ennio
|
lunedì 16 settembre 2019
|
amami finchè la morte non ci separerà
|
|
|
|
Ciò che ammiro in Van Sant è che anche in età avanzata non smette mai di affrontare tematiche originali e lo fa sempre in modo asciutto e per nulla melodrammatico. L'amore a 20 anni con un tumore maligno al cervello è qualcosa che fa troppo male per poterci pensare razionalmente, e dovremmo sempre ringraziare chi ci consente di guardare una tale prospettiva con la consapevolezza che è solo arte, solo immaginazione, forse quindi anche speranza e coraggio.
La Wasikowska è da ammirare come sempre, sembra una fusione tra Mia Farrow e Audrey Hepburn, e certo non ne fa rimpiangere la bravura.
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
venerdì 23 novembre 2012
|
lacrimevole
|
|
|
|
L'ultimo, lacrimevole film di Gus Van Sant racconta le storie di due adolescenti emarginati che si incontrano ad un funerale.
Si tratta di una storia sdolcinata e piuttosto esile che parla di un amore adolescenziale, puro e immaturo.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
gaara
|
giovedì 18 ottobre 2012
|
gus van sant stupisce e convince
|
|
|
|
Basterebbe la presentazione dei due co-protagonisti del film accompagnata dalla lettura del suo stesso titolo per rendere chiaro il tema trattato:
La morte e tutto ciò che resta quando ce ne andiamo.
Eppure l’opera – definiamola tale – è un omaggio alla vita e al viverla il più intensamente possibile, nonostante le sfortune e i drammi che possono ostacolarla. Ne da un esempio la stessa natura che ha avuto la genialità di partorire un “uccello canoro che pensa di morire ogni volta che cala il Sole. E la mattina, quando si sveglia, è così sconvolto di essere vivo che si mette a cantare la sua melodiosa canzone.
[+]
Basterebbe la presentazione dei due co-protagonisti del film accompagnata dalla lettura del suo stesso titolo per rendere chiaro il tema trattato:
La morte e tutto ciò che resta quando ce ne andiamo.
Eppure l’opera – definiamola tale – è un omaggio alla vita e al viverla il più intensamente possibile, nonostante le sfortune e i drammi che possono ostacolarla. Ne da un esempio la stessa natura che ha avuto la genialità di partorire un “uccello canoro che pensa di morire ogni volta che cala il Sole. E la mattina, quando si sveglia, è così sconvolto di essere vivo che si mette a cantare la sua melodiosa canzone.”
L’amore per la vita, l’amore per le persone care, l’Amore per il nostro amato o per la nostra amata dovrebbero farci cantare ogni mattina, proprio come succede ad Annabel (Mia Waikowka).
Annabel, dai colori sbiaditi da una lente scolorente, fatta eccezione per qualche accessorio contrastante – sciarpa e guanti – destinati a proteggere forse le parti “eroticamente” più esposte, è affetta da un tumore al cervello che ne limita la sua vita materiale, ma ha una incredibile e al tempo stesso comprensibile esigenza di respirare ossigeno, rimanere attaccata alla flebile speranza che dopo la morte ci sia un percorso immateriale per la propria anima e si possa indossare le vesti di “spirito guida”.
Le sue ricerche interiori subiscono un altalenante quanto enfatizzante effetto grazie ad Enoch (Henry Hopper), anche egli legato alla morte. E’ per averla “vissuta” sulla propria pelle, è per la “presenza” del suo amico Hiroshi, morto suicida durante la seconda guerra mondiale, che lo accompagna nella sua invadente solitudine. Enoch predilige il nero a causa della sua dipendenza ad intrufolarsi ai funerali altrui, al fine di colmare una propria mancanza: Il non aver potuto dare l’ultimo saluto ai suoi genitori.
Il pallido e il cupo, il candido e l’opaco, Annabel ed Enoch intrecciano i propri destini e vivono un’intensa storia d’amore provando ad esorcizzare i demoni che attanagliano la loro esistenza, a migliorare la propria vita o quel che ne resta, a riempire l’uno dell’altro e a trovare un senso in quelle piccole, stupide e talvolta incomprensibili cose che possono renderci felici. Per poi rendersi conto di voler far qualcosa in più o qualcosa di meglio. Per poi rendersi conto che tutto è bastato e un silenzio tenuto in ostaggio dai ricordi legittima tutto l’amore che resta.
Mia Waikowka e Henry Hopper lasciano sconcertati per la loro immensa bravura e nonostante la loro giovane età si scoprono – o meglio li scopriamo- attori navigati…. e pensare che il secondo è appena un esordiente. Immensi!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gaara »
[ - ] lascia un commento a gaara »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
venerdì 31 agosto 2012
|
dal buio alla luce
|
|
|
|
Nelle mattine umide e nebbiose,o nei pomeriggi intrisi di colori crepuscolari e luci impigliate tra i rami degli alberi ormai spogli, Enoch , adolescente solitario, scende nel regno dei morti alla ricerca di tracce dei suoi genitori, scomparsi in un incidente stradale; Enoch non ha potuto assistere al loro funerale, così s’infila a cerimonie funebri di sconosciuti, ( si seppellisce anche lui, in fondo) parla con il fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale suo unico amico.
Nel suo girovagare a funerali, conosce Annabel, adolescente anche lei, malata di cancro e solo tre mesi di vita a disposizione; due traiettorie che s’incrociano e dalle quali sboccerà tenero e lieve un amore, Gus Van Sant tende il suo arco e traccia una linea temporale dinamica, melodica e sinuosa, nella clessidra di un tempo trattenuto, dove tutto appare come in assenza di gravità, i due adolescenti si attaccano al respiratore della vita e ne colgono gli attimi più belli, un bacio, una carezza, una tenera notte d’amore.
[+]
Nelle mattine umide e nebbiose,o nei pomeriggi intrisi di colori crepuscolari e luci impigliate tra i rami degli alberi ormai spogli, Enoch , adolescente solitario, scende nel regno dei morti alla ricerca di tracce dei suoi genitori, scomparsi in un incidente stradale; Enoch non ha potuto assistere al loro funerale, così s’infila a cerimonie funebri di sconosciuti, ( si seppellisce anche lui, in fondo) parla con il fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale suo unico amico.
Nel suo girovagare a funerali, conosce Annabel, adolescente anche lei, malata di cancro e solo tre mesi di vita a disposizione; due traiettorie che s’incrociano e dalle quali sboccerà tenero e lieve un amore, Gus Van Sant tende il suo arco e traccia una linea temporale dinamica, melodica e sinuosa, nella clessidra di un tempo trattenuto, dove tutto appare come in assenza di gravità, i due adolescenti si attaccano al respiratore della vita e ne colgono gli attimi più belli, un bacio, una carezza, una tenera notte d’amore. Enoch, grazie a Annabel, si apre alla vita, fino al momento dell’addio nel quale non scomparirà triste e disperato nella foschia autunnale, ma andrà incontro al cerchio di luce che gl’indicherà la strada e nel quale convive anche la dolcezza di un ricordo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
armstrong
|
domenica 26 agosto 2012
|
delicato come il profumo del ricordo
|
|
|
|
Lui è Enoch, un ragazzo diverso da tutti gli altri. Dopo una micro-morte di quattro minuti ed un conseguente coma di tre mesi, causati dall'incidente d'auto che ha strappato la vita ai suoi genitori, si risveglia. Al suo fianco c'è Iroshi, aviatore giapponese morto suicida in un attacco kamikaze. È un amico immaginario, che la sua mente sola ha proiettato al suo fianco per permettergli di sopravvivere ai sensi di colpa, alla solitudine, alla diversità incombente dettata da un'acuta coscienza del mondo.
Lei è Annabel. È una malata terminale di cancro, e le restano solo alcuni mesi, affrontati con incanto e coraggio, un vivere di fiaba ed un cibarsi di scienza.
Si incontrano ad un funerale.
Il film è poetico, la storia raccontata con originalità ed esperienza.
[+]
Lui è Enoch, un ragazzo diverso da tutti gli altri. Dopo una micro-morte di quattro minuti ed un conseguente coma di tre mesi, causati dall'incidente d'auto che ha strappato la vita ai suoi genitori, si risveglia. Al suo fianco c'è Iroshi, aviatore giapponese morto suicida in un attacco kamikaze. È un amico immaginario, che la sua mente sola ha proiettato al suo fianco per permettergli di sopravvivere ai sensi di colpa, alla solitudine, alla diversità incombente dettata da un'acuta coscienza del mondo.
Lei è Annabel. È una malata terminale di cancro, e le restano solo alcuni mesi, affrontati con incanto e coraggio, un vivere di fiaba ed un cibarsi di scienza.
Si incontrano ad un funerale.
Il film è poetico, la storia raccontata con originalità ed esperienza. La carica emotiva che porta ricorda 21 grammi, ed il collegamento non può essere casuale dato il comune tema della morte. Ma quello che Van Sant fa è dare una visione molto più delicata dell'argomento, quasi senza tempo, il cui profumo è quello del ricordo. La fotografia contribuisce ampiamente a regalare questo sentimento, con colori tendenti al marrone autunnale tipici del vintage, donando allo spettatore una sospensione di vita che ricorda la brezza del mare.
Al film è stata mossa l'accusa di essere una storia già conosciuta: "lui le insegna ad amare, lei gli insegna a vivere". Non sono d'accordo. Tutti i film sono, in fin dei conti, riprese di canovacci già visti, tracce già visitate, percorsi già battuti. « Art imitates Life » disse qualcuno, una volta. Il punto non è il cosa, è il come.
Van Sant ha voluto raccontare dell'amore e della morte, le più grandi prove che la vita ci può far assaggiare, con la penna del poeta, lo spartito del musicista ed il pennello del pittore. Non è mai scontato, soprattutto nei dettagli narrativi comunicati allo spettatore attraverso inquadrature ed un montaggio estremamente raffinati. È un'opera dal livello estetico molto elevato, pur portando con sé una prestanza contenutistica profonda e riflessiva.
«E poi c'è questo uccello canoro che pensa di morire ogni volta che cala il sole. E la mattina quando si sveglia è così sconvolto di essere vivo che si mette a cantare la sua melodiosa canzone. La morte è facile, è l'amore che è difficile. »
Uno dei pochissimi film che ha saputo commuovermi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a armstrong »
[ - ] lascia un commento a armstrong »
|
|
d'accordo? |
|
molenga
|
giovedì 19 aprile 2012
|
la vita, oltre
|
|
|
|
Enoch, dopo la morte dei genitori e l'espulsione da scuola, vive con la zia in un limbo luttuoso, si aggira tra funerali di sconosciuti con lo sguardo basso e gioca a battaglia navale con Hiroshi, il fantasma di un kamikaze; conosce annabel, una ragazza malata di tumore al cervello. Lei ha tre mesi di vita, ma l'amore, specie nella disperazione, non guarda al tempo. Durante la loro relazione Enoch impara ad accettare anche la morte dei genitori-che non aveva potuto salutare- e che la vita può essere dolce, spietata, ma va vissuta come meglio si può.
Film delicato, bravi i due protagonisti ben diretti. ottima la scelta delle musiche
|
|
[+] lascia un commento a molenga »
[ - ] lascia un commento a molenga »
|
|
d'accordo? |
|
miskin
|
domenica 25 marzo 2012
|
la poetica del sacrificio
|
|
|
|
In " Restless" ( " L'amore che resta ") Gus Vas Sant ritorna sul tema a lui caro della peripezia esistenziale degli adolescenti, ma questa volta l'intensità dei contrasti vissuti in quell'età gli serve per esplorare il tema più generale del sacrificio, destino comune di tutte le esistenze .
La giovanissima e aggrazziata Annabel , malata terminale di cancro, assieme ad Enoch ( nome che significa appunto "sacrificio rituale" ) non sono personaggi reali, sono creazioni poetiche, come Hirosci, il fantasma che li accompagna: si incontrano durante un dei tanti riti funebri che il ragazzo continua a frequentare per esorcizzare la scomparsa violenta dei genitori nell'incidente che ha l'ha costretto in coma per mesi.
[+]
In " Restless" ( " L'amore che resta ") Gus Vas Sant ritorna sul tema a lui caro della peripezia esistenziale degli adolescenti, ma questa volta l'intensità dei contrasti vissuti in quell'età gli serve per esplorare il tema più generale del sacrificio, destino comune di tutte le esistenze .
La giovanissima e aggrazziata Annabel , malata terminale di cancro, assieme ad Enoch ( nome che significa appunto "sacrificio rituale" ) non sono personaggi reali, sono creazioni poetiche, come Hirosci, il fantasma che li accompagna: si incontrano durante un dei tanti riti funebri che il ragazzo continua a frequentare per esorcizzare la scomparsa violenta dei genitori nell'incidente che ha l'ha costretto in coma per mesi.
Entrambi simboleggiano una condizione dell'esistenza, una scelta possibile per condurre avanti la vita, comunque sempre caduca: Annabel è lo spirito che indaga la natura e risolve in maniera pragmaticamente poetica il proprio rapporto con la morte, scegliendo comunque la bellezza della vita quotidiana, fra intuizioni e passioni artistiche Enoch rappresenta la fuga , l'impotenza la ribellione che viene educato da Annabel ad accettare la propria condizione umana. Il tocco di Gus van Sant è delicato e comunica un poetico amore per la vita, affidandosi alla bellezza dei volti, alle luci delle stagioni che trapassano l'una nell'altra e alla morbidezza della musica Indie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a miskin »
[ - ] lascia un commento a miskin »
|
|
d'accordo? |
|
julien
|
venerdì 9 marzo 2012
|
eros e thanatos
|
|
|
|
Annabel è una malata terminale di cancro, consapevole di avere pochi mesi a disposizione. La sofferenza sembra tuttavia scivolarle addosso e cerca di vivere nel miglior modo possibile il poco tempo che le resta. Enoch ha perso i genitori in un incidente, è stato in coma e sembra che sia anche stato morto per qualche istante: tuttavia sembra odiare sia la vita che la morte. Per lo meno finchè i due non si incontrano. Lei gli imparerà ad amare la vita e a rispettare la morte, lui le farà il dono più bello che si possa ricevere in fin di vita, l’amore. La relazione che nasce tra i due è alquanto bizzarra se non addirittura grottesca, ma altrimenti non poteva essere, tenendo anche conto che i due si conoscono a un funerale.
[+]
Annabel è una malata terminale di cancro, consapevole di avere pochi mesi a disposizione. La sofferenza sembra tuttavia scivolarle addosso e cerca di vivere nel miglior modo possibile il poco tempo che le resta. Enoch ha perso i genitori in un incidente, è stato in coma e sembra che sia anche stato morto per qualche istante: tuttavia sembra odiare sia la vita che la morte. Per lo meno finchè i due non si incontrano. Lei gli imparerà ad amare la vita e a rispettare la morte, lui le farà il dono più bello che si possa ricevere in fin di vita, l’amore. La relazione che nasce tra i due è alquanto bizzarra se non addirittura grottesca, ma altrimenti non poteva essere, tenendo anche conto che i due si conoscono a un funerale. I due insieme vivranno noncuranti di tutto ciò che li circonda, come se nient’altro fosse importante: una scelta sicuramente molto più forte di quanto può sembrare a prima vista, in quanto implica il totale disinteresse da tutto ciò che il mondo esterno ci fa ritenere importante, ma invece non è fondamentale. Una scelta che solo chi ha toccato con mano la morte può comprendere. Un’altra chiave di lettura che in un certo modo riprende quest’ultima tesi è la differenza tra gli atteggiamenti dei due personaggi: Annabel ha una forza vitale travolgente nonostante sia in punto di morte, Enoch che ha avuto la fortuna di sopravvivere a un coma è inizialmente reticente alla vita stessa. Saranno l’amore e la vitalità di Annabel a fargli assaporare la vita nella sua pienezza, facendogli capire cos’è che conta davvero.
Gus van Sant ci delizia con un’opera che non è certamente un capolavoro, ma sicuramente è molto originale. Le immagini, le musiche, le frasi, addirittura i vestiti e le azioni più insolite dei due personaggi sono suggestivi e piacevoli. Il regista riesce a trovare il giusto equilibrio tra drammatizzazione, dolcezza e ironia, forse manca in certi tratti di intensità. Ciò non toglie che sia un film che valga la pena di essere visto almeno una volta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a julien »
[ - ] lascia un commento a julien »
|
|
d'accordo? |
|
doni64
|
venerdì 9 marzo 2012
|
film drammatico toccante
|
|
|
|
Film drammatico incentrato sul tema amore.La trama intesessante..coinvolgente per la sua innata drammaticita'..buona l' interpretazione degli attori principali specie della ragazze che..sepur poco addentrata nel suo ruolo di vittima riesce a spuntarla per la sua semplicita' d'animo.Ottima la conclusione seppur tristemente attiva ma lascia una traccia profonda al pubblico...nel complesso un film che lascia qualcosa.Voto 7+/ 8.00(bello o quasi)
|
|
[+] lascia un commento a doni64 »
[ - ] lascia un commento a doni64 »
|
|
d'accordo? |
|
kyotrix
|
giovedì 1 marzo 2012
|
carino
|
|
|
|
Un po' sottotono all'inizio, ma si riprende. Leggerino sotto alcuni punti di vista, ma va bene cosi'.
|
|
[+] lascia un commento a kyotrix »
[ - ] lascia un commento a kyotrix »
|
|
d'accordo? |
|
|