è debole e francamnte grossolana, ma è attraversata da un buonumore che contagia. Eccessiva la critica all'arte moderna, ma non cattiva, semmai sarcastica, sempre bonariamente. Buona la recitazione e semplice, ma efficace la sceneggiatura. Incredibilmente, una commedia italiana senza volgarità. [...] Vai alla recensione »

domenica 30 ottobre 2011
Kyotrix

Calcolando che e' una commedia italiana, non e' malaccio, ma c'e' di meglio.

giovedì 6 ottobre 2011
astromelia

ho trovato battiston che apprezzo fuori luogo per quel che riguarda la parlata che esclude la provenienza del personaggio, anhe se il film scorre su un lento binario,può considerarsi dilettevole per passare un'ora e mezza,quello su cui premo è recitare in stretto dialetto del sud che non si comprende appieno,si potrebbe dare un'inflessione più italianizzata mantenendo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 11 maggio 2011
Flyanto

 Film sull'arte di arrangiarsi, una volta perso il posto di lavoro. Simpatico, estremamente leggero e nulla di più. Giuseppe Battiston è sempre il migliore come attore sebbene qui non abbia raggiunto il livello degli altri films.

FOCUS
INCONTRI
martedì 3 maggio 2011
Ilaria Ravarino

Ha esordito con Sogni d’Oro di Nanni Moretti, ormai 25 film fa, e nonostante le recidive visite in Casa Sacher non si è mai sentito un radical chic. Attore, regista e drammaturgo amatissimo a teatro, in trent’anni di carriera Vincenzo Salemme da Bacoli ha collezionato felici collaborazioni con il cinema di Moretti e con quello dei Vanzina, ha flirtato con massimo Boldi in Olè e lavorato con Mario Martone e Giuseppe Tornatore, limitando le sue apparizioni televisive a sporadici e fortunati interventi.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Nepoti
La Repubblica

Nella pletora di commedie nazionali, quella di Giovanni Albanese è tra le più gradevoli e originali. Al centro una "banda degli onesti" composta da tre operai di un pastificio del Salento: ex-operai, anzi, perché il padrone riconverte la fabbrica mettendosi nel mercato dell' arte. Riassunti come guardiani, gli amici trovano la quadra dei loro problemi: falsificheranno gli "assurdi" oggetti d' arte, [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Piacevole, spigliata commedia dell’esordiente Giovanni Albanese, prof di Belle Arti a Roma, che si attirerà le rabbiose critiche di pittori e scultori pop, presi perfidamente per i fondelli. O forse no, visto che, come spiegano i titoli di coda, gli hanno messo a disposizione le loro opere. A Otranto tre operai licenziati da un pastificio vengono riassunti dallo stesso padrone per sorvegliare i suoi [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Nel 1994 la drammaturga Yasmina Reza conquistò fama internazionale con la commedia Art dove tre amici si scontravano davanti a una tela bianca. Sénza arte ne parte prende avvio da analogo spunto, ma qui a indurre tre operai del Salento a occuparsi dì problemi estetici è la prospettiva di fare un po’ di soldi. Pagati in nero come guardiani della collezione del pastaio Sassinelli, Salemme, Battiston [...] Vai alla recensione »

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

A volte i titoli fanno la critica: la commedia dell’artista-regista Giovanni Albanese è Senza arte né parte. Ancora Puglia (la Film Commission lavora bene, troppo), ancora Vendola (scoprite il product placement), ancora precarietà, e pure un migrante e un gay: al presepe mancano solo bue e asinello, al film tutto il resto. Salemme e Battiston (formato macchiette dopo le buone Notizie date a Greco) [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Che cosa sta succedendo alla commedia all’italiana? Un punto di partenza per riflettere sulla sua mutazione genetica è Senz’arte né parte, la commedia diretta da Giovanni Albanese e coscritta da Fabio Bonifacci. È da questa coppia artistica che può partire il ragionamento: Albanese è per molti versi un outsider rispetto al cinema, poiché il suo habitat è l’arte contemporanea (sarà al Padiglione Italia [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

In un Galleria d’arte a Roma ho ascoltato con le mie orecchie uno sprovveduto visitatore, di fronte ai “tagli” di Fontana, dire alla moglie: “se davvero valgono milioni, te ne faccio uno appena torniamo a casa”. Battute analoghe i digiuni d’arte moderna possono averle dette a loro volta di fronte alle uova di Manzoni, alle scarpe di Kounellis e ai piatti rotti di Schnabel.

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