Ruggine |
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Un film di Daniele Gaglianone.
Con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino, Giampaolo Stella.
continua»
Drammatico,
durata 109 min.
- Italia 2011.
- Fandango
uscita venerdì 2 settembre 2011.
MYMONETRO
Ruggine
valutazione media:
3,16
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il giorno di dolore che uno hadi diomede917Feedback: 7575 | altri commenti e recensioni di diomede917 |
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sabato 3 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tratto dal romanzo omonimo di Stefano Massaron finalista allo Scerbanenco, Ruggine tratta un tema duro e scottante difficilmente rappresentato dal nostro cinema: la pedofilia. Rappresentando i traumi e i dolori che i grandi non riusciranno a credere. Per Daniele Gaglianone è il suo esame di maturità non solo perchè affronta questa tematica ma lo fa con un cast che rappresenta il meglio del giovane cinema italiano. La storia si dipana su due filoni temporali seguendo per un'intera giornata i tre protagonisti in età adulta e attraverso i loro occhi tristi veniamo catapultati in quell'estate degli anni '70 nella periferia di Torino popolata da tanti emigranti meridionali dove s'aggira l'orco ben nascosto nelle rassicuranti sembianze del Dott.Boldrini il pediatra del quartiere. Il film parte lento, forse pure troppo. Il regista sembra quasi intimidito e si affida totalmente alle doti istrioniche di Filippo Timi. Purtroppo, alla lunga, questo si rivelerà un errore. Pur non discutendo la sua bravura Timi non è Peter Lorre e con il prosequio della storia il suo personaggio rischia di scivolare nella caricatura di se stesso (come nella scena della visita al personaggio di Accorsi da piccolo). Fortunatamente Gaglianone riesce a riprendersi il film negli ultimi intensissimi 20 minuti quando il dramma esplode in un crescendo emotivo anche grazie alle performances dei suoi interpreti siano essi adulti (da vedere la tensione provocata da Valeria Solarino nel consiglio di classe in difesa di un'alunna molestata o la disperazione di Valerio Mastandrea davanti agli usurai) che bambini (il vero valore aggiunto del film). Rimanete anche dopo i titoli di coda perchè è lì che si vede la mano del regista...il gioco di sguardi in metrò è tutto da gustare. Pur non essendo un brutto film possiamo dire che è la classica occasione sprecata. Un 6 e niente più.
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